Presentazione Essenziale
Hajar Dezzaz
Created on October 16, 2024
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Transcript
Intervista a Ugo Foscolo
Dezzaz Hajar & Rosu Serena Classe 3^D A.S. 2024/2025
LET'S GO!
Sono nato nel 1778 a Zacinto, oggi conosciuta come Zante, un'isola greca sotto il dominio della città di Venezia. A sette anni poi mi sono trasferito a Spalato, sulle coste della Dalmazia. Nel 1792, dopo la morte di mio padre, ci siamo trasferiti a Venezia per problemi economici. All'età di quindici anni studio e mi impegno molto e sono arrivato ad avere rapporti di amicizia e di stima con alcuni degli autori più importanti. Contemporaneamente inizia anche la mia vita politica; sono un sostenitore della Rivoluzione Francese ma negli stessi anni Napoleone conquista la mia città e sono costretto a trasferirmi. Nonostante il tradimento di Napoleone mi arruolo nella Guardia nazionale della Repubblica cisalpina. Partecipo a diverse campagne militari ma decido di mollare l'esercito. Nel 1808 ottengo la cattedra di Eloquenza all'Università di Pavia, ma mi rifiutai di parlare pubblicamente per Napoleone e la cattedra mi fu sospesa.
Raccontaci della tua vita...
Nel 1815 gli austriaci prendono controllo dell'Italia e sono costretto a rifugiarmi in Svizzera; ma mi sentivo ancora perseguitato dalla polizia e quindi mi trasferisco in Inghilterra dove vengo ben accolto. Ben presto però mi ritrovo solo e pieno di debiti e quindi sono costretto ad assumere falsi nomi e cambiare casa di continuo per sfuggire ai creditori. Gli ultimi anni della mia vita furono difficilismi, ero molto ammalato e in una crisi finanziaria quindi potevo contare solo sull'aiuto di mia figlia Floriana. Muoio a Londra nel 1827 e nel 1871 il mio corpo viene trasferito alla Chiesa di Santa Croce a Firenze.
Ma come finisce la tua vita?
I miei principali componimenti furono le Odi, il carme Dei Sepolcri, l'inno compiuto Le Grazie e i Sonetti che sono una raccolta di dodici componimenti poetici. I primi otto vengono pubblicati nel 1802 sul "Nuovo giornale del letterati" di Pisa, mentre la versione completa appare l'anno successivo. In questi componimenti poetici affronto i temi dell'amore, dell'esilio a cui sono sono costretto per le circostanze politiche, della nostalgia per la mia patria ormai lontana e della bellezza. Il linguaggio che uso nei Sonetti è molto colto e raffinato, ricco di temini arcaici e letterari. Nei Sonetti appaiono sia gli ideali romantici che l'influsso Neoclassicista, entrambi presenti negli anni in cui vivo la mia esperienza umana e letteraria.
La mia opera più importante è: "Ultime Lettere di Jacopo Ortis" del 1802.All'interno dell'opera, scritta in prosa, il protagonista manda a un amico queste lettere che pubblica dopo la morte di Jacopo. Nel mio romanzo faccio confluire, tramite Jacopo, il mio entusiasmo nei confronti di Bonaparte e la successiva delusione. La disillusione politica unita all'amore impossibile verso una donna spinge Jacopo al suicidio.
E quali sono le tue opere più importanti?