Il Barocco
Maria Domenica Iaquinto
Created on October 22, 2024
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Transcript
IL BAROCCO E GIANBATTISTA MARINO
Arianna Visconti, Mario Argosa, Maria Domenica Iaquinto, Alessio Razzano, Luca Rossi, Giulia Vigliotti
Il Barocco è un movimento culturale e artistico che nasce in Italia alla fine del XVI secolo, diffondendosi rapidamente in tutta Europa fino alla metà del XVIII secolo. Esso trova espressione in diverse forme d’arte, tra cui pittura, scultura, architettura, musica e letteratura, e si distingue per il suo carattere esuberante, drammatico e sensoriale. Il Barocco rappresenta una reazione al classicismo rinascimentale, enfatizzando la teatralità, l’emotività e la ricerca della meraviglia, in un contesto storico di profonde trasformazioni sociali, politiche e religiose.
Controriforma e Chiesa Cattolica
Crisi e instabilità del Seicento
Monarchie assolutistiche e potere politico
CONTESTO STORICO
La letteratura barocca, come le altre arti del periodo, si distingue per la sua ricchezza espressiva e la sua complessità, sia stilistica che tematica. Si sviluppa in un contesto storico segnato da instabilità politica, conflitti religiosi e crisi sociali, in particolare durante la Guerra dei Trent'anni (1618-1648) e la Controriforma. Questi eventi influenzano profondamente la sensibilità degli scrittori dell'epoca, che attraverso l'elaborazione linguistica e stilistica cercano di riflettere la precarietà dell'esistenza, l'illusione della realtà e il contrasto tra il trascendente e il terreno.
La Letteratura Barocca
-Precarietà e fugacità della vita-Contrasto tra realtà ed apparenza-Il concetto di "Meraviglia"-Tensione tra sacro e profano
I Temi Principali...
Il tema del “Memento mori” nella letteratura barocca è uno degli aspetti centrali che riflette il clima di inquietudine esistenziale del periodo.L’espressione latina “memento mori” significa “ricorda che devi morire” ed evoca una riflessione profonda sulla caducità della vita umana, la vanità delle ambizioni terrene e l’inevitabilità della morte. Questo tema attraversa la cultura barocca in modo trasversale, collegandosi non solo alla letteratura, ma anche all’arte, alla filosofia e alla religione.
Il "Memento Mori"
Temi Principali
1. Il contesto storico e culturale
4. Il "Carpe Diem" come risposta al "Memento Mori"
3. Le Vanitas nella letteratura e nell'arte
2. La letteratura barocca e la caducità
- Teatro
- Poesia
Nella letteratura, il “Memento mori” viene trattato attraverso una serie di simboli e immagini che evocano la fragilità della condizione umana. L’uso di metafore come il passaggio del tempo, la bellezza che sfiorisce, il potere effimero, e la costante presenza della morte è ricorrente nei poeti barocchi. Due dei principali generi letterari in cui questo tema trova ampio spazio sono:
LA VITA IN 3 TAPPE
Parigi, "L'Adone" e il ritorno a Napoli (1615-1625)
Poeta di corte a Torino e il conflitto con Murtola (1608-1615)
Il primo periodo a Roma e Ravenna (1569-1606)
GIOVAN BATTISTA MARINO
opere minori, ma significative per comprendere l’interesse di Marino per i temi sacri e cerimoniali.
Fu un autore prolifico, la cui produzione letteraria spazia dalla poesia lirica al poema epico, passando per la prosa sacra e pastorale
La Sampogna
DICERIE SACRI E EPITAMI
LA GALERIA
RIME
Una raccolta di idilli pastorali che esplora l'amore e la natura con uno stile leggero e delicato.
un’opera concepita inizialmente come descrizione poetica di opere d'arte (quadri e sculture), testimonia l’interesse di Marino per le arti visive e i suoi legami con artisti dell’epoca come Caravaggio.
Una raccolta di poesie liriche che segna il primo grande successo di Marino. Le "Rime" si distaccano dal modello petrarchesco classico, abbracciando temi
L'ADONE
un poema epico-mitologico in cui Venere e Adone sono protagonisti di una lunga e intricata narrazione che celebra l'amore e la bellezza, ma che è anche intrisa di erudizione, mitologia e immaginazione.
LE OPERE
GLI ANTIMARINISTI
I MARINISTI
I marinisti, affascinati dalle sue innovazioni stilistiche, apprezzavano la capacità di Marino di stupire il lettore con metafore ardite, l’uso sapiente della retorica e la creazione di immagini insolite e spettacolari. Nonostante fossero attratti dalla scienza moderna, i marinisti rimasero legati a una visione del mondo ancora dominata dal mito.
Gli antimarinisti, invece, rappresentavano il fronte della tradizione classica, con un ritorno alla semplicità e alla sobrietà. Sottolineavano l’importanza dell’eredità petrarchesca e la moralità imposta dalla Controriforma. Tra i più celebri antimarinisti vi furono poeti come Gabriello Chiabrera, che cercava di reintrodurre la forma della poesia antica, e gli intellettuali legati alla corte di Papa Urbano VIII.
La disputa tra Marinisti e Antimarinisti
opere minori, ma significative per comprendere l’interesse di Marino per i temi sacri e cerimoniali.
Fu un autore prolifico, la cui produzione letteraria spazia dalla poesia lirica al poema epico, passando per la prosa sacra e pastorale
La Sampogna
DICERIE SACRI E EPITAMI
LA GALERIA
RIME
Una raccolta di idilli pastorali che esplora l'amore e la natura con uno stile leggero e delicato.
un’opera concepita inizialmente come descrizione poetica di opere d'arte (quadri e sculture), testimonia l’interesse di Marino per le arti visive e i suoi legami con artisti dell’epoca come Caravaggio.
Una raccolta di poesie liriche che segna il primo grande successo di Marino. Le "Rime" si distaccano dal modello petrarchesco classico, abbracciando temi
L'ADONE
un poema epico-mitologico in cui Venere e Adone sono protagonisti di una lunga e intricata narrazione che celebra l'amore e la bellezza, ma che è anche intrisa di erudizione, mitologia e immaginazione.
LE OPERE
L'ADONE
"L'Adone" di Giovan Battista Marino è considerato un punto di svolta nella letteratura italiana per diverse ragioni stilistiche e concettuali.L'Adone di Giovan Battista Marino, pubblicato nel 1623 a Parigi, è un'opera mitologica della letteratura barocca. Con i suoi oltre 4.000 versi suddivisi in venti canti,. L'Adone dissolve il classico concetto di epopea, introducendo il concetto di relativismo, in cui tutto è apparenza e può essere costantemente rovesciato nel suo contrario.
Il poema racconta la storia d'amore tra Adone e Venere. Dopo un naufragio, Adone approda sull'isola di Cipro, dove incontra Venere, che si innamora di lui a causa di una freccia scagliata da Cupido. I due vivono un lungo idillio amoroso, ma Marte, geloso, cerca di separarli. Adone, nonostante l'anello magico che lo protegge, cade in una serie di peripezie, inclusa la prigionia nella dimora della maga Falsirena. Tornato a Cipro, sorprende Venere e Marte insieme, ma dopo vari eventi, Adone viene proclamato re di Cipro. L'opera culmina tragicamente con la morte di Adone: durante una caccia, un cinghiale, istigato da Marte, lo uccide con un morso mortale. Venere, addolorata, celebra una serie di giochi in suo onore.
LA TRAMA...
Il relativismo: Nell'Adone tutto è in costante mutamento, niente è stabile o assoluto. Le cose appaiono continuamente diverse e possono trasformarsi nel loro contrario, a sottolineare una visione del mondo relativista. Marino gioca con le illusioni e ribalta continuamente le aspettative del lettore.
02
Il piacere sensuale: Il tema del piacere, e in particolare dell’amore sensuale, è centrale. L'amore tra Adone e Venere, l’esaltazione della bellezza e del corpo sono trattati senza vincoli morali o politici, mettendo in evidenza un'epopea dei sensi. Il piacere non è arginato da limiti sociali o religiosi, ma è celebrato in tutta la sua pienezza.
01
TEMI PRINCIPALI
03
Il corpo umano: Marino descrive il corpo umano in maniera dettagliata e scientifica, riflettendo l’interesse del suo tempo per la medicina e la fisiologia. Il corpo non è più visto come un simbolo trascendente legato a una dimensione sacra, ma come una macchina terrena, composta da parti meccaniche. Questo approccio rispecchia una visione materialista e terrena, in cui il corpo è oggetto di studio e ammirazione per la sua complessità fisica, non per il suo legame con l'anima o il divino.
In definitiva, l'Adone è un'opera complessa e stratificata, che fonde mito, sensualità e riflessioni filosofiche, collocandosi come spartiacque tra la poesia classica e le nuove tendenze della modernità barocca.
"VENERE E ADONE" di Tiziano
Il dipinto di Tiziano è una delle versioni più famose del mito. Raffigura il momento in cui Venere, innamorata, cerca di trattenere Adone, che sta per partire per la caccia. Tiziano usa colori ricchi e tonalità calde, tipici della sua pittura, per esprimere la sensualità di Venere e la tensione drammatica della scena. Venere è raffigurata inginocchiata, aggrappata al corpo di Adone con espressione disperata, mentre Adone, in posizione di distacco, sembra determinato ad allontanarsi. L'opera, con la sua composizione dinamica e il contrasto emotivo tra i due personaggi, simboleggia la bellezza fragile e l'inevitabilità della perdita, temi molto cari al Barocco.
L’arte barocca è uno stile artistico che si sviluppò in Europa tra il XVII e il XVIII secolo, caratterizzato da drammaticità, movimento e ricchezza decorativa. Gli artisti barocchi cercavano di coinvolgere emotivamente lo spettatore, rappresentando scene vivaci e dinamiche, spesso utilizzando forti contrasti di luce e ombra, noto come chiaroscuro, per creare profondità e intensità. Le opere sono ricche di dettagli e ornamenti, sia in pittura che in architettura, dove le facciate di chiese e palazzi sono sfarzosamente decorate. I temi principali includono soggetti religiosi, in risposta alla Controriforma, ma anche storie mitologiche e scene di vita quotidiana. Tra i più celebri artisti barocchi ci sono Caravaggio, noto per il suo uso drammatico della luce, Bernini, famoso per le sue sculture e opere architettoniche, e Rubens, apprezzato per i suoi dipinti ricchi di colore e movimento. In sintesi, l’arte barocca è un’espressione intensa e spettacolare della vita e delle emozioni umane.
L'Arte Barocca
"Ragazzo con canestro di frutta" di Caravaggio
Un'altra opera di Caravaggio che affronta il tema della vanitas è "Ragazzo con canestro di frutta". In questo dipinto, il giovane tiene un cesto colmo di frutta, ma osservando con attenzione, la freschezza della frutta è solo apparente: alcuni frutti, come le foglie di fico e l'uva, mostrano segni di appassimento e imperfezioni, un rimando simbolico alla decadenza e alla caducità della bellezza e della giovinezza. Questa rappresentazione raffinata della natura morta, sebbene non includa simboli espliciti come il teschio, suggerisce comunque l'idea della transitorietà delle cose. Caravaggio, con il suo stile realistico e il chiaroscuro, riesce a trasmettere la bellezza effimera della vita. L'opera riflette la tipica vanitas barocca: la consapevolezza della morte come parte inevitabile della vita, nonostante le attrazioni mondane e la bellezza fugace.
il teatro barocco e la musica barocca sono due aspetti cruciali della cultura artistica del XVII e XVIII secolo, entrambi caratterizzati da emozione e innovazione. Il teatro barocco era progettato per impressionare e stupire il pubblico. Le strutture erano ornate e con una tipica forma a ferro di cavallo che permetteva a tutti gli spettatori di avere una buona visibilità del palcoscenico. Le scenografie erano elaborate e utilizzavano fondali dipinti e decorazioni sceniche che creavano illusioni di profondità e movimento. I teatri disponevano di macchinari avanzati per l’epoca, che consentivano cambi di scena rapidi e sorprendenti effetti speciali, come apparizioni e sparizioni di personaggi. Le opere teatrali spaziavano da drammi storici a commedie e tragedie, spesso basate su temi mitologici o religiosi. Le trame erano ricche di emozioni forti, conflitti drammatici e colpi di scena, e i personaggi erano caratterizzati da profonde passioni e motivazioni. I costumi indossati dagli attori erano altrettanto sfarzosi, contribuendo a creare un’atmosfera di grandezza.
La musica barocca, che accompagnava spesso le rappresentazioni teatrali, si distingueva per la sua ricchezza armonica e la varietà di forme. Le opere, i concerti e le sonate erano scritte con melodie ornate e complesse. Il basso continuo era una tecnica predominante, in cui un basso fisso era supportato da un accompagnamento armonico, tipicamente eseguito da strumenti come l’organo.Strumenti come il violino, il violoncello e le trombe erano molto popolari, e la musica barocca era caratterizzata da un forte senso di ritmo e movimento. Compositori famosi di questo periodo includono Johann Sebastian Bach, noto per la sua profondità emotiva e complessità contrappuntistica e Antonio Vivaldi, celebre per le sue melodie vivaci e il ciclo delle “Quattro Stagioni”.
Emanuele Tesauro influenzò enormemente lo stile del suo tempo e fu un grande componente del movimento stilistico del Barocco. Nacque nel 1592 a Torino, in una famiglia nobile. La sua formazione fu fortemente influenzata dalla religione e dalla cultura classica, che egli approfondì durante gli studi presso i Gesuiti. Dopo aver completato la sua formazione, divenne sacerdote gesuita, dedicandosi sia all'insegnamento che alla produzione letteraria.Nel corso della sua vita, Tesauro ricoprì diversi incarichi accademici, insegnando retorica e filosofia in varie città italiane e fu anche storico e storiografo. Scrisse opere di storia, tra cui una biografia di Emanuele Filiberto, duca di Savoia, e testi sul passato della dinastia sabauda. Emanuele Tesauro morì poi nel 1675 a Torino.
Emanuele Tesauro
Mentre per Aristotele la metafora serve principalmente a chiarire e arricchire il discorso persuasivo e poetico, per Tesauro è un fine in sé, un esercizio dell'ingegno che si propone di stupire il pubblico.
Aristotele raccomanda un uso moderato e appropriato della metafora per non oscurare il significato del discorso. Tesauro, al contrario, valorizza l'ingegno estremo e l'uso audace delle metafore come espressione della creatività barocca.
Per Aristotele, la metafora ha una funzione cognitiva, aiutando a comprendere meglio la realtà. Tesauro, invece, enfatizza la funzione estetica della metafora, privilegiando l'effetto di meraviglia e la capacità di creare nuovi significati.
Differenze tra Aristotele e Tesauro
Una delle sue opere più celebri è "Il Cannocchiale Aristotelico" è un’opera chiave della teoria barocca, pubblicata da Emanuele Tesauro per la prima volta nel 1654. Il trattato rappresenta una riflessione approfondita sulla metafora, sotto l’influenza delle idee aristoteliche, considerata da Tesauro la più alta espressione dell'ingegno umano e il principale strumento della retorica barocca. Il titolo stesso, che richiama il cannocchiale – uno strumento per vedere oltre ciò che è immediatamente visibile – simboleggia il potere della metafora di rivelare significati nascosti e di offrire nuove prospettive sul mondo.
"Il Cannochiale Aristotelico"
Tesauro definisce la metafora come un dispositivo retorico capace di unire concetti lontani e apparentemente non correlati, svelando somiglianze inaspettate. La metafora, a suo avviso, non è un semplice ornamento del linguaggio, ma un mezzo per esplorare e comprendere la realtà, condensando in una sola parola molteplici significati. . Egli la descrive come un "teatro di meraviglie" che, attraverso l'uso di un singolo vocabolo, permette di vedere una varietà di immagini e concetti. Per esempio, quando si dice "i prati ridono", la metafora non si limita a descrivere un prato fiorito, ma evoca l'immagine di una terra viva e gioiosa. Questo processo di condensazione del rende la metafora particolarmente adatta a stimolare l'ingegno e a suscitare meraviglia.
Nel trattato, Tesauro distingue la metafora da altre figure retoriche, sottolineandone la superiorità per la sua capacità di penetrare nei significati più nascosti e di suscitare meraviglia attraverso l'accostamento inusuale di idee. Questo carattere di "difficoltà" rende la metafora uno strumento di arricchimento intellettuale, poichè le parole comuni non sono sufficienti per esprimere la complessità della realtà, e la metafora diventa così uno strumento per superare i limiti del linguaggio ordinario, aggiungendo nuove sfumature e significati ai vocaboli tradizionali.
Infine, il trattato di Tesauro rispecchia chiaramente l'estetica e la filosofia del Barocco, un'epoca in cui la ricerca del meraviglioso e dello straordinario era centrale. Nel contesto della crisi delle certezze tradizionali e della percezione di un mondo in continua mutazione, l'arte barocca abbandona l'ideale di stabilità e armonia classica per abbracciare la complessità, il dinamismo e l'ambiguità. In questo senso, Tesauro vede nella metafora lo strumento ideale per rappresentare un mondo in cui le apparenze sono ingannevoli e la realtà è sfuggente.
Giovan Battista Marino nacque a Napoli nel 1569 e sin dalla giovinezza dimostrò un grande interesse per la letteratura. Dopo essersi avvicinato agli ambienti letterari napoletani sotto la protezione del principe Conca, Marino si distinse per le sue capacità liriche. Tuttavia, la sua vita non fu priva di difficoltà: ebbe presto problemi giudiziari che lo costrinsero a fuggire da Napoli per evitare la condanna. Si rifugiò a Roma, dove entrò al servizio del cardinale Pietro Aldobrandini, potente ecclesiastico legato alla famiglia papale.Questo periodo fu fondamentale per la crescita culturale di Marino, poiché Roma, in quegli anni, era uno dei centri più importanti della cultura europea. Marino visse immerso in un ambiente intellettuale vivace, che gli permise di sviluppare una poetica sempre più raffinata e complessa, rispondente alle esigenze estetiche del Barocco. Seguì il cardinale Aldobrandini anche a Ravenna nel 1606, ma trovò l’ambiente della provincia troppo chiuso e limitante per le sue ambizioni.
Insoddisfatto della vita a Ravenna, Marino decise di trasferirsi a Torino, dove ottenne la carica di poeta di corte presso il duca Carlo Emanuele I di Savoia. Qui, la sua presenza sollevò polemiche e rivalità, soprattutto con il poeta Gaspare Murtola, già poeta di corte dei Savoia. Il conflitto tra i due poeti si concretizzò in una violenta guerra letteraria, con lo scambio di sonetti polemici che divennero famosi per l’acidità e la capacità di Marino di umiliare i rivali con la sua arte retorica.La rivalità con Murtola, che lo accusò anche di aver orchestrato un tentativo di omicidio ai suoi danni, culminò con l’arresto di Marino nel 1615. Le circostanze del suo arresto non sono del tutto chiare, ma si ritiene che la causa sia stata una combinazione di rivalità personali e accuse di immoralità, in un clima di crescente intolleranza verso la sua persona. Tuttavia, la sua fama era ormai consolidata, e anche dalla prigione Marino continuava a mantenere contatti con il mondo letterario.
In risposta al tema della morte e della caducità, la letteratura barocca spesso propone una tensione tra il “Memento mori” e il “Carpe diem”, l’invito a cogliere il giorno, godendo dei piaceri della vita finché possibile. Anche se questi due concetti sembrano contrapporsi, nel Barocco si integrano in un delicato equilibrio: la consapevolezza della morte non porta necessariamente alla rinuncia, ma piuttosto all’esaltazione del piacere presente. Nella poesia di Giovan Battista Marino, ad esempio, emerge l’idea che il godimento dei sensi e delle emozioni umane sia l’unica risposta valida alla brevità della vita. L’arte e la bellezza, benché fugaci, diventano un mezzo per sfuggire almeno temporaneamente al nulla della morte.
L'Europa del Seicento è un continente travagliato da guerre, pestilenze e crisi economiche. La **Guerra dei Trent'anni* (1618-1648) e i conflitti religiosi provocano un senso di precarietà e incertezza, che si riflette nell’arte barocca, caratterizzata da un’esplorazione del tema della *vanitas* e dell’illusione delle cose terrene. Il dramma della vita umana e la tensione tra bellezza e morte si esprimono attraverso rappresentazioni artistiche ricche di pathos e simbolismo.
Il concetto di Vanitas, strettamente legato al “Memento mori”, è una delle espressioni più emblematiche del Barocco. Nella pittura, le Vanitas sono nature morte che contengono elementi simbolici come teschi, clessidre, fiori appassiti, candele spente e strumenti musicali, tutti oggetti che rappresentano il passare del tempo e l’inevitabile fine della vita. Questo tipo di rappresentazione visiva trova un parallelo nella letteratura, dove simboli simili vengono usati per evocare il concetto della transitorietà. Nella poesia barocca, questi oggetti e simboli vengono descritti con grande ricchezza di dettagli e ornamenti, sottolineando la bellezza momentanea delle cose e, allo stesso tempo, la loro inevitabile dissoluzione. Il teschio, ad esempio, appare frequentemente come metafora della mortalità, ricordando al lettore che la bellezza e la giovinezza sono destinate a scomparire.
Il Barocco fiorisce anche come espressione del potere monarchico e dell’assolutismo. Monarchi come **Luigi XIV di Francia* adottano lo stile barocco per glorificare il proprio dominio e rafforzare la propria immagine di sovrani assoluti. Il *Palazzo di Versailles*, con i suoi immensi giardini e le sue stanze sfarzose, è un esempio della magnificenza dell'architettura barocca utilizzata come simbolo di potere. I palazzi barocchi sono progettati per impressionare e dominare, rappresentando l’autorità dei monarchi e lo splendore della corte.
La nascita del Barocco è strettamente legata alla Controriforma, il movimento della Chiesa cattolica in risposta alla Riforma protestante. Attraverso il Concilio di Trento (1545-1563), la Chiesa promuove un'arte che possa trasmettere i suoi valori e riaffermare la sua autorità. L’arte barocca diventa così uno strumento di propaganda religiosa, volta a coinvolgere emotivamente i fedeli, stimolandone la devozione tramite il senso del sacro e del meraviglioso. L’obiettivo è quello di suscitare stupore e un’intensa partecipazione spirituale.
Nel 1615, Marino si spostò a Parigi, città in cui trovò un’accoglienza calorosa e un ambiente più aperto e stimolante. Fu alla corte del re Luigi XIII che Marino compose la sua opera più celebre, il poema epico "L'Adone", pubblicato nel 1623. Questo poema mitologico, composto di venti canti, è il capolavoro della poetica barocca e rappresenta la summa del pensiero e dell’estetica marinese, con una fusione di mitologia, sensualità, meraviglia e erudizione."L'Adone" fu un’opera monumentale e ambiziosa, che suscitò l'ammirazione di molti ma anche forti critiche, soprattutto da parte dei classicisti, che la giudicavano eccessiva per il suo sfoggio di erudizione e artificiosità. Marino cercò di sfuggire alla repressione culturale imposta dall'Inquisizione, ma il clima di censura che aleggiava sul suo operato lo costrinse a tornare prima a Roma e infine a Napoli, dove morì nel 1625.