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Presentazione Storica

Gaia Cenci

Created on October 24, 2024

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BOSNIA ED ERZEGOVINA

La storia...

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MORTE DI TITOCon la morte del presidente la Jugoslavia comincia a disgregarsi e i singoli popoli dichiarano la propria indipendenza, mentre forti movimenti nazionalisti nascono in tutta la regione. E' un periodo di grande instabilità politica.

-maggio 1980

TITO PRESIDENTEFigura controversa, dittatore e personaggio del popolo, Tito ha guidato con un pugno di ferro una Jugoslavia pacifica, dove convivevano in armonia religioni, etnie e popoli molto diversi tra loro.

-GENNAIo 1953

-GENNAIO 1946

REPUBBLICA SOCIALISTA FEDERALE DI JUGOSLAVIADopo la Seconda Guerra Mondiale la Bosnia diventa parte della Jugoslavia, di cui diventa primo ministro Josip Broz Tito, maresciallo partigiano comunista, eroe durante la guerra.

GIUGNO 1991

INDIPENDENZA E NAZIONALISMILa Slovenia e la Croazia dichiarano l'indipendenza dalla Jugoslavia. Intanto, il presidente serbo Milošević progetta di annettere i territoti croati e bosniaci al suo sogno di una grande Serbia. Promuovendo un clima di odio razziale religioso e promuovendo una sistematica politica di pulizia etnica, Milošević attacca la Croazia, scatenando la guerra.

KERATERM E TRNOPLJEA fine maggio, a Prijedor, i serbi prendono il potere e istituiscono due campi di concentramento, in cui vengono detenute circa 3000 persone, principalmente bosniache musulmane. Molti di loro non faranno più ritorno a casa, gli altri vivranno orrori inimmaginabili.l'assedi na

-FINE MAGGIO 1992

ASSEDIO DI SARAJEVOI nazionalisti serbi, fomentati dai discorsi sulla grande Serbia del presidente Milošević, dalle colline della città, iniziano quello che sarà l'assedio più lungo della storia moderna (1425 giorni). L'unico modo per portare soccorso alla città era attraverso un tunnel sscavato dai resistenti, chiamato "Il Tunnel della speranza". l'assedi na

-2 maggio 1992

REFERENDUM PER L'INDIPENDENZA DELLA BOSNIA ED ERZEGOVINAIl referendum per l'indipendenza provoca grossi tumulti nel paese, che viene scosso da atti di violenza e movimenti militari serbi fuori da tante grandi città bosniache: Mostar e Sarajevo sono tra queste.

-marzo 1992

-GENNAIO 1993

CONTINUA LA PULIZIA ETNICAIn modo sistematico, i serbi continuano a perorare una politica di pulizia etnica contro il popolo bosniaco musulmano, ghettizando, torturando e uccidendo migliaia di civili. Numerosi sono i campi di detenzione e lavoro, che presto si rivelano campi di morte.

-APRILE 1993

SREBRENICA, ZONA SICURAL'ONU proclama Srebrenica una zona sicura, in cui tutti i combattenti dovevano cessare le attività di guerra. Per mantenere gli accordi, invia un contingente olandese, che si posiziona a pochi chilometri dalla città, a Potocari

-NOVEMBRE 1993

IL PONTE DI MOSTARA Mostar, divisa in due dalla guerra, il ponte che faceva da confine di separazione, viene bombardato dai croati cattolici. Lo Stari Most, simbolo religioso dei musulmani (già danneggiato per questo dai serbi nel 92') e della resistenza musulmana bosniaca, crolla.

5 FEBBRAIO 1994

IL MASSACRO DI MARKALEL'affollato mercato di Markale, nel cuore di Sarajevo, viene bombardato. Passerà alla storia come il più sanguinoso attacco dell'assedio della città: le vittime sono centinaia. La NATO decide di intervenire e viene ufficialmente coinvolta nella guerra.

ACCORDI DI DAYTONA Dayton, in Ohio, dopo mesi di negoziati di pace tra i ministri degli esteri della Bosnia, della Serbia e della Croazia, viene concluso un accordo di pace che pone fine alla guerra. La versione definitiva sarà affermata il 14 dicembre 1995 a Parigi, ponendo così fine alla guerra.

-21 NOVEMBRE 1995

-11 LUGLIO 1995

OPERAZIONE DELIBERATE FORCE Dopo i massacri di Markale e Srebrenica, la NATO interviene attaccando la Repubblica Serba, che è costretta a ritirarsi.

-AGOSTO 1995

-12 LUGLIO 1995

LA MARCIA DELLA MORTEInvece che rifugiarsi alla base di Potocari, circa 15000 cittadini di Srebrenica, per scappare ai serbi, decidono di affrontare un lungo cammino (100km) attraverso la zona minata per raggiungere i territori liberi di Tuzia. La colonna viene per giorni bombardata ed è bersaglio di morte e imboscate. Solo 6000 persone sopravviveranno.

IL GENOCIDIO DI SREBRENICA Il generale Mladić, dell'esercito della repubblica serba supportato da paramilitari serbi, attacca la zona sicura di Srebrenica. Fuggiti dalla città, circa 35000 cittadini si rifugiano alla base ONU di Potocari, dove vengono però raggiunti dagli aggressori. In cambio di salvezza molti accettano di arrendersi ai serbi. Separati donne e uomini, quest'ultimi vengono portati nelle colline e nelle campagne, massacrati e gettati in fosse comuni nascoste. Le vittime sono 8'372 e molti di loro non sono ancora oggi stati ritrovati.

GRAZIE PER L'ATTENZIONE!!

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