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Maja desnuda e Maja vestida di Goya

Irene Prodigo

Created on October 17, 2024

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Maja vestida

Maja desnuda

La Maja desnuda è la prima delle due opere a essere stata dipinta, tra il 1797 e il 1799. L’opera si ispira alla Venere di Urbino di Tiziano Vecellio, con la figura femminile che si mostra allo spettatore. Il corpo è dipinto con sensualità, esibendo per la prima volta i peli pubici e la linea nigra, la sottile striscia di peli che unisce il monte di Venere all’ombelico. Questi dettagli, insieme alla posa delle braccia e allo sguardo penetrante della donna, sono fortissime allusioni sessuali, che tolgono alla figura ogni eterea parvenza di divinità o allegoria. L’incarnato sembra brillare sul fondale scuro che, osservato da vicino, risulta essere un tendaggio abilmente damascato.

La Maja vestida è stata dipinta attorno al 1800, a distanza di pochi anni dalla Maja desnuda. Quest'opera appare realizzata più velocemente, senza i dettagli minuti della sua controparte. Il viso è quasi privo di profondità, nonostante i profondi occhi neri della protagonista del quadro. Il vestito aderente di seta bianca e la fascia sotto il seno accentuano il corpo della donna, giocando con le sue forme. La giacca e le scarpe preziose fanno capire che la ragazza ritratta è una nobile che gioca a travestirsi da "maja", cioè una giovane e provocante popolana spagnola.

Goya

Francisco José de Goya y Lucientes (Fuendetodos, 30 marzo 1746 – Bordeaux, 16 aprile 1828) è stato un dei pittori romantici più importanti d’Europa. Dopo la formazione avvenuta tra Madrid e l’Italia, il successo di Goya come artista si diffonde in tutta la Spagna, fino al 1786, quando riceve la nomina di pittore ufficiale della famiglia reale spagnola. La pittura di Goya non aveva niente a che vedere con la raffinata arte di corte; i suoi dipinti erano crudi, umani, anche quando dipingeva i membri della nobiltà. Le serie de I Capricci, I disastri della guerra e le incredibili Pinturas negras delineano il lavoro di un uomo in anticipo sui tempi, capace di influenzare artisti a lui successivi come Manet, Bacon, Munch e Picasso.

Goya dipinse questo nudo con un taglio decisamente realistico. Solitamente i nudi femminili per non suscitare scandalo dovevano richiamare le opere classiche. In questo modo gli artisti mettevano in evidenza il modellato plastico tralasciando i particolari più realistici. Goya invece dipinse ne la Maja desnuda alcuni dettagli anatomici intimi che rendono la figura più realistica e scandalosa. Il realismo riprodotto da Goya è evidente anche nella riproduzione del tessuto del divano.

Nel XVIII secolo i dipinti di nudo erano proibiti in Spagna, in quanto contrari alla dottrina cristiana. Nel corso del Settecento molti nudi andarono perduti durante roghi ordinati dall’Inquisizione. Manuel Godoy, militare e politico spagnolo di grande fama, possedeva una ricca collezione di nudi provenienti da tutta Europa, tra cui alcuni dipinti italiani e la celebre Venere Rokeby (o Venere e Cupido) di Velázquez.La Maja desnuda rappresentava il nudo profano più esplicito della collezione Godoy, probabilmente un ritratto di Pepita, la sua amante, o della celebre Duchessa de Alba. Nemmeno nella collezione di un uomo potente come lui poteva essere mostrata un’opera così licenziosa, quindi si suppone (non esistono prove certe) che la Maja vestida fosse stata commissionata dal ricco politico spagnolo per mascherare l’opera reale. Si crede che le due opere fossero sovrapposte e che un meccanismo “spogliasse” la donna del dipinto una volta che gli ospiti più bigotti se ne fossero andati. Le dimensioni molto simili e la cura minore riservata da Goya per il secondo dipinto fanno intendere che la Maja vestida fosse pensata come una “copertura” per la reale protagonista della collezione di nudi di Manuel Godoy: la Maja desnuda.