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Sequenza Didattica Storia
Adriana Laperuta
Created on October 22, 2024
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Transcript
I valori della pace e della cooperazione
Il cosmopolitismo
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La guerra segna da millenni la storia dell'umanità e anche oggi sono in corso numerosi conflitti in varie parti del mondo. Tuttavia, l'esigenza della pace e il ripudio della violenza sono antichi quanto la guerra.
il ripudio della guerra e gli organismi internazionali
Già alla fine del Settecento il filosofo tedesco Immanuel Kant aveva sostenuto che lo strumento più efficace per raggiungere tale scopo fosse quello di costruire un organismo sovranazionale cui demandare il compito di assicurare la libertà di tutti gli Stati e di dirimerne le controversie. Il suo pensiero riguardo la pace fra le nazioni lo ritroviamo nel trattato "Per la Pace Perpetua".
Che cosa hanno detto i Filosofi in merito?
COME SI PUò GARANTIRE IN CONCRETO LA PACE O LIMITARE IL PIù POSSIBILE L'USO DELLA FORZA FRA GLI STATI?
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Dopo la fine della Prima Guerra Mondiale, molti si posero l'obiettivo di evitare che una tale catastrofe potesse ripetersi e un primo concreto tentativo fu realizzato nel 1919, con la costituzione della Società delle Nazioni. Tale organismo politico avrebbe dovuto promuovere la cooperazione internazionale e contribuire a risolvere per via diplomatica i conflitti tra gli Stati. La società delle Nazioni fu soppressa il 19 Aprile 1946 in seguito al fallimento rappresentato dalla Seconda Guerra Mondiale. Il secondo conflitto mondiale fu ancora più devastante del precedente. Avvenne una strage di civili vittime di operazioni di sterminio e bombardamenti che culminò con l'utilizzo da parte degli USA, delle bombe nucleari sulle città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki che causarono più di 200 000 morti.
La prima bomba nucleare fu scoperta dal fisico e teorico statunitense Robert Oppenheimer. Da quel momento iniziò la corsa agli armamenti nucleari che si intensificò tanto da rischiare di incombere a una vera e propria distruzione dell'intera umanità.
IL RIPUDIO DELLA GUERRA NELLA COSTITUZIONE ITALIANA
Da quel momento divenne pressante l'obiettivo di gestire pacificamente i rapporti fra le nazioni. La condanna della guerra si tradusse nell'esplicita formulazione della Costituzione approvata dopo il 1945. Cita l'articolo 11 della Costituzione Italiana: ARTICOLO 11: " L'Italia ripudia la guerra come strumento di Offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali." Il ripudio della guerra implica però anche l'impegno ad adoperarsi con ogni mezzo perché essa venga bandita dai rapporti internazionali L'Italia, pertanto, si impegna a sostenere le organizzazioni sovranazionali finalizzate ad assicurare pacifiche relazioni tra gli Stati, e accetta le limitazioni che tali organismi politici, pongono alla sovranità delle Nazioni che vi aderiscono.
Esiste una guerra giusta?
La questione riguarda sia lo ius in bello, cioè il diritto nel fare la guerra; Sia lo ius ad bellum, cioè il diritto a fare la guerra. Per quanto riguarda lo ius in bello si è gradualmente riconosciuto che l'uso della forza nell'ambito di un conflitto armato deve: 1- Essere limitato ai combattimenti e interessare soltanto collateralmente la popolazione civile; 2- Essere circoscritto agli obiettivi militari; 3- Escludere armi particolarmente micidiali; 4- Essere limitato alle zone di guerra. Dal punto di vista dello ius ad bellum invece si è affermato che la guerra è ammissibile soltanto come reazione contro un attacco nei confronti di uno Stato che è autorizzato a reagire con la forza.
Esiste una guerra giusta?
La teoria della guerra giusta è stata condivisa: Dalla Chiesa Cattolica con la riflessione del vescovo archeologo Agostino da Ippona. La chiesa sembra aver imboccato una strada differente con l'ascesa al soglio pontificio nel 2013 di Papa Francesco che in un'intervista ha affermato che la sola cosa giusta è la pace. Dal Nazionalismo del tardo Ottocento che affermava che la guerra non era vista come una scelta estrema ma come un momento decisivo di affermazione della nazione. Il nazionalismo fu un'ideologia vincente che la teoria dell'evoluzione di Darwin giustificava e la affermava come tale. Difatti per il darwinismo sociale è assurdo parlare di diritti dell'uomo, dato che così come non ci sono per gli animali così non debbano esistere per l'uomo; non ammette un'uguaglianza degli individui ma una gerarchia di razze, cui la superiore è la razza ariana ovvero un gruppo razziale a cui apparterrebbero i popoli di origine europea.
Il rifiuto radicale della guerra è proprio del pacifismo che si fonda sul principio per cui una guerra giusta semplicemente non può esistere. Per il pacifismo perfino una guerra mossa in base alle esigenze di abbattere una dittatura o di ristabilire il diritto internazionale è per definizione ingiusta, perché l'inevitabile scia di sofferenze che essa comporta rappresenta un prezzo inaccettabile.
il pacifismo
GLI ORGANISMI INTERNAZIONALI
Nella costruzione di un mondo privo di conflitti è di fondamentale importanza il ruolo svolto dagli organismi sovranazionali cui gli Stati aderiscono in vista degli obiettivi comuni della cooperazione e della pace. Il primo di essi, la Società delle Nazioni, venne sciolto nel 1946; l'anno prima era infatti stata istituita l'Organizzazione delle Nazioni Unite che ne ereditò gran parte delle funzioni. La carta delle Nazioni unite venne firmata a San Francisco nel 1945; L'Onu nasceva sotto buoni auspici, perché vi aderirono fin dall'inizio ben 51 stati. Negli anni successivi entrarono a far parte dell'ONU numerosi altri Paesi tra cui l'Italia nel 1955; oggi i membri delle Nazioni Unite sono 193 cioè la quasi totalità dei 205 Stati esistenti nel mondo.
Il conflitto israelo-palestinese nasce da una questione apparentemente semplice: due popoli rivendicano il medesimo territorio. Gli israeliani ritengono di avere il diritto di controllare la Palestina perché è il luogo di nascita del popolo ebraico; i palestinesi sostengono che abitavano il territorio prima degli israeliani e ne sono stati cacciati con la forza. Il conflitto è iniziato nella prima metà del Novecento e si è inasprito dopo la fondazione dello Stato di Israele. Tutt'oggi questo è un conflitto aperto e se ne parla assiduamente.
La guerra è un rischio sempre attuale?
Nel mondo sono attivi 56 conflitti, il numero più alto mai registrato dalla fine della Seconda guerra mondiale. È il dato che emerge dall’edizione 2024 del Global peace index, pubblicato a giugno dall’Institute for Economics & Peace. L’anno scorso si sono registrati 162mila decessi legati ai conflitti. È il secondo numero più alto mai registrato negli ultimi 30 anni, con i conflitti in Ucraina e Gaza responsabili di quasi tre quarti delle morti.
La guerra è un rischio sempre attuale?
CONSIGLIO DI SICUREZZA
Ha la competenza di ammissione o espulsione di Stati membri
L'assemblea si occupa anche di garantire la pace, ma in merito a ciò non ha poteri vincolanti.
Lo fa attraverso gli eserciti dei singoli Stati.
Può intervenire militarmente per la sicurezza internazionale
Ne fanno parte tutti i Paesi aderenti.
Ha competenze vincolanti verso tutti gli Stati membri dell'ONU.
ASSEMBLEA GENERALE
ONU
Furono esclusi dal novero dei membri permanenti i Paesi sconfitti, tra cui la Germania, il Giappone e l'Italia.
LA COMPOSIZIONE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU
E' composto da 15 Stati, 10 dei quali vengono eletti ogni due anni dall'Assemblea generale, mentre gli altri 5 membri sono permanenti. Essi sono RUSSIA, USA, FRANCIA, GRAN BRETAGNA E CINA.
Le decisioni del consiglio dell'ONU vengono prese a maggioranza qualificata di nove voti, ma i membri permanenti godono del diritto di veto.
L'Agenda 2030
I principi alla base dell'ONU sono ripresi nell'Agenda 2030. Nella prospettiva delle nuove sfide globali, particolarmente significativa è stata l'adozione dell'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile. L'Agenda è articolata in 17 obiettivi e 169 traguardi specifici che gli Stati si impegnano ad attuare entro l'anno 2030.
Development 1
A partire dagli ultimi anni del Novecento processi di globalizzazione economica, lo sviluppo delle tecnologie dell'informazione e l'emergere di gravi problemi ambientali a livello planetario hanno reso necessaria l'esigenza che le principali questioni in tali ambiti venissero affrontate dagli Stati attraverso una azione coordinata.
Nasce l'OSCE che si occupa di studi economici e sociali mettendo le esperienze dei diversi paesi membri.
Nasce la FAO che si imoegna a favorire il miglioramento dell'alimentazione e lo sviluppo dell'agricoltura.
Nasce l'UNESCO che si propone di diffondere la cultura e di difendere il patrimonio artistico e culturale dell'umanità.
Nace l'UNICEF che si occupa di assistere i bambini dei Paesi in via di sviluppo.
La Nato è un'alleanza politico-militare di cui fanno parte i Paesi che aderiscono al Patto Atlantico. La Nato nacque nel 1949 nel contesto della cosiddetta Guerra Fredda che vedeva schierati USA e Unione Sovietica. SCOPO DELLA NATO: coordinare le forze militari dei paesi aderenti in funzione della difesa collettiva dell'URSS. In risposta alla nascita della NATO, l'URSS costituì nel 1955 una propria alleanza con gli stati dell'Europa Orientale, che prese il nome di Patto di Varsavia. Con la fine dell'URSS, il Patto di Varsavia fu sciolto e numerosi Stati dell'est Europa adeririono alla NATO.
LA NATO
L'UNIONE EUROPEA
Un ruolo determinante nel garantire la pace e nel tutelare i diritti umani è svolto dall'Unione Europea; la sua bandiera, su cui è raffigurato un cerchio di 12 stelle dorate su un fondo blu, vuole essere simbolo di unità, solidarietà ed armonia tra i popoli europei. Si voleva un'Europa unificata e tale unificazione avvenne grazie all'invenzione del Mercato comune europeo in cui le merci potevano circolare liberamente. La nascita dell'UE è stata garantita con l'approvazione del Trattato di Lisbona. Al 2021, con l'uscita del Regno Unito, l'Ue contava 27 Stati membri. Successivamente con la firma del Trattato di Maastricht si diede il via all'organismo politico della comunità Europea e si è assistito alla nascita di una moneta unica, l'euro.
Il Trattato di Maastricht è un documento cruciale che ha segnato l'evoluzione dell'Unione Europea verso una maggiore integrazione politico-economica. Ha posto le basi per l'attuale struttura dell'UE e continua a influenzare le politiche europee contemporanee, rendendo l'analisi del trattato e delle sue implicazioni storiche e politiche fondamentale per comprendere la dinamica dell'Unione Europea oggi. IlTrattato di Maastricht, ufficialmente noto come Trattato sull'Unione Europea, è stato firmato il 7 febbraio 1992 nella città olandese di Maastricht ed è entrato in vigore il 1° novembre 1993. Questo trattato ha avuto un ruolo fondamentale nella creazione dell'Unione Europea (UE) e ha segnato un'importante tappa nell'integrazione europea.I punti principali previsti dal trattato sono:1. Creazione dell'Unione Europea: Il trattato stabilisce una nuova entità giuridica, l'Unione Europea, che si fonda su tre pilastri: le Comunità europee (che includeva la Comunità economica europea), la politica estera e di sicurezza comune (PESC) e la cooperazione in materia di giustizia e affari interni.2. Unione economica e monetaria: Uno degli obiettivi principali del trattato era la creazione di una moneta unica europea, l'euro. Il trattato definiva i criteri di convergenza che i paesi membri dovevano rispettare per adottare l'euro.3. Ampliamento delle politiche comunitarie: Il trattato ampliava le competenze dell’Unione in vari settori, come l'ambiente, l'occupazione, la salute e la giustizia, introducendo anche una maggiore cooperazione tra gli stati membri.4. Struttura istituzionale: Il Trattato di Maastricht ha portato a significative modifiche nelle istituzioni europee, aumentando i poteri del Parlamento europeo e introducendo nuove procedure decisionali, inclusa la maggioranza qualificata in alcune aree.5. Cittadinanza europea: Ha introdotto il concetto di cittadinanza europea, che conferisce ai cittadini degli stati membri diritti aggiuntivi, come il diritto di circolare e risiedere liberamente in qualsiasi paese dell’UE
TRATTATO DI MAASTRICHT
È stata fondata per promuovere la cooperazione economica e la stabilità dopo la Seconda Guerra Mondiale. Gli obiettivi principali dell'UE sono: 1. *Promuovere la pace e la stabilità*: Favorire relazioni pacifiche tra i Paesi membri. 2. *Integrazione economica*: Creare un mercato unico, riducendo le barriere commerciali e permettendo la libera circolazione di beni, servizi, persone e capitali. 3. *Politiche comuni*: Coordinare politiche in vari settori, come l'agricoltura, la pesca, la sicurezza e la giustizia. 4. *Diritti dei cittadini*: Garantire la protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Le istituzioni principali dell'UE includono la Commissione Europea, il Parlamento Europeo e il Consiglio dell'Unione Europea, che lavorano insieme per creare e attuare leggi e politiche. L'Unione Europea si impegna a rispondere a sfide globali come il cambiamento climatico, la migrazione e le crisi economiche, cercando sempre di mantenere l'unità e la cooperazione tra i suoi membri.
L'UNIONE EUROPEA
Il Trattato di Schuman
Il Trattato di Schuman, firmato il 18 aprile 1951, è un accordo fondamentale per la creazione della Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio (CECA). Proposto dal ministro degli Esteri francese Robert Schuman, il trattato mirava a unire le risorse di carbone e acciaio di Francia e Germania, con l'obiettivo di promuovere la cooperazione economica e prevenire conflitti futuri in Europa dopo le devastazioni della Seconda Guerra Mondiale. Il trattato stabiliva un'autorità comune che gestiva la produzione e la distribuzione di questi materiali strategici, coinvolgendo anche altri paesi europei. La CECA è considerata il primo passo verso l'integrazione europea, che ha portato alla creazione dell'Unione Europea e ad un'economia più unita e pacifica nel continente. In sintesi, il Trattato di Schuman è stato fondamentale per la cooperazione europea e per la costruzione di un'Europa unita, promuovendo la pace e la stabilità attraverso l'integrazione economica.
Il Trattato CEE, o Trattato di Roma, è stato firmato nel 1957 e ha dato vita alla Comunità Economica Europea. Il suo obiettivo principale era quello di creare un mercato comune tra i sei paesi fondatori: Belgio, Germania Ovest, Francia, Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi. Il trattato prevedeva la libera circolazione di beni, servizi, persone e capitali tra gli stati membri, promuovendo così l'integrazione economica e la crescita. Inoltre, ha gettato le basi per ulteriori collaborazioni politiche e sociali. Nel corso degli anni, la CEE è evoluta e ha portato alla creazione dell'Unione Europea, ampliando il numero di paesi membri e integrando nuove politiche in vari settori.
Il trattato CEE
Il trattato Ventotene è stato redatto nel 1941 da un gruppo di esuli antifascisti italiani, tra cui Altiero Spinelli, il manifesto si colloca in un periodo di guerra mondiale e di crisi dei valori democratici. Il manifesto propone l'abolizione della divisione in stati nazionali, sostenendo che solo un'Europa unita può garantire pace e stabilità. Viene criticato il sistema economico attuale, che perpetua disuguaglianze e sfruttamento. Si propone un'economia che soddisfi i bisogni fondamentali dell'umanità, piuttosto che i desideri di pochi privilegiati. Si denuncia la crescita dei corpi burocratici e la loro tendenza a mantenere il potere, a scapito della partecipazione democratica e della rappresentanza popolare. Il manifesto immagina una società in cui la libertà politica sia accompagnata da una reale dignità sociale, in cui ogni individuo possa partecipare attivamente alla vita collettiva. Si sottolinea l'importanza dell'educazione e della cultura come strumenti per formare cittadini consapevoli e attivi, capaci di contribuire a una società giusta e solidale. Il manifesto si oppone fermamente ai regimi totalitari e reazionari, evidenziando come questi siano nemici della libertà e della giustizia sociale. Si critica l'alleanza tra la Chiesa cattolica e i regimi autoritari, sostenendo la necessità di uno stato laico che garantisca la separazione tra religione e politica.Il manifesto enfatizza la necessità di una riforma sociale che garantisca diritti e opportunità per tutti, in particolare per le classi lavoratrici, storicamente oppresse