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ratto di proserpina

gian lorenzo bernini

barocco

ratto di proserpina

dettagli dell' opera

Scultore,architetto,pittore,scenografo: Gian Lorenzo Bernini è nato a Napoli nel 1598 ed è morto a Roma nel 1680.E' stato uno dei grandi protagonisti del Seicento europeo e l'artista con cui la scultura barocca raggiunse i suoi vertici più alti.Gian Lorenzo era figlio d’arte. Suo padre, Pietro Bernini era un importante pittore e scultore . Nella Città Eterna Pietro Bernini fece conoscere a Gian Lorenzo alcune delle più influenti famiglie dell’epoca, i Borghese e i Barberini.In particolare fu il cardinale Scipione Caffarelli-Borghese a scommettere su Bernini, affidandogli la realizzazione di quelle che sarebbero diventate le opere più famose dell’artista.Tra il 1621 e il 1622, Bernini realizzò per i Borghese il Ratto di Proserpina .

GIAN LORENZO BERNINI

barocco

Bernini è considerato il padre del Barocco romano, un movimento che fiorì nel XVII.Si distingueva per il dinamismo,una tenenza verso la grandiosità e l’uso drammatico della luce e dell’ombra. Le sue opere sono emblematiche di questo stile, una di queste è il Ratto di Proserpina . Scultura che segna un rinnovamento del inguaggio artistico verso lo stile barocco.

Esposta nella Galleria Broghese di Roma, la scultura raffigura il rapimento di Proserpina per mano di Plutone, dio degli Inferi.L'aggressione nel "Il Ratto di Proserpina" si consuma mentre la fanciulla è intenta a raccogliere dei fiori in un prato. Il signore dell'Ade, cioè dell'oltretomba, la rapisce trascinandola con sé nelle viscere della Terra.

ratto di proserpina

Marmo di Carrara, 255 cm

Alle sue spalle c’è Cerbero, il leggendario cane a 3 teste e guardiano dell’Oltretomba, il quale si assicura che nessuno intralci il suo padrone.

dettagli dell'opera

Il particolare che ha reso famosa quest’opera: Bernini è riuscito a rendere nel marmo la morbidezza della pelle di Proserpina.

Plutone ha uno sguardo accecato dal desiderio, rappresentato alla perfezione dai punti bianchi scavati nei suoi occhi dallo scultore.

fine

Noemi Isonzo