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Transcript

Francesca Celentano 5^A

Giacomo Leopardi

"Il sabato del villaggio"

La poesia descrive l'atmosfera di un villaggio al tramonto del sabato, con la gente del luogo che si prepara per il giorno di festa. La descrizione si concentra su figure quotidiane e semplici, come la fanciulla e la vecchietta, con toni di serena attesa. Tuttavia, questa serenità cela una riflessione più profonda: la gioia non risiede nel godimento del giorno di festa, ma nell'attesa che lo precede.

Contestualizzazione storica & contenuto

"Il sabato del villaggio" è una poesia scritta da Giacomo Leopardi nel 1829, durante il suo soggiorno a Recanati, il suo paese natale nelle Marche. Si inserisce nel periodo maturo della sua produzione poetica, facente parte della raccolta "Canti", pubblicata per la prima volta nel 1831. A livello storico, siamo nel pieno della Restaurazione, un'epoca in cui l'Italia era ancora frammentata in vari stati sotto l'influenza delle potenze europee, soprattutto l'Austria.

Stile e linguaggio

Leopardi usa un linguaggio semplice e colloquiale per descrivere scene di vita quotidiana, senza rinunciare a immagini poetiche e a metafore profonde. La sua poesia, pur partendo dalla rappresentazione di un contesto locale (il villaggio), assume un significato universale, parlando dell’essenza della condizione umana. L'utilizzo di figure retoriche come la similitudine (ad esempio nella quarta strofa) e l’anafora contribuisce a rendere la narrazione ancora più incisiva e riflessiva.

Struttura e metrica

La poesia è composta da quattro strofe di lunghezza variabile, scritte in versi endecasillabi e settenari alternati, secondo lo schema tipico delle canzoni leopardiane. La metrica è sciolta e conferisce fluidità alla narrazione poetica, permettendo una rappresentazione naturale e vivida del paesaggio e delle persone.

La poesia si apre con la descrizione di una fanciulla che torna a casa con un mazzolino di fiori. È un'immagine di innocenza e semplicità, carica di aspettativa per la domenica imminente. Il sabato è il giorno del lavoro, ma allo stesso tempo è anche il momento della preparazione alla festa, che conferisce un senso di felicità futura. La giovane ragazza rappresenta l'innocenza che, inconsapevolmente, si abbandona a questa attesa gioiosa. Segue la descrizione di una vecchietta seduta sulla porta di casa che chiacchiera con le vicine, soddisfatta dei preparativi ormai conclusi. L'età avanzata della donna suggerisce la saggezza e l'esperienza di chi ha già vissuto molte attese simili, ma che forse è anche consapevole dell'inevitabile delusione che accompagna il compiersi del desiderio. Qui viene introdotto l'intero villaggio, che si immerge in un'atmosfera di quieta attesa. Si parla degli uomini, dei fanciulli, e delle attività che caratterizzano la fine della giornata di lavoro, tutte orientate alla preparazione del giorno festivo. Il sabato sera è un momento di riposo che si carica di una felicità collettiva, ma è una felicità solo momentanea, legata alla proiezione di un domani felice. La poesia si chiude con una riflessione filosofica. Leopardi sottolinea come la domenica, il giorno atteso con tanta ansia, porti con sé non la felicità sperata, ma una delusione. L'attesa della gioia è, in sé, più piacevole del raggiungimento stesso del piacere. L’attesa è il vero momento di felicità, mentre il compimento del desiderio rivela la sua insufficienza e la vacuità delle speranze umane. La delusione è inevitabile, perché la felicità completa non può mai essere raggiunta.

Quarta strofa
Terza strofa
Seconda strofa
Prima strofa

Divisione in strofe

L'opposizione giovinezza/vecchiaiaLa poesia mette a confronto la giovinezza, rappresentata dalla fanciulla che vive la sua attesa in maniera ingenua e inconsapevole, e la vecchiaia, incarnata dalla vecchietta, che invece è consapevole della ripetitività e della vana ciclicità delle attese. Il rapporto tra lavoro e festa Leopardi contrappone la giornata lavorativa del sabato, carica di aspettative, alla festa della domenica, che invece rivela la sua mancanza di sostanza. Questa riflessione può essere letta come una critica alla società che affida all'attesa della festa un significato che, alla prova dei fatti, si rivela illusorio.

La caducità della felicità La felicità è vista come transitoria e illusoria. Quando l'attesa termina, subentra il senso di vuoto. Questa visione riflette il pessimismo leopardiano secondo cui la natura dell’uomo è destinata all’infelicità, perché la vita è una continua tensione verso qualcosa che non può mai essere completamente raggiunto.

Il tema dell'attesa Leopardi mostra come la felicità non risieda nell’evento atteso, ma nell'attesa stessa. È una tematica centrale in molte sue opere, che riflette la sua visione pessimistica dell'esistenza: l'uomo vive proiettato nel futuro, aspettandosi sempre una felicità che, però, si rivela deludente nel momento in cui dovrebbe concretizzarsi.

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