Grazia Deledda
Simone Floris
Created on October 24, 2024
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Transcript
Grazia Deledda (1871-1936)
FATTO DA:
Becciu Andrea Succu Chiara Perella Ilenia Floris Simone
Indice
1.
Contesto Storico- Culturale
2.
Vita
3.
Opere più importanti
Grazia Deledda
“La vita non ci dà quello che vogliamo, ma quello di cui abbiamo bisogno." Grazia Deledda
Author Name
Contesto Storico-Culturale
1. Contesto Storico-Culturale
Grazia Deledda visse e scrisse in un contesto storico-culturale complesso e in rapida evoluzione. Nacque a Nuoro nel 1871, in un'Italia appena unificata, crebbe in un ambiente tradizionalista e profondamente legato alla cultura sarda, dove ancora persistevano antiche credenze, codici morali e un forte patriarcato. La sua Sardegna era percepita dal resto dell'Italia come una regione arretrata e isolata, caratterizzata da povertà e analfabetismo. Questa atmosfera rurale e chiusa influenzò profondamente la sua visione del mondo e i temi delle sue opere, incentrati su conflitti morali, il destino, e le tradizioni locali. In Italia e in Europa, il periodo era segnato dalla nascita del realismo e del verismo, movimenti letterari che esploravano la vita delle classi popolari e la dura realtà delle comunità rurali. Deledda adottò in parte questi stili, ma li arricchì con un simbolismo personale e una profondità psicologica fuori dal comune per quell'epoca.
'"Siamo come canne al vento, donna Ester mia. Ecco perché! Siamo canne, e la sorte è il vento." Questa frase da Canne al vento rappresenta la visione deleddiana della vita, dove l’essere umano è soggetto agli eventi esterni, proprio come una canna che si piega sotto il vento senza potersi opporre.
Canne al Vento - Grazia Deledda
1. Contesto Storico- Culturale
Dal punto di vista sociale, la sua carriera fu eccezionale per l'epoca, specialmente per una donna. Nella società italiana del tempo, le donne erano ancora largamente escluse dalla vita intellettuale e culturale, limitate spesso alla sfera domestica. Deledda, però, si affermò come scrittrice riconosciuta, vincendo il Premio Nobel per la letteratura nel 1926, un onore senza precedenti per un’autrice italiana. La sua opera esplora con audacia temi come la lotta interiore, il peccato e la redenzione, e il destino, questioni universali che l'hanno resa una figura di spicco nella letteratura europea del XX secolo
"Tutti siamo impastati di bene e di male, ma quest'ultimo bisogna vincerlo... L'acciaio che è l'acciaio viene temprato e ridotto a spada, da chi vuol vincere il nemico." Qui Deledda sottolinea l'importanza di dominare i lati oscuri della propria personalità, trasformando le sfide in occasioni di crescita interiore.
Annalena Bilsini - Grazia Deledda
2. Vita
Grazia Deledda nacque a Nuoro il 27 settembre 1871, e morì a Roma nel 1936. Inizialmente la sua data di nascita risultava incerta, infatti si aveva il dubbio che lei fosse nata il 28 settembre. Infatti, successivamente, in una delle sue tante lettere scritte ad Andrea Pirodda, con il quale iniziò una relazione sentimentale ed epistolare durata otto anni, scrisse:”Io non sono certa se ho venti o ventun anni compiuti; neanche mia madre ne è certa, ma è più probabile che ne abbia ventuno che venti. Sono vecchia, non è vero? La nostra vecchia serva, che ho interrogato a proposito, dice che a lei sembra ne abbia venti; ciò che si ricorda bene è che son nata una sera, il giorno di San Cosimo, cioè il 27 settembre. Questo lo sapevo già“. Un testo ufficiale dell’archivio di stato riporta invece che Grazia Deledda sia nata il 28 settembre. Riportiamo il testo:“Il signor Giov. Antonio Deledda fu Giosanto di anni cinquanta, domiciliato a Nuoro, ha presentato una bambina che dichiara essergli nata il ventotto spirante alle ore due antimeridiane dalla sua moglie Francesca Cambosu fu Andrea, seco lui domiciliata e nella casa di sua abitazione sita in questa città rione "Sa Concia", cui intende dare il nome di Grazia.”
Chiesa della Madonna della solitudine durante il restauro 1950-1956
Grazia era figlia di Giovanni Antonio Deledda, sindaco di Nuoro per vari anni e appassionato di poesie, e di Francesca Cambosu, che fu altrettanto importante educando la Deledda come gran donna. Iniziò gli studi fermandosi alla quarta elementare, come era consuetudine per tutte le ragazzine del tempo. Per questo pensava infatti avesse ripetuto la quarta elementare, per poter rimanere più tempo a scuola. Ricevette una formazione in privato (informazione incerta dato che il professore aveva otto anni in meno di Grazia), e poi proseguì da autodidatta. Già dall’adolescenza collaborò con alcune riviste, sia Sarde che Romane. Affrontò un periodo di crisi economica dopo la morte del padre e della sorella Vincenza. Nel 1899 conobbe Palmiro Madesani, che poco dopo divenne suo marito e agente, licenziandosi dal suo lavoro in ministero. La sua figura ebbe sempre più rilievo in quel periodo, infatti vinse come prima donna il premio Nobel per la letteratura nel 1926, concorrendo con Matilde Serao. Morì nel dieci anni dopo a causa di un tumore al seno, e i suoi scritti, e le sue spoglie sono conservate nella chiesa della Madonna della solitudine a Nuoro.