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L' INIZIO DI UNA NUOVA ERA

Valeria Di Cintio,Sofia Nicolai.

  • Nella prima metà del XV secolo, Enrico il Navigatore volle trovare una nuova rotta orientale circumnavigando l’Africa per raggiungere le Indie.
  • Nel 1460 Enrico morì, senza mai vedere il suo sogno realizzarsi.
  • Nel 1488 Bartolomeo Diaz arrivò sulla costa africana, al Capo di Buona Speranza.
  • Nel 1492 i sovrani di Spagna, Ferdinando d'Aragona e Isabella di Castiglia, cacciarono gli ebrei e i musulmani non convertiti dal loro impero con la "Limpieza de Sangre" e finanziarono Cristoforo Colombo con tre navi: la Santa Maria, la Niña e la Pinta.
  • Il 12 ottobre 1492, Colombo, convinto di essere arrivato nelle Indie, sbarcò nel nuovo continente dopo aver calcolato erroneamente la distanza e chiamò la popolazione locale "indiani".
  • Nel 1497 Vasco da Gama riuscì a circumnavigare l’Africa e portò a termine l’impresa di Enrico.

Scoperta di nuovo continente

Chi era Cristoforo Colombo?

Cristoforo Colombo nacque a Genova nel 1451. Durante una navigazione diretta in Inghilterra, mentre costeggiava il Portogallo, la sua flotta fu attaccata dai corsari; tuttavia, Colombo riuscì a sopravvivere e a raggiungere la città di Lisbona. Nel frattempo, i portoghesi stavano cercando una nuova rotta per le Indie. Colombo sostenne che, poiché la Terra era rotonda, sarebbe bastato attraversare l'oceano che separava il Portogallo dalle Indie. Nel 1492 salpò da Palos e, nonostante la rotta mal calcolata, riuscì a sbarcare su un'isola. Convinto di trovarsi nelle Indie, chiamò "indiani" gli indigeni del luogo. Questa fu la prima di quattro spedizioni degli europei per colonizzare le nuove terre. Colombo morì nel 1506 a Valladolid, in Spagna, senza mai sapere di aver scoperto un nuovo continente.

Nel mentre tra il 1519 - 1521 Ferdinando Magellano fece la prima circumnavigazione del globo.

Hernán Cortés distrusse gli imperi Azteco e Maya, Francisco Pizarro sterminò il popolo degli Incas nel 1532, e nel 1500 Pedro Álvares Cabral prese possesso dell'attuale Brasile per conto della corona portoghese.

A causa della loro educazione alla guerra e della loro religione, i primi Conquistadores iniziarono lo sterminio dei popoli precolombiani, facilitato anche dalla diffusione di malattie europee come tifo, vaiolo, tubercolosi, morbillo e varicella, che contribuirono al loro annientamento.

Gli Stati europei iniziarono a esplorare l'America e si stabilirono nelle nuove terre, con i portoghesi in Brasile, gli inglesi negli Stati Uniti e i francesi in Canada; entrando in contatto con le antiche civiltà precolombiane, come Aztechi, Maya e Incas, che praticavano culti religiosi elaborati con numerosi sacrifici, gli europei le giudicarono selvagge.

Nel 1507 venne dato il nome “America” al nuovo continente scoperto, in onore del navigatore italiano Amerigo Vespucci.

La conquista dell'America

Michel de Montaigne, invece, proponeva una visione relativista, ritenendo che le culture siano semplicemente diverse e non inferiori. Queste posizioni rappresentano approcci distinti nei rapporti tra culture: razzismo, etnocentrismo e relativismo.

Nel 1550, nel dibattito di Valladolid, Juan Ginés de Sepúlveda giustificava il comportamento dei conquistatori con argomenti razzisti e considerando gli indigeni inferiori, mentre Bartolomé de Las Casas, pur riconoscendo la civiltà, sosteneva che dovessero essere trattati come esseri umani da educare e civilizzare.

La diversità

Lo sbarco degli europei in America sollevò problemi culturali e morali riguardo alle popolazioni indigene.

Il razzismo ha storicamente portato a pratiche violente e discriminazioni, come dimostrano i genocidi e le segregazioni. L'etnocentrismo, sebbene meno violento, implica comunque una gerarchia culturale che svaluta gli altri gruppi. La posizione relativista sostiene che la diversità culturale non debba essere giudicata in base a un criterio di superiorità, fondamentale stabilire un criterio di giudizio, evitando di basarsi unicamente sulla propria cultura.

Nel 1542, Bartolomé de Las Casas chiese all'imperatore Carlo V di fermare le atrocità contro gli indigeni. Raccontò di come gli indigeni, dopo aver subito violenze, si ribellassero, ma venissero sopraffatti dai conquistadores, che compivano stragi indiscriminate. Sottolineò che uomini, donne e bambini venivano catturati con il pretesto di educarli alla fede cattolica e denunciò le dure condizioni di lavoro e i maltrattamenti subiti, evidenziando l'urgenza di proteggere i nuovi sudditi americani.

L'umanista Juan Ginés de Sepúlveda, nel 1547, affermò che gli spagnoli erano superiori agli indigeni, considerandoli inferiori per intelligenza e valore. Sosteneva che, sotto il dominio spagnolo, gli indigeni avrebbero potuto migliorare e lasciare la loro presunta condizione primitiva.

Nel 1524, il frate domenicano spagnolo Tomás Ortiz descrisse gli indigeni come privi di giustizia e cultura, etichettandoli come stupidi e crudeli, denunciando le loro abitudini alimentari e comportamentali.

Testimonianze sugli Indios

Nel 1530, da un lato il principe Federico di Sassonia proteggeva la Riforma protestante, mentre dall'altro l'imperatore Carlo V cercava di opporvisi, scatenando un conflitto armato. I feudatari protestanti sconfissero Carlo V e, con la Pace di Augusta nel 1555, si affermò il principio "cuius regio, eius religio", secondo il quale i sudditi dovevano seguire la religione del proprio sovrano.

Nel 1524-1525, temendo di perdere l'appoggio dei suoi difensori, Lutero invitò i cittadini a unirsi alle rivolte contadine.

Nel 1521, durante la Dieta di Worms, l'imperatore Carlo V condannò Martin Lutero; tuttavia, il monaco, protetto da alcuni principi protestanti, tradusse la Bibbia in tedesco e precisò i contenuti della sua riforma: abolire i dogmi e sopprimere il clero.

Nel 1518, Papa Leone X dichiarò Lutero eretico, ma questi si rifiutò di abiurare. Nel 1520, Lutero ricevette la condanna papale con la bolla “Exsurge Domine”, che egli bruciò pubblicamente.

Nel 1517, Martin Lutero (1483-1546), un frate tedesco, affisse alle porte della cattedrale di Wittenberg 95 tesi contro la Chiesa di Roma, denunciando il traffico delle indulgenze autorizzato da Papa Leone X.

Lutero e la Riforma protestante

Le tesi di Lutero sulle indulgenze

In Svizzera, Giovanni Calvino (1509-1564) fondò il calvinismo, una Chiesa che, rispetto a Lutero, insisteva di più sul concetto di predestinazione: solo la grazia di Dio può salvare, e il successo personale era visto come un segno di questa grazia, quindi incoraggiato. Nel 1541, Calvino creò una repubblica teocratica a Ginevra.Il calvinismo influenzò profondamente la cultura europea grazie alla forza delle sue convinzioni principali, tra cui:

Il calvinismo

l'affermazione individuale vista come un segno della grazia divina;

l'esaltazione del lavoro;

il valore di qualità come l'energia, la capacità di iniziativa e l'abilità nel gestire affari o attività;

Enrico VIII Tudor

Nella penisola italiana, la Riforma non si diffuse per diversi motivi:- il forte radicamento del cattolicesimo,- la debolezza politica degli Stati italiani,- il rigido controllo della Chiesa nel fermare ogni forma di opposizione.

Lo Scisma anglicano e La Riforma in Italia

Nel 1534, in Inghilterra, il re Enrico VIII Tudor reagì alla scomunica ricevuta da Papa Clemente VII con l'Atto di Supremazia, approvato dal Parlamento inglese, fondando la Chiesa anglicana e proclamandosi suo capo, per limitare l'influenza del protestantesimo. Questo distacco da Roma, noto come "scisma anglicano", fu radicale e definitivo. Suo figlio, Edoardo VI, tentò di avvicinare l'anglicanesimo alla Riforma protestante. Durante il regno di Maria la Sanguinaria (1553-1558), il cattolicesimo fu restaurato, ma con Elisabetta I (1558-1603), sorella di Maria, l'Inghilterra tornò definitivamente alla Chiesa anglicana, che prese la sua forma definitiva.

Concilio di trento.

1563

Indice libri proibiti.

1559

Concilio di trento.

1545

Viene istituita la Congregazione del Sant’Uffizio.

1542

Viene fondata la Compagnia di Gesù.

1534

La Controriforma

Filippo II fu il sovrano più impegnato nella Controriforma, utilizzando l'Inquisizione per combattere le deviazioni delle chiese riformate. Lavorò per mantenere l'uniformità religiosa nell'impero e in Spagna, seguendo il concetto della “Limpieza de Sangre” (purezza del sangue), che portò all'espulsione di ebrei e moriscos dalla Spagna. Successivamente, la Spagna dovette affrontare le proteste in una parte dei Paesi Bassi, che divennero indipendenti.

La Spagna e la religione

Papa Sisto V lanciò un appello contro l'Inghilterra anglicana, schierandosi con Filippo II nella lotta per il controllo dei mari, fondamentali per il commercio. Filippo II rispose organizzando la “Invincibile Armata” contro l'Inghilterra, governata da Elisabetta I. Nel 1588, con la sconfitta della flotta spagnola, l'Inghilterra si affermò come una nuova potenza marittima.

La guerra tra Spagna e Inghilterra

In un'Europa divisa tra protestantesimo e cattolicesimo, il fanatismo religioso era diffuso, con frequenti condanne a morte per eresia e la caccia alle streghe. Michele Serveto, accusato di eresia, fuggì dalla Spagna, ma fu comunque condannato al rogo dai calvinisti per lo stesso motivo.

L’intolleranza e le persecuzioni in Europa

Il 23-24 agosto 1572, la Strage di San Bartolomeo segnò un tragico capitolo delle guerre di religione a Parigi, con il massacro dei protestanti ugonotti, i protestanti francesi. Le violenze si diffusero in altre città francesi e si conclusero nel 1598 con l'Editto di Nantes, promulgato da Enrico di Borbone, che garantì libertà di culto ai protestanti.

La Francia e la religione

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