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Anna Lucia Iaria

Created on October 13, 2024

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Transcript

De FATO ET

DE DIVINATIONE

Patrizia Abate, Anna Lucia Iaria, Domenico Morgese, Matteo Rocco, Andrea Sgammato

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De divinatione

la stesura del de divinatione risale ai primi mesi del 44 a.c. , nel periodo in cui Cicerone si trova nella sua villa a Tuscolo a praticare otium letterario

Struttura

Trama

  • Libro I: Il dialogo con il fratello Quinto nella villa di Tuscolo
  • Libro II: la confutazione delle tesi di Quinto ed il fine ultimo dell'opera
  • Struttura di tipo argomentativo che si basa su argomenti a favore, obiezioni e confutazioni

''Qual è, dunque, o in che campo si esplica il presentimento degli eventi casuali, che tu chiami divinazione? […] Non rimane, quindi, alla divinazione nient'altro che la profezia di quegli eventi fortuiti che non possono essere preveduti con alcuna pratica o con alcuna cosienza''

''Dunque il non sapere i mali futuri è certamente più utile che il saperli''.

"Non conosco, in verità, alcun popolo, dai più civili e colti fino ai più efferati e barbari, che non creda che il futuro si manifesti con segni premonitori, e che esistano persone capaci di comprenderli e di spiegarli in anticipo."-Tesi di Quinto

"Né il sommo consesso, il senato, trascurò i sogni, se per la loro importanza sembravano necessari a prender decisioni riguardanti lo Stato."

BROCHURE DE DIVINATIONE

Scopo filosofico

Scopo letterario

Cicerone smaschera l'ipocrisia degli indovini, sostenendo che è meglio ammettere la propria ignoranza piuttosto che, per non volerla riconoscere, tentare l'ignoto e postulare la presenza del divino quando è proprio questo misterioso divino che inquina con dubbie pratiche la schiettezza della religione».

Cicerone usa la sua scrittura per incoraggiare una riflessione critica sulle tradizioni e sui fenomeni religiosi, contribuendo così al dibattito filosofico e politico della sua epoca.

Autori a cui si ispira

Scopo storico

  • la costruzione argomentativa
  • autori stoici
  • autori epicurei
  • Critica della superstizione
  • Riflessione sul destino e la libertà
  • Funzione della divinazione nella politica
  • La storia come insegnante
  • Contributo alla filosofia romana

dottrina filosofica

"Sono invece privi d'arte coloro che presagiscono il futuro non con ragionamenti e congetture, in base ai segni osservati e registrati, ma in seguito a non so quale eccitazione psichica"

"è un'opinione antica, risalente ai tempi leggendari e corroborata dal consenso del popolo romano e di tutte le genti, che vi siano uomini dotati di una sorta di divinazione" - incipit del libro I

Quando, dunque, nel sonno l'anima è sottratta all'unione col corpo e al contagio che ne deriva, allora si ricorda del passato, scorge il presente, prevede il futuro: ché il corpo del dormiente giace come quello d'un morto, mentre l'anima è desta e viva. E in questa condizione si troverà tanto più dopo la morte, quando sarà del tutto uscita dal corpo. Perciò, all'approssimarsi della morte, è molto più dotata di virtù profetica. Quelli che sono affetti da malattia grave e mortale questo anzitutto prevedono, l'imminenza della loro morte.

Confutazione della tesi della divinazione naturale di Quinto:''Come si può prevedere che avverrà qualcosa che non ha alcuna causa, né alcun sintomo che denoti il motivo per cui avverrà?''

''se nessuno degli eventi che accadono per caso può essere previsto, poiché non possono avvenire sicuramente,non esiste alcuna divinazione; se invece gli eventi si possono prevedere, perché sono certi e predestinati, ancora una volta non esiste alcuna divinazione: 'hai detto tu, che la divinazione riguarda gli eventi casuali''

dottrina filosofica

"il futuro può essere indicato da eventi naturali, senza l'intervento della divinità; dall'altro, anche ammesso che gli dèi esista-no, può darsi che essi non abbiano concesso al genere umano alcuna capacità di divinazione,»

adesione allo scetticismo

"Del resto, non c'è nulla che, nel lungo scorrere del tempo, non possa essere chiarito e messo in evidenza mediante il ricordo dei fatti e la consultazione dei documenti scritti"

"mi accontento di sapere che cosa accada, pur ignorando perché accada."

"io vedo che ciò è possibile, e mi basta; perché sia possibile, non so"

De fato

Inquadramento storico

L' opera si considera composta nei primi mesi successivi all'assassinio di Cesare, avvenuto nel 15 marzo del 44 a.C.

Struttura

Trama

  • trilogia teologica: 'De natura deorum', 'De divinatione' e 'De Fato'
  • dialogo tra Cicerone e Irzio, il console designato per il 43 a.C.
  • Cicerone mette in discusssione diverse posizioni filosofiche sul tema del destino: stoicismo= determinismo, il destino controlla ogni evento, epicureismo= teoria del clinamen(deviazione casuale degli atomi), scetticismo accademico=non si può conoscere con certezza la verità su questioni come il destino e il libero arbitrio
  • dialogo tra Cicerone e Irzio;
  • disputatio contra propositum;

BROCHURE DE FATO

Scopo filosofico

Scopo letterario

Nel "De fato"riconosce l'esistenza di un certo ordine causale e del fato, ma difende con forza l'idea che gli esseri umani possiedano una sfera di libertà e di responsabilità morale.L'opera è un tentativo di equilibrio tra le diverse dottrine filosofiche, con una tendenza allo scetticismo e all'eclettismo

  • fato(destino)e della libertà umana(libero arbitrio);
  • esigenza divulgativa;

Scopo storico

Il ‘De Fato’ rappresenta forse il tentativo di Cicerone di combattere l’atteggiamento di inazione dei personaggi illustri dello Stato romano, e di spronare quindi i suoi lettori al senso di responsabilità nei confronti della Res publica, da ricostruire e da difendere attraverso un rinnovato impegno morale e politico.

Autori a cui si ispira

Epicuro: in relazione al tema della libertà individuale aveva formulato la teoria della spontanea deviazione dell'atomo; Carneade: distinzione tra cause esterne e interne alla volontà umana; Crisippo: sostiene che ogni evento ha una causa e che il fato è l'ordine necessario del mondo; Diodoro: sosteneva che solo ciò che è vero o necessario può avvenire.

dottrina filosofica

Non è dunque vero che tutto quanto accade accada per volere del destino

Non sono dunque in nostro potere né gli assensi né le azioni. Ne deriva che non sono giusti né gli elogi né i rimproveri, né gli onori né i castighi». Ma siccome questa conclusione è erronea, ritengono si possa concludere che, con ogni probabilità, non tutto ciò che accade accada per opera del destino.

Che senso ha, dunque, introdurre il concetto di destino, quando anche in assenza di esso l'ordine di tutte le cose può essere fatto risalire alla natura o alla sorte?

Si potrebbe anche modificarlo, così da mantenere comunque lo stesso significato senza introdurre la parola "destino"

Ma questi vizi possono nascere da cause naturali, mentre il fatto che possano essere estirpati ed eliminati alla radice, per cui qualcuno incline a tanti difetti poi se ne affrancherebbe, non dipende da cause naturali, bensì dalla volontà, dall'impegno, dalla disciplina.

Ora per prima cosa, se mi venisse voglia di dar ragione a Epicuro e di sostenere che non tutti gli enunciati sono o veri o falsi, sarei pronto a ricevere un colpo del genere piuttosto che ammettere che tutto accada per volere del destino

DA COSA SONO ACCOMUNATE LE DUE OPERE?

il rapporto tra destino, libero arbitrio e pratica della divinazione

Traduzione a cura di Sebastiano Timpanaro

Traduzione a cura di Andrea Filippetti

tentativo di comprensione dell'incertezza della vita umana ed il ruolo della ragione difronte alle credenze popolari

la fonte delle citazioni

GRAZIE PER LA VISIONE

Questo è un periodo storico di estrema instabilità politica a Roma, segnato dalla fine della dittatura cesariana e dall'inizio delle guerre civili tra i seguaci di Cesare e coloro che si opponevano alla sua eredità politica. Cicerone, un importante senatore e oratore romano, era anche impegnato a difendere la Repubblica contro le aspirazioni dittatoriali e il potere crescente di uomini come inizialmente Cesare e, in seguito, Marco Antonio.