De natura deorum, Cicerone
Helene Giaccio
Created on October 19, 2024
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Transcript
Marco tullio cicerone
"De Natura deorum"
SCOPO LETTERARIO
SCOPO FILOSOFICO
lIBRO II
lIBRO I
cONTESTO FILOSOFICO
CONTESTO STORICO
INTRODUZIONE
LIBRO III
index
al de natura deorum
INTRODUZIONE
01
+ INFO
Il ruolo degli dei nel mondo attraverso le varie scuole filosofiche del periodo
Marco Tullio Cicerone, 45 a,c,
De natura deorum
“Accidit ut me alteris Latinis feriis Cotta, cum ad eum venissem et locutum diutius essem, rogaret ut apud eum manerem. Quem cum vidissem inambulantem in porticu cum C. Velleio senatore, quem memoria teneo nobiscum quaestore in Asia fuisse, quod is erat in primis familiarem Epicureis, accessi ad eos. Tum Cotta, ut me conspexit, ‘Opportunus’ inquit ‘ades; nam hie Velleius nobis de re tanta disputat ut magnopere te audire cupiam. Est enim mecum Balbus, qui Stoicorum hominum est acerrimus.’” (Libro I, sezione 15) “Accadde che, durante le ferie latine, Cotta, dopo che ero andato a trovarlo e avevamo parlato a lungo, mi pregò di rimanere presso di lui. Vedendolo passeggiare nel portico con il senatore C. Velleio, che ricordo essere stato con me questore in Asia, e che era uno dei più intimi degli Epicurei, mi avvicinai a loro. Allora Cotta, appena mi vide, esclamò: ‘Arrivi proprio al momento giusto, perché Velleio ci sta tenendo una dissertazione su un argomento così importante che desidero molto che tu lo ascolti. Con noi c’è anche Balbo, che è il più agguerrito degli Stoici.’”
02
Contesto storIco
“Quod si cui locus hic displicet, nimis ab dispari genere epistulae philosophia seiungitur, nihil est facilius quam causa afferri cur ad hanc scribendi rationem tam sero accesserim. Nam cum ea quae me in otium devocavit rem publicam esse visum esset sic affectam ut eam regere uni curae suae atque consiliis velle deberet, visum est temporis ratione philosophiam nostris hominibus explicari posse.” (Libro I, paragrafo 6) E se alcuno chiedesse quale cagione ci sospinse a darci cosi tardi a questa maniera di lettere, niente vi è, a cui più facilmente rispondere. Poiché mentre avveniva che si languisse nell'ozio, e lo stato della repubblica fosse tale, che necessariamente dovesse essere governato per la cura, e per il consiglio di un uomo solo, estimai che per amor della repubblica istessa fosse bene spiegare alle nostre genti la filosofia, supponendo che riuscir dovesse a lode e decoro della Città, che dottrine si gravi e sì preclare fossero anche comprese nelle lettere latine.
03
La religione cambia
02
Cesare al potere
01
Crisi della repubblica
Contestofilosofico
03
scetticismo
epicureismo
stoicismo
04
Libro I
- Velleio vs Cotta
- Presentazione filosofia epicurea
Gli dei non sono beati
Critica alla forma umana degli dei
Gli dei non sono eterni
Libro II
05
Provvidenzadegli dei
Moltitudine di dei
Mente divina e fuoco vitale
Esistenza degli dei
- Balbo
- Presentazione filosofia stoica
06
Libro III
03
problema del male
02
obiezioni
01
Confuta alcuneargomentazioni
06
rapporto uomo e dei
05
Visione finalistica
04
Moltitudine di dei
07
scopo filosofico
“Quamquam in philosophia pleraque ad hanc gravitatem, qua de re quaeritur, parum adhuc explicata sunt, tamen nulla maior est nec ad cognitionem hominum utilior quam de natura deorum, nulla autem difficilior nec maior, quod et involuta in magna caligine res est et, ut eandem utilitatem religio conservet, necessaria; de qua multum inter summos viros dissensum est, quod omnibus omnium rerum principis philosophia confirmari debet.” (Libro I, sezione I) “Sebbene in filosofia molte questioni non siano ancora state sufficientemente spiegate con la serietà che la materia richiede, tuttavia nessuna è più importante, né più utile alla conoscenza umana, della questione sulla natura degli dèi; e allo stesso tempo, nessuna è più difficile, né più oscura, poiché questa questione è avvolta in una grande oscurità, ed è necessaria per preservare la stessa religione. Su questo argomento, uomini eminenti hanno avuto grandi dissensi, il che dimostra come il principio e il fondamento di ogni filosofia debbano essere la pura evidenza.”
“Hactenus est de natura deorum dictum; cuius rei obscuritas et latet in utraque parte et ita magni philosophi dissentiunt, ut eorum nulla sententia non modo comprehendi verum ne approbari quidem possit. Etenim est incredibiliter perplexa quaestio, utrum dei sint necne sint, qualesque sint. Quare qui omnia se scire dicunt, nequeunt facere magis ut dubitem quam isti qui nihil se scire profitentur; haec enim est una omnis disputationis conclusio: nihil posse comprehendi, nihil plane videri, qua in sententia Academici vicerunt.” (Libro III, sezione 95) “Queste sono pressoché tutte le mie argomentazioni sulla natura degli dèi. La questione, oscurissima in ogni suo aspetto, è tale che i grandi filosofi dissentono così profondamente che nessuna delle loro opinioni può essere compresa o accettata pienamente. È infatti una questione incredibilmente intricata se gli dèi esistano o meno e quale sia la loro natura. Perciò coloro che affermano di sapere tutto non mi fanno dubitare meno di quelli che ammettono di non sapere nulla; la conclusione di tutta la disputa è infatti questa: nulla può essere compreso con certezza, nulla può essere chiaramente visto, e in questo gli Accademici hanno prevalso.”
“E gli errori che s’incontrano in questo terzo libro, e più particolarmente in quella parte che riguarda la Provvidenza, sono prova manifesta di quanto sia debole l’umano ragionare quando manca della scorta della rivelazione.” (Giovanni Gentile)
“Religio est vinculum, quod homines inter se coniungit.” (Libro II) “La religione è il legame che unisce gli uomini tra loro.” “Et si pietas tollitur, nulla erit sanctitas, nulla religio; tollitis his, turbatio civitatis, confusio maxima sequitur. Neque enim scio an etiam pietas erga deos si tollatur, tollatur etiam fides, et consortio generis humani, et eccellentissima omnium virtutum iustitia.” (Libro I) “E se viene meno la pietà, non ci sarà né santità, né religione; se si tolgono queste, seguirà un turbamento totale della vita civile e una grande confusione. Non so nemmeno se, se la pietà verso gli dèi viene distrutta, venga distrutta anche la fede, il consorzio del genere umano e l’eccellentissima di tutte le virtù, la giustizia.”
08
scopo letterario
Presentare le argomentazioni in maniera equilibrata, piuttosto che prendere una posizione definitiva.
Presentare la filosofia greca ai Romani rendendola accessibile ai suoi contemporanei.
Lavoro a cura di Giaccio Helene, Mergogliano Laura e Pignetti Asia
grazie
Struttura
Un dialogo tra tre interlocutori
- Gaio Velleio
- Gaio Aurelio Cotta
- Quinto Lucilio Balbo