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Presentazione di Aurora Coraggi

Rivas

MAGALY AROCHA

Blog

PORTFOLIO

Magaly arocha rivas

Magalyarocha rivas

Magaly Arocha Rivas è originaria di Caracas, Venezuela. Dopo il liceo scientifico, ha frequentato l’università con indirizzo Studi Internazionali e, ha vinto il concorso diplomatico, dove gli è stata assegnata la prima destinazione: la Santa Sede. A Roma ha frequentato lo studio dell’artista Ninni Verga dove ha affinato la tecnica pittorica. E' tornata a Caracas per poi spostarsi di nuovo, stavolta a Napoli. Il 30 giugno del 2011 è arrivato il trasferimento a Caracas, ha deciso di non andare e restare in Italia per dedicarsi alle figlie e alla famiglia. A Bologna, vive e lavora attualmente, ha ripreso lo studio del disegno, lasciata la carriera diplomatica, ha trovato la sua nuova identità come pittrice.

Opere
Opere

magaly arocha rivas

"Attraverso la pittura, racconto la società contemporanea per dare voce agli “ultimi” e a tutte quelle realtà che spesso non vengono trattate dai mass media."

"Ciò che mi preme maggiormente diffondere e comunicare è la mia vicinanza agli ultimi, che non sono soltanto i poveri o gli emarginati ma spesso anche le persone a noi più vicine. Le mie tele raffigurano, dunque, la società contemporanea e insieme a essa le tematiche che la animano e definiscono: il femminismo, le criticità ambientali odierne, le dinamiche belliche proprie di alcuni Paesi."

Magaly arocha rivas

Amazonía

Niños Warao

storie indigene

In questa opera, siamo trasportati in un angolo remoto del Venezuela, nel cuore del Delta dell'Orinoco, dove il fiume rappresenta l'unica via di comunicazione. Qui, incontriamo i Warao, conosciuti come il "popolo delle canoe”. A causa dell'inquinamento, il fiume non fornisce più loro cibo, ma malattie. I bambini "Warao" giocano nell'acqua inquinata di quel fiume e molti di loro soffrono di denutrizione, malaria e tubercolosi. Per sfuggire alla crisi economica e sociale, in tanti stanno emigrando verso i paesi confinanti, spesso senza ricevere un'accoglienza adeguata. La tela è appesa a una canna di bambù, richiamando il materiale tradizionale "guadua" utilizzato nella costruzione delle palafitte di questa tribù, in zone fluviali e nella foresta tropicale. In questo quadro, l'artista fonde la propria identità e le sue radici con una critica aperta e coraggiosa nei confronti di una crisi scomoda, che il potere corrotto dei governi preferirebbe tenere nascosta.

Niños Warao

In questo angolo remoto del mondo, la lotta per la natura, l'ambiente e la dignità delle comunità ha un nome: donna. Queste donne coraggiose affrontano anche la violenza patriarcale nelle loro case e nei loro territori. Sono spesso ignorate quando si prendono decisioni sulla gestione del territorio, e le politiche pubbliche per la loro difesa sono praticamente inesistenti. È a loro, che Magaly dedica questo dipinto.

Amazonía

Amicanza

generazione z

Mi abbandono (Cloe)

Amicanza

Siamo cresciute in un sistema che promuove la concorrenza, che ci presenta le altre donne come potenziali avversarie nella conquista del “capo branco”. Giudicare le altre donne diventa un modo per proteggersi, per non sentirsi inferiori a chi ci sembra più luminosa di noi. Una donna felice ti provoca invidia, devi scovare quello che non va in lei, i suoi punti deboli. Il nemico comune è un altro e il fatto che una donna riesca a esprimersi dovrebbe essere una conquista di tutte. Ma non è quasi mai così. Possiamo e dobbiamo aiutarci e gioire con e per i risultati delle altre, perché c’è spazio per tutte e perché ognuna è unica.

Mi abbandono (Cloe)

Un giorno Cloe gli dice a Magaly: “Sai mamma, i papà sono importanti. Con il mio papà mi sento più serena e sento di poter fare meglio anche a scuola”. Così è nato questo dipinto. Cloe si abbandona sulla spalla del suo papà. E lei ha riflettuto su quanto sia importante la figura paterna. Il papà rappresenta la visione maschile del mondo: protezione, soluzioni, senso pratico, forza fisica. Ci si rispecchia nei valori che da lui vengono trasmessi in famiglia, nei modi di comportarsi e rapportarsi con la figura femminile.

donna di spalle con foglio

Mi abbandono (Cloe)

Bailarines

donna di spalle con foglio

In questo dipinto, una donna col volto nascosto rivolge lo sguardo oltre la cornice, tenendo in mano un foglio: esso contiene numeri eloquenti, a rappresentazione di un quadro inquietante e spesso oscurato che riguarda la disparità di genere a livello mondiale. Il soggetto raffigurato nella tela è senza volto, a simboleggiare tutte quelle donne che vivono nell’ombra delle disuguaglianze e per evidenziare un panorama contemporaneo critico, dove, in alcuni paesi, lo stupro coniugale rimane impunito ed esistono leggi che limitano la libertà di movimento delle donne.

Schiudersi...

Chiudersi per aprirsi, e magari chiudersi ancora. Mostrarsi fragili. Fare fatica ad essere flessibili, ad adattarsi al cambiamento, temere di non essere in grado di evolversi. Pochi lo ammettono in questi tempi in cui si fa l’inno alla resilienza. Questo dipinto vuole dirti: “non sei solo”. Sei anche tu come questa ballerina che si chiude in sé e per “riprendersi” ha bisogno di tempo, di concentrazione per poi rifiorire.

Manuela e Maria Luisa

castore e polluce dioscuri al femminile

oltre il doppio

Manuela e Maria Luisa

Manuela e Maria Luisa si ergono schiena contro schiena, enigmatiche e imponenti nella loro asimmetria e complicità. Di statura differente, le due donne conservano la propria diversità non solo nel colore e nella lunghezza dei capelli ma anche nei lineamenti del volto e nell’espressione, pur mantenendo attraverso la posa forte energia e connessione. L’esperienza della prima separazione, avvenuta a causa della malattia di Manuela durante l’infanzia, ha segnato le due sorelle, rivelando loro la forza dell’individualità anche nella condivisione. Pur avendo intrapreso percorsi di vita diversi, infatti, le sorelle sono accumunate dal desiderio di benessere reciproco e dal senso di altruismo verso gli altri.

Castore e polluce dioscuri al femminile

Il giallo oro fa da sfondo e si conferma cuore pulsante dell’opera. Questo colore non solo richiama l’oro e il miele, simboli di piacere e abbondanza nelle culture antiche, ma incarna anche gioia, luce e positività, risaltando altresì il biondo dei capelli delle piccole e giovani donne, in contrasto con i loro abiti, dai colori freddi e, in un certo senso, terreni. Le due figure, ritratte di profilo e rivolte in direzioni opposte, evocano un senso di connessione e separazione simultanea, simboleggiando la complessità del legame gemellare. La delicatezza delle loro trecce e l’espressione serena dei volti infondono un’atmosfera di calma e introspezione. Quest’opera nasce da una riflessione sull’individualità e l’unità e costituisce un omaggio dell’artista all’infanzia, alla sorellanza e alla femminilità, temi centrali nella sua poetica e produzione.

“La donna uscì dalla costola dell’uomo; non dai piedi per essere calpestata, non dalla testa per essere superiore, ma dal lato per essere uguale, sotto il braccio per essere protetta, accanto al cuore per essere amata.” Matthew Henry

Arte e la denuncia della violenza maschile contro le donne: Opere che gridano giustizia

L’arte è un potente mezzo attraverso il quale gli artisti esprimono pensieri, emozioni e critiche sociali. Attraverso una varietà di medium artistici, dalla pittura alla performance, scopriremo come alcune opere d’arte denunciano la violenza sulle donne, suscitando interrogativi e stimolando la riflessione sulle ingiustizie che ancora affliggono molte donne in tutto il mondo.

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opere d'arte

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“Susanna e i Vecchioni” di Artemisia Gentileschi
“Unos Cuantos Piquetitos”di Frida Kahlo
“Mimetismo”di Remedios Varo

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grazie

dell'attenzione

Susanna e i Vecchioni

Artemisia Gentileschi, anch’essa vittima di uno stupro, dipinse “Susanna e i Vecchioni” per rappresentare la storia di Susanna, sorpresa da due uomini che la minacciano di accusarla di adulterio.

Artemisia Gentileschi

1610

Quest’opera mette in luce la lotta disperata di Susanna per proteggersi dai suoi aggressori e solleva domande sulla giustizia e sulla condizione delle donne nella società del suo tempo.

opere

Storie indigene e generazione Z

“Unos Cuantos Piquetitos”

Frida Kahlo dipinse questa opera dopo aver letto di un brutale accoltellamento da parte di un marito che giustificò la sua violenza definendola “qualche piccola coltellata e nulla più.”

Frida Kahlo

1935

Quest’opera cattura la follia di questa giustificazione insensata e ci interpella sulle scuse che troppo spesso vengono fatte per la violenza domestica.

opere

Bailarines e Oltre il doppio

“Mimetismo”

Nell’opera “Mimetismo” di Remedios Varo, vediamo una donna la cui pelle si fonde con una sedia, mentre mani e piedi diventano di legno.

Remedios Varo

1960

Questa rappresentazione riflette la noia e la rassegnazione delle donne in ambienti che non valorizzano la loro individualità, sollevando interrogativi sulla liberazione femminile e sulla società patriarcale.