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Federico Dei Rossi
Created on October 27, 2024
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La tradizione calzaturiera del montebellunese prende avvio verosimilmente da quella fiorita all’interno della Repubblica di Venezia, di cui Montebelluna era parte fin dal XIV secolo; è stata sottoposta alle regole dalla corporazione dei “caleghèri e zavatteri” (calzolai e ciabattini) fino alla caduta della Serenissima. All’inizio dell’Ottocento la zona si identifica già come centro di produzione calzaturiera in espansione, con la presenza di dieci calzolai censiti nel 1808 nel comune di Montebelluna. In questo periodo, l’oggetto maggiormente richiesto e realizzato erano le gallozze, calzature economiche per uso contadino e da montagna, caratterizzate da una spessa suola di legno e tomaia in cuoio. Furono realizzate completamente a mano con strumenti e tecniche tradizionali fino al 1860-70, periodo in cui fecero la loro comparsa nel processo produttivo le prime macchine da cucire. Questi strumenti, costosi e d’importazione, rimangono comunque una rarità e la maggior parte della produzione continua ad essere artigianale. Nel corso del XIX secolo la specializzazione nella produzione calzaturiera aumenta in modo sostanziale, tanto che da un censimento comunale del 1873 risulta che a Montebelluna, su una popolazione di 8000 abitanti, sono attivi 55 calzolai, secondi, per numero di occupati, solo al settore agricolo.
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Tale cifra continua a crescere nei decenni successivi tanto da far scrivere allo storico Augusto Serena che agli inizi del Novecento a Montebelluna si trovano circa 200 laboratori. Nel periodo della Prima Guerra Mondiale, subentra una fase di pressoché totale arresto della produzione; dagli anni Trenta, invece, Montebelluna sfrutta le capacità acquisite nella produzione di robuste scarpe da lavoro per investire nella produzione di scarpe da montagna e da sci. Fra le due guerre mondiali, alcune delle aziende più importanti di quello che poi verrà riconosciuto quale territorio dello Sportsystem (ad esempio il calzaturificio “l’Alpina”, il calzaturificio di Cornuda e il calzaturificio Garbuio “la Dolomite”) offrono già un’ampia gamma di scarpe per la pratica di diverse attività sportive quali l’alpinismo, lo sci, la caccia, il golf, il pattinaggio e il calcio. Dagli anni Settanta, l'area produttiva assume rilevanza internazionale, dando vita ai più prestigiosi marchi del settore e cominciando a sponsorizzare gli sportivi, i club e le nazionali più importanti al mondo. Il Distretto dello Sportsystem diviene un caso di studio, fonte di interesse e di imitazione esempio di come la rete imprenditoriale possa creare competenza, innovazione e ricchezza.