Le Ande
Shikki Ren
Created on October 18, 2024
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Transcript
La Catena Andina è un chiaro esempio di orogenesi attiva che si estende lungo l’America del Sud, con un andamento parallelo alla costa. Davanti alle coste di Cile e Perù si trovano fosse oceaniche profonde, anch'esse parallele alla costa. Il continente americano si sta muovendo verso ovest, spinto dalla dorsale medio-atlantica e scorrendo sui fondali dell'Oceano Pacifico. La crosta oceanica, più pesante, viene spinta nel mantello, dove fonde e contribuisce alla formazione di fosse profonde. Il bordo del continente si arriccia, creando fratture che permettono alla lava di risalire e formare vulcani. La cordigliera delle Ande è nota per la sua elevata attività vulcanica esplosiva. La composizione della lava eruttata riflette la presenza di rocce oceaniche, influenzando il clima e alimentando i grandi fiumi sudamericani.
Rallentamento
Rotazione
Vulcani e Terremoti
le ande
La placca sudamericana ha rallentato 2 volte negli ultimi 15 milioni di anni, contribuendo all’allargamento delle Ande. I due improvvisi rallentamenti si sono verificati quando la catena andina era sotto compressione.Nei periodi precedenti ai due rallentamenti la Placca di Nazca ha solcato le montagne e le ha compresse, facendole crescere in altezza. Probabilmente, parte della catena preesistente ha agito da freno. Ci sono due ipotesi sulla possibile causa dei rallentamenti: la prima è che l’interazione tra l’espansione delle montagne e la minore velocità della placca sia dovuta a un fenomeno chiamato delaminazione. Una grande quantità di materiale instabile sotto le Ande si è staccato ed è affondato nel mantello.Questo processo ha fatto sì che le Ande cambiassero forma e crescessero lateralmente.
Fu durante questi periodi che la catena montuosa si espanse in Cile a ovest e in Argentina a est. Man mano che la placca ha accumulato più materiale è diventata più pesante, rallentando. La seconda prevede la convezione termica, che si ottiene quando un fluido entra in contatto con un corpo la cui temperatura è maggiore di quella del fluido stesso. Aumentando di temperatura per conduzione, il fluido si espande e diminuisce di densità, di conseguenza sale, essendo meno denso del fluido che lo circonda che è più freddo, e genera così moti convettivi, in cui il fluido caldo sale verso l’alto e quello freddo scende verso il basso. Il calore quindi si “sposta” verso lo strato viscoso più alto del mantello su cui galleggiano le placche tettoniche.
Negli ultimi 10 milioni di anni alcuni studi dimostrano che c’è stata una rotazione oraria di 20° della Cordigliera occidentale ecuadoriana. Inoltre, nello stesso periodo, si è formata la valle interandina che suddivide la catena: poiché le rotazioni delle catene montuose si generano a causa del sovrascorrimento di una parte della crosta su un’altra adiacente, questa valle è probabilmente proprio il prodotto di quel processo.
lO SAPEVI CHE...
VULCANI
TERREMOTI
Sangay
La cordigliera delle Ande, lunga 7.500 km, si estende dal Venezuela allo stretto di Magellano e comprende due linee parallele: la cordigliera reale e quella occidentale. Essa è una catena montuosa giovane, con attività orogenetica ancora in corso. La cordigliera occidentale, inizialmente un gruppo di isole vulcaniche, è stata integrata nel continente, formando montagne che raggiungono altezze di 5.000-6.000 metri. In Ecuador, si trovano oltre trenta vulcani oltre i 6.000 metri, come il Chimborazo (6.310 m), la cima più alta delle Ande ecuadoriane, che fornisce risorse idriche vitali, ma sta affrontando lo scioglimento dei ghiacciai. Il Guagua Pichincha è uno stratovulcano attivo vicino a Quito, con eruzioni significative, tra cui quella del 1999 che ha ricoperto la capitale di cenere. Infine, il Sangay, uno dei vulcani più attivi al mondo, ha avuto eruzioni frequenti dalla sua formazione e continua a modificare il paesaggio circostante. La popolazione ecuadoriana si concentra nelle zone vulcaniche a causa della fertilità dei terreni, nonostante i rischi vulcanici.
I terremoti nella regione delle Ande possono variare in intensità e magnitudo, causando danni significativi a strutture e terreno. La conformazione montuosa della regione aumenta il rischio di frane e smottamenti. I terremoti sono frequentemente generati dal movimento delle placche tettoniche lungo le faglie. Quando le rocce si spostano, accumulano tensione fino a un rilascio improvviso di energia, che provoca i terremoti. Il terremoto di Valdivia del 1960, il più potente mai registrato, e quello del 1970 in Perù, sono esempi di catastrofi che hanno avuto effetti devastanti sulla popolazione e sull'ambiente. Per affrontare meglio le minacce sismiche future, è necessario investire in tecnologie avanzate e sviluppare piani di emergenza. La preparazione e l'innovazione sono cruciali per gestire il rischio sismico nella regione, dove gli effetti dei terremoti passati continuano a farsi sentire.