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Mongoli

Gianluca

Created on October 23, 2024

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Transcript

I Mongoli

Esercito

La spina dorsale dell'esercito mongolo, da Gengis Khan a Tamerlano, fu costituita da arcieri a cavallo. Nello specifico, l'orda mongola di Gengis e successori si compose quasi unicamente di forze di cavalleria. Ogni soldato mongolo manteneva tipicamente 3 o 4 cavalli. Cambiare i cavalli spesso permetteva loro di viaggiare ad alta velocità per giorni senza fermarsi o logorare gli animali. Quando un cavallo si stancava, il cavaliere ne montava un altro, lasciando il primo animale libero di seguitare a viaggiare con meno peso.

Allenamento e disciplina

Gli eserciti mongoli praticavano ripetutamente l'equitazione, il tiro con l'arco e le tattiche, le formazioni e le rotazioni delle unità. Questo addestramento era mantenuto da una disciplina severa ma non eccessivamente dura o irragionevole. Agli ufficiali e ai soldati era concesso un ampio margine di manovra dai loro superiori nell'esecuzione dei loro ordini, a condizione che gli obiettivi generali fossero ben serviti e gli ordini prontamente obbediti. I mongoli evitarono così le insidie della disciplina eccessivamente rigida e della microgestione che spesso ostacolarono le forze armate nel corso della storia.

I cavalli

GUERRA

Quando una monta era stanca, il cavaliere passava ad un'altra. Ciò li ha resi uno degli eserciti più veloci del mondo nonché uno dei più vulnerabile alla carenza di foraggio.

ALLEVAMENTO

Pelle per archi, scarpe e armature; sterco essiccato come combustibile; crine per corde, stendardi di battaglia, strumenti musicali e decorazioni per gli elmi.

Armi

L'arma principale delle forze mongole, in uso, con piccole variazioni, da oltre due millenni, era l'arco composito. La parte esterna è in legno, quella interna in corno (per resistere alla compressione) e il dorso in tendine (per resistere alla tensione), il tutto è tenuto insieme da semplice colla animale. Dato che la colla animale si scioglie in acqua, gli archi mongoli rischiavano di essere danneggiati dalla pioggia e dall'umidità. Gli archi venivano protetti avvolgendovi intorno delle strisce di corteccia di betulla impermeabile. Per una maggiore protezione, erano tenuti in una custodia di cuoio.

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Tecniche di combattimento
I mongoli praticavano molto comunemente la ritirata simulata, forse la tattica più difficile da eseguire sul campo di battaglia. Questo perché una finta disfatta tra truppe non addestrate può spesso trasformarsi in una vera disfatta se un nemico preme contro di essa. Fingendo disordine e sconfitta nel pieno della battaglia, i mongoli si giravano e fuggivano, solo per ruotare quando il nemico s'allargava in un fronte troppo ampio per inseguirli e distruggerlo in una nuova carica organizzata. Man mano che questa tattica diventava più nota al nemico, i mongoli estendevano le loro finte ritirate per giorni o settimane, per convincere falsamente gli inseguitori che erano stati realmente sconfitti, solo per caricare di nuovo una volta che il nemico avesse nuovamente abbassato la guardia o si fosse ritirato per unirsi al suo esercito principale.