Presentazione sui beni tutelati del territorio Marchigiano
Matteo Strika
Created on October 30, 2024
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Transcript
Presentazione sui beni tutelati del territorio Marchigiano
Gruppo 1: Veronica Serfilippi, Luca Montevero, Matteo Strika, Valentina Panaroni, Haitam Karim
Indice
Serfilippi: Gola del Furlo
Montevero: Castello di Gradara
Strika: Festa della Befana
Panaroni: Carnevale di Fano
Haitam: Arco d'Augusto
lA GOLA DEL FURLO
Di Serfilippi Veronica
La Gola del Furlo è una bellissima gola naturale situata nella regione delle Marche in Italia, scavata dal fiume Candigliano. È noto per le sue ripide e aspre scogliere calcaree e panorami, ed è parte della Riserva Naturale dello Stato di Gola del Furlo. Questa riserva è popolare tra gli escursionisti, gli appassionati di natura e gli amanti del bird watching. Lì, si possono vedere varie specie di fauna selvatica come aquile reali, falchi pellegrini e altri animali rari. Storicamente, la gola del Furlo ha un significato strategico come percorso attraverso l'Appennino. Gli antichi romani scavarono una galleria attraverso la roccia per facilitare il viaggio lungo la Via Flaminia, che collegava Roma alla costa adriatica. Questo tunnel romano, risalente al regno dell'imperatore Vespasiano (I secolo d.C.), esiste ancora e può essere visto oggi. La zona combina bellezze naturali con interesse archeologico, rendendola una destinazione unica in Italia.
Il Castello o Rocca di Gradara si erge su una collina dell’omonima città, in provincia di Pesaro e Urbino. È adiacente al borgo storico della località, ed è protetto da 800 metri di cinta muraria. La sua costruzione inizia alla metà del XII secolo, sotto la famiglia de Griffo, mentre le sue ultime modifiche avvengono nel XV secolo. In periodo medievale, il castello è teatro di numerosi scontri tra le milizie del papato e le signorie marchigiane e romagnole. Nel XV secolo, invece, è di proprietà della famiglia dei Malatesta, fino al 1463, quando lo scomunicato Sigismondo Malatesta viene sconfitto dagli sforza di Pesaro. È noto nella storia italiana per essere il luogo della vicenda di Paolo e Francesca, citata nell’inferno dantesco. Secondo essa, Francesca, donna sposata a un nobile soprannominato Giangiotto, si innamora del fratello del coniuge, Paolo. i due, vengono scoperti in compagnia di l’un l’altro da Giangiotto stesso, che, per proteggere il nome della famiglia dall’onta di un tradimento, li uccide entrambi.
Il Castello di Gradara
Di Montevero Luca
Festa della Befana
Di Strika Matteo
La storia della befana inizia nella notte dei tempi e discende da tradizioni magiche precristiane. Il termine “Befana” deriva dal greco “Epifania”, ovvero “apparizione” o “manifestazione”. La Befana si festeggia, quindi, nel giorno dell’Epifania, che solitamente chiude il periodo di vacanze natalizie. La Befana è rappresentata, nell’immaginario collettivo, da una vecchietta con il naso lungo e il mento aguzzo, che viaggiando su di una scopa in lungo e in largo, porta doni a tutti i bambini. Nella notte tra il 5 e il 6 di gennaio, infatti, sotto il peso di un sacco stracolmo di giocattoli, cioccolatini e caramelle (sul cui fondo non manca mai anche una buona dose di cenere e carbone), la Befana vola sui tetti e, calandosi dai camini, riempie le calze lasciate appese dai bambini. Questi, da parte loro, preparano per la buona vecchina, in un piatto, un mandarino o un’arancia e un bicchiere di vino. Il mattino successivo, oltre ai regali e al carbone per chi è stato un po’ più cattivello, i bambini troveranno il pasto consumato e l’impronta della mano della Befana sulla cenere sparsa nel piatto. Come dice la famosa filastrocca “La Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte col cappello alla romana viva viva la Befana!”, la Befana indossa un gonnellone scuro ed ampio, un grembiule con le tasche, uno scialle, un fazzoletto o un cappellaccio in testa, il tutto vivacizzato da numerose toppe colorate.
La tradizione
La festa a Urbania
Il carnevale di fano
Di Panaroni Valentina
Il Carnevale di Fano è una delle manifestazioni carnevalesche più antiche d'Italia, risalente al 1340. Si tiene ogni anno nella città di Fano, nelle Marche, nelle prime tre domeniche del mese di febbraio e si caratterizza per le sue sfilate di carri allegorici, che sono tra i più grandi e colorati del paese. La festa inizia con l'apertura ufficiale e prosegue con eventi che coinvolgono tutta la comunità, comprese attività per bambini, concerti e spettacoli. I carri sono realizzati da gruppi di cittadini e rappresentano temi satirici e attuali, con un forte elemento di creatività. Una delle tradizioni più caratteristiche è il lancio di dolci, noto come "lancio delle "chiacchiere", che coinvolge il pubblico e crea un'atmosfera festosa. Il Carnevale di Fano si distingue anche per l’attenzione alla sostenibilità e alla promozione della cultura locale. La manifestazione culmina con il Martedì Grasso, in cui si svolge l’ultima grande sfilata. In sintesi, il Carnevale di Fano è una celebrazione vivace che unisce tradizione, creatività e partecipazione della comunità.
Il pupo
l'arco d'augusto
Di Karim Haitam
L' Arco d'Augusto a Fano, in Italia, è un altro notevole arco trionfale romano costruito in onore dell'Imperatore Augusto intorno al 9 d.C. Situato all'ingresso di Fano, fungeva da imponente porta d'accesso alla città antica, segnando la fine della Via Flaminia, la strada che collegava Roma a Fano. Questo arco faceva parte del piano più ampio di Augusto per sviluppare e mettere in sicurezza le infrastrutture in tutto l'impero.Diverso dal suo omologo di Rimini, l'arco di Fano originariamente presentava tre arcate: un'ampia arcata centrale per i veicoli e due arcate laterali più piccole per i pedoni. Sebbene abbia subito danni nel corso dei secoli, tra cui significative distruzioni durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, alcune parti della sua struttura originale e delle decorazioni a rilievo sono ancora visibili. Oggi, l'Arco d'Augusto a Fano rimane un importante simbolo culturale e storico, che incarna l'influenza architettonica romana e l'eredità duratura dell'epoca augustea.
La Befana ad Urbania
Dopo un periodo in cui era stata relegata nel dimenticatoio, la storia della befana riprende vita in un piccolo paese dell’entroterra marchigiano, Urbania. La Befana torna a indossare i suoi abiti un po’ malconci e a dispensare regali e piccole ramanzine. Ad Urbania sono molte le attività legate a questa festa, e possono partecipare tutti, dai bambini ad adulti, dal 3 al 7 di Gennaio. Alcune di queste attività sono per esempio la visita guidata alla casa della Befana oppure spettacoli di danza. Si può trovare tutto il programma delle giornate nel loro sito (https://www.festadellabefana.com/), dove è possibile acquistare i biglietti, ma sono presenti anche consigli utili per chi non ha mai partecipato, come ad esempio dove poter trovare dei parcheggi, dove alloggiare, dove mangiare, ecc... addirittura ha anche una mappa della zona in cui è situata la festa e come arrivarci in macchina!
Secondo la tradizione
Originariamente la Befana era simbolo dell’anno appena passato, un anno ormai vecchio proprio come lo è la Befana stessa. I doni che la vecchietta portava, erano dei simboli di buon auspicio per l’anno che sarebbe iniziato. Nella tradizione cristiana, la storia della befana è strettamente legata a quella dei Re Magi. La leggenda narra che in una freddissima notte d’inverno Baldassare, Gasparre e Melchiorre, nel lungo viaggio per arrivare a Betlemme da Gesù Bambino, non riuscendo a trovare la strada, chiesero informazioni ad una vecchietta che indicò loro il cammino. I Re Magi, allora, invitarono la donna ad unirsi a loro, ma, nonostante le insistenze la vecchina rifiutò. Una volta che i Re Magi se ne furono andati, essa si pentì di non averli seguiti e allora preparò un sacco pieno di dolci e si mise a cercarli, ma senza successo. La vecchietta, quindi, iniziò a bussare ad ogni porta, regalando ad ogni bambino che incontrava dei dolcetti, nella speranza che uno di loro fosse proprio Gesù Bambino.
Il "Pupo di Fano" è una figura centrale nel Carnevale di Fano. Si tratta di un grande pupazzo di cartapesta, che simboleggia la tradizione carnevalesca della città. Durante le sfilate, il Pupo viene spesso portato in trionfo e, alla fine del Carnevale, viene bruciato come atto simbolico di chiusura della festa. Il Pupo è anche un simbolo di allegria e di unione tra le diverse generazioni che partecipano alla festa. La sua creazione coinvolge artisti locali e gruppi di cittadini, rendendolo un elemento di forte identità culturale per Fano.