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l'italia liberale

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L'Italia post-unitaria

È possibile individuare tre fasi dell’evoluzione politica che l’Italia conobbe tra il 1870, con la presa di Roma, e il 1914: 1) 1870-1887: declino della Destra storica e passaggio al governo della Sinistra;2) 1887-1901: esperimenti autoritari (Francesco Crispi);3) 1901-1914: età giolittiana.

indice

1- La Sinistra storica

2- Il governo Depretis

3- Il governo Crispi

4- Interruzione del governo Crispi

5- L'espansionismo coloniale

6- Da Crispi a Giolitti

7- L'età giolittiana

8- Le nuove elezioni

La Sinistra storica

Composta inizialmente da ex rivoluzionari e democratici moderati, prese il potere nel 1876 dopo le dimissioni di Marco Minghetti, l'ultimo presidente del Consiglio della Destra storica. Il cambiamento avvenne in parte grazie alla pressione di una nuova classe borghese e al malcontento verso le politiche fiscali della Destra (come la tassa sul macinato).

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Il governo Depretis

La legge Coppino

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Allargamento suffragio

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Trasformismo

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Protezionismo

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Il governo Crispi (1887)

  • Idealizzazione del modello tedesco di Bismarck
  • Stato liberale guidato dall'alto
  • Politica rigida e autoritaria
  • Mire espansionistiche
  • Codice Zanardelli
  • Lieve ampiamento del diritto di voto

Info

Interruzione del governo Crispi (1891-1893)

  • Nel 1891 Crispi dovette dimettersi perché la sua politica espansionistica era divenuta troppo dispendiosa.
  • Il governo passò brevemente a Giolitti, che aveva un politica diametralmente opposta a Crispi.
  • Nel 1893 il governo ritornò a Crispi a causa dello scandalo della banca di roma.

L'espansionismo coloniale

Da Crispi a Giolitti

1897

1896-98

1898

Sidney Sonnino, esponente della destra storica, propone il ritorno ad un'interpretazione conservatrice dello Statuto albertino

Governo di Antonio Di Rudinì

Moti di Milano

Governo di Luigi Pelloux

1898-1900

1900-1901

Governo di Saracco

Assassinio del re Umberto I

1900

1901-1903

1903-1914

Governo di Giuseppe Zanardelli

Governo di Giovanni Giolitti

Pascoli

L'età giolittiana

La linea politica di Giolitti

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Sostenitori e oppositori

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Riforme e innovazioni

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Guerra in Libia

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Le nuove elezioni

1913

Elezioni con suffragio maschile

Governo di Antonio Salandra

1912

Patto Gentiloni

Pelloux fu nominato dopo le dimissioni di Antonio di Rudinì, in un periodo di forti tensioni sociali culminate nei moti di Milano.Il suo governo si caratterizzò per un approccio autoritario e repressivo, in particolare con il tentativo di far approvare alcune leggi che restringevano la libertà di stampa, di associazione e di sciopero, nel tentativo di contenere la crescente agitazione socialista e anarchica.Le leggi proposte da Pelloux incontrarono una forte opposizione parlamentare, soprattutto dalla sinistra e dai socialisti, che misero in atto una strategia di ostruzionismo per bloccare le sue riforme.Di fronte all'impossibilità di superare l'opposizione e approvare le sue leggi repressive, Pelloux si dimise nel 1900.

Le banconote furono emesse clandestinamente, creando un buco finanziario enorme. Inoltre, la banca aveva concesso prestiti senza garanzie e favorito politici e imprenditori legati al potere.Nel 1892, durante il governo di Giovanni Giolitti, un'ispezione ufficiale rivelò l'entità delle irregolarità. Si scoprì che la Banca Romana aveva emesso quasi 40 milioni di lire in più rispetto a quanto autorizzato. Inoltre, vennero alla luce libri contabili paralleli che tenevano traccia delle operazioni illegali e dei favori concessi.Lo scandalo coinvolse anche alti esponenti politici, poiché molti di loro avevano ricevuto finanziamenti e prestiti dalla banca, tra cui lo stesso Giolitti.

Lo scandalo della Banca Romana

Uno dei più gravi scandali finanziari e politici che colpì l'Italia post-unitaria, scoppiato tra il 1892 e il 1894. Negli anni seguenti l'unificazione, il sistema bancario italiano era instabile e le principali banche emettevano moneta in modo autonomo. La Banca Romana era una delle sei banche autorizzate all'emissione di moneta. Nel tentativo di mantenersi a galla, aveva emesso banconote in eccesso, violando i limiti legali stabiliti. In altre parole, aveva prodotto più moneta di quanto fosse consentito e coperto le sue perdite con queste emissioni irregolari.

Nel 1911 Giolitti dichiarò guerra all’impero ottomano, che allora possedeva la Libia, e invase Tripoli. L’impresa militare ottiene un immediato successo sulle coste libiche, ma difficoltà maggiori nell’entroterra desertico. Il conflitto si concluse nell’ottobre 1912 con la pace di Losanna, che riconosceva all’Italia la sovranità politica sulla Libia in cambio del pagamento di una parte del debito pubblico turco.

  • Nuova classe borghese emersa dalla recente industrializzazione;
  • Riformisti moderati (liberali progressisti)
  • Agrari del Mezzogiorno

Sostenitori della Sinistra storica

Espansione in Etiopia sotto il governo Crispi

"Lo Statuto non ammette che il potere esecutivo sia sottomesso al capriccio delle mutevoli maggioranze parlamentari, ma lo vuole saldo nelle mani del re, che, attraverso i suoi ministri, governa nell'interesse della Nazione tutta, non di particolari fazioni. È necessario tornare a quella sana divisione dei poteri che lo Statuto sancisce, restituendo al re e ai suoi ministri l’autorità che loro compete, per difendere lo Stato dagli abusi delle maggioranze volubili."

Torniamo allo Statuto

L'articolo fu pubblicato nel 1897 sul quotidiano "La Nuova Antologia", una delle principali riviste italiane dell'epoca.In questo articolo, Sonnino delinea la sua proposta di ritorno a una più rigida interpretazione dello Statuto Albertino, che da Cavour era stato intepretato in favore di un maggior potere decisionale al parlamento.

La crisi di fine secolo e i moti di Milano

Gli ultimi anni dell’Ottocento furono caratterizzati da forti contrasti tra le forze politiche, da proteste da parte della popolazione a causa dell’inflazione, dell’introduzione di nuove tasse e del conseguente aumento dei prezzi tali da poter parlare di una crisi di fine secolo.La tensione esplose nella primavera del 1898, quando un improvviso aumento del prezzo del pane causò un’ondata di proteste da parte di una popolazione composta da diversi ceti (sia contadini che politici dell’opposizione) in diverse città italiane.

Di particolare rilievo fu quella avvenuta a Milano nel 1898, in cui Bava Beccaris, generale addetto al mantenimento dell’ordine, in accordo con il governo Rudinì e il re, represse la sommossa sparando sulla folla.

Riforme durante il governo Giolitti:

  • Nazionalizzazione dell’assicurazione e fondazione dell’INAIL, l’Istituto nazionale delle assicurazioni;
  • Tentò alcune leggi per le industrializzazioni del Sud con scarsi risultati;
  • Propose una nuova legge elettorale: suffragio universale maschile, quindi indipendentemente dal censo;
Ulteriori innovazioni:
  • Nel 1904, in seguito all’uccisione da parte dell’esercito di alcuni minatori nel corso di una manifestazione in Sardegna, la corrente rivoluzionaria del partito socialista emanò il primo sciopero generale nel corso della storia d’Italia. Dalla necessità di una maggiore organizzazione, nacque anche il sindacato della Confederazione generale del lavoro CGL (1906).
  • Nel 1904 nacque un movimento, Democrazia cristiana, fondato dai sacerdoti Romolo Murri e Luigi Sturzo, di matrice riformista che sosteneva il suffragio universale, il decentramento amministrativo e la legislazione sociale.

Giolitti, esponente della Sinistra storica, fondò il vero e proprio Partito Liberale. La linea politica perseguita da Giolitti prevedeva: • interventismo sociale per risolvere il malcontento della popolazione tramite la ricerca del dialogo e la sospensione delle misure repressive degli scioperi; • ricerca dell’appoggio della borghesia industriale; • tentativi di rimanere al potere creando un blocco elettorale al nord e un sistema clientelare al sud

VS

Oppositori

  • Sinistra rivoluzionaria del PSI
  • Alcuni personaggi politici di rilievo come Sidney Sonnino e Gaetano Salvemini
  • Intellettuali futuristi e dannunziani

Sostenitori

  • Membri del partito Liberale
  • Sinistra riformista del PSI

Agostino Depretis (1813-1887) è stato un importante politico e statista italiano, noto per il suo ruolo di primo ministro del Regno d'Italia durante il periodo della Sinistra storica dal 1876 al 1887 (con alcune interruzioni).

Francesco Crispi

Francesco Crispi (1818-1901) è stato un importante politico italiano, considerato uno dei protagonisti del Risorgimento e dell'Italia post-unitaria. Leader della Sinistra storica, svolse un ruolo di primo piano nella politica italiana, ricoprendo più volte la carica di primo ministro.Dopo il fallimento della rivoluzione siciliana, Crispi fuggì in esilio, dove si avvicinò al movimento mazziniano e divenne uno stretto collaboratore di Giuseppe Mazzini. Partecipò attivamente ai movimenti per l'unità d'Italia, giocando un ruolo importante nella spedizione dei Mille al fianco di Giuseppe Garibaldi nel 1860.

Il 3 novembre 1903 Zanardelli rassegna le dimissioni a causa di gravi problemi di salute e il suo posto viene preso da Giovanni Giolitti, che rimane a capo del governo quasi ininterrottamente fino alla Prima guerra mondiale.La sua azione sarà così incisiva che, per indicare quel periodo, si è soliti parlare di “età giolittiana”.

Il nuovo re Vittorio Emanuele III esprime la volontà di abbandonare ogni forma di autoritarismo repressivo e di aprirsi al dialogo. Nel 1901, affida il nuovo governo al leader della sinistra liberale Giuseppe Zanardelli, che nomina come ministro degli Interni Giovanni Giolitti. Il 4 febbraio 1901, durante un dibattito parlamentare sugli scioperi operai avvenuti a Genova contro lo scioglimento della Camera del lavoro, Giolitti esprime una concezione nuova del rapporto tra Stato e società. Nel suo intervento, ribadisce l’importanza che i governi si mantengano neutrali rispetto ai conflitti nel mondo del lavoro; anziché considerare le organizzazioni sindacali con ostilità, lo Stato deve valutare la possibilità di un confronto allargato a tutte le parti in causa. Solo con un simile atteggiamento è possibile ricomporre i conflitti sociali. Durante il governo Zanardelli vengono realizzate alcune significative riforme in direzione di un miglioramento delle condizioni di vita degli operai, delle forme assicurative e della gestione dei servizi pubblici.

Antonio Di Rudinì

Tornò al governo dopo la caduta di Crispi a seguito della disastrosa sconfitta italiana ad Adua.Cercò di stabilire una politica di distensione, riducendo le spese militari e adottando un atteggiamento più prudente in politica estera, allontanandosi dalle ambizioni coloniali.Tuttavia, il suo mandato fu caratterizzato da gravi tensioni sociali, con scioperi e proteste legate all'aumento del costo della vita e alla fame.

Discorso pronunciato da Giovanni Pascoli il 28 ottobre 1911 dove esprime il suo fervente nazionalismo.