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Presentazione Storica
Riccardo Grieco
Created on October 29, 2024
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Transcript
napoletane
leggende
A CURA DI GRIECO RICCARDO, MICHELINO MARCO E VARRIALE PIETRO
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lEGGENDE NAPOLETANE
A Napoli, esistono numerosissime leggende e racconti. Tutte queste affascinano da anni tutti i turisti che vengono a Napoli e noi abbiamo deciso di elencarvi le più importanti
anime pezzentelle
L' antico culto delle anime del Purgatorio, custodito da secoli nell’Ipogeo della seicentesca Chiesa di Santa Maria delle anime del Purgatorio ad Arco, sorse spontaneamente, quando la nuova chiesa controriformata propose la cura delle anime dei defunti come una delle principali pratiche religiose per stabilire, attraverso preghiere, un legame liturgico tra vivi e trapassati. Il culto delle anime era stato ampiamente sostenuto dalla chiesa cattolica che identificava in esso un modo per raccogliere offerte, tanto che era diventato obbligo di ogni buon credente preoccuparsi di lasciare un testamento che indicasse la cadenza di messe e preghiere in suffragio del defunto. I vivi, come mezzo per espiare i peccati terreni, favorivano l’ascesa delle anime in Paradiso.
RIGRAZIAMENTI
5. Sangue di San Gennaro
9. L'obelisco a piazza del Gesù Nuovo
queste sono le leggende di napoli
1. Il munaciello
2. La sirena Partenope
3. Castell dell'ovo
4. La Janara
6. Il coccodrillo del Maschio Angioino
7. Bella mbriana
8. Anime pezzentelle
GRAZIE PER L' ATTENZIONE!
Di aspetto piacente, la 'mbriana regna, controlla e consiglia gli abitanti. Nel corso dei secoli, e ancora oggi, è l'antagonista del munaciello. Viene invocata in tutte le situazioni difficili che compromettono la serenità familiare. In genere si tratta di uno spirito buono, ma mai offendere la bella 'mbriana perché può addirittura provocare la morte di uno dei familiari. In passato, si metteva a tavola un posto in più per lei. Alla bella 'mbriana piace l'ordine e la pulizia e per questo una casa trascurata la rende irascibile. Quando si decideva un trasloco, si cercava di parlarne fuori casa, in modo da non farle sapere nulla, per non attirarsi le sue ire. La bella mbriana, insieme al munaciello e alla janara, era l'argomento principe di racconti, nelle serate d'inverno quando si riunivano le donne davanti al braciere a discutere.Secondo la tradizione popolare si manifesta in forma di geco o si fa vedere tra le tende mosse dal vento in una giornata di sole. Se si ristruttura l'appartamento si può offendere e si può essere colpiti per ripicca dalla morte di un caro. Un proverbio, al proposito, recita: Casa accunciata morte apparicchiata.
La Bella Mbriana
La leggenda di Castel dell'Ovo Il nome del castello è strettamente legato al poeta latino Virgilio, noto non solo per le sue opere letterarie, ma anche per essere considerato un mago nell'immaginario medievale. Secondo il racconto popolare, Virgilio avrebbe nascosto all'interno delle mura del castello un uovo magico che reggeva l’intera fortezza. Si credeva che finché l'uovo fosse rimasto intatto, Castel dell'Ovo non sarebbe mai caduto e avrebbe garantito protezione alla città di Napoli. Non a caso, quando subì dei danni durante il XIV secolo, la regina Giovanna dovette convincere la popolazione che l’uovo fosse stato sostituito. Il famoso “ovo”, quindi, non è altro che il segreto nascosto nelle sue fondamenta.
castel del'ovo
partenope
Partenope era una sirena nella mitologia greca... Secondo Esiodo era figlia di Forco, mentre per altri figlia di Acheloo e Terra, oppure dalla musa Melpomene. Secondo la tradizione, insieme ad altre due sirene (Ligea e Leucosia), si buttò nel mare per via dell’insensibiliità di Ulisse verso il suo canto. In origine erano tre fanciulle ancelle della dea Persefone. Dopo il rapimento della dea da parte di Ade che la portò nel regno degli inferi per sposarla, le tre fanciulle vennero trasformate in sirene dalla dea Demetra, per non aver impedito il rapimento della figlia Persefone. Queste persero la loro umanità, iniziarono ad ammaliare i marinai che passavano lungo la costa per divorarli, fino all’incontro con Ulisse. Il corpo esamine della sirena sarebbe arrivato nel luogo in cui oggi sorge Castello dell’Ovo, dove ogni anno si correva una corsa con le fiaccole in suo onore. Il suo corpo creò la città di Napoli, la sua testa è la collina di Capodimonte, mentre la coda si posò sulla collina di Posillipo.
partenope
A Napoli Partenope viene venerata come una dea protettrice. Ci sono tre diversi miti di Partenope: il primo è quello di Ulisse già elencato, il secondo è quello fornito da Matilde Serao nel ‘900, il terzo risale invece al 1800. Nel mito creato da Matilde Serao, Partenope è una ragazza greca, che finisce ad innamorarsi perdutamente dell’eroe ateniese Cimone. Il loro ostacolo però è il padre di Partenope, che nel frattempo l’aveva promessa in sposa ad un altro uomo. Per questo motivo i due scapparono dalla Grecia per vivere la loro vita a Napoli. Nel terzo mito Partenope era una sirena che abitava nel golfo di Napoli. Un giorno le si avvicinò un centauro di nome Vesuvio. Eros, il dio dell’amore, non esitò e scagliò il suo dardo facendo innamorare perdutamente Vesuvio e Partenope. I due giovani erano felici a condividere il loro amore, fin quando Zeus, essendo innamorato di Partenope, decise di separare i due amanti, in modo che la sirena lo potesse sempre vedere, ma non poterlo più toccare. Infatti, il potente dio trasformò Vesuvio in un vulcano ai confini del golfo, in modo che la sirena potesse sempre vederlo. Partenope, non potendo sopportare l’idea di non avere più il suo fidanzato con sé, presa da un impeto d’amore, si tolse la vita. Le onde la trascinarono sulle coste dell’isolotto di Megaride e assunse la forma di un’incantevole città. Partenope è una figura femminile alata con corpo di uccello e testa di donna.
Il munaciello
Il munaciello è il personaggio più noto e temuto dal popolo partenopeo: è uno spiritello che si comporta sempre in modo bizzarro, imprevedibile e sul quale sono nate tantissime leggende metropolitane. Al suo comportamento si accompagnano benevoli rilasci in moneta, ma non bisogna raccontare l’accaduto a nessuno o altrimenti si accanirà contro di te. La tradizione non indica di preciso il luogo in cui vive il piccolo monaco, ma si dice che attraversi le vie sotterranee di Napoli per frequentare vecchi palazzi.
Crescendo, il piccolo diventa sempre più deforme e man mano, la gente, gli attribuiva dei poteri magici: se il cappuccio che egli indossava era rosso, portava fortuna a tutta la città, se invece era nero avrebbe portato tanta sfortuna. Il munaciello all’improvviso scomparve, nella maniera più misteriosa possibile. Dopo la sua scomparsa, il popolo napoletano continuò a credere che egli fosse ancora vivo, nascosto nei luoghi più incredibili e desolati, dove nessuno lo poteva trovare.
La leggenda nasce nel lontano quindicesimo secolo, in cui due giovani (Caterinella e Stefano) cadono nell’enorme poesia dell’amore. Questo venne ostacolato dalla famiglia della donzella e dopo un po' uccisero davanti a lei Stefano. La ragazza scopre qualche settimana dopo di essere incinta e fa nascere un bambino estremamente piccolo e deforme. Caterinella gli fece indossare un abito da monaco perché voleva omaggiare la Madonna e chiedere un miracolo.
'La janara
Non poteva avere figli e così , invidiosa, si intrufolava nella casa altrui per spiare i bambini nel sonno. A lei viene attribuito il fenomeno della paralisi del sonno. Inoltre, entrava nelle stalle, rubava i cavalli per cavalcarli la notte. Quando i contadini si svegliavano e trovavano le code intrecciate ai cavalli, capivano che era passata la janara
'La janara è uno spirito maligno incarnatosi in una donna realmente esistita: Dianara, una sacerdotessa di tanti anni, a cui fu storpiato il nome in janara. Essa nascondeva la sua natura di strega dietro la figura di sacerdotessa.
san gennaro
San Gennaro è il santo patrono di Napoli, ma è anche il suo prottetore. A lui sono legate numerose leggende e storie, ma la più celebre è la liquefazione del sangue. La prima manifestazione di quseto (che capita 3 volte all'anno) si ha nel 1389, quando, durante la festa dell'Assunzione, i fedeli videro lo scioglimento del sangue del santo, come se stesse sgorgando dal corpo del santo. San Gennaro morì dopo numerose torture tremende, che però lo lasciarono illeso. Venne buttato in una fornace, ma ne uscì illeso, come i suoi abiti, mentre i pagani attorno a lui vennero bruciati dal divampare delle fiamme. Morì poi decapitato. Molti dicono, però, che il sangue non sia vero, ma un composto chimico, che agitato, si scioglie
Tanto tempo fa ,nei sotterranei del Maschio Angioino vi si trovava uno spazio chiamato "fossa dei coccodrilli" che era particoralmente temuto. Infatti la dentro si gettavano i prigionieri con pene più gravi. Inaspettatamente però un coccodrillo che azzannava tutti i prigionieri. Per ucciderlo si usò come esca un enorme coscia di cavallo, lo legarono e lo appesero alla porta d' ingresso. Dopo due giorni però non si trovò il coccodrillo e si narra che ancora oggi circoli per il castello, pronto ad uccidere chiunque icroci la sua via
coccodrillo del maschio angioino
L'obelisco di piazza Gesù Nuovo, fu ideato nel 1500 circa, dal più famoso architetto di Napoli. Quando gli chiesero di costruire una chiesa, lui accettò subito il lavoro e, una volta dopo averla disegnata, la realizzò. L'architetto fu però cacciato ed esonerato dal suo lavoro. Così, carico di vendetta, fece costruire davanti alla chiesa, un obelisco alto 22 metri, il quale raffigura la Madonna. La gente non sa, però, che se la si guarda di spalle, si vede, il volto della morte, che tiene in mano una falce. Si narra che la morte stessa, comissionò la creazione dell'obelisco e anche la sua immagine nascosta. Questo portò tantissima sfortuna alla città di Napoli.
L'obelisco
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