Situazione di Apprendimento
Caterina Protopapa
Created on October 27, 2024
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La Domus Romana
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La Domus Romana
La domus ("casa", in latino) era un'abitazione unifamiliare, utilizzata dai patrizi nell'antica Roma, contrariamente al popolo che abitava in palazzine chiamate insulae.Le domus possedevano più ambienti solitamente sviluppati in un solo livello attorno a due cortili, che affacciano su una corte. Queste mostravano spesso l’assenza di finestre verso l’esterno, per evitare l’ingresso dei rumori della città. Inizialmente le mura erano in argilla bagnata e pressata su rami stagionati, mentre il tetto era di rami più grossi ricoperti di paglia. Successivamente le mura furono interamente edificate in ciottoli squadrati di tufo e il tetto in tegole e coppi. Il numero e l'ampiezza degli ambienti e dei giardini, l'arredamento e la decorazione delle stanze variavano a seconda dell'eta' e della ricchezza del proprietario. In generale gli arredi erano pochi e semplici. Le domus più modeste avevano pavimenti in cocciopesto e pareti semplicemente intonacate; quelle più ricche, invece, erano dotate di pavimenti in mosaico e pareti dipinte con affreschi.
Nella domus si accedeva da una porta affacciata sulla strada (ostium), con ai lati due colonne e un architrave lavorato al di sopra. Era la soglia d'ingresso che immetteva in un corridoio (vestibulum), che, a sua volta, conduceva alla vera e propria entrata (fauces); da qui si passava al cortile interno, detto atrio, dotato di lucernario (atrium). In epoca imperiale la domus si fornì anche di una seconda uscita di servizio detta posticum posta normalmente sul lato della parete più ampia della casa, per permettere il passaggio della servitù e dei rifornimenti senza ingombrare l'ingresso principale. La porta stradale dava l'idea della lussuosità della casa, visto che dal di fuori il suo interno era invisibile, così le famiglie più ricche la ornavano con marmi pregiati, colonne con ricchi capitelli corinzi ed architravi, anch'essi in marmo, finemente lavorati.
L'ostium
Generalmente la domus signorile non era dotata di finestre sull'esterno, o, se vi erano, erano molto piccole per evitare che dall'esterno potessero entrare rumori o, peggio, ladri. L'illuminazione era fornita soprattutto dalla luce solare che entrava dal compluvium dell'atrio e illuminava con il riflesso le stanze ad esso adiacenti.
COMPLUVIUM
Trattavasi della vasca in pietra posta al di sotto del compluvium che serviva a raccogliere l'acqua piovana. In genere era ornata di marmi, talvolta con colonne, statue o vasi sempre di pietra. Ce n'erano con una statuetta al suo centro posta su un piedistallo, o con una statua posta sul "cartibulum", o con quattro vasi posti agli angoli della vasca. La vasca era bassa, visto che l'acqua non poteva debordare in casa, ma era fornita di un troppo-pieno che faceva defluire, ad un certo livello, l'acqua dentro una cisterna sotterranea.
Impulvium
L'atrio (atrium) era in epoca arcaica la stanza del focolare al centro della domus, dove i muri erano anneriti dal fumo (ater) e attorno al quale si svolgeva la vita familiare. Nell'Atrium, generalmente quadrato, c'era un lararium in cui erano esposte le immagini degli antenati, le statue dei Lari, dei Mani e dei Penati protettori della casa, della famiglia e di altre divinità, le opere d'arte, gli oggetti di lusso e altri segni di nobilta' o di ricchezza; qui il padrone di casa riceveva visitatori e clienti, soci e alleati politici. Inizialmente, accanto ad essi, veniva alimentato un fuoco sacro, che non doveva mai spegnersi, pena l'ira degli Dei, ma poi quest'usanza tramontò
L'atrio
Sul fondo dell'atrio, proprio di fronte all'entrata, si trovava una grande sala di soggiorno (tablinum), separata dall'atrio soltanto da tendaggi. In questa parte della casa erano esposte le immagini degli antenati, le opere d'arte, gli oggetti di lusso e altri segni di nobiltà o di ricchezza, aveva un'ampia finestra che dava sul peristylium da cui riceveva luce ed aria. Era arredata spesso con un grande tavolo di pietra ed una imponente sedia posti al centro della stanza, in legno o in vimini, corredata di ricchi cuscini damascati con frange e pennacchi, mentre di lato erano sistemati alcuni sgabelli, tutti arredi dalle gambe tornite e decorate con intagli in osso, in avorio o in bronzo. Il tablinum (o tabulinum, da tabula) introduceva dall'atrio al peristilio, da cui era separato da un'ampia finestra o da una stanzetta. Le sue pareti erano affrescate, e i busti marmorei della gens e della familia erano posti su piedistalli ai due lati della stanza
Il Tablium
L'hortus consisteva in un giardino in cui crescevano con ordine ed armonia erbe e fiori, questo era circondato dal peristilium e spesso vi erano statue e fontane. Al centro di questo si trovava una vasca molto spaziosa.
L'hortus
La sala da pranzo veniva chiamata triclinio perché conteneva tre letti a tre posti, su cui i romani si sdraiavano durante i banchetti. Il triclinio detto oecus tricliniare o triclinium, poteva essere ubicato di fianco a una delle due alae, ed era la grande e sontuosa sala da pranzo, che prendeva luce da una apertura che dava da una parte sul peristylium e dall'altra sull'atrio. Si trovava nell'una o nell'altra parte della casa, spesso in entrambe. Pertanto si poteva avere più di un triclinio, in genere i due lati si usavano a riguardo della stagione. L'esposizione a nord nella stagione più calda, a sud nella stagione primaverile o autunnale e invece interna alla casa nella stagione più fredda. Così i letti venivano spostati da un lato all'altro della casa a seconda del numero degli ospiti. I tre letti, all'interno del triclinio, erano disposti a ferro di cavallo in modo da permettere facilmente il passaggio della schiavitù. Gli schiavi porgevano loro i bicchieri e il cibo, toglievano i piatti vuoti, fornivano le salviette per pulirsi e cambiavano i lenzuolini se si sporcavano.
TRICLINIUM
PERISTILIUM
La vita privata della famiglia si svolgeva di solito nella parte posteriore della casa, raccolta intorno ad un giardino ben curato, che poteva anche essere circondato da un portico a colonne (peristilio) e ornato da statue, marmi e fontane. Era la zona più luminosa, e spesso una delle più sontuose. Nel peristilio non era raro trovare anche una piscina, in genere stretta e lunga. Nel peristilium affacciavano anche le camere da letto padronalI.
PERISTILIUM
Si affacciava sul peristylium anche la cucina (culina) che era il locale piu' piccolo e tetro della casa; uno sgabuzzino occupato quasi tutto da un focolare in muratura, invaso dal fumo che usciva da un buco sul soffitto vista l'assenza di fumaioli, con la presenza di un camino, un piccolo forno per il pane e l'acquaio. La cucina non aveva comunque una ubicazione fissa; a volte la si trovava anche che affacciava nell'atrium, ma è caratteristica costante che fosse stata sempre un ambiente piccolo e buio. Un aspetto comune delle cucine romane erano le casseruole e pentole di rame (o bronzo) fissate sulla parete in bella mostra, con accanto i colini; arricchivano la dotazione degli utensili gli spiedi, le padelle di terracotta, le teglie a forma di pesce o di coniglio.
La culina
Le camere da letto si chiamavano cubicoli. Esse, come indica il nome, erano stanze piccole, il più delle volte prive di finestre e si aprivano ai lati sinistro e destro dell'atrium. In genere i padroni dormivano in letti divisi, talvolta in un'unica stanza, talvolta in due stanze separate. In ogni caso il letto matrimoniale per i romani non esisteva. Il cubiculum aveva in genere un pavimento di mosaico a tessere bianche con semplici ornamenti, le pitture alle pareti erano diverse per stile e colore da quelle del resto della casa e il soffitto sopra il letto era sempre a volta.
I cubicoli
ELABORATO DA:Samuel Litti
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Development activity III
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