Sequenza Didattica Storia
sokayna oulhaj
Created on October 23, 2024
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Transcript
Start
Quando il nocchiero li scorse, da là, già dall'onda di Stige, lungo il bosco silente, che il piede alla sponda volgevano, primo in tal modo li affronta coi detti e in più prende a gridare: «Già da laggiù, chiunque tu sia, che alle nostre correnti muovi in armi, su, dỉ perché vieni, e arresta il tuo passo. Qui è il luogo delle ombre, di Sonno, e sopore di Notte: corpi vivi è negato portare alla stigia carena. Né invero mi ha poi allietato che nel suo viaggio l'Alcide presi sul lago, e neppure Tèseo e Piritoo, pur se erano stirpe di dèi e avevano forze invincibili. Quello col braccio ridusse in catene il custode del Tàrtaro dal trono del re medesimo, e se lo trasse tremante; questi volevan la sposa di Dite portar via dal talamo. allo In breve di rimando proruppe l'anfrìsia indovina: «Qui non vi sono simili insidie, deponi i tuoi crucci, né le armi portan violenza: nell'antro il custode imponente può atterrire in eterno le esangui ombre latrando; casta, Prosèrpina può custodire la soglia allo zio.
La catabasi di Enea
Caronte e il regno dei morti Qui il nocchiero, Caronte, si rivolge a Enea in un tono che ricorda i guardiani del regno dei morti. Questo rimanda a passaggi dell'Odissea, dove Ulisse deve affrontare le ombre nel mondo degli Inferi. La richiesta di Caronte di arrestare il passo è simile a quando Odisseo deve fare i conti con le anime dei defunti.
Ercole e Teseo Questi versi evocano le gesta di due eroi noti dell'Iliade e dell'Odissea. Ercole e Teseo sono figure emblematiche di forza e coraggio, ma anche di fallimento. Virgilio fa riferimento al fatto che nemmeno questi eroi, nonostante la loro stirpe divina e le loro gesta, siano riusciti a sfuggire al destino di essere fermati nel regno dei morti
troiano Enea, per pietà rinomato e per le armi,scende a incontrare suo padre fra le ombre profonde dell'Èrebo.Se in nessun modo ti piega di tanta pietà la visione,questo ramo però» e schiuse il ramo nascosto nel manto«tu riconoscilo». E il cuore gonfio di ira si placa; poi nulla più. Ammirato per quel venerabile dono, per quel virgulto del fato, dopo gran tempo rivisto, lui la livida poppa rivolge, e si appressa alla riva. Poi le altre anime, poste sui lunghi banchi a sedere. scaccia, e sgombra la tolda; e accoglie al contempo nell’alveo l'imponente Enea. Gemette al suo peso la barca mal rabberciata, e molta palude filtrò nelle falle.
Variato in Imitatio
Rielaborazione delle figure eroiche: Mentre Omero pone l'accento sulle gesta individuali e sulla gloria personale, Virgilio concentra il suo racconto sul destino collettivo di Enea come fondatore di Roma, integrando la sua figura in un contesto più ampio. Questo è evidente nei confronti tra Enea e Ulisse, dove il primo è spinto da motivi più nobili e collettivi.Stile e atmosfera: Virgilio crea un’atmosfera di solennità e mistero, che differisce dal tono a volte più leggero e avventuroso dell’Odissea. L’uso di immagini potenti e simboliche, come il ramo d’oro e il fiume Stige, contribuisce a una narrazione che sembra essere più legata a una dimensione sacrale