CHINA PRESENTATION
Alyssa B
Created on October 8, 2024
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Transcript
DAL 1900 AD OGGI
LA CINA
1976
Morte di Mao Zedong
1966
Grande rivoluzione culturale
1949
RPC
Repubblica di Cina
1937
1927
1917
1912
Seconda guerra sino-giapponese
2000
Guerra civile cinese
Prima guerra mondiale
Premessa
CRONOLOGIA
01. LA CINA PRIMA DEL XX SECOLO
Per capire la storia della Cina nel corso del XX secolo è necessaria una breve premessa.La Cina era governata, a partire dal 1600, dalla dinastia Quing, poco amata dalla popolazione locale in quanto considerata "straniera" (originaria della Manciuria, una regione dell'Asia nord-orientale).Per lungo tempo l'Impero, molto ricco di materie prime, era rimasto chiuso all'Occidente.
Nel corso del XIX secolo la situazione cambia, soprattutto a causa delle guerre dell'Oppio (1839-1842 e 1856-1860) che vedono scontrarsi la Cina con il Regno Unito e l'Irlanda (i cui interessi commerciali erano gestiti dalla Compagnia delle Indie orientali), detentori del commercio dell'Oppio proveniente dalle colonie indiane. La Cina inasprisce le leggi contro la droga e questo porta allo scatenarsi dei conflitti che vedono prevalere le potenze europee, anche grazie alle armi più avanzate, costruite in occidente con le tecnologie della seconda rivoluzione industriale. La Cina è così costretta a firmare i trattati di Nanchino e di Tientsin che prevedono l'apertura di nuovi porti commerciali e la concessione dell'isola di Hong Kong al Regno Unito. Questo indebolimento attira anche l'interesse di altre potenze. Ha così inizio l'era dell'imperialismo europeo in Cina che, dopo aver firmato diversi trattati, si ritrova in breve tempo nella posizione di subordine di stato semicoloniale.
A rendere la situazione ancora più critica, alla fine del XIX secolo, è la sconfitta subita nella prima guerra sino-giapponese (1894-1895) per il controllo della Corea, da parte di una nazione (il Giappone) il cui sviluppo era stato fino ad allora sottovalutato. Il governo Qing è costretto a rinunciare alla Corea e a cedere diversi porti e isole tra cui quelle di Taiwan. Anche per questi motivi gli storici chiamano il periodo che va dal 1839 al 1949 "Il secolo dell'umiliazione". Il ventesimo secolo si apre quindi nel pieno di questo "periodo buio" della storia cinese.
Cresce nel frattempo nel popolo un sentimento nazionalista e xenofobo che porta allo scoppio di rivolte interne come quella dei Boxer (tra il 1899 e il 1901). I trattati firmati in questi anni verranno successivamente denominati, dai nazionalisti cinesi, "i trattati ineguali" per la disuguaglianza e la mancanza di reciprocità. Le potenze straniere infatti non ricompensavano la Cina per le concessioni ottenute (e lo stesso accadeva per la Corea e il Giappone).
02. IL PRIMO NOVECENTO
Nel 1908 muoiono sia l'imperatore in carica Guangxu che sua zia, l'imperatrice Cixi (nota per l'influenza politica esercitata a corte), lasciando l'impero, già indebolito, senza un controllo stabile. Prima di morire Cixi nomina erede dell'impero Pu Yi, il nipote di Guangxu, che ha solo 2 anni e per questo passa alla storia come "l'imperatore bambino". Assume la reggenza dell'impero il padre, ma la sua politica aumenta ulteriormente le tensioni interne.
REPUBBLICA DI CINA
Nel 1911 la rivolta di Wuchang dà inizio alla rivoluzione Xinhai. Pu Yi abdica ponendo fine alla dinastia Quing e all'Impero Celeste e, più in generale, alle dinastie imperiali che avevano governato il paese da 5000 anni.Nel 1912 viene proclamata la Repubblica di Cina (la prima della storia cinese) che comprende circa l'80% dei territori dell'ex impero. Il leader del Partito Repubblicano Nazionalista (partito del popolo) è il medico Sun Yat-sen che basa il suo programma su tre principi fondamentali: autonomia nazionale, democrazia politica e uguaglianza sociale. Sun viene eletto Presidente della Repubblica provvisoria di Cina.
REPUBBLICA DI CINA
Nel nord del paese alcuni territori, invece, rimangono sotto il dominio di dinastie locali supportate dagli ex combattenti dell'esercito imperiale Beiyang guidato dal generale Yuan Shikai. Nel 1913, con un colpo di stato, Yuan sostituisce Sun alla guida del paese e lo esilia, instaurando il governo dittatoriale Beiyang che negli anni verrà riconosciuto, a livello internazionale, come governo legittimo (per breve tempo Yuan si autoproclama nuovo imperatore). Muore nel 1916 lasciando il paese nel caos. Dalla sua morte ha inizio il periodo dei Signori della Guerra (uomini che esercitano un potere quasi assoluto in alcune aree grazie ad un forte esercito personale). Nel 1917 Sun ritorna e rifonda il partito nazionalista del Kuomintang (KMT).
Le principali coalizioni dei signori della guerra cinesi nel 1925. L'area blu è quella controllata dal Kuomintang
Questo permette alla Cina di ottenere alcuni vantaggi dal trattato di Versailles del 1919 (uno dei trattati negoziati dalle potenze vincitrici della prima guerra mondiale in cui Germania, Austria e Ungheria vengono estromesse dalle decisioni e costrette a firmare gli accordi presi dalle altre potenze. Questa sarà, in seguito, una delle cause che porteranno alla seconda guerra mondiale).
Nel 1917, nonostante avesse inizialmente proclamato la sua neutralità, la Cina viene coinvolta nella prima guerra mondiale in cui si schiera insieme a Giappone, Italia e Stati Uniti al fianco della Triplice Intesa (Inghilterra, Francia, Russia) e contro gli imperi centrali (Germania, Impero Ottomano, Impero austro-ungarico). La sua partecipazione non è tanto importante dal punto di vista bellico ma è fondamentale dal punto di vista economico per via della manovalanza cinese impiegata nelle fabbriche e cantieri francesi, inglesi e russi mentre gli operai e i contadini europei sono impiegati sul fronte.
PRIMA GUERRA MONDIALE
Tuttavia la regione dello Shandong viene assegnata al Giappone. Aver perso una delle regioni più ricche, per di più facendo parte delle nazioni vincitrici, è un affronto che viene mal tollerato e che crea una forte agitazione tra la gioventù intellettuale, la borghesia e la classe operaia cinese.Nel 1921 la Cina è tra le 9 potenze che partecipano alla conferenza navale di Washington, la prima conferenza sul controllo degli armamenti della storia. I trattati stipulati in questo periodo garantiscono la pace a livello mondiale durante gli anni '20 ma, in seguito al periodo della Grande Depressione, non verranno più rinnovati . Grazie a tali accordi il Giappone riconsegna la regione dello Shandong al contollo cinese.
IL DOPOGUERRA
Tra il 1916 e il 1928 il Giappone sostiene i Signori della Guerra ed il governo Beiyang contro l'esercito rivoluzionario Kuomintang (KMT) del partito nazionalista.Lo scopo del KMT era quello di riunificare la Cina dopo la rivoluzione del 1911 e per farlo, nel 1926, viene organizzata la Spedizione del Nord che vede affiancati i due principali partiti cinesi (a destra il KMT dei nazionalisti e a sinistra il PCC dei comunisti cinesi, nato a Shanghai nel 1921) nel Primo Fronte Unito contro i nemici.Dopo anni di scontri, nel 1928, viene riconosciuta anche in Manciuria l'autorità del governo nazionalista e si ordina di sostituire tutte le bandiere. A questo punto si arriva all'effettiva unificazione della Cina continentale (mentre l'isola di Taiwan resta ancora al Giappone).
PRIMO FRONTE UNITO
Intanto tra le file dell'ala comunista si fa strada la figura di Mao Zedong. Nel 1927, durante il Primo fronte unito KMT-PCC , viene nominato direttore dell'Istituto di addestramento dei contandini del Kuomintang e inviato nella provincia di Hunan per relazionare sulle proteste e ribellioni dei contadini avvenute durante la Spedizione del Nord. Questa relazione sarà il primo importante lavoro della teoria maoista, dell'analisi delle condizioni economiche e della distribuzione di ricchezza nelle campagne.In questo periodo Mao Zedong sviluppa gran parte delle sue teorie politiche e filosofiche che hanno fortemente condizionato diverse generazioni di cinesi e influenzato il resto dei paesi comunisti nel mondo. Un concetto fondamentale è la sua visione dei contadini come punto di forza della rivoluzione, in linea con le teorie marxista e leninista dell'Unione Sovietica che vedevano però nella classe operaia le condizioni necessarie alla diffusione del comunismo.
A partire dal 1927 e, a fasi alterne, fino al 1950, la Cina è teatro di conflitti interni tra il partito nazionalista Kuomintang (KMT) guidato da Chiang Kai-shek (successore di Sun Yat-sen) e il partito comunista (PCC).Dopo l' alleanza del Primo Fronte Unito per sconfiggere il governo Beiyang, nella primavera del 1927, le truppe del KMT, temendo l'ascesa di potere del PCC, operano il cosiddetto "massacro di Shanghai" in cui muoiono centinaia di seguaci e simpatizzanti comunisti, mentre migliaia di persone vengono arrestate o dichiarate scomparse. Da lì vengono sciolte tutte le organizzazioni sotto il controllo comunista. Chiang Kai-shek viene espulso dal KMT e fonda, insieme ai seguaci, un suo governo con capitale a Nanchino.Questo episodio dà inizio alla Guerra civile cinese, un lungo conflitto in due fasi che si concluderà solo nel 1949 con la proclamazione della Repubblica Popolare Cinese.
GUERRA CIVILE CINESE
In tale contesto Mao Zedong, sfuggito al massacro di Shanghai, forma nelle zone rurali del sud delle basi comuniste dotate di forti armate (Armata Rossa Cinese) per supportare i contadini contro i proprietari terrieri e per contrastare il governo.
Nel 1931 viene eletto presidente di una Repubblica sovietica con base a Jangxi. Dopo la sconfitta subita dalle truppe nazionaliste (che utilizzano strategie di accerchiamento e annientamento per impedire ai gruppi comunisti di avere la meglio), Mao decide di ritirarsi con il suo esercito nel nord-ovest e dare vita ad un nuovo stato.Il viaggio di circa 10.000 km dura 370 giorni (1934-1935), attraversando a piedi territori impervi in condizioni metereologiche sfavorevoli e combattendo contro le truppe giapponesi incontrate durante l'avanzata. Diventerà famoso come "La lunga marcia". L'esercito di Mao arriva a destinazione decimato (da 130.000 arrivano in meno di 20.000) ma l'impresa lo rende famoso in tutto il Paese facendogli guadagnare il titolo di "capo della rivolta".
Fino al 1941 la Cina non dichiara guerra al Giappone per paura di perder l'appoggio delle potenze occidentali. Ma quando il Giappone, con l'attacco alla base americana di Pearl Harbor nell'Oceano Pacifico, si unisce al secondo conflitto mondiale nell'Asse Roma-Tokyo-Berlino, la Cina non ha più vincoli ed entra ufficialmente in guerra contro le tre potenze, affiancata anche da Stati Uniti e Unione Sovietica. Approfittando dell'indebolimento del fronte giapponese impegnato contro gli statunitensi, riesce a sconfiggere il Giappone segnando contemporaneamente la fine della Seconda guerra mondiale.
Tra il 1937 e il 1945 il paese è scosso dall'invasione giapponese. Nella seconda guerra sino-giapponese i nazionalisti di Chiang Kai-shek ed i comunisti di Mao Zedong tornano temporaneamente ad unirsi nel Secondo Fronte Unito per respingere gli aggressori. Tuttavia non riescono nel tentativo e il controllo passa ai nipponici che già dal 1931 avevano instaurato il governo fantoccio di Manchukuo mettendovi a capo Pu Yi.
LA SECONDA GUERRA SINO-GIAPPONESE
Nuovamente tra i paesi vincitori del conflitto mondiale, questa volta la Cina ottiene un seggio al Consiglio di Sicurezza dell'ONU (Organizzazione Nazioni Unite).Dopo la resa dei nipponici, i nazionalisti e i comunisti cinesi tornano a scontrarsi per il controllo del paese dando così avvio all'ultima fase della guerra civile (1947-1949). Il KMT, appoggiato dagli USA, gode di una netta superiorità militare ma il PCC con il sostegno del popolo rurale cinese, ha una maggiore forza politica. All'inizio del 1949 le truppe del KMT vengono decimate dall'Armata Rossa comunista che, il 31 gennaio, riesce ad entrare incontrastata in Pechino.
LA SECONDA GUERRA SINO-GIAPPONESE
03. IL SECONDO NOVECENTO
A dicembre dello stesso anno viene assediata l'ultima città controllata dal KMT e Chiang è costretto alla fuga nelle isole di Taiwan, dove trasferisce la Repubblica di Cina nata nel 1912 (ancora oggi, formalmente, Taiwan è considerato uno stato a sè con capitale Taipei dove governa la Repubblica di Cina mentre, per la Repubblica Popolare Cinese, Taiwan è considerata una provincia staccata da riunificare alla Cina continentale).Gli Stati Uniti sono gli unici a non riconoscere la sovranità della Repubblica Popolare Cinese in quanto, essendosi schierati con i nazionalisti di Chiang, la considerano una sconfitta politica. Il seggio dell'ONU, ottenuto alla fine della seconda guerra mondiale, sarà mantenuto da Taiwan e non dalla Repubblica Popolare, fino al 1971.
Il 1 ottobre 1949 Mao proclama la nascita della Repubblica Popolare Cinese (ovvero della Cina comunista) decretando la fine della rivoluzione e della divisione della Cina, nonchè la fine del secolo delle umiliazioni iniziato con la prima Guerra dell'oppio. Si tratta di una Repubblica monopartitica e quindi, di fatto, di una dittatura.
REPUBBLICA POPOLARE CINESE
Nel 1950 la Cina invade il Tibet affermando la sua sovranità sulla regione e successivamente costringendo alla fuga il Dalai Lama e vietando la pratica religiosa del buddismo.
REPUBBLICA POPOLARE CINESE
POLITICA ESTERA
In politica estera, sempre nel 1950, la Cina firma un'alleanza militare con l'Unione Sovietica di Stalin, una dittatura socialista di cui condivide alcune caratteristiche.Intanto in seguito alla firma del patto NATO (USA e blocco occidentale) nel 1949 si contrappone, nel 1955, il patto di Varsavia (Unione Sovietica e blocco orientale). Dalle divergenze di vedute di queste due coalizioni prende vita un periodo di forte tensione geopolitica denominato "guerra fredda" (in quanto gli scontri non sono armati ma politico-ideologici per l'influenza globale delle due superpotenze).
Dal 1954 al 1959 Mao viene eletto Presidente della Repubblica Popolare Cinese (oltre che del partito comunista cinese). Salito al potere le sue prime riforme sono rivolte alla collettivizzazione agricola (le terre sottratte ai proprietari terrieri vengono divise nella collettività agricola in cui i contadini non ricevono un salario ma una quota dei beni prodotti); introduce un controllo dei prezzi attenuando la forte inflazione che si era determinata con la precedente Repubblica di Cina; realizza una semplificazione della scrittura cinese con l'intento di aumentare l'alfabetizzazione; vengono intrapresi progetti e costruzione di infrastrutture.Inoltre vengono adottate politiche che promuovono le scienze, i diritti delle donne e delle minoranze e vengono combattuti l'uso di droghe e la prostituzione.
MAO AL POTERE
In generale vi è quindi un apparente miglioramento della qualità di vita per il popolo cinese.Nel 1958 Mao lancia "il grande balzo in avanti" un piano per la crescita economica con l'intenzione di industrializzare rapidamente il paese convertendo i contadini in operai. Ma questa si rivela una scelta disastrosa che causa scarsità di generi alimentari e, di conseguenza, milioni di morti per fame e per le violente repressioni militari attuate per controllare le rivolte dei proprietari terrieri (i numeri effettivi sono discordanti a seconda delle fonti ma in soli 4 anni si raggiungono numeri che variano tra i 30.000.000 e i 45.000.000 superando di gran lunga i peggiori stermini di massa della storia).
MAO AL POTERE
In seguito a questa politica fallimentare, altri membri del Partito Comunista Cinese (tra cui Liu Shaoqi e Deng Xiaoping) decidono di privare Mao del suo potere reale, lasciandogli ricoprire solo un ruolo simbolico (infatti manterrà la nomina di Presidente del Partito Comunista Cinese fino alla sua morte).Attorno a lui viene comunque creato un vero e proprio culto della personalità, come aveva fatto Stalin in Russia. Nel 1959 diventa Presidente dello Stato Liu Shaoqi.Negli anni '60 si assiste ad una divisione tra Cina e Unione Sovietica (guidata da Nikita Chruščëv dopo la morte di Stalin) a causa di divergenze ideologiche (la Cina critica la Russia che stava attuando la destalinizzazione e la Russia critica la Cina per "il grande balzo in avanti" giudicato non marxista), scontri di confine e controversie sul programma nucleare cinese. La crisi sino-sovietica indica quindi un periodo di forti tensioni che vede contrapporsi i due Stati social-comunisti più influenti del blocco orientale durante la guerra fredda.
MAO AL POTERE
Come reazione alla perdita di potere, Mao lancia nel 1966 la Grande Rivoluzione Culturale, un periodo di manifestazioni ma anche di atti di violenza e rovesciamento dell'ordine costituito da parte di giovani cresciuti nel suo culto. Le sue foto vengono esposte ovunque, le sue citazioni inserite nelle pubblicazioni e nei libretti delle guardie rosse (gruppi di giovani studenti che si ribellano al sistema). Le devastanti conseguenze sono la distruzione di una grande parte delle tradizioni e del patrimonio culturale cinese (considerato "borghese"), l'imprigionamento di molti dissidenti ed altri sconvolgimenti sociali che gettano il paese in uno stato di estrema arretratezza e povertà. Negli ultimi anni di vita, Mao deve affrontare una salute in declino. Verso la fine della sua carriera inizia una politica di avvicinamento con l'Occidente grazie alla quale, nel 1971, anche la Repubblica popolare cinese entra a far parte dell'ONU.
LA GRANDE RIVOLUZIONE CULTURALE
Alla sua morte, nel 1976, si svolge una lotta per il controllo del potere che vede schierarsi:
Due gruppi:RESTAURAZIONISTI, guidati da Hua Guofeng (capo del governo fino al 1980)RIFORMATORI, guidati da Deng Xiaoping, che sale al potere nel 1981, criticando il totalitarismo del maoismo
MODERATI
VS
BANDA DEI QUATTRO (tra cui la vedova di Mao Zedong)Segue una politica rivoluzionaria, per questo sarà in seguito processata e condannata
ESTREMISTI
LA CINA DOPO MAO ZEDONG
Deng Xiaoping non costruisce intorno a sé il culto della personalità, adottando un atteggiamento più moderato e non accentratore.Introduce riforme economiche di stile capitalista che vedono la Cina raggiungere il più alto tasso di crescita economica a livello mondiale negli ultimi decenni del ventesimo secolo.Queste riforme si basano sul principio delle quattro modernizzazioni: riorganizzare in modo efficiente agricoltura, industria, scienze e difesa nazionale.Le terre rimangono proprietà dello Stato ma vengono affidate a famiglie contadine che commercializzano i loro prodotti e quindi hanno maggiore disponibilità economica.In campo industriale, pur restando statale la maggior parte delle produzioni, viene affidata maggior responsabilità gestionale ai dirigenti; vengono create le ZES (zone economiche speciali), regioni in cui le aziende occidentali possono investire in impianti industriali per sfruttare la mano d'opera cinese a basso costo (da lì proviene il famoso "Made in China"). Ci si avvicina così al modello del libero mercato occidentale e giapponese.
LA CINA DI DENG XIAOPING
Il periodo tra gli anni '70 e gli anni '80 rappresenta una vera e propria rivoluzione industriale cinese soprattutto nel campo dell'elettronica.Shenzhen, a tutt'oggi considerata una delle città più evolute della Cina continentale, viene denominata "la Silicon Valley cinese". Contemporaneamente cerca di limitare il numero di nascite introducendo la politica del "figlio unico" .Dopo l'avvento del leader russo Gorbacëv migliorano anche le relazioni con l'Unione Sovietica. Nonostante la crescente prosperità, tuttavia, continuano le richieste di cambiamenti politici in senso democratico: maggiori diritti e maggiore libertà. Alla fine degli anni '80 l'economia subisce una brusca battuta d'arresto ed entra in crisi. La Cina assiste ad una forte inflazione che scatena una battaglia antiriformista (ossia contro la politica di Deng Xiaoping).
LA CINA DI DENG XIAOPING
Emblematica della situazione è la strage di piazza Tien An-Men del 1989, dove 100.000 persone tra studenti universitari e altri sostenitori della democrazia manifestano per quaranta giorni chiedendo maggiori diritti e commemorando la morte di Hu Yaobang (segretario del partito comunista tra il 1982 e il 1987, unico ad aver denunciato le violenze della Rivoluzione Culturale) .Per sedare le contestazioni e mantenere una parvenza di ordine (anche in vista dell'imminente visita di Gorbacëv) nella notte fra il 3 e il 4 giugno 1989 i carri armati invadono la piazza principale di Pechino. Molti manifestanti vengono uccisi, altri dati per dispersi e altri ancori rinchiusi nei Laogai (campi di concentramento cinesi simili ai gulag sovietici). La Repubblica Popolare cinese viene condannata a livello internazionale. Questo segna l'apice della violenza del comunismo che da lì in poi non sarebbe più stato raggiunto in nessuno degli altri Stati comunisti del mondo.
Nel 1992 viene decretata la caduta del comunismo cinese che da quel momento si autodefinisce un governo socialista. La crescita economica raggiunge tassi altissimi e Pechino entra pienamente nel Sistema Internazionale affermandosi come grande potenza anche grazie alla sua posizione geografica strategica e alla politica di engagement degli Stati Uniti.
03. LA CINA DEL 2000
Le nuove generazioni di leader (Jiang Zemin 1989/2002 e Hu Jintao 2002/2012) mantengono intatti i principi della leadership collettiva e non accentratrice, ribadendo una politica incentrata sulla liberalizzazione dell'economia ma anche sul mantenimento del predominio politico del Partito comunista, per quanto Hu Jintao abbia avuto un atteggiamento più egalitario del suo predecessore. Hu e i suoi collaboratori hanno puntato a realizzare una società più armoniosa, cercando di diminuire le disuguaglianze e aumentare il benessere. Altre proteste popolari però, favorite da un più alto tasso di educazione e dall'avvento di internet e dei media, sono state innescate a causa della corruzione e dei favoritismi del governo e alla richiesta di maggior rispetto dei diritti umani.Un esempio emblematico è quello delle olimpiadi del 2008.
Dal 2001 la Cina fa parte del WTO (World Trade Organisation).Contemporaneamente si assiste allo sviluppo dell'attivismo dei lavoratori che portano a proteste e scioperi per la mancanza di leggi a tutela di migliori condizioni di lavoro .
La "nuova via della seta" (come è stato ribattezzato il progetto), si pone l'obiettivo di collegare sia via terra (rete stradale e ferroviaria) che via mare (collegamenti portuali con l'Africa e con il Mediterraneo) Asia, Medio Oriente, Africa, Russia ed Europa, coinvolgendo così economicamente ma anche socialmente e politicamente, più della metà della popolazione mondiale. Per questo è considerato da molti il "nuovo piano Marshall".
A partire dal primo decennio del 2000, con la crescita economica, anche il peso politico di Pechino è aumento a livello internazionale.Con l'ascesa al potere dell'attuale capo del governo Xi Jinping nel 2013, la Cina è diventata più assertiva in politica estera, in relazione soprattutto al libero scambio e alla globalizzazione. Pochi mesi dopo l'inizio del suo primo mandato, Xi Jinping ha lanciato il piano "One belt, one Road", un progetto che, se portato a termine, potrebbe modificare in maniera sensibile gli equilibri geoeconomici e geopolitici mondiali.
A preoccupare è la possibile situazione di "sudditanza" che potrebbe generarsi nei confronti della Cina che riveste il ruolo di protagonista e che potrebbe veder così realizzato il suo sogno di potenza globale egemone a livello militare e culturale.Inoltre Xi Jinping ha capito che non ci può essere sicurezza se non si potenzia la flotta marittima e per questo nel 2014 sono stati investiti milioni di dollari nel tentativo di trasformarla in una potenza navale.Lo scopo del governo di Xi Jinping è quello di cancellare il '900, considerato il secolo della vergogna.
Basti pensare che oggi in Cina ricordare gli eventi di Piazza Tien an-men è vietato. Qualsiasi notizia è stata rimossa da Internet e ne sono proibite le commemorazioni.
POLITICA INTERNA
In politica interna, prendendo spunto dagli errori del passato, si allontana dal modello della leadership collettiva con un accentramento del potere e il ritorno al "culto del leader" oltre al recupero dei temi nazionalisti. Come per la Russia degli anni 2000 si è cercato, fin dagli anni '70, di creare una classe media che fosse disposta ad accettare delle limitazioni alla partecipazione politica in cambio di sviluppo economico e progresso. Così Xi Jinping ha messo in atto una campagna di eppurazione dei funzionari pubblici accusati di corruzione e abuso di potere mostrando anche una maggiore intransigenza verso proteste e critiche (deterioramento dei diritti umani) ed un maggior controllo su media che prevede anche la censura (sorveglianza di massa).
Oggi la Cina è diventata la seconda potenza economica mondiale, nonostante la crisi del 2008 che ha causato negli anni seguenti un eccesso di produzione e il conseguente rallentamento della crescita economica . Attualmente la competizione con Stati Uniti e Giappone riguarda principalmente le tecnologie (elettroniche, informatiche ma anche ambientali, energetiche, biotecnologiche , robotiche) ma il Paese ha raggiunto la leadership in quasi tutti gli ambiti della ricerca.Dopo il Covid la situazione interna è cambiata. Gli stipendi delle aziende private sono diminuiti e in generale l'economia ha subito una brusca frenata anche a causa delle tensioni internazionali. Il costo della vita è abbastanza alto e il tasso di natalità è diminuito. La miscela tra rallentamento economico, disoccupazione, declino demografico può far sì che Xi Jinping non riesca ad uguagliare e superare gli Stati Uniti sul piano economico e militare come nel caso di una possibile guerra con l'America per il controllo di Taiwan. Dal canto loro gli Stati Uniti hanno iniziato a considerare l'ascesa cinese come una minaccia da tenere sotto controllo.
I principali leader della Repubblica Popolare Cinese Dall'alto verso il basso: Mao Zedong, Deng Xiaoping (dx), Jiang Zemin (sx), Hu Jintao (dx), Xi Jimping (in primo piano)
La politica attuale è un misto tra nazionalismo, confucianesimo e socialismo. Molti però considerano Xi Jinping un vero e proprio dittatore. Nel 2018, ha abolito i limiti di 5 anni del mandato presidenziale, assicurandosi di poter governare a tempo indeterminato. Inoltre dal 2020 il "pensiero" di Xi Jinping, già incorporato nelle Costituzioni del PCC e della RPC, viene insegnato nelle scuole e nelle università cinesi per far conoscere le ideologie del partito e coltivare sentimenti patriottici.
https://it.wikipedia.org/wiki/Nuova_via_della_seta
https://it.wikipedia.org/wiki/Economia_della_Repubblica_Popolare_Cinese
https://www.amnesty.ch/it/news/2008/olimpiadi-di-pechino-2008-le-promesse-non-mantenute
https://www.geopop.it/la-rivoluzione-culturale-nella-cina-di-mao-la-storia-dietro-il-problema-dei-tre-corpi/
https://www.geopop.it/la-rivoluzione-cinese-di-mao-in-breve-come-la-cina-e-diventata-un-paese-comunista/
https://www.lorenzorossetti.it/storia_cina_contemporanea.html
Il Partito Comunista Cinese – Rai storia “Passato e Presente” (conduce Paolo Mieli): https://www.youtube.com/watch?v=1tl1aCEELog
SITOGRAFIA
https://www.treccani.it/enciclopedia/storia-della-cina_(Enciclopedia-dei-ragazzi)/
ARIANNA BACCHI
GRAZIEPER L'ATTENZIONE
La ribellione dei Boxer detta anche rivolta dei Boxer o guerra dei Boxer, fu un sollevamento avvenuto in Cina nel 1899, rivolto contro l'influenza colonialista straniera. Fu messo in atto da un grande numero di organizzazioni popolari cinesi, riunite sotto il nome di Yihetuan (cioè Gruppi di autodifesa dei villaggi della giustizia e della concordia).La rivolta ebbe come base sociale molte scuole di kung fu (identificate come «scuole di pugilato»), che inizialmente adottarono il nome di «pugili della giustizia e della concordia», denominazione che, nei racconti dei missionari, fu resa semplicemente come «boxer».
L'engagement è il rapporto di fiducia che l'utente instaura con un brand, un'azienda o un prodotto. Fondamentali per l'engagement sono le strategie di marketing
Nel 2001, in occasione della candidatura in veste di Paese ospitante dei giochi olimpici del 2008, il governo si era impegnato a cambiare la situazione circa il rispetto dei diritti umani in Cina per conformarsi ai valori fondamentali espressi nella Carta Olimpica. Essi prevedevano, tra le altre cose, la liberazione di tutti i militanti pacifici imprigionati, la libera circolazione dei giornalisti cinesi e stranieri e l'abolizione della pena di morte. Molti attivisti che avevano espresso pacificamente le proprie opinioni, erano stati perseguitati solo perchè considerati una minaccia all'immagine di stabilità e armonia che il paese voleva presentare al mondo. Nonostante alcuni sforzi in tale direzione, riconosciuti anche da Amnesty International, le promesse non sono mai state rispettate e la situazione è rimasta pressoché invariata ancora oggi.
La vicenda inizia nel 1949 quando, dopo aver conquistato tutti i territori periferici del Paese e preso il potere, Mao afferma di voler liberare il Tibet dalle "influenze imperialiste occidentali": in realtà il Tibet godeva di un'indipendenza assoluta già dal 1912 quando era caduto l'impero Manciù. Fino a quel momento era stato un territorio periferico dell'impero Quing ma mai una colonia delle potenze occidentali. Il Dalai Lama ne era il capo politico e spirituale. Nell'ottobre del 1950, quindi, inizia l'occupazione che viene suggellata nel 1951 dal Trattato dei 17 punti, sottoscritto da una delegazione tibetana che viene costretta a firmare.Nessuno di questi punti, che garantivano sulla carta una certa libertà amministrativa e di culto, viene però rispettato nella pratica. Il clima instaurato dai cinesi condurrà alla rivolta dei tibetani nel 1959, in seguito alla notizia del tentativo di rapimento del Dalai Lama, invitato dal generale cinese ad una rappresentazione teatrale alla quale avrebbe dovuto presentarsi da solo e senza scorta. La popolazione scende in piazza ma viene repressa dall'esercito cinese. Questo costringe alla fuga del Dalai Lama in India insieme a tutto il suo gruppo dirigente.
"...La Germania rinuncia, a favore della Cina, a tutti i benefici derivanti dal trattato di Pechino del 1901 e le cede tutti gli edifici, porti, caserme, armi e munizioni, navi e tutto ciò che le apparteneva nei territori cinesi .....oltre a ripristinare e restituire tutti gli strumenti astronomici pagando le spese necessarie a tale restauro...." (estratto del trattato di Versailles 1919)
Nel 1911 Sun Yat Sen permette al bambino imperatore di vivere il resto della sua vita con dignità. Gli viene concesso di vivere all’interno della Città Proibita a Pechino e perfino di conservare il titolo, puramente nominale, di Imperatore. Grazie ad un tutore scozzese impara molto bene la lingua inglese. Nel 1932 Pu Yi viene chiamato a ricoprire la carica di "governatore fantoccio" del regno Manchukuo che lascia nel 1945 a causa della cattura da parte dei sovietici. Viene riconsegnato ai cinesi nel 1950, dopo l’ascesa al potere di Mao Zedong e internato in un istituto di rieducazione per criminali di guerra da cui esce solo nel 1959 vivendo una vita umile. Quello che era stato l’ultimo imperatore cinese sposa un’infermiera e lavora come semplice giardiniere. Quando muore nel 1967 non ha figli. Pu Yi ha scritto un libro intitolato “La prima metà della mia vita” che ha ispirato il capolavoro cinematografico di Bernardo Bertolucci, "l’Ultimo Imperatore".