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la catabasi di enea
milesi marta
Created on October 23, 2024
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La catabasi di Enea
Marta Milesi 2P
Il troiano Enea, per pietà rinomato e per le armi, scende a incontrare suo padre fra le ombre profonde dell'Èrebo. Se in nessun modo ti piega di tanta pietà la visione, questo ramo però» e schiuse il ramo nascosto nel manto «tu riconoscilo». E il cuore gonfio di ira si placa; poi nulla più. Ammirato per quel venerabile dono, per quel virgulto del fato, dopo gran tempo rivisto, lui la livida poppa rivolge, e si appressa alla riva. Poi le altre anime, poste sui lunghi banchi a sedere. scaccia, e sgombra la tolda; e accoglie al contempo nell’alveo l'imponente Enea. Gemette al suo peso la barca mal rabberciata, e molta palude filtrò nelle falle.
Quando il nocchiero li scorse, da là, già dall'onda di Stige, lungo il bosco silente, che il piede alla sponda volgevano, primo in tal modo li affronta coi detti e in più prende a gridare: «Già da laggiù, chiunque tu sia, che alle nostre correnti muovi in armi, su, dỉ perché vieni, e arresta il tuo passo. Qui è il luogo delle ombre, di Sonno, e sopore di Notte: corpi vivi è negato portare alla stigia carena. Né invero mi ha poi allietato che nel suo viaggio l'Alcide presi sul lago, e neppure Tèseo e Piritoo, pur se erano stirpe di dèi e avevano forze invincibili. Quello col braccio ridusse in catene il custode del Tàrtaro dal trono del re medesimo, e se lo trasse tremante; questi volevan la sposa di Dite portar via dal talamo. allo In breve di rimando proruppe l'anfrìsia indovina: «Qui non vi sono simili insidie, deponi i tuoi crucci, né le armi portan violenza: nell'antro il custode imponente può atterrire in eterno le esangui ombre latrando; casta, Prosèrpina può custodire la soglia allo zio.
- Il nocchiero Caronte: La figura di Caronte, il traghettatore delle anime attraverso il fiume Stige, è ripresa direttamente dalla mitologia greca, ma Virgilio utilizza il dialogo tra Caronte e la Sibilla cumana per enfatizzare la grandezza e la pietà di Enea. Caronte menziona eroi greci come Eracle (Alcide), Teseo e Piritoo, che avevano tentato di entrare nel regno dei morti per motivi personali o di violenza. In questo caso, l’accesso di Enea è giustificato dalla sua pietas (devozione), che rappresenta uno dei tratti distintivi dell’eroe troiano e uno dei valori fondanti della romanità.
- Lo Stige: E' descritto come parte del paesaggio infernale che Enea deve attraversare per incontrare il padre. Lo stige è il fiume dell'odio ed è considerato sacro ed inviolabile. L'importanza di questo riferimento risiede nel fatto che il viaggio di Enea verso l'Ade, lungo il fiume Stige, non è solo una discesa fisica nel mondo sotterraneo ma anche un viaggio simbolico che lo porta oltre i confini del mondo mortale. sottolineando ancora una volta la straordinarietà del suo compito.
- Sonno e Notte: Virgilio introduce un'immagine che richiama il lettore a uno stato di passività e oblio che caratterizza il Regno dei morti, questa immagine serve per creare l'idea che il Regno dei morti sia il luogo dominato da sonno eterno e dal silenzio tomabale.
- Alcide, Teseo e Piritoo: Caronte ricorda con rammarico il viaggio di Alcide negli inferi quando l'eroe greco scende per catturare il cerbero come parte delle sue 12 fatiche. Teseo e Piritoo sono due eroi che tentarono di rapire Proserpina, la sposa di Plutone, per portarla via dal Regno degli inferi e farla moglie di Piritoo. La loro missione fallì e Piritoo fu condannato a restare per sempre legato a una sedia negli inferi mentre Teseo fu liberato da Alcide.
- Prosèrpina e Dite: La Sibilla rassicura Caronte che Enea non è venuto con intenti bellicosi né per minacciare Proserpina, la regina degli Inferi (sposa di Dite, cioè Plutone). Questo riferimento mitologico riafferma il rispetto che l’eroe troiano mostra verso il mondo divino, un’altra caratteristica chiave dell’eroe virgiliano, contrapposta ai tentativi di violenza degli eroi greci, come quelli di Teseo e Piritoo.
- Il verso evidenziato fa riferimento al tema centrale del poema: la pietas, Enea noto per la sua pietà ed il valore militare scende agli inferi per incontrare suo padre Anchise. Questo viaggio riflette il suo legame famigliare e il rispetto del destino imposto dagli dei.
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Elementi di "variatio in imitatio"
Virgilio non si limita a imitare la tradizione omerica, ma la trasforma e la adatta alle esigenze della sua opera, conferendole un carattere unico e romano. Alcuni elementi di variazione includono: 1. Valore civico e politico della catabasi: Mentre l’eroe omerico Ulisse scende agli Inferi per motivi personali e per cercare informazioni sul proprio ritorno a casa, Enea discende per un motivo di più ampia portata, legato al destino di Roma e al futuro della sua stirpe. Virgilio collega la discesa agli Inferi alla missione civilizzatrice di Enea e, per estensione, alla fondazione dell’Impero romano. Questo rende il viaggio di Enea una tappa necessaria per comprendere la grandezza futura di Roma, portando l’episodio su un piano molto più universale rispetto alla tradizione greca. 2. Pietas e il diritto di accesso agli Inferi: L’accesso di Enea agli Inferi è giustificato dalla sua pietas, un concetto profondamente romano che indica la devozione verso gli dèi, la famiglia e la patria. Mentre gli eroi greci come Teseo e Piritoo cercavano di violare il mondo dei morti per amore o ambizione personale, Enea scende agli Inferi con il permesso divino, legittimato dal volere del Fato. 3. Il ruolo della Sibilla: Un’altra variazione significativa riguarda il ruolo della Sibilla cumana. Essa è una guida spirituale e religiosa che assiste Enea, e la sua presenza sottolinea il carattere sacro del viaggio dell’eroe. La Sibilla, quindi, ha un ruolo più attivo rispetto a Tiresia nell’Odissea, che si limita a dare consigli a Ulisse. La Sibilla è anche il tramite attraverso il quale Enea ottiene il ramo d’oro, ulteriore segno del favore divino. In sintesi, Virgilio riprende il modello epico greco della discesa agli Inferi, ma lo varia arricchendolo di significati religiosi, politici e morali. Questo rende l’episodio della catabasi di Enea una tappa fondamentale non solo per il protagonista, ma anche per il mito fondativo di Roma.
Il viaggio agli Inferi: La discesa agli Inferi di Enea richiama il viaggio di Ulisse nell’Odissea, ma mentre Ulisse visita i morti per ottenere saggi consigli su come tornare a casa, Enea scende agli Inferi per incontrare suo padre Anchise e apprendere il futuro di Roma e della sua discendenza. Virgilio, qui, riprende il motivo epico del viaggio nel mondo dei morti, ma gli assegna un valore più profondo e teleologico, legato al destino e alla missione civilizzatrice dei Romani.