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SOGGETTO: La Villa fu costruita da Andrea Palladio intorno al 1560 per Daniele Barbaro, Patriarca di Aquileia, e suo fratello Marcantonio Ambasciatore della Repubblica di Venezia, trasformando il vecchio palazzo medievale di Maser di proprietà della famiglia, in una splendida abitazione di campagna consona allo studio delle arti e alla contemplazione intellettuale. La Villa nel 1996 è stata dichiarata dall’U.N.E.S.C.O. patrimonio dell'umanità.

SIGNIFICATO: Con questo edificio Palladio codifica una nuova tipologia di villa composta da un blocco centrale, la casa padronale, due ali simmetriche costituite dalle barchesse (strutture porticate a uso agricolo) e due corpi alle estremità che in questo caso fungono da colombaie, cioè stanze per l'allevamento dei colombi. Un esempio di villa che congiunge in sé l'armonia e l'eleganza estetica dell'edificio con la sua finalità pratica. Palladio, nell'incipit ai suoi Quattro Libri dell'Architettura, dirà "Tre cose in ciascuna fabbrica debbono considerarsi [...] e quelle sono l'utile o comodità, la perpetuità, e la bellezza".

STILE: Lo stile di Palladio, classico e misurato, è evidente soprattutto nel corpo centrale proiettato in avanti verso il giardino, ha la facciata scandita da colonne e chiusa da un timpano. Il risultato è un tempio tetrastilo che, seppur con proporzioni più larghe richiama evidentemente il Tempio di Portuno, uno degli edifici più antichi che Palladio aveva studiato a Roma.

STILE: Al centro del timpano, si trova un grande ovale e con esso sono rappresentate scene mitologiche o allegoriche. Le decorazioni, ricche di dettagli, includono motivi floreali e figure stilizzate, che richiamano la natura e la bellezza classica. Le cornici che delimitano il timpano sono ornate da elementi architettonici eleganti, come modanature e pilastri, che contribuiscono a conferire profondità e dinamismo alla composizione. I contrasti di luce e ombra accentuano l'importanza della simmetria e della proporzione. E' importante ricordare che i fregi interni al timpano non sono opera di Palladio. Sulla trabeazione si nota l'epigrafe dedicatoria, in onore dei due fratelli Barbaro.

STILE: Così come i fregi interni al timpano, anche le decorazioni del ninfeo non sono opera di Palladio. La struttura del ninfeo è caratterizzata da un'architettura semicircolare che si apre verso il giardino. Fontane e vasche d'acqua sono integrate nella progettazione, creando un effetto di freschezza e movimento. Le decorazioni scultoree, con figure di divinità e putti, arricchiscono ulteriormente il ninfeo.

STILE: Le barchesse sono ampie strutture porticate, tipiche delle ville venete. Sono caratterizzate da eleganti archi a tutto sesto, che creano una sequenza ritmica e un senso di continuità tra gli spazi interni ed esterni. L'illuminazione naturale che filtra attraverso gli archi rende gli ambienti interni luminosi e accoglienti. Le barchesse non solo servono un uso pratico, ma diventano anche un elemento architettonico di grande eleganza, contribuendo al carattere armonioso della villa.

STILE: Le colombaie presentano una struttura più verticale e decorativa. I dettagli architettonici, come i fregi e le cornici, aggiungono un tocco di eleganza, rendendo le colombaie una parte armoniosa del paesaggio.

STILE: Il piano nobile, che corrisponde al primo piano dell'edificio, è un ulteriore capolavoro nel capolavoro per i preziosi affreschi illusionistici realizzati da Paolo Veronese tra il 1560 e il 1561. Nella Sala a crociera, l'ambiente principale a pianta cruciforme, dipinge colonne e fregi in rilievo attorno a grandi archi che imitano un loggiato. Sei vedute naturali disseminate di rovine classiche ampliano lo spazio oltre le pareti, mentre sulle superfici adiacenti sono raffigurate otto figure di suonatrici dentro nicchie semicilindriche. Per completare il trompe l'oeil Veronese ha dipinto gruppi di lance e bandiere appoggiate negli angoli, in modo volutamente disordinato, e due personaggi (una bambina su un lato e un paggio su quello opposto) che si affacciano a finte porte dipinte. Il realismo finale è impressionante.

STILE: Effetti simili a quelli della Sala a crociera si ritrovano nelle pareti delle stanze più piccole. Ma anche qui il rigore della prospettiva create dagli elementi classici è stemperato da presenze cariche di vitalità come il cagnolino della Stanza del cane e una carrozza con cavalli che si avvicina alla villa nella Stanza di Bacco. L'effetto di magnificenza degli affreschi è dato anche dal linguaggio pittorico: lontano dal tonalismo veneto, Veronese disegna le forme in modo nitido e le colora con tinte smaglianti creando un effetto di grande luminosità. Stanza di Bacco Stanza del cane

STILE: Tra gli affreschi di Villa Barbaro, il più sontuoso si trova sul soffitto della Sala dell'Olimpo. Qui Veronese va ben oltre l'esempio della Camera Picta di Mantegna costruendo un'intera struttura illusionistica che anticipa il fenomeno del quadraturismo barocco. Al centro della volta, nella cornice ottagonale, si può osservare la figura dell'Armonia Universale circondata da sette divinità olimpiche, tutte raffigurate di scorcio. Agli angoli della volta vi sono i quattro elementi, separati da finti rilievi con figure simboliche beneauguranti. Il tutto è sorretto da potenti colonne tortili rappresentate con la prospettiva da sotto in su. Soffitto dell'Olimpo

STILE: Il programma iconografico, scelto dal colto committente della villa, è pieno di significati filosofici. Ma il grande apparato allegorico è umanizzato dalla presenza della signora Barbaro che, assieme al figlio e all'anziana nutrice, si affaccia dalla balaustra per osservare gli ospiti dall'alto. Particolare di Giustiniana Barbaro e la nutrice