Il Mito della Dea Madre by Salvatore Avezzano
Camillo Benso conte di cavour
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Transcript
Il Mito della Dea Madre
Start
Indice
La Dea Madre scolpita e il Cacciatore dipinto
I due miti fondamentali
La conpenetrazione tra i due miti
Lo Sciamano mediatore tra i due miti
La perdita del mito della Dea Madre nell'Eta del Bronzo
La trasformazione del Mito del Cacciatore nel Mito dell'eroe/guerriero
L'universalità del mito della Dea Madre nella psiche
Il Dio Padre superiore al creato
La presenza del mito della Dea Madre in ogni religione del mondo
La Dea Madre scolpita e il Cacciatore dipinto
Molte storici si chiedono perchè i due miti fondamentali del Paleolitico, ovvero quello della Dea Madre e quello del cacciatore, fossero rappresentati attraverso solo la scultura per il primo e solo la pittura per il secondo; La spiegazione è che questi due figure facevano parte di due distinti pensieri, cioè quello della Dea Madre che rappresentava la fertilità e la creazione e quello del cacciatore che era una visione della quotidianità molto drammatizzata.
I due miti fondamentali
La distinzione tra scultura e pittura ci fa capire che il mito della Dea Madre e il mito del Cacciatore fossero, in origine, i due miti fondamentali del Paleolitico.Il mito della Dea Madre è intrinsecamente legato alla fertilità e alla sacralità della vita in ogni sua forma, mentre il mito del cacciatore riguarda la lotta per la sopravvivenza e la necessità di uccidere per vivere, spezzando costantemente la visione eterna del tutto della Dea Madre
La conpenetrazione tra i due miti
Nella storia della Dea Madre, cacciatore e cacciato sono importanti l'uno per l'altro, quindi si può dire che sono in una relazione continua contenuta nel mito della Dea Madre; Questa relazione, però è asimmetrica, cioè il mito della Dea Madre contiene quello del cacciatore e non il contrario, ciò perché cacciatore e cacciato competono per la sopravvivenza e la maggior parte delle volte la sopravvivenza di uno significa la morte dell'altro
Lo Sciamano mediatore tra i due miti
Gli sciamani svolgevano un ruolo cruciale nel mantenere viva la relazione tra il mito della Dea e quello del cacciatore. Come mediatori tra il mondo umano e quello spirituale, gli sciamani scendevano nelle profondità delle caverne per accedere a una dimensione in cui i due miti erano riconciliati. Qui, essi sperimentavano stati trascendenti per ricordare alla tribù il legame tra la caccia, la sopravvivenza e la visione più ampia della vita. Questa funzione degli sciamani spiega l'importanza dei riti di caccia, che sopravvivono ancora in alcune culture tribali.
La perdita del mito della Dea Madre nell'Eta del Bronzo
Il mito della Dea riflette una visione morale del tempo e della vita, che è perdurata nel corso dei millenni grazie alla regolazione dei cicli naturali come sole, luna e stagione. Tuttavia, con l'Età del Bronzo, il mito della Dea perde la sua centralità a causa delle invasioni e della crescente competizione tra le tribù, che enfatizzano la sopravvivenza a scapito della sacralità della vita.
La trasformazione del Mito del Cacciatore nel Mito dell'eroe/guerriero
L'antico mito del cacciatore si trasforma nel mito dell'eroe-guerriero, oscurando progressivamente il mito della Dea, che viene relegato nell'inconscio collettivo dell'umanità. Tuttavia, tracce del mito perduto sono ancora presenti nelle leggende e religioni di ogni civiltà, suggerendo che la sua essenza continua a vivere, anche se in modo nascosto.
L'universalità del mito della Dea Madre nella psiche
Elementi come caverne, luna, serpente e animali selvatici rappresentano rappresentano la presenza del mito originale della Dea Madre. Questi simboli sono testimonianze viventi di una visione sacra della vita, che ci collegano alle radici profonde dell’esperienza umana.
Il Dio Padre superiore al creato
Le immagini religiose moderne tendono a rappresentare un dio padre distaccato dalla sua creazione e al di sopra di essa, mentre l'unità e la sacralità della vita persistono nella psiche umana, sopravvivendo al pensiero religioso patriarcale, che ha dominato gran parte della storia umana.
La presenza del mito della Dea Madre in ogni religione del mondo
L'ordine morale del Paleolitico non è morto; tracce del mito della Dea persistono in tutte le religioni del mondo, ricordando un sogno collettivo di vita e sacralità sulla Terra, che continua a influenzare le culture e religioni contemporanee.
La Caverna utero della Dea Madre
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Indice
La scoperta delle grotte paleolitiche
Le caverne come luogo di metamorfosi
La scacralità del rapporto tra umano e animale nel Paleolitico
Gli animali incarnazione del potere divino
Il dipinto è un atto etico che onora il legame tra umani e animali
Le doti degli Sciamani
Il Signore degli Animali Selvatici
Donne e uomini del paleolitico artiste/i
Artisti sciamani
La scoperta delle grotte paleolitiche
Poco più di cent’anni fa, si scoprì che l'umanità esisteva già durante l'era dei mammut, grazie alle importanti scoperte delle grotte paleolitiche in Spagna e Francia, come Altamira e Lascaux. Le ricerche a El Castillo hanno rivelato che l’Uomo di Neanderthal visse qui intorno al 186.000 a.C., precedendo l’Uomo Moderno. Queste scoperte hanno dimostrato che gli esseri umani non erano solo guerrieri e cacciatori, ma anche creatori di arte e rituali.
Le caverne come luogo di metamorfosi
Le grotte del sud-ovest della Francia sono considerate santuari dedicati alla Dea Madre, simbolizzando la sacralità e la connessione tra vita e morte. Questi luoghi rappresentavano l’utero della Dea Madre, offrendo un’esperienza di metamorfosi per gli individui che vi si avvicinavano. La caverna era vista come un legame tra passato e futuro, dove si svolgevano importanti riti.
La sacralità del rapporto tra umano e animale nel Paleolitico
Un aspetto fondamentale della cultura paleolitica era la venerazione degli animali, considerati sacri e maestri delle leggi naturali. A differenza della tradizione giudaico-cristiana, che invita a dominare la terra e gli animali, nel Paleolitico gli animali occupavano una posizione centrale dell'arte e della spiritualità, rappresentati con grande dettaglio e vivacità nelle grotte (Genesi 1:28).
Gli animali incarnazione del potere divino
Per i popoli paleolitici, gli animali erano fondamentali per la sopravvivenza, offrendo risorse come carne e pellicce. Erano considerati incarnazioni del potere divino, simboli di vita e rigenerazione. Ogni parte dell'animale era utilizzata con rispetto, in segno di gratitudine verso la Dea, sottolineando l'importanza spirituale degli animali nei rituali e nell'arte.
Il dipinto è un atto etico che onora il legame tra umani e animali
L’arte rupestre, come quella di Les Trois Frères e Lascaux, mostra scene di animali feriti, legate a riti propiziatori per la caccia. Queste rappresentazioni erano atti di onore, in cui gli uomini chiedevano "permesso" all'animale prima di cacciare, conferendo alla caccia un valore etico e spirituale.
Le doti degli Sciamani
Gli sciamani erano figure centrali nella cultura paleolitica, fungendo da mediatori tra il mondo umano e quello spirituale. Il loro scopo era quello di dare un senso infinitamente più profondo al ciclo umano di crescita, fioritura e decadimento. Attraverso trance e rituali, comunicavano con gli spiriti e gli animali sacri. Dotati di poteri speciali, guidavano la comunità nella guarigione, risolvendo conflitti e mantenendo l'armonia. La loro profonda connessione con la natura era fondamentale per preservare l'equilibrio all'interno della tribù.
Il Signore degli Animali Selvatici
Sopra la folla di animali, a Les Trois Frères, emerge una figura grande e impressionante detta lo “Stregone” o il “Maestro degli animali”. La figura è alta 76 cm e larga 38 cm. È l'unica pittura in nero e potrebbe rappresentare un animale-sciamano, confondendo umano e animale. Presenta piedi danzanti umani, occhi di leone o gufo, e caratteristiche di vari animali. La sua espressione misteriosa simboleggia l’animale antenato e invita a riflettere sul paradosso di essere umani e animali.
Donne e uomini del paleolitico artiste/i
L'arte è fondamentale per immaginare il passato, rivoluzionando la percezione dei nostri antenati primitivi. I magnifici dipinti rupestri del Paleolitico dimostrano che queste donne e uomini non erano solo cacciatori-raccoglitori, ma anche artisti straordinariamente raffinati. Questa scoperta complica la visione lineare dell'evoluzione umana, offrendo una nuova prospettiva sulla storia.
Artisti sciamani
L'artista e lo sciamano erano probabilmente la stessa persona, come sostenuto dagli artisti. Grazie al loro potere di ricreare animali sulle pareti delle caverne, stabilivano un legame tra la tribù e la sorgente della vita che animava sia gli esseri umani che gli animali. In questo modo, diventavano veicoli di quella forza creatrice, dando vita a forme di vita come manifestazione della loro stessa origine.
FINE
Grazie per la visione