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Presentazione Essenziale Dark

Beatrice Suriano

Created on October 22, 2024

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L'ARTE DEL 600'

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Il Cinquecento fu un periodo di grandi cambiamenti, caratterizzato dalle scoperte geografiche che ampliarono gli orizzonti culturali e commerciali, e dalla Riforma protestante, che frammentò il cristianesimo. La Controriforma cattolica riaffermò i dogmi della Chiesa e influenzò anche l’arte, imponendo un ritorno alla semplicità e al “decoro”. Nel Seicento, queste tensioni religiose culminarono nella guerra dei Trent’anni, seguita dalla pace di Vestfalia che ridefinì l’equilibrio europeo. Parallelamente, emersero nuove potenze come Inghilterra e Olanda, mentre l’Italia divenne una meta culturale per il Grand Tour. Nonostante le difficoltà politiche, il Seicento fu un’epoca di fervore culturale e scientifico, con figure come Galileo e Newton. Le Accademie svolsero un ruolo cruciale, codificando una gerarchia dei generi artistici, con il classicismo che idealizzava la natura e l’imitazione naturalistica sostenuta da Caravaggio.

Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio

Michelangelo Merisi, noto come Caravaggio, nacque a Milano nel 1571 e si formò sotto la guida di Simone Peterzano, dove sviluppò un’attenzione particolare per la realtà quotidiana e l’uso della luce e del colore. Dopo il suo arrivo a Roma, visse dipingendo nature morte, come la celebre “Canestra di frutta”, dove dimostrò il suo talento nell’imitazione della natura. L’opera, con frutti freschi e appassiti, allude alla “vanitas”, la precarietà della vita. Caravaggio sovvertì la gerarchia accademica dei generi, sostenendo che anche le nature morte, se ben eseguite, meritavano lo stesso riconoscimento delle opere di storia. Morì nel 1610 dopo una vita turbolenta e caratterizzata da continue fughe per il suo comportamento violento.

Opere come Ragazzo morso da un ramarro esplorano la reazione emotiva al dolore, con un giovane che ritrae la mano dopo essere stato morso, mentre la luce e i riflessi creano profondità. Similmente, in Medusa, commissionata per Ferdinando I de’ Medici, l’artista raffigura una testa urlante, con lo sguardo fisso e il movimento caotico delle serpi, accentuando l’aspetto mostruoso della scena.

L’opera di Caravaggio, in particolare i suoi quadri da camera come La buona ventura, evidenzia la sua ricerca di esprimere emozioni nel momento culminante dell’azione, rappresentando personaggi con estrema fedeltà alla realtà. Questi dipinti, molto apprezzati dalla committenza aristocratica, ritraggono scene di vita quotidiana, come una zingara che finge di leggere la mano a un cavaliere mentre gli ruba l’anello. La straordinaria verità delle figure è ottenuta attraverso un originale taglio a tre quarti, con gesti e sguardi che collegano i personaggi. Inoltre, l’opera trasmette un monito morale, avvertendo contro il desiderio di conoscere il proprio destino, ignorando la volontà divina. Caravaggio raggiunge un’accurata rappresentazione utilizzando modelli in posa o modificando disegni di altri artisti.

Caravaggio utilizzava modelli presi direttamente dalla strada, come nel caso della famosa prostituta Fillide Melandroni, che ispirò la Giuditta dipinta intorno al 1599. A differenza della tradizione, che mostrava Giuditta con la testa di Oloferne, Caravaggio rappresenta il momento in cui Oloferne viene ucciso, con un realismo crudo e spietato. La giovinezza e la bellezza di Giuditta, contrapposte al volto rugoso della servente, evidenziano l’abilità dell’artista di catturare la realtà in tutti i suoi aspetti. Giuditta, vestita di bianco, simboleggia la purezza e rappresenta la Salvezza che Dio offre al popolo ebraico e alla Chiesa stessa nel suo ruolo salvifico.

Conclusions

le opere di Caravaggio con mezze figure, spicca la Cena in Emmaus, realizzata nel 1601. In questo dipinto, l’episodio evangelico è rappresentato con un’eccezionale capacità di realismo. Ambientato in un’umile taverna, Gesù benedice il pane, momento che porta i due discepoli a riconoscerlo come Cristo risorto. La sorpresa di uno dei discepoli, che spalanca le braccia, e l’agitazione dell’altro, che si sporge in avanti afferrandosi ai braccioli della sedia, sono enfatizzate dalla luce che proviene da sinistra. Questa luce illumina i volti di Gesù e dei discepoli, coinvolgendo il fedele nell’azione drammatica. In contrasto con l’agitazione dei personaggi, l’oste appare tranquillo e indifferente. L’effetto di realtà è ulteriormente accentuato dalla resa dettagliata degli oggetti sul tavolo e dal cesto di frutta in bilico, creando un’illusoria continuità tra la scena e lo spazio dell’osservatore.

Grazie alla protezione del cardinal Del Monte e alle sue straordinarie doti artistiche, Caravaggio ricevette la commissione per decorare la cappella Contarelli, dedicata a san Matteo, nella chiesa di San Luigi dei Francesi. La cappella, la cui volta era stata affrescata dal Cavalier d’Arpino, era rimasta incompiuta dal 1591. Con l’avvicinarsi dell’anno santo, nel 1599 Caravaggio fu incaricato di completarne la decorazione, realizzando due tele di oltre tre metri da collocare sulle pareti laterali e una pala d’altare, tutte dedicate a san Matteo.

Nella seconda versione dell’episodio, l’ispirazione di san Matteo nella stesura del Vangelo è rappresentata attraverso l’angelo che giunge in volo, con la verità dell’attimo catturata nella posizione instabile di uno sgabello, che sembra sul punto di ribaltarsi, suggerendo che san Matteo è colto di sorpresa. Secondo le istruzioni del committente, la Vocazione di san Matteo avrebbe dovuto svolgersi in più ambienti, ma Caravaggio unifica e attualizza la scena ambientandola in una taverna. Qui, Gesù chiama Matteo, il peccatore, con un gesto imperioso, enfatizzato da un fascio di luce che segue la direzione della sua mano.

Visual beings

We can understand images from millions of years ago, even from other cultures.

Narrative beings

We tell thousands and thousands of stories. ⅔ of our conversations are stories.

We need to interact with one another. We learn in a collaborative way.

Il Martirio di san Matteo è una composizione complessa in cui tutto ruota attorno al carnefice e al santo, riverso a terra, a cui un angelo porge la palma del martirio. Le figure circostanti, colte da varie emozioni, fuggono dal centro verso l’esterno, creando una dinamica di movimento. Un lampo di luce, proveniente dall’angolo in alto a sinistra, mette in evidenza i diversi momenti della vicenda e blocca l’istante drammatico che costituisce il fulcro della scena. Questa luce tocca tutti i personaggi, sottolineando l’idea che l’opportunità di redimersi è offerta a tutti, anche a coloro che sembrano più lontani dal messaggio di Cristo.

Nel settembre del 1600 Caravaggio firma il contratto per la decorazione della cappella di Tiberio Cerasi (1544-1601) - il tesoriere del pontefice Clemente VIII - in Santa Maria del Popolo [- fig. 28). Al pittore lombardo vengono affidate le due tele delle pareti laterali raffiguranti la conversione di san Paolo e la Crocifissione di san Pietro. La pala d'altare con l'Assunzione viene commissionata ad Annibale Carracci; si confrontano così i due principali artisti che all'epoca si erano misurati con la pittura del vero dandone interpretazioni diverse, secondo i due indirizzi già osservati in prece-denza.

Caravaggio, in contrasto con i rigidi canoni della Controriforma, propone un’interpretazione attuale dei temi sacri, radicandoli nella realtà della Roma popolare. Questo approccio ha portato al rifiuto di molte sue opere, tra cui La Morte della Vergine, commissionata per la cappella di Laerzio Cherubini in Santa Maria della Scala, ma respinta dai frati carmelitani. Nel 1607, l’opera fu acquistata da Pieter Paul Rubens per il duca di Mantova, Vincenzo I Gonzaga. in questo dipinto, Caravaggio abbandona l’iconografia tradizionale: la Vergine è rappresentata in una stanza povera, stesa su un tavolo nudo, con un aspetto che la rende simile a una donna del popolo.

Una diversa accoglienza fu invece riservata alla Deposizione di Cristo commissionata da Gerolamo Vittrici (1563-1612), il guardarobiere del papa, nel 1602. Il dipinto, destinato alla cappella di famiglia in Santa Maria in Vallicella, fu una delle poche opere caravag-gesche a essere lodate all'unanimità, sia per l'impianto monumentale della composizione a piramide, il cui vertice drammatico è posto nella figura di donna con le braccia alzate verso il cielo, sia per la perfezione del nudo virile del corpo di Gesù. Grazie al sapiente uso della luce le figure staccano con forte aggetto dallo sfondo scuro, come se facessero parte di un gruppo scultoreo, immagine che prende ancora più forma grazie allo spigolo della pietra posta in primo piano che richiama l'idea di un basamento.

Tra le opere pubbliche più significative di Caravaggio a Napoli, spicca la grande pala Le Sette opere di misericordia, commissionata nel 1606 dal Pio Monte della Misericordia. Ambientata in un vicolo napoletano con un carcere sullo sfondo, l’opera rappresenta diverse opere di misericordia sotto la protezione della Vergine con il Bambino e due angeli. La composizione unisce vari episodi, tra cui un cavaliere che condivide il mantello con un povero, un uomo che indica la via a un pellegrino, un uomo che si abbevera da un’asina, un monatto che porta un cadavere verso la sepoltura illuminato da un chierico, una donna che allatta un vecchio incarcerato e uno storpio curato. Questa rappresentazione riflette la visione terrena dell’evento sacro di Caravaggio, collegandosi all’operato dei confratelli della Misericordia. Particolarmente toccante è l’immagine del morto portato alla sepoltura, che evidenzia la realtà tragica delle carceri napoletane e coinvolge profondamente il fedele.

La Madonna dei Pellegrini si affaccia sulla soglia di casa e riceve due anziani dai piedi sporchi e gonfi per il viaggio. Anche Maria ha il volto di una giovane conosciuta da Caravaggio. Una giovane madonna si affaccia sulla soglia per salutare i pellegrini. Due pellegrini sono inginocchiati di fronte a Maria che tiene in braccio Gesù Bambino. La Madonna si trova in piedi, è appena uscita di casa e i suoi piedi nudi poggiano sulla soglia di pietra del primo gradino. Un uomo anziano e una donna con il viso segnato da molte rughe sono inginocchiati, di schiena, sulla strada e si inchinano, con le mani giunte, di fronte alla Vergine. I loro abiti sono poveri e polverosi a causa del lungo tragitto compiuto.

Annibale Carracci

Propose il recupero della pittura italiana del 500. La riproposizione e la modernizzazione di questa tradizione sono i fondamenti della sua arte. Con Caravaggio pose le basi per l'arte Barocca e ne fu uno dei migliori.La sua carriera nasce anche grazie al cugino Ludovico e al fratello Agostino, entrambi pittori con cui collaborò

Un uomo sta mangiando seduto al tavolo. E' ripreso nel momento in cui solleva il cucchiaio pieno di fagioli. Ha un cappello di paglia e un gilet sopra la camicia. Rimane a bocca aperta, con il braccio sollevato, forse perchè non si aspettava un osservatore. Protegge il pane con la mano sinistra. Sul tavolo è tutto posto in modo ordinato e si può notare che la luce proviene da sinistra.

Nel 1595, Annibale Carracci viene invitato a Roma dal cardinale Odoardo Farnese per decorare il palazzo Farnese. Inizia dal camerino, dove dipinge le Storie di Ercole e Ulisse per celebrare, in chiave mitologica, le virtù del cardinale. Al centro, la scena di Ercole al bivio rappresenta l’eroe nel momento della scelta tra Virtù e Voluttà, riflettendo l’influenza dell’arte classica e degli studi su Michelangelo e Raffaello.

Durante il soggiorno romano, Annibale esplora anche il tema della “pietà”, ispirandosi ai maestri rinascimentali come Michelangelo e Correggio. La sua Pietà, oggi al Museo di Capodimonte, è caratterizzata da un’intensa carica emotiva: la Vergine accoglie il corpo di Cristo, in un gioco di chiaroscuro e freddi toni che enfatizzano il dolore e l’accettazione del destino divino.

L’Assunzione della Vergine di Annibale Carracci, un dipinto realizzato tra il 1600 e il 1601, è conservato nella Cappella Cerasi della Basilica di Santa Maria del Popolo a Roma, accanto a due opere di Caravaggio. Commissionato dal cardinale Tiberio Cerasi, l’opera mostra la Vergine in ascensione, con una struttura piramidale: in alto la Madonna, circondata da angeli, mentre gli apostoli, in basso, la osservano stupiti. Carracci impiega colori brillanti e contrasti di luce che anticipano il barocco, in un tema già trattato in altre sue opere conservate a Madrid e Bologna.

Il quadro Susanna e i Vecchioni di Artemisia Gentileschi, datato 1610 e firmato dalla pittrice diciassettenne, è stato oggetto di controversie attributive, alcuni attribuendolo al padre Orazio per scopi promozionali. Recenti studi riconoscono invece l’autenticità dell’opera come espressione delle doti precoci di Artemisia e della sua ricerca d’autonomia. L’opera, pur ispirata al realismo caravaggesco e influenzata da Annibale Carracci, mostra un dramma intenso: Susanna è colta in una posa avvitata e realistica, con toni simbolici – rosso e bianco – che rappresentano passione e purezza.

Giuditta che decapita Oloferne, 1613

Qui Artemisia usa linee diagonali per mettere in mostra la donna e mostrare come si sta muovendo sia verso la tela che lontano da essa. L'abilità di Gentileschi come artista è dimostrata dal suo uso dello scorcio e di altre tecniche tridimensionali. Queste tecniche portano anche lo spettatore nel dipinto, sia fisicamente che emotivamente. La luce proviene da sinistra, ma non puoi vedere da dove provenga, ed è molto più luminosa di quanto ti aspetteresti, alla maniera caravaggesca. Gentileschi è ben illuminata di fronte, ma la sua schiena è difficile da vedere. Una linea chiara attraversa la fronte e le guance, lungo il lato del collo e attraverso la spalla sinistra. Questa è una tecnica del chiaroscuro molto usata durante l'era barocca per aggiungere drammaticità.