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Presentazione Essenziale
Elena
Created on October 24, 2024
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Transcript
Elena Trenti 1^F
origini, stili ed autori principali
Poesia del Duecento
Il latino cade definitivamente, nasce l'avversione tra la Chiesa e la cultura laica
476 d.C. - Caduta dell'Impero Romano d'Occidente
Le origini
VS
Pagina del Codex Buranus, Bayerische Staatsbibliothek, Monaco di Baviera
In opposizione alla chiesa si trovavano i giullari e i clerici vagantes o goliardi, fondatori della poesia goliardica
La lingua latina rimane solo nell'ecclesia, principalmente grazie all'attività dei monaci amanuensi, che negli scriptoria ricopiavano i testi antichi, e ai chierici, che istituirono il genere dell'agiografia
- Arti
- Trivio (grammatica, retorica, dialettica, logica)
- Quadrivio (aritmetica, geometria, astronomia, musica)
- Arti meccaniche
- Bologna, 1088
- Arezzo
- Siena
- Padova
- Piacenza
- Vercelli
- Napoli
- Salerno
L'università
lIl Placito Capuano del giudice Arechisi, 960, selciato della piazza Medaglie d'Oro a Capua
L'iscrizione di San Clemente, Roma, Basilica di San Clemente, 1080 circa
L'indovinello veronese, fine XIII sec.-inizio IX, Biblioteca Capitolare di Verona
Le prime testimonianze
---> sapere scientifico:
- scritti di medicina di Galeno, medico e filosofo greco del II secolo d.C.
- Libro di Ruggero di Abu Abdallah XIII secolo, scritto in Sicilia per incarico del re normanno Ruggero II
- Le mille e una notte, arriva nella cultura occidentale nel XIII secolo
- Avicenna
- Averroè
Influenza araba
Influenza il romazo cavalleresco con il ciclo bretone, Re Artù e i cavalieri della Tavola Rotonda, e il ciclo carolingio, Chanson de Roland
Langue d'Oil - Francia del nord
Influenza francese
Langue d'Oc - Francia del sud (Provenza)
Le tecniche utilizzate sono:
- Trobar clus
- Trobar lue
- culto della donna
- inferiorità dell'uomo - servizio d'amore
- amore inappagato
- gioia
- amore adultero
- donna vs Chiesa
Da origine alla poesia dell'amor cortese, i cui autori sono chiamati trovatori. È una vera e propria rivoluzione letterararia per i nuovi temi trattati:
narrativa comica in versi
- Roman de Renart
prosa
- raccolta di novelle
- storiografia
- cronaca - Dino Compagni, Cronica delle cose occorrenti ne' tempi suoi
- libri di viaggio - Marco Polo, Il Milione
poema narrativo-allegorico/didattico-allegorico
- Roman de la rose 1230/1270
poesia religiosa
- lauda - San Francesco d'Assisi, Cantico di frate sole (Laudes Creaturarum)
- poemetto narrativo-didattico - Jacopone da Todi
poesia comico-giocosa
- Cecco Angiolieri
novella
- Novellino
fablieux
lai
Poesia del '200
S'i' fosse foco S'i' fosse foco, arderei 'l mondo; s'i' fosse vento, lo tempesterei; s'i' fosse acqua, i' l'annegherei; s'i' fosse Dio, mandereil'en profondo; s'i' fosse papa, sare' allor giocondo, ché tutti i cristïani imbrigherei; s'i' fosse 'mperator, sa' che farei? A tutti mozzerei lo capo a tondo. S'i' fosse morte, andarei da mio padre, s'i' fosse vita, fuggirei da lui: similmente farìa da mi' madre. S'i' fosse Cecco, com'i' sono e fui, torrei le donne giovani e leggiadre: e vecchie e laide lasserei altrui.
Cecco Angiolieri
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AUTORI PRINCIPALI
- Jacopo (Giacomo) da Lentini
- Guido Guinizelli
- Guido Cavalcanti
- Cino (Ciro) da Pistoia
- Guittone d'Arezzo
- Giacomo da Verona
- Dante
- Boccaccio
- Petrarca
La poesia cortese
La Scuola siciliana naque nella corte dell'imperatore Federico II di Svevia. Egli si controppose alla Chiesa anche su piano culturale, cambiando la figura del poeta e le tematiche Federico II scrisse un trattato di falconeria, De arte venandi cum avibus
TIPOLOGIA TESTUALE
- sonetto
- canzone
- canzonetta
La Scuola siciliana
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Amor è un desio che ven da core Amor è uno desio che ven da core per abondanza di gran piacimento; e li occhi in prima generan l’amore e lo core li dà nutricamento. Ben è alcuna fiata om amatore senza vedere so ’namoramento, ma quell’amor che stringe con furore da la vista de li occhi ha nascimento: ché li occhi rapresentan a lo core d’onni cosa che veden bono e rio com’è formata naturalemente; e lo cor, che di zo è concepitore, imagina, e li piace quel desio: e questo amore regna fra la gente.
Jacopo da Lentini
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112 E io a lui: "Li dolci detti vostri, che, quanto durerà l’uso moderno, faranno cari ancora i loro incostri". La Divina Commedia, Dante Alighieri, canto XXVI Purgatorio vv 112-114
55 «O frate, issa vegg’io», diss’elli, «il nodo che ‘l Notaro e Guittone e me ritenne di qua dal dolce stil novo ch’i’ odo! La Divina Commedia, Dante Alighieri, canto XXIV Purgatorio, vv 55-57
Dolce stil novo
Al cor gentil rempaire sempre amore Al cor gentil rempaira sempre amore come l’ausello in selva a la verdura; né fe’ amor anti che gentil core, né gentil core anti ch’amor, natura: ch’adesso con’ fu ’l sole, sì tosto lo splendore fu lucente, né fu davanti ’l sole; e prende amore in gentilezza loco così propïamente come calore in clarità di foco. Foco d’amore in gentil cor s’aprende come vertute in petra prezïosa, che da la stella valor no i discende anti che ’l sol la faccia gentil cosa; poi che n’ha tratto fòre per sua forza lo sol ciò che li è vile, stella li dà valore: così lo cor ch’è fatto da natura asletto, pur, gentile, donna a guisa di stella lo ’nnamora.
Guido Guinizelli
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Amor per tal ragion sta ’n cor gentile per qual lo foco in cima del doplero: splendeli al su’ diletto, clar, sottile; no li stari’ altra guisa, tant’è fero. Così prava natura recontra amor come fa l’aigua il foco caldo, per la freddura. Amore in gentil cor prende rivera per suo consimel loco com’ adamàs del ferro in la minera. Fere lo sol lo fango tutto ’l giorno: vile reman, né ’l sol perde calore; dis’omo alter: «Gentil per sclatta torno»; lui semblo al fango, al sol gentil valore: ché non dé dar om fé che gentilezza sia fòr di coraggio in degnità d’ere’ sed a vertute non ha gentil core, com’aigua porta raggio e ’l ciel riten le stelle e lo splendore.
Splende ’n la ’ntelligenzïa del cielo Deo crïator più che [’n] nostr’occhi ’l sole: ella intende suo fattor oltra ’l cielo, e ’l ciel volgiando, a Lui obedir tole; e con’ segue, al primero, del giusto Deo beato compimento, così dar dovria, al vero, la bella donna, poi che [’n] gli occhi splende del suo gentil, talento che mai di lei obedir non si disprende. Donna, Deo mi dirà: «Che presomisti?», sïando l’alma mia a lui davanti. «Lo ciel passasti e ’nfin a Me venisti e desti in vano amor Me per semblanti: ch’a Me conven le laude e a la reina del regname degno, per cui cessa onne fraude». Dir Li porò: «Tenne d’angel sembianza che fosse del Tuo regno; non me fu fallo, s’in lei posi amanza».
Voi che per li occhi mi passaste 'l core Voi che per li occhi mi passaste ’l core e destaste la mente che dormia, guardate a l’angosciosa vita mia, che sospirando la distrugge Amore. E’ vèn tagliando di sì gran valore, che’ deboletti spiriti van via: riman figura sol en segnoria e voce alquanta, che parla dolore. Questa vertù d’amor che m’ha disfatto da’ vostr’ occhi gentil’ presta si mosse: un dardo mi gittò dentro dal fianco. Sì giunse ritto ’l colpo al primo tratto, che l’anima tremando si riscosse veggendo morto ’l cor nel lato manco.