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Presentazione storia del lavoro
Lorenzo Arcese
Created on October 23, 2024
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Transcript
Vs.
La questione sociale e la Chiesa cattolica
Il dipendente statale a cavallo tra '800 e '900
Maurizio degl'innocenti
Guido Melis
a confronto:
02
GIOVANNI PAOLO II, lettera enciclica, Sollicitudo Rei Socialis, 30.12.1987, 41.
«La dottrina sociale della Chiesa non è una «terza via» tra capitalismo liberista e collettivismo marxista, e neppure una possibile alternativa per altre soluzioni meno radicalmente contrapposte: essa costituisce una categoria a sé. […] Essa appartiene, perciò, non al campo dell'ideologia, ma della teologia e specialmente della teologia morale
Terza via?
03
Vittorio Bersezio, 1863
Travet era un impiegato ministeriale svilito dalle sue monotone mansioni burocratiche, vessato dai suoi superiori, dalla miseria del suo lavoro, del suo stipendio ed è anche sconsolato perché viene sistematicamente superato in carriera da medioborghesi rampanti.
Le Miserie di Monssù Travet
04
Massimo Severo Giannini
Il fascismo e l'avvento degli Enti Pubblici
post 1926
La fioritura della giurisprudenza
1889-1926
Dall'unità d'Italia alla creazione della IV sezione del Consiglio di Stato
1861-1889
Le tre fasi
05
1891 - Leone XIII
Essa è il primo documento magisteriale di Dottrina Sociale della Chiesa, anche se la riflessione su questi temi era già iniziata da tempo.
La Rerum novarum
06
- Visione dell'autorità: dispotica da un lato, paternalistica dall'altro.
- Approccio giuridico vs. approccio teologico.
Differenze
analogie
- Evidenza importanza dell'associazionismo nella storia del lavoro.
- Evidenza importanza della questione salariale.
- Anche se la Rerum Novarum affronta più specificamente gli operai, le considerazioni ivi contenute valgono anche per i dipendenti pubblici.
- Desiderio di compartecipazione dei dipendenti all'azienda.
considerazioni finali
07
Lorenzo Arcese
GRAZIE PER L'ATTENZIONE!
Voce
Massimo Severo Giannini
Ricalca molto la voce "Impiego pubblico, profili storici e teorici” de l’Enciclopedia del diritto di Massimo Severo Giannini.
Lavorare nella pubblica amministrazione nei primi anni del neonato stato italiano era tutt'altro che gratificante:- Periodo di volontariato gratuito seguito da un duro esame selettivo.
- Progressione di carriera molto spesso discrezionale.
- Struttura gerarchica ferrea e inflessibile (nessun margine di manovra).
- Giuramento
- Segreto amministrativo
Gli unici diritti in più erano stabilità dell’impiego e orari lavorativi di minimo sette ore con eccezione per i giorni festivi, oltre all'onore di servire lo Stato.
La Supremazia Speciale dello Stato
Durante il periodo giolittiano si emargineranno sempre più i dipendenti tecnici in favore di amministrativi preparati. Gli impiegati saranno sempre più burocrati sottomessi a una "soggezione speciale". In antitesi alla "supremazia dello stato" nacquero le prime associazioni e i primi sindacati , di cui un ottimo esempio fu la federazione postelegrafica. Essi reclamavano la compartecipazione dei dipendenti alla gestione della macchina statale, liberandosi così dall'arbitrio gerarchico imperante. Erano disposti a rinunciare allo sciopero pur di ottenere questi risultati. Il movimento si divise in due correnti: quella dello stato giuridico e quella della "fuga dal pubblico". La frattura si acuì nel 1908 con la "legge dello stato economico/legge capestro" che da un lato garantiva i primi diritti agli impiegati (concorsi, progressione della carriera, diritto di associazione), dall'altro ribadiva la gerarchia "militare" della pubblica amministrazione.
Criticità:
- Lo scritto di Melis ricalca troppo la voce enciclopedica di Massimo Severo Giannini, risulta pertanto quasi assente il pensiero dell'autore del contributo, tra l'altro scritto con un linguaggio a tratti un po' tecnico.
- Lo scritto di Degl'Innocenti risulta fuorviante dal titolo; si vuole affrontare il periodo a cavallo tra '800 e '900 o tutti e due i secoli? L'articolo analizza quasi solamente la Rerum Novarum, la quale invece andrebbe poi temperata con i documenti successivi che nel contributo vengono spesso appena citati.
- Nel commento alla Rerum Novarum si parla spesso di associazionismo ma non si cita mai l'Opera dei Congressi.
- Entrambi i testi presentano un apparato di note scarno.
Beghini, Renzo (a c. di), Le encicliche sociali. Dalla Rerum novarum alla Fratelli tutti, Paoline, Milano 2022.
Concetti cardine:
- Ripresa del Tomismo ed elaborazione del Corporativismo contro materialismo, liberismo e naturalismo.
- Lavoro come via di santificazione dell'uomo (diritto-dovere).
- Autorità pubblica come garante della pace tra i corpi sociali.
- Affermazione del diritto di associazione (consentito addirittura lo sciopero in casi eccezionali), del diritto al riposo, ma al contempo visione paternalistica dell'imprenditore.
- Il salario deve essere adeguato al lavoro (addirittura si parla di salario minimo).
- Apertura limitata al lavoro femminile.
- Bene comune come fine ultimo dell'azione di tutti gli uomini, operai e imprenditori.
- Si invita alla creazione di "consigli di fabbrica" per risolvere le dispute interne.
Il Fascismo
Vi fu un irrigidimento, ma nulla di eccezionale rispetto al 1908. La vera novità fu l'impiego massiccio degli enti pubblici, strutture previdenziali, oppure di propaganda come quelle del PNF che divennero sempre più "parastatali". Ad avvalorare la loro percezione di lavoro statale contribuì il divieto del 1926 di avere qualsiasi associazione sindacale interna. Dato però che lo stipendio era migliore, in quanto ufficialmente "privato", ma con le garanzie pressoché di uno statale, avvenne un grande spostamento di forza lavoro dagli uffici pubblici agli enti. Nel 1937-38 la legislazione infine cambiò, dando vita agli enti pubblici imprenditoriali e quelli non imprenditoriali.
Prima Fase
Si delinearono alcuni capisaldi del pubblico impiego:
- la pensione,
- i congedi.
- le aspettative.
- i concorsi.
- l’obbligo di prefissare una pianta organica.