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Un equilibrio fragile

Disturbi alimentari e sport

tra cibo, sport e mente

I disturbi del comportamento alimentare (DCA) sono patologie caratterizzate da una relazione problematica e disfunzionale con il cibo e il corpo. Spesso coinvolgono comportamenti alimentari anomali che hanno un impatto negativo sulla salute fisica e mentale. Le principali tipologie di DCA includono:

Anoressia nervosa

Bulimia nervosa

Alimentazione incontrollata

Altri disturbi specifici e non

Nel contesto dei disturbi alimentari, il cibo assume un significato complesso che va oltre il semplice nutrimento

Un meccanismo di controllo

La via di fuga

Un nemico o una minaccia:

Fattori che contribuiscono all'Aumento dei DCA

psicologici

sociali e culturali

biologici

familiari

Il mondo dello sport, soprattutto in alcune discipline, è strettamente collegato ai disturbi alimentari.

Queste discipline come la danza, la ginnastica, il body-building e il nuoto sincronizzato, o anche gli sport ad alto rendimento, rendono gli atleti pià vulnerabili allo sviluppo di dca, specialmente quando vi è una spinta verso la riduzione del peso per migliorare risultati positivi.

Il mondo dello sport, soprattutto in alcune discipline, è strettamente collegato ai disturbi alimentari.

Queste discipline come la danza, la ginnastica, il body-building e il nuoto sincronizzato, o anche gli sport ad alto rendimento, rendono gli atleti pià vulnerabili allo sviluppo di dca, specialmente quando vi è una spinta verso la riduzione del peso per migliorare risultati positivi.

Per affrontare i DCA, è fondamentale promuovere una cultura di consapevolezza e prevenzione:

Educazione alimentare e corporea

Supporto psicologico

Ruolo dello sport

I disturbi del comportamento alimentare sono una realtà complessa e diffusa, specialmente tra giovani e sportivi. È cruciale comprendere le molteplici sfaccettature di queste patologie per poterle prevenire e trattare efficacemente. Un approccio multidisciplinare che coinvolga educazione, sport, psicologia e medicina è necessario per sostenere chi ne soffre e promuovere una relazione sana con il cibo e il proprio corpo.

Lavoro svolto da:Annamaria Gilda Paolillo, 5 A

GRAZIE PER L'ATTENZIONE!

tra cibo, sport e mente

Un equilibrio fragile

Nelle persone affette da anoressia o bulimia, il cibo può essere visto come un pericolo per il corpo e per la percezione di sé. Questo porta a comportamenti di evitamento o di consumo compulsivo, seguiti da pentimento o compensazione.

Cultura della “perfezione” sportiva: gli atleti spesso internalizzano aspettative estreme sulla loro forma fisica, e questo può portare a una preoccupazione eccessiva per il cibo e l’aspetto. Spesso, la cultura sportiva incoraggia un allenamento intenso e un rigido controllo alimentare, che può sfociare in comportamenti ossessivi.

Comporta episodi ricorrenti di abbuffate seguiti da comportamenti compensatori (vomito, uso di lassativi, digiuno, esercizio fisico eccessivo) per prevenire l’aumento di peso.

Sensibilizzare i giovani, specialmente in contesti scolastici e sportivi, sull’importanza di una dieta equilibrata e di un’immagine corporea positiva può ridurre il rischio di sviluppare disturbi alimentari. L’educazione dovrebbe concentrarsi sull’accettazione delle differenze corporee e sul legame tra cibo e salute piuttosto che solo sull’aspetto fisico.

Dinamiche familiari problematiche o genitori con atteggiamenti ossessivi verso il peso e il cibo possono contribuire allo sviluppo di questi disturbi nei giovani.

Caratterizzata da una restrizione calorica estrema, perdita di peso significativa e paura intensa di ingrassare. Spesso si associa a un’immagine corporea distorta.

Esistono anche altri disturbi come il disturbo da alimentazione selettiva (che si manifesta in una dieta ristretta) e altri che non rientrano nelle categorie classiche ma causano comunque un forte disagio.

Per molti individui con DCA, il cibo rappresenta qualcosa da controllare rigidamente, un modo per affrontare emozioni o situazioni stressanti.

Riconoscere i segni iniziali dei DCA e offrire accesso a consulenze psicologiche è essenziale. Terapie come la CBT (terapia cognitivo-comportamentale) sono spesso efficaci nel trattare questi disturbi.

È importante comprendere che la relazione con il cibo nei DCA è profondamente alterata e complessa. Il cibo smette di essere una fonte di nutrimento e diventa uno strumento di autogestione, spesso in modo dannoso.

Cultura della “perfezione” sportiva: gli atleti spesso internalizzano aspettative estreme sulla loro forma fisica, e questo può portare a una preoccupazione eccessiva per il cibo e l’aspetto. Spesso, la cultura sportiva incoraggia un allenamento intenso e un rigido controllo alimentare, che può sfociare in comportamenti ossessivi.

Ansia, depressione, bassa autostima e disturbi dell’immagine corporea sono spesso associati allo sviluppo dei DCA. Molti individui utilizzano il controllo del cibo come una forma di gestione emotiva o per esercitare un senso di controllo su se stessi.

I media e i social network hanno un impatto significativo, veicolando ideali di bellezza irrealistici che enfatizzano la magrezza estrema come sinonimo di successo e accettazione sociale. La pressione verso la perfezione corporea è un fattore scatenante, specialmente tra gli adolescenti.

Allenatori e staff sportivo dovrebbero essere formati per riconoscere i segni dei disturbi alimentari negli atleti e creare ambienti che promuovano il benessere fisico e mentale, evitando eccessive pressioni sull’aspetto fisico o sul peso.

La genetica può avere un ruolo nello sviluppo dei DCA. Alcune ricerche suggeriscono che certi individui possano essere più predisposti biologicamente a sviluppare questi disturbi, a causa di anomalie nei circuiti cerebrali che regolano fame, sazietà e gratificazione.

Nel disturbo da alimentazione incontrollata, il cibo diventa un rifugio per evitare situazioni emotivamente difficili, portando a episodi di abbuffate che però non risolvono i problemi sottostanti, ma anzi li peggiorano.

Simile alla bulimia, ma senza comportamenti compensatori, caratterizzato da episodi di abbuffate che portano a sentimenti di vergogna e colpa.