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Luglio 1914 - Aprile 1915

I Guerra mondiale

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INDICE

1. L'ottimismo del primo novecento

2. UN EUROPA DOMINATA DA RE E IMPERATORI

3. IL DIFFICILE EQUILIBRIO EUROPEO

4. MITTELEUROPA

5. NAZIONALISMO E IRREDENTISMO

6. L'ATTENTATO DI SARAJEVO

7. L'Europa in guerra

8. Piano Schlieffen

9. L'invasione del Belgio

10. Tedeschi alle porte di Parigi

11. Miracolo della Marna

12. Una guerra di posizione

13. BATTAGLIA DI TANNENBERG

14. Fronte Austro-Serbo

15. La guerra si estende

L'OTTIMISMO DEL PRIMO NOVECENTO

Il novecento si apre come un secolo dominato dalla pace e dalla prosperità. Dalla guerra franco-prussiana del 1870-71 non ci sono più stati conflitti. La seconda rivoluzione industriale ha portato a innovazioni e nuove tecnologie in ogni campo, e in questo periodo definito Belle Epoque domina il positivismo, movimento culturale che afferma il primato assoluto della scienza, la quale rappresenta il fondamento del progresso dell'uomo e della società e si manifesta in tutti i campi dello scibile, affermando, così il metodo scientifico inteso come unica via di accesso alla verità. Tra le popolazioni dei vari Stati europei si diffonde una sorta di ottimismo, che ritiene non solo che il periodo delle guerre sia finito, ma che ormai si stia raggiungendo un periodo di prosperità e ricchezza senza precedenti.

I rapporti tra quelle che allora erano chiamate le "teste coronate" erano improntate ad una grande ipocrisia. Nonostante fossero continuamente in contatto gli uni con gli altri, e si incontrassero numerose volte durante l'anno in grandi cerimonie, erano pronti a farsi la guerra in qualsiasi momento.

'UN EUROPA DOMINATA DA RE E IMPERATORI '

L'Europa che si affaccia all'inizio del Novecento è un Europa ancora dominata da re e imperatori. I principali sono re Giorgio V d'Inghilterra, lo zar Nicola II di Russia, l'imperatore Guglielmo II di Germania e l'imperatore Francesco Giuseppe d'Austria. Questi regnanti discendono da famiglie reali che dominano da secoli sui loro territori. Sono tutti imparentati tra di loro. Addirittura re Giorgio e lo zar Nicola sono cugini di primo grado.

IL DIFFICILE EQUILIBRIO EUROPEO

LE TENSIONI INTERNAZIONALI E IL SOGNO DI MITTELEUROPA

NAZIONALISMO E IRREDENTISMO

L'ATTENTATO DI SARAJEVO

L'EUROPA SCENDE IN GUERRA

Immediatamente dopo la dichiarazione di guerra austriaca, la Russia dichiara la mobilitazione generale. La Germania, sentendosi minacciata, dichiara anch'essa la mobilitazione generale e il 1 agosto 1914 dichiara guerra alla Russia. Il 3 agosto dichiara guerra anche alla Francia e con le sue truppe invade il Belgio. Usando come pretesto la neutralità del Belgio violata il 4 agosto la Gran Bretagna dichiara guerra alla Germania. L'Italia dichiara la sua neutralità in quanto l'alleanza che la lega ad Austria e Germania è di tipo difensivo e non offensivo. All'inizio del conflitto i belligeranti contavano sulle seguenti forze armate di terra: Germania 2.200.000 uomini, Austria-Ungheria 1.500.000 uomini, Francia 1.800.000 uomini, Gran Bretagna 100.000 uomini, Russia 3.000.000 uomini.

il ruolo fondamentale della donna

La donna ebbe un ruolo fondamentale in quanto svolgeva numerose funzioni e portava avanti l'economia del paese. Alcuni dei ruoli più importanti che le donne svolgevanono erano:-Crocerossine: infermiere volontarie della croce rossa (Margherita Orlando)-Portatrici carniche: portavano viveri, beni primari e medicine ai militari percorrendo lunghi sentieri di montagna. (Maria Plazner Mentil)

Piano schlieffen

l piano Schlieffen era il piano strategico dello statoMaggiore Tedesco messo in atto durante la prima guerra mondiale per conseguire la vittoria sul fronte occidentale contro la Francia. Prende il nome dal suo autore Alfred Graf von Schlieffen. In pratica prevedeva una rapida mobilitazione tedesca, l'inevitabile violazione della neutralità di Olanda e Belgio, e il rapido e massiccio dilagare delle truppe tedesche attraverso le Fiandre, verso Parigi, facendo perno sulla debole tenuta dell'ala sinistra delle posizioni francesi in Alsazia-Lorena. A seguito della rapida sconfitta della Francia Schlieffen prevedeva di poter spostare l'attenzione tedesca sul fronte orientale. Alfred Graf von Schlieffen aggiornò regolarmente i dettagli del suo piano generale con dedizione, anche dopo essersi ritirato dallo Stato Maggiore, nel 1905; ma il suo successore Helmut von Moltke indebolì l'esecuzione del Piano nell'agosto del 1914, all'inizio del conflitto, evitando l'invasione dei Paesi Bassi, indebolendo così l'ala destra dello schieramento tedesco e mantenendo delle forze nella Prussia orientale che era sotto minaccia russa.

LA DIFFICILE INVASIONE DEL BELGIO

I TEDESCHI ALLE PORTE DI PARIGI

IL MIRACOLO DELLA MARNA

DALLA GUERRA DI MOVIMENTO ALLA GUERRA DI POSIZIONE

I due Generali riescono ad ottenere un incredibile vittoria il 26 agosto a Tannenberg. Un'intera armata russa viene completamente annientata 30.000 uomini muoiono e oltre125 mila sono presi prigionieri insieme a tutti i pezzi di artiglieria e tutti i cavalli presenti nell'esercito. Hindenburg dà il via all'avanzata tedesca. I russi cercano di resistere e tra il 7 e il 9 settembre si consuma la prima battaglia dei Laghi Masuri, conclusasi con una vittoria tedesca e lo sfondamento del fronte. I russi, per evitare di essere accerchiati, sono costretti a ritirarsi da tutti i territori tedeschi precedentemente conquistati, e, nel corso di questa ritirata, perdono 70.000 uomini tra morti e feriti e altri 45.000 che vengono presi prigionieri.

IL FRONTE ORIENTALE: LA BATTAGLIA DI TANNENBERG E LA PRIMA BATTAGLIA DEI LAGHI MASURI

Sul fronte orientale l'iniziativa la prendono invece i russi che, spinti dai loro alleati, fecero avanzare le loro truppe verso Vienna e Berlino nel tentativo di alleggerire la pressione sul fronte occidentale. Il 17 agosto 1914 due armate russe cominciano ad avanzare nella Prussia orientale. I russi riescono a sconfiggere ripetutamente i tedeschi e li costringono a ritirarsi abbandonando quasi completamente tutta la Prussia orientale. A quel punto il comandante in Capo delle truppe tedesche von Moltke sostituisce i vecchi generali presenti in Prussia e mette al comando delle armate tedesche il generale von Hindenburg, al quale gli affianca il generale Ludendorff.

IL FRONTE AUSTRO-SERBO E AUSTRO-RUSSO

LA GUERRA SI ESTENDE

  • Tra la fine del 1914 e l'inizio del 1915 il conflitto diventa davvero mondiale.
  • 1914 l'impero Ottomano entra in guerra al fianco degli imperi centrali
  • 1915 viene intrapresa dalle forze dell'Intesa una campagna militare per occupare la penisola di Gallipoli in Turchia
  • Disastrosi insuccessi della Triplice Intesa (250.00 morti e feriti)

      Di PangrazioDominici V°A

      La guerra combattuta fino a questo momento è una guerra di movimento, fatta di grandi avanzate, offensive condotte in profondità, e aggiramenti del fronte avversario nel tentativo di circondarne le armate. Dopo la battaglia della Marna, però, le armate tedesche si ritirano sull'Aisne, e i combattenti si sistemano faccia a faccia in lunghe linee di trincee che si estendono dal confine svizzero fino alla Manica. Inizia così una lunga ed estenuante guerra di posizione, fatta di ripetuti attacchi e contrattacchi sempre vanificati dalla preponderanza delle armi difensive, tra le quali primeggia la mitragliatrice con la sua devastante potenza di fuoco. Proprio questo tipo di tattica militare rende la guerra ancora più terribile e provoca un numero di caduti enorme. La trincea è né più né meno che un fissato scavato nel terreno, profondo poco più di due metri e altrettanto largo, che corre per chilometri lungo tutta l'ampiezza del fronte. Le condizioni igieniche sono disastrose e i soldati sono praticamente sempre esposti al freddo e alle intemperie. Davanti alle trincee vengono posti degli ostacoli collegati tra loro con il filo spinato. In mezzo, fra trincee nemiche, vi è la terra di nessuno, un lembo martoriato di terra, largo poche centinaia di metri, sul il quale ogni giorno migliaia di soldati muoiono in attacchi suicidi, nel tentativo di conquistare la trincea avversaria.

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      In Europa si sviluppano nazionalismi ed irredentismi, in tutti i principali Stati europei. Il nazionalismo è un'ideologia che esalta e difende il concetto di patria, ed è costituita da un insieme di dottrine e movimenti che pongono al centro l'idea di nazione e di identità nazionale. L'irredentismo, invece, è l'aspirazione di un popolo a completare la propria unità territoriale nazionale acquisendo terre soggette al dominio straniero, ovvero terre non "liberate" (terre non redente o irredente) sulla base di un'identità etnica o di un precedente legame storico. I principali movimenti irredentisti si sviluppano principalmente in Austria-Ungheria, un impero plurinazionale multi etnico, che nel 1908 ha annesso la Bosnia, assestando un duro colpo al sogno serbo di riunire tutti gli slavi del Sud Europa. Qui si viene a formare il partito irredentista "Giovane Bosnia" legato ad un'altra associazione clandestina "La mano nera". A fine maggio 1914 Gavrilo Princip, giovane nazionalista bosniaco, entra in questo partito irredentista e insieme a due compagni si reca a Sarajevo.

      L'Europa nei primi anni del Novecento si reggeva su un equilibrio garantito da un sistema di alleanze. Da una parte c'era la Triplice Alleanza, fondata nel 1882 e composta da Germania, Impero Austro-ungarico e Italia. Era un alleanza difensiva, che prevedeva l'entrata in guerra dei Paesi che ne facevano parte solo in caso uno di essi fosse stato attaccato. Ad essa si opponeva la Triplice Intesa, fondata nel 1907 e composta da Gran Bretagna, Francia e Russia.

      Tra la fine del 1914 e l'inizio del 1915 il conflitto diventa davvero mondiale. La guerra che fino a quel momento si era combattuta solo in Europa ora si estende a tutto il mondo, con nuovi importanti attori che vi entrano. In Africa, facendo affidamento sui nativi locali, gli inglesi, i francesi e i belgi attaccano le colonie tedesche. I tedeschi, inferiori in numero ed equipaggiamenti, sono costretti ad arrendersi.In Asia i giapponesi, onorando il loro trattato di alleanza con i britannici, attaccano le colonie tedesche. Conquistano la Papua Nuova Guinea e il porto tedesco su suolo cinese di Tsingao. Ma la vera e più significativa svolta arriva in Medio Oriente. Dell'autunno del 1914 l'impero Ottomano entra in guerra al fianco degli imperi centrali. Il suo intervento ha effetti importanti e pericolosi per gli Stati dell'intesa in quanto tronca del tutto le comunicazioni mediterranee fra la Russia e i suoi alleati e, inoltre, minaccia le postazioni britanniche sul Canale di Suez. I turchi tentano anche un'offensiva sul Caucaso ai danni dei russi ma non ottengono alcun risultato se non la perdita di un enorme numero di soldati.

      Le armate tedesche che hanno occupato il Belgio, nel corso degli ultimi giorni di agosto del 1914, penetrano nel Nord della Francia e sconfiggono ripetutamente le armate francesi qui presenti e il corpo di spedizione britannico (British Expeditionary Force, BEF) venuto in loro soccorso. Tuttavia, alcune divisioni tedesche sono invitate a combattere sul fronte orientale, dove la minaccia russa è sempre più incombente. Questa azione toglie importanti forze all'esercito tedesco che continua comunque ad avanzare e si porta a circa 40 km da Parigi. Temendo la capitolazione della città, viene presa la decisione di trasferire il governo francese da Parigi a Bordeaux.. Il comandante in capo dell'esercito francese, generale Joffre, non volendo credere alla sconfitta, fa disporre tutte le unità francesi, comprese le riserve, tra i campi trincerati di Parigi e di Verdun, a ricevere i tedeschi sul fiume Marna. Qui si sarebbe combattuta la battaglia decisiva per la sopravvivenza della Francia.

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      Nel tentativo di costringere l'impero Ottomano a uscire dal conflitto e ristabilire le comunicazioni con l'impero Russo attraverso il mar Nero, nel febbraio 1915 viene intrapresa dalle forze dell'Intesa una campagna militare per occupare la penisola di Gallipoli in Turchia, forzare lo stretto dei Dardanelli e occupare Costantinopoli. La campagna pianificata da Francia e Regno Unito si sarebbe inizialmente dovuta articolare su una serie di attacchi navali che condotti dal 19 febbraio al 18 marzo 1915 non ottengono i risultati previsti. Il 25 aprile 1915 le divisioni anglo francesi vengono sbarcate a Gallipoli. Lo svolgimento delle operazioni però non va come previsto, l'improvvisata organizzazione della catena di comando, la confusione durante gli sbarchi, le carenze logistiche e l'inaspettata resistenza dei reparti ottomani coadiuvati da elementi tedeschi impediscono di ottenere un importante vittoria strategica, trasformando la campagna in una sanguinosa serie di sterili battaglie a ridosso delle spiagge.L'evacuazione finale delle teste di ponte tra il novembre 1915 e il gennaio 1916 suggella uno dei più disastrosi insuccessi della Triplice Intesa durante l'intera guerra: il fallimento costa alle forze dell'Intesa circa 250.000 tra morti e feriti ed è aggravato dalla perdita di diverse unità navali di grosso tonnellaggio.

      L'invasione della Serbia da parte delle truppe austriache per tutta la seconda metà del 1914 procede malissimo.L'esercito serbo non solo si dimostra molto più preparato e tenace di quanto gli austriaci avessero pensato, ma inoltre grazie ad azioni di guerriglia, al supporto russo e alla distruzione delle principali vie di comunicazioni che attraversano il Paese, mette in gigantesca difficoltà l'esercito austriaco. Gli austriaci, che all'inizio della guerra si aspettavano di prendere Belgrado in poche settimane, non solo vengono fermate pochi chilometri dopo il confine, ma vengono anche ricacciati completamente indietro a causa di alcuni contrattacchi ben condotti dalle truppe serbe. I russi approfittano di questa situazione e invadono la Galizia. L'esercito russo penetra fino a Leopoli, oltre 200 km all'interno dell'impero austriaco. A salvare l'Austria ci pensano alcune divisioni tedesche che stavano combattendo nella Prussia orientale. Gli austro-tedeschi riescono così ad arrestare i russi e a ricacciarli all'interno dei loro confini. Gli austro-tedeschi tentano allora un'offensiva che ha come obbiettivo Varsavia. Tale offensiva però fallisce e i due schieramenti tra la fine del 1914 e l'inizio del 1915 ritornano sulle loro posizioni iniziali, fatta eccezione per una striscia di territorio polacco in mano ai tedeschi e una porzione della Galizia in mano ai russi.

      Il 28 giugno 1914 l'arciduca d'Austria, nonché erede al trono imperiale, Francesco Ferdinando e la moglie Sophia, giungono a Sarajevo, per una visita di ispezione della città. Dopo aver subito un primo attentato fallito miseramente, ed essersi recato dal sindaco della città per protestare delle pessime misure di sicurezza adottate per la sua visita, l'arciduca e sua moglie vengono uccisi a colpi di pistola da Gavrilo Princip. L'Austria ottiene l'appoggio della Germania per ogni sua futura mossa, richiama i suoi generali ed inizia a mobilitare. Il 23 luglio 1914 l'Austria invia un ultimatum durissimo alla Serbia. L'ultimatum viene respinto e per questo l'Austria il 28 luglio 1914 dichiara guerra alla Serbia. La Grande Guerra ha ufficialmente inizio.

      Le tensioni di inizio secolo erano molteplici. I francesi non avevano ancora digerito quella che era stata la sconfitta nel corso della guerra franco-prussiana e avevano sviluppato sentimenti revanscisti nei confronti dei tedeschi, sentimenti cioè di rivincita. Inoltre i tedeschi a seguito di tale guerra avevano annesso l'Alsazia e la Lorena, territori abitati principalmente da francesi. Gli Ottomani avevano ormai completamente perso il controllo dei Balcani, questo aveva permesso la creazione di una serie di staterelli, tra cui i principali Serbia e Bulgaria, sui quali avevano mire espansionistiche sia i russi che gli austriaci. Infine si deve aggiungere che l'equilibrio in Europa era sempre stato mantenuto dal fatto che non vi fosse una potenza preponderante sulle altre. Ma, con l'avvento del nuovo secolo, la Germania conosce una crescita demografica, economica e militare che la porta ad essere la nazione egemone in Europa ed a sviluppare il sogno di creare la MittelEuropa, cioè un Europa centrale e centro orientale completamente dominata dai tedeschi. Inoltre la Germania spinge forti anche sui mari e sulle colonie, tentando non solo di costruire una flotta più potente di quella britannica, ma anche di ampliare i suoi domini coloniali ai danni dei britannici e dei francesi.

      Iniziate le attività il 2 agosto con l'invasione del Lussemburgo l'esercito tedesco invase il Belgio il giorno seguente. I belgi, però, difendono strenuamente il loro territorio, distruggono le principali vie di comunicazioni e attaccano costantemente le linee logistiche tedesche.L'esercito tedesco accumula numerosi giorni di ritardo e molte più perdite rispetto a quelle previste. I tedeschi adottano così una strategia di rappresaglia, che porta decine di migliaia di civili belgi ad essere giustiziati perché ritenuti aiutanti delle azioni di guerriglia o fomentatori della resistenza belga contro la Germania. Alla fine, in poco meno di un mese, il Belgio viene quasi completamente occupato, fatta eccezione per alcune fortificazioni nel nord-ovest del Paese, e le armate tedesche possono continuare l'avanzata.

      Le truppe francesi e inglesi, in ritirata, giungono il 5 settembre 1914 a sud del fiume Marna. La VI armata francese, costituita in quei giorni, in gran parte composta da volontari parigini, è l'unica armata francese che rimane a nord del fiume e sosta dinanzi a Parigi. L'ordine che i soldati la sera del 5 ricevono è quello di contrattaccare o, se impossibilitati a farlo, resistere sul posto ad ogni costo, se necessario anche fino all'ultimo uomo. I francesi sanno bene che, in caso di sconfitta, non solo Parigi sarebbe stata occupata, ma tutta la Francia sarebbe stata costretta alla resa. Lo scontro che si consuma lungo la Marna è durissimo. L'esercito tedesco più volte tenta di sfondare a sud ma ogni volta viene respinto. Alla fine l'armata tedesca subisce un violento contrattacco francese sul fianco, condotto proprio dalla VI armata, ed è costretta a retrocedere. La battaglia dura diversi giorni e il 9 settembre il Comando Supremo tedesco ordina alle armate di ritirarsi fino al fiume Aisne, sul quale si attestarono il 12 settembre. La battaglia era costata oltre mezzo milione di morti, 250.000 per entrambi gli schieramenti e, inoltre, aveva segnato la fine dell'avanzata tedesca.