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emilio greco
Linda Gurrado
Created on October 23, 2024
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Transcript
MAB
Grande Bagnante n. 2
Emilio Greco
Il MAB è stato realizzato grazie al mecenatismo dei Bilotti nel 2006 in seguito alla ristrutturazione di una delle vie principali della città di Cosenza, Corso Mazzini e forma un museo a cielo aperto dove l'arte è accessibile a tutti
1957
- volumi geometrizzati, torniti e levigati;
- forme delicate capaci di interagire con lo spazio e di modificarne la percezione.
- La delicatezza del modellato dà vita a una superficie morbida e vibrante sotto la luce del sole
1913-95
Greco nasce a Catania nel 1913 e fin da subito dimostra una grande predisposizione per l'arte. A soli 13 inizierà a lavorare come apprendistanella bottega di uno scultore che realizzava monumenti funerari per il cimitero locale, dove imparò rapidamente a sbozzare il marmo. Gli anni Trenta furono segnati dall’ammissione all’Accademia di Belle Arti di Palermo, dove l’artista completò i suoi studi, dal servizio militare e dalla chiamata alle armi con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale
1950 partecipò alla grande mostra “Italienische Kunst” a Monaco di Baviera e alla Biennale di Venezia, dove tornò sei anni dopo con la Grande Bagnante n. 1 aggiudicandosi il Gran Premio della Scultura
1949
due sculture di Greco sono esposte alla mostra “Twentieth –Century Italian Art” nel MOMA di New York
1950
ANNI 70
realizza importanti opere a tema sacro, come gli altorilievi per la chiesa di San Giovanni Battista a Campi Bisenzio di FIrenze, le porte del duomo d’Orvieto, e il Monumento a Papa Giovanni XXIII per la Basilica di San Pietro
ANNI 70-80
La ricerca artistica del Maestro approdò infine, tra gli anni Settanta e Ottanta, a una riflessione manieristica incentrata sulla torsione del corpo umano, sulla complessità interna della forma in grado di giungere ad un armonico equilibrio totale, e, allo stesso tempo, tornò a concentrarsi sui ritratti, punto di partenza del suo successo.
Gli ultimi anni
Fra mostre antologiche e itineranti, l’artista continuava a esser richiesto e nel 1984 si trovò costretto a rifiutare l’incarico di realizzare la porta bronzea del Duomo di Metz, troppo gravoso in quel momento per le sue condizioni di salute. Un Emilio Greco ormai anziano preferiva, in quest’ultima fase della sua vita, tornare invece nella terra in cui era nato: nel 1982 una grande mostra riunì le sue opere nel Castello Ursino di Catania, accanto ai reperti antichi che da bambino aveva osservato.
Il retaggio
L’artista morì nel 1995, non prima di aver donato a Catania l’intera sua opera grafica. Le opere di Greco oggi trovano posto nelle città e nei musei in tutto il mondo, dall’Ermitage di San Pietroburgo alla Tate Gallery di Londra, dalla Galleria d’arte moderna di Roma al MAB di Cosenza.
«Ebbi una strana sensazione nel rivedere le opere antiche a contatto di gomito con le mie sculture ed i miei disegni; come se io non fossi l’artefice materiale e queste ultime appartenessero a un mondo misterioso, dilatato nei millenni, che solo la presenza d’amici d’infanzia era capace di riportare alle reali dimensioni del tempo trascorso»
Le Bagnanti di Greco sono la sintesi di una bellezza ideale e di natura, la materializzazione dell’incontro fra l’antico e il moderno, l’effigie di contemporanee discendenti di Venere. Declinati in molteplici variazioni, i corpi femminili assumono di volta in volta forme, pose e ritmi differenti: come fotogrammi in successione di un movimento continuo tanto leggiadro da sembrare una danza.