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Raffaella Falcone
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Transcript
Quella sera Max indossò il costume da lupo e ne combinò una delle sue e poi un'altra. - Selvaggio! - gridò la mamma. - E allora ti mangio! - urlò Max. Cosi fu spedito a letto senza Quella notte nella camera di Max spuntò una foresta e creb-be... crebbe finché il soffitto si copri di rami e dalle pareti entrò il mondo e sulle creste del mare apparve una barca tutta per Max che navigò giorno e notte, navigò per un anno e poco più fino al paese dei mostri selvaggi. Quando approdò, i mostri ringhiarono terribili ruggiti, digrignarono i terribili denti, rotearono i terribili occhi, sfoderarono terribili artigli finché Max urlò: - Fermi! - e li domò con un trucco di magia: li fissò dritto negli occhi gialli senza batter ciglio e i mostri spaventati lo acclamarono il più selvaggio tra i selvaggi. Lo fecero re dei mostri selvaggi. - E ora - gridò Max - scateniamo il finimondo! - Ora basta! - gridò Max e mandò i mostri a letto senza cena. E Max, il re dei mostri selvaggi, si senti solo, avrebbe voluto essere con qualcuno che lo amasse terribilmente. Poi, all'improv- viso, dall'altra parte del mondo senti arrivare un buon profumo di cose da mangiare e decise che non voleva più essere il re dei mostri selvaggi. I mostri selvaggi lo supplicavano: - Non te ne andare! Ti amiamo cosi tanto! Ti mangeremmo! - No! - strillò Max. I mostri ringhiarono terribili ruggiti, digrignarono i terribili denti, rotearono i terribili occhi, sfoderarono terribili artigli. Max sali sulla barca e prese il largo salutandoli con la mano. Navigò intere settimane, per un anno e poco più. E un giorno ancora fino a quella notte dove in camera sua trovò la cena ancora calda.
Antonino trascina sempre dietro di sé il suo pentolino. Antonino ha bisogno di molto affetto. È molto sensibile e ha un grande senso artistico. Ha tante qualità, ma spesso la gente vede soltanto il pentolino che lui trascina dappertutto. Lo trova strano... Pochi si accorgono che Antonino deve faticare molto più degli altri per farcela. Il pentolino gli complica la vita. Si incastra dappertutto. Antonino vorrebbe sbarazzarsi del suo pentolino, ma è impossibile. Un giorno non ne può più e decide di nascondersi. Una persona straordinaria trova che Antonino ha molto talento. Gli mostra i suoi punti forti. Lo aiuta anche a esprimere le sue paure. Antonino ritorna a essere felice.
Questo è piccolo blu. Eccolo a casa con mamma blu e papà blu. Piccio blu ha molti amici ma il suo migliore amico è piccolo giallo che abita nella casa di fronte. Come si divertono a giocare a nascondersi e al girotondo! In classe devono stare fermi e composti ma dopo la scuola corrono e saltano. Un giorno mamma blu disse:" lo devo uscire. Tu aspettami in casa". Ma piccolo blu voleva giocare con piccolo giallo e andò a cercarlo nella casa di fronte. Purtroppo la casa era vuota Dov'era piccolo giallo? Lo cercò di qua lo cercò di là. Lo cercò dappertutto ... finché improvvisamente girato l'angolo... Eccolo! Felicemente si abbracciarono e si riabbracciarono cosi forte che divennero verdi. Poi andarono a giocare nel parco. Scavarono un tunnel. Rincorsero piccolo arancio si arrampicarono su per una montagna. Quando furono stanchi andarono a casa. Ma mamma e papà blu dissero:" Tu non sei il nostro piccolo blu. Tu sei verde" E papà e mamma giallo dissero * Tu non sei il nostro piccolo giallo. Tu sei verde" Piccolo blu e piccolo giallo erano molto tristi. Versarono grosse lacrime gialle e blu. E piansero e piansero finché non furono che lacrime. Infine si ricomposero e dissero:" Ci crederanno ora?" Mamma blu e papà blu furono felici di rivedere il loro piccolo blu. Lo baciarono e la abbracciarono e abbracciaroro anche piccolo giallo. Ma ecco che nell'abbraccio diventarono verdi! Ora capirono che cosa era successo e corsero alla casa di fronte per portare la buona notizia. Tutti si abbracciarono con gioia e i bambini giocarono fino all'ora di cena.
C'era una volta un pescatore, che abitava con la moglie in una misera catapecchia vicino al mare: ogni giorno andava a pescare con la lenza. Un giorno pescò un pesciolino d’oro, che gli disse: Lasciami andare, non sono un vero pesce, ma un principe stregato. Se mi lascerai andare, farò la tua fortuna. Il pescatore lo rimise in acqua e tornò a casa. Raccontò l’accaduto alla moglie, che lo rimproverò: Perché non gli hai chiesto qualcosa in cambio della vita? Dovremo sempre restare in questa catapecchia? Vai e chiedigli una capanna. Il pescatore tornò a mare e pregò il pesciolino d’oro di farsi rivedere. Il pesciolino spuntò dall’acqua e il pescatore gli spiegò che sua moglie era molto esigente e lo pregò di donargli una capanna. È cosa fatta! rispose il pesciolino. Quando rientrò trovò la moglie sull’uscio di una bella capanna, con una cucina e una camera da letto, un giardino pieno di piante e alberi da frutto e un cortile con oche e galline. Disse: Ora saremo felici. Dopo pochi giorni la moglie si lamentò perché la capanna era troppo stretta e gli chiese di recarsi di nuovo al mare per chiedere al pesciolino d’oro un castello. Il povero pescatore si recò al mare, chiamò il pesciolino e gli riferì la richiesta della moglie. È cosa fatta, gli rispose. Tornò così da sua moglie che, questa volta, lo aspettava in un grande palazzo con venti camere, dieci servi e i mobili tutti d’oro. Intorno al castello c’era un gran parco con tanti animali: cervi, caprioli e cavalli. Ah, finalmente qui vivremo contenti, disse il pover’uomo. Ma la mattina dopo la moglie gli disse che avrebbe voluto essere non solo la padrona del castello, ma la regina del paese e impose al marito di tornare al mare a parlare col pesciolino d’oro Appena il pescatore arrivò in mare, chiamò il pesciolino d’oro e gli chiese di far diventare re e regina lui e sua moglie. È cosa fatta, lo rassicurò il pesciolino. Tornò dalla moglie che sembrò felice di essere una regina e di non avere più nulla da desiderare. Pochi giorni dopo, però, si lamentò col marito di essere annoiata di essere soltanto la regina: Voglio essere imperatrice e tu imperatore. E gli impose di fare la richiesta al pesciolino d’oro. Gli fece la richiesta di farli diventare imperatore e imperatrice e il pesciolino rispose: È cosa fatta. Tornò dalla moglie, che adesso sedeva su un trono d’oro altissimo con tre corone d’oro in testa. Finalmente sembrava soddisfatta. Macché! Dopo alcuni giorni gli disse: Se hai potuto diventare re e imperatore, puoi anche diventare papa. Vai subito a chiedere al pesciolino d’oro di farti diventare papa. Il pescatore non voleva assolutamente essere trascinato nel suo delirio di onnipotenza: era fin troppo contento di ciò che aveva ottenuto. Ma dovette andare dal pesciolino d’oro a chiedergli di farlo diventare papa. Il pesciolino rispose: È cosa fatta. Disse alla moglie: Finalmente sarai contenta. Non puoi desiderare nulla di meglio. Ma la moglie non era affatto contenta e disse che voleva essere lei a far sorgere e tramontare il sole, a far apparire la luna in cielo e che voleva diventare Dio. Il povero pescatore, disperato, disse che non poteva condividere con lei queste pretese, perché avevano già avuto più di quanto nessun essere umano potesse mai desiderare, ma la moglie gli impose di correre dal pesciolino d’oro per chiedergli di farla diventare Dio. Allora l'uomo andò disperato dal pesciolino e gli riferì la richiesta della moglie. Il pesciolino rispose: Va’ pure da tua moglie. La troverai nella vostra catapecchia. E il pescatore e la moglie si ritrovarono nella loro catapecchia e ci vivono ancora.