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ivana.dimasi
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1.ILLUMINISMO XVII-XVIII
2.NEOCLASSICISMO XVIII-XIX
3.PREROMANTICISMO XVIII
4.Ugo Foscolo
5.Vita
"Dal Razionalismo all'Emozione: Un Viaggio tra Illuminismo, Neoclassicismo e Preromanticismo"
6. Opere
1. L'età della ragione e dell' Illuminismo (1700-1794)
Politica, economia e cultura
1.2 La cultura del primo Settecento
Il ritorno alla ragione
Nel primo Settecento si afferma una condanna del Barocco, che porta a un ritorno alla ragione e all'equilibrio, opponendosi agli eccessi metaforici e irrazionali di quella cultura. La realtà viene esaminata attraverso la logica, influenzata dal pensiero scientifico di Galileo e dalla filosofia di Cartesio, che attribuiva alla ragione il potere di distinguere la verità dall'errore. In ambito letterario, intellettuali come Ludovico Antonio Muratori promuovono una poesia più equilibrata, che combini fantasia e intelletto, opponendosi alle frivolezze artistiche e orientandosi verso temi civili e sociali. La riscoperta del passato storico, grazie a studiosi come Muratori e Giambattista Vico, contribuisce a una comprensione più profonda della storia e della responsabilità razionale nelle azioni umane, preparando il terreno per il Romanticismo.
"Non si può insegnare nulla a un uomo; si può solo aiutarlo a scoprirlo dentro di sé." Galileo Galilei
1.3. L'illuminismo e lo spirito enciclopedico
- La rottura rispetto al passato
- L'enciclopedia
- La diffusione delle nuove idee
La rottura rispetto al passato Nel primo Settecento, il "ritorno alla ragione" evolve in modo radicale con l'Illuminismo, un movimento che nasce in Francia come "secolo dei lumi", volto a contrastare le superstizioni e i pregiudizi che oscuravano la ricerca della verità e i diritti umani. La critica si rivolge al Medioevo, considerato un periodo di ignoranza, e all'autorità religiosa e monarchica. L'Illuminismo propone una rottura con il passato, puntando su una concezione filosofica basata sulla ragione, che deve guidare la vita civile e sociale. Il movimento promuove il giusnaturalismo, che afferma l'uguaglianza e la dignità degli uomini, e culmina in concetti rivoluzionari come libertà, uguaglianza e fratellanza, sanciti nella Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino nel 1789. Si mette in discussione il potere assoluto e si promuove la democrazia, insieme a riforme giuridiche come il rifiuto della tortura e della pena di morte, sostenute da illuministi come Cesare Beccaria.
L'EnciclopediaL'Enciclopedia rappresenta uno dei principali simboli dell'Illuminismo, poiché riflette il rifiuto delle "verità" tradizionali e la costruzione di un nuovo sistema di valori laici. Diretta da Denis Diderot e Jean Baptiste d'Alembert, l'opera, intitolata "Dizionario ragionato delle scienze, delle arti e dei mestieri", fu pubblicata dal 1751 al 1772, con 17 volumi e 11 di tavole. Con il contributo di noti illuministi come Montesquieu, Voltaire e Rousseau, l'Enciclopedia si differenziava dalle opere medievali, basandosi su un approccio sperimentale e razionale. Non solo catalogava la conoscenza, ma prendeva posizioni critiche e promuoveva una nuova visione della realtà. Nonostante le censure della corte e della Chiesa, il progetto fu completato e continuò ad avere un'influenza duratura. La diffusione delle nuove ideeL'Illuminismo promuove l'indipendenza intellettuale, portando alla crisi dell'eurocentrismo e alla nascita di una visione cosmopolita, basata sull'uguaglianza e la tolleranza tra i popoli. Questo ampliamento della mentalità, favorito dalle scoperte geografiche e dalla conoscenza di culture diverse, porta a una nuova concezione della dignità umana e della filantropia. L'Illuminismo promuove riforme per migliorare la qualità della vita, affrontando questioni sanitarie e ambientali, e ridefinisce la letteratura come strumento utile per il benessere sociale. Sul piano religioso, emerge il deismo, che riconosce un essere supremo razionale senza aderire alle religioni storiche. In Italia, l'Illuminismo, influenzato dalla Francia, si concentra su riforme economiche e giuridiche, senza abbracciare posizioni radicali.
1.4 Gli intellettuali e le istituzioni culturali in Italia
- Le accademie
- I giornali
- La condizione degli intellettuali
Le accademie L'Illuminismo porta nuove prospettive culturali, ma le accademie tradizionali come l'Accademia della Crusca e l'Accademia dell'Arcadia mantengono le loro funzioni. La Crusca pubblica una nuova edizione del suo dizionario, mentre l'Arcadia, fondata a Roma nel 1690, promuove una nuova concezione poetica rispetto al Barocco, pur restando legata a cerimoniali del passato. In contrasto, l'Accademia dei Pugni, fondata nel 1761 a Milano dai fratelli Pietro e Alessandro Verri, con intellettuali come Cesare Beccaria, rappresenta un centro innovativo di discussione illuministica. Fondata senza ufficialità, promuoveva il miglioramento civile e culturale attraverso dibattiti vivaci.I giornali Nel Settecento, i giornali e le riviste giocano un ruolo cruciale nella diffusione delle nuove idee illuministiche e nello sviluppo dell'editoria. Un esempio significativo è "Il Caffè", fondato da Pietro Verri nel 1764, legato all'Accademia dei Pugni e volto a promuovere una pratica culturale libera. La rivista simboleggiava un luogo di confronto e discussione aperta, come i caffè europei dell'epoca. Questo periodo vede nascere il moderno giornalismo, ispirato dai modelli inglesi come "The Tatler" e "The Spectator". In Italia, pubblicazioni come il "Giornale dei letterati d'Italia", le gazzette di Gasparo Gozzi e "La frusta letteraria" di Giuseppe Baretti contribuiscono alla formazione di una pubblica opinione e alla divulgazione delle scienze e delle arti.
La condizione degli intellettuali Nel Settecento, gli intellettuali in Italia non potevano contare su giornalismo ed editoria per garantirsi un'indipendenza economica, e questo metteva a rischio la loro libertà di pensiero. Vittorio Alfieri, nel suo trattato "Del principe e delle lettere", criticava il mecenatismo, che subordinava gli scrittori alle volontà dei nobili. Nonostante il mecenatismo fosse ancora diffuso, come nel caso del poeta Metastasio, la figura dell'intellettuale si evolveva. Alcuni, come Alfieri, vivevano grazie alle proprie rendite, mentre altri, come Pietro Verri e Giuseppe Parini, conciliavano il loro ruolo intellettuale con incarichi pratici come funzionari o precettori.
1.5. La questione della lingua nel Settecento
- Tradizionalisti e innovatori
- Il contesto storico
Tradizionalisti e InnovatoriNel Settecento, il dibattito sulla lingua italiana vede contrapporsi tradizionalisti e innovatori. I tradizionalisti, rappresentati dall'Accademia della Crusca, difendono il modello del Trecento fiorentino, promuovendo la purezza della lingua. Un esempio di questa linea conservatrice è Carlo Gozzi, noto per le sue critiche alla riforma teatrale di Goldoni e per la difesa della tradizione contro l’apertura culturale dell’Illuminismo. Nonostante la chiusura dell'Accademia della Crusca nel 1783, il purismo rimarrà influente ancora nel primo Ottocento.Gli innovatori, divisi in posizioni moderate e radicali, cercano di modernizzare la lingua per renderla più adatta alle esigenze della vita civile. Ludovico Antonio Muratori e Gian Vincenzo Gravina rappresentano una corrente di classicismo moderato, che pur rispettando la tradizione, sostiene la necessità di una lingua più semplice e comprensibile. Con l’Illuminismo, le posizioni riformiste si fanno più marcate: Melchiorre Cesarotti accetta che la lingua si evolva, pur mantenendo un legamecon il passato. I radicali, come Alessandro Verri e il gruppo della rivista "Il Caffè", propugnano una rottura con la tradizione e difendono l’introduzione di termini stranieri per migliorare la chiarezza e la concretezza della lingua.
Il contesto storicoNel corso del Settecento, il contesto storico riflette profondi cambiamenti culturali e sociali che influenzano il dibattito sulla lingua. In questo secolo si verifica una trasformazione del ruolo dell’intellettuale, che da accademico si evolve in una figura impegnata nella battaglia culturale e civile, soprattutto con l’affermazione dell’Illuminismo. La diffusione di periodici, lo scambio culturale con Francia e Inghilterra e il crescente cosmopolitismo ampliano il pubblico e accelerano la circolazione delle idee.L’italiano, pur rimanendo una lingua prevalentemente scritta, comincia a essere utilizzato da un pubblico più vasto, inclusi i ceti medi, anche se gran parte della popolazione continua a parlare dialetti e a non essere alfabetizzata. Il francese diventa una lingua molto influente tra i ceti colti, grazie al prestigio della Francia in campo culturale e letterario. Molti intellettuali italiani sono bilingui, e numerosi termini francesi entrano nel lessico italiano.La scienza, inoltre, contribuisce all’arricchimento linguistico, con nuovi termini provenienti da discipline come la chimica, la fisica e l’economia, che iniziano a entrare nel linguaggio comune. Dal punto di vista sintattico, si assiste a una semplificazione della lingua per favorire una comunicazione più immediata e accessibile, mentre nella poesia, rivolta a un pubblico elitario, rimane in uso una lingua più complessa e legata alla tradizione letteraria.
1.6. Forme e generi della letteratura nel Settecento
- La lirica e il melodramma
- La trattistica italiana del primo Settecento
- La trattistica dell'illuminismo francese
- La trattistica dell' illuminismo italiano
- Il romanzo
- L'autobiografia e la memorialistica
- La letteratura drammatica
La lirica e il melodramma La lirica del Settecento è fortemente influenzata dall'Arcadia, con una predilezione per il gusto melodico e la cantabilità. Le forme poetiche più diffuse sono il sonetto e la canzonetta. Nel sonetto si cerca di imitare Petrarca, ma senza le sue profonde tensioni interiori, mentre nella canzonetta prevale un sentimentalismo superficiale, spesso ambientato in contesti bucolici e pastorali. Tra i principali poeti dell'epoca si distinguono Paolo Rolli e Giambattista Felice Zappi, mentre Pietro Metastasio è la figura più rappresentativa, soprattutto per le sue canzonette, come La libertà del 1733. Il suo stile, che unisce la pittura delle passioni con l'azione drammatica, è particolarmente efficace nei melodrammi, dove la musica accentua il coinvolgimento emotivo del pubblico. Metastasio diventa così l'emblema della letteratura cortigiana del tempo, un modello contro cui si scaglierà Vittorio Alfieri.
La trattistica italiana del primo Settecento La trattatistica italiana del primo Settecento si distingue per il suo tentativo di promuovere gli studi attraverso una base storica e una razionalizzazione del sapere, al fine di comprendere meglio il presente e agire di conseguenza. Ludovico Antonio Muratori, con la sua raccolta Rerum Italicarum Scriptores, sottolinea l'importanza della ragione nella pratica intellettuale e propone una riorganizzazione delle istituzioni culturali, invitando le accademie a collaborare in un progetto comune di rinnovamento culturale.Anche Giambattista Vico, con la sua Scienza nuova, propone una rifondazione degli studi, concentrandosi su una conoscenza storica più profonda, che abbandona la storiografia tradizionale focalizzata su grandi eventi per analizzare gli usi e i costumi delle antiche popolazioni, necessari per comprendere l'evoluzione umana e storica.Pietro Giannone, nella Storia civile del Regno di Napoli, analizza il passato giuridico per affermare l'indipendenza del potere politico da quello religioso. Nel Triregno, Giannone promuove un cambiamento radicale della storia e delle relazioni sociali, basato sui valori autentici del cristianesimo, liberi da ingiustizie e imposizioni autoritarie.
La trattistica dell'illuminismo francese La trattatistica dell'Illuminismo francese si sviluppa principalmente a Parigi, centro nevralgico del dibattito culturale e intellettuale del Settecento. Uno dei progetti più importanti è l'Enciclopedia, iniziata nel 1751 e diretta da Denis Diderot e d'Alembert, con l'obiettivo non solo di raccogliere tutto il sapere umano, ma anche di trasformare la cultura del tempo, eliminando superstizioni e pregiudizi e promuovendo riforme. Diderot, nella voce Eclettismo, si esprime contro il settarismo filosofico, mentre Voltaire, nella voce Dogmi tratta dal suo Dizionario filosofico, attacca il dogmatismo religioso e fanatico. Montesquieu, ne Lo spirito delle leggi, affronta le ingiustizie del potere e difende i diritti dei cittadini, mentre Jean-Jacques Rousseau, nel Discorso sull'origine dell'ineguaglianza, critica radicalmente i sistemi sociali esistenti, sostenendo posizioni più rivoluzionarie.La trattistica dell'illuminismo italiano La trattatistica dell'Illuminismo italiano si concentra sui problemi concreti che ostacolavano il progresso sociale e civile, come la legislazione e i processi criminali. Cesare Beccaria, nella sua opera Dei delitti e delle pene, critica la barbarie delle leggi esistenti, caratterizzate da irrazionalità e crudeltà, e propone un richiamo alla ragione. Beccaria struttura l'opera in modo chiaro e ordinato, affrontando le tematiche in capitoli distinti.Tuttavia, Pietro Verri critica Beccaria per l'eccessivo astrattismo, sostenendo che l'approccio non aveva impattato abbastanza i giudici e non aveva prodotto cambiamenti significativi. Nelle Osservazioni sulla tortura, Verri adotta un approccio più concreto, utilizzando il processo agli untori della peste milanese del 1630 per dimostrare l'ingiustizia e la crudeltà delle pratiche criminali. Questo metodo anticipa una visione storicistica che influenzerà autori come Alessandro Manzoni e i romantici milanesi.
Il romanzo Il romanzo nel Settecento vede l'ascesa del cosiddetto "romanzo borghese", particolarmente in Inghilterra, dove nasce come espressione dei valori della classe media, in opposizione al romanzo cavalleresco e barocco, destinati al pubblico aristocratico. Questo nuovo genere si caratterizza per la sua apertura a diverse tipologie narrative, dalla realtà quotidiana ai temi fantastici. Tra i principali autori inglesi del periodo vi sono Daniel Defoe con Moll Flanders e Robinson Crusoe, Jonathan Swift con i Viaggi di Gulliver, Samuel Richardson con Clarissa, e Henry Fielding con Tom Jones. Laurence Sterne, infine, si distingue per i suoi romanzi umoristici Tristram Shandy e Il viaggio sentimentale.In Francia, il romanzo diventa un veicolo delle idee illuministe. Autori come Voltaire, con Candido, e Montesquieu, con le Lettere persiane, usano il genere per criticare l'ingiustizia e l'ipocrisia sociale. Denis Diderot, con Jacques il fatalista e La monaca, affronta temi sociali come la monacazione forzata, mentre Jean-Jacques Rousseau, con Emilio e La nuova Eloisa, esplora l'educazione e l'emotività. Il romanzo libertino, rappresentato da autori come Choderlos de Laclos (Le relazioni pericolose) e Donatien-Alphonse-François de Sade, esplora temi erotici e anticlericali.In Italia, il romanzo borghese si afferma soprattutto nel teatro di Carlo Goldoni. Tra gli scrittori di romanzi si distingue Pietro Chiari, influenzato dalla narrativa europea, e il tipografo Zaccaria Seriman, autore di satire sociali ispirate a Swift e Voltaire. Alessandro Verri, invece, scrive romanzi neoclassici, lontani dalle sue precedenti posizioni illuministiche.
L'autobiografia e la memorialistica L'autobiografia e la memorialistica nel Settecento segnano l'emergere dell'individuo come intellettuale consapevole e responsabile delle proprie scelte. Questa epoca vede la nascita dell'autobiografia moderna, con opere significative come l'Autobiografia di Gian Battista Vico, che riflette il suo percorso di studi, e la Vita di Vittorio Alfieri, che mette in luce il suo temperamento ribelle. Le Confessioni di Jean-Jacques Rousseau esplorano in profondità le contraddizioni della coscienza individuale.Quando l'autobiografia si espande a considerare il contesto storico e sociale, si parla di "memorie". Tra queste, spiccano le memorie teatrali di Carlo Goldoni e quelle di Giacomo Casanova, che non solo narrano le avventure del famoso seduttore, ma offrono anche un affresco vivace della vita settecentesca. Altre opere significative includono le Memorie inutili di Carlo Gozzi, il Diario di Giambattista Biffi e la Vita di Pietro Giannone, pubblicata postuma. Infine, le avventurose Memorie di Lorenzo Da Ponte, scritte nell'Ottocento, testimoniano il fervore culturale di quel periodo.La letteratura drammatica La letteratura drammatica del Settecento raggiunge il suo apice con le opere di Vittorio Alfieri e Carlo Goldoni. Alfieri, a partire dagli anni Settanta, sviluppa una tragedia classicista e aristocratica, caratterizzata da un approccio elitario. In contrasto, Goldoni riforma il teatro comico per attrarre un pubblico popolare, utilizzando un linguaggio comune e dialettale che affronta le problematiche contemporanee, rispecchiando i gusti della nascente borghesia. La sua attività teatrale si concentra a Venezia, dove le compagnie teatrali sono guidate da autori che assumono ruoli professionali, favorendo il successo commerciale. Questa rivalità creativa porta a confronti significativi, come quello tra Goldoni e Carlo Gozzi, noto per le sue "fiabe teatrali" che tendono al fantastico, e a Pietro Chiari, che scrive commedie in risposta a Goldoni, come La scuola delle vedove e Il filosofo veneziano.
2. Neoclassicismo e Preromanticismo in Europa e in Italia
- Le premesse del Neoclassicismo
- I vari aspetti del Neoclassicismo
- Il Preromanticismo
- Problematicità del concetto di Preromanticismo
- Le radici comuni
Le premesse del Neoclassicismo in Italia, durante l'età napoleonica, segnano un'evoluzione nel classicismo tradizionale, integrando elementi nuovi. La riscoperta di Pompei ed Ercolano, con le loro opere d'arte classica, stimola un rinnovato interesse per forme artistiche nitide e armoniose. Questo classicismo archeologico si manifesta nella letteratura tardo-arcadica, che predilige argomenti mitologici e rappresentazioni visive eleganti.A queste scoperte si affiancano gli studi di Johann Joachim Winckelmann, che promuove una visione entusiasta della bellezza antica, sostenendo che l'arte greca raggiunge un ideale di bellezza assoluta. Secondo Winckelmann, l'arte deve mirare a una "nobile semplicità" e a una "calma grandezza", riflettendo l'armonia interiore e il dominio delle passioni. Queste teorie forniscono i principi fondamentali dell'estetica neoclassica, orientando l'arte e la letteratura verso la trasfigurazione della realtà in forme perfette e armoniche, libere da eccessi e imperfezioni.Il Neoclassicismo si caratterizza per un rinnovato interesse verso l'antico, alimentato da elementi sia archeologici che ideologici. Durante la Rivoluzione francese, i protagonisti vedono in Atene, Sparta e Roma modelli di vita repubblicana e virtuosa, cercando di rivivere i valori antichi. Questa visione si traduce in un classicismo giacobino, rappresentato nelle opere del pittore Jacques-Louis David, che ritraggono figure in pose solenni, distanti dalla grazia del classicismo arcadico.Con l'età napoleonica, il classicismo assume un carattere scenografico, assimilando il regime a forme imperiali romane e celebrando i fasti del potere attraverso pittura, scultura e letteratura, come evidenziato nella poesia di Monti. Tuttavia, si sviluppa anche un Neoclassicismo più profondo, come quello di Ugo Foscolo, che vede l'antico come simbolo di armonia e bellezza, in contrasto con un presente oscuro e barbarico. Per Foscolo, l'eredità della civiltà greca non è perduta, ma continua nella grande civiltà italiana, e la sua poesia aspira a purificare il presente attraverso forme estetiche nobili e serene.La sua "nostalgia" non è quindi una fuga sterile dal presente, ma un complesso movimento di fuga e ritorno, cercando di risvegliare gli ideali classici nel contesto contemporaneo, suggerendo la possibilità di restaurare una civiltà migliore.
Le premesse del Neoclassicismo
I vari aspetti del Neoclassicismo
Il Preromanticismo in Italia, sviluppatosi negli ultimi decenni del Settecento e nei primi dell'Ottocento, rappresenta una reazione alle tendenze neoclassiche, caratterizzate da compostezza e serenità. In contrasto, il Preromanticismo enfatizza l'esasperazione soggettiva, la passionalità, e un interesse per il primitivo e l'esotico, con atmosfere malinconiche e la presenza costante della morte. Queste nuove inclinazioni trovano ispirazione nelle opere straniere, in particolare nei romanzi epistolari di autori come Rousseau, Richardson e Goethe, i quali celebrano la vita emotiva e il sentimentalismo. Il movimento tedesco Sturm und Drang, che emerge tra il 1770 e il 1785, si distingue per la sua esaltazione della libertà individuale e la passionalità primitiva, rifiutando il classicismo e le convenzioni sociali. La figura di Shakespeare è idolatrata come simbolo di creatività istintiva, e le opere di Goethe e Schiller ne rappresentano i principi. Inoltre, la poesia cimiteriale, che riflette sulla morte e il valore delle esistenze umili, ha una certa diffusione in Italia, influenzando poeti come Pindemonte e Foscolo. Infine, i Canti di Ossian, considerati opere di un bardo celtico, ma in realtà rielaborati da James Macpherson, contribuiscono al clima preromantico con le loro evocazioni di paesaggi desolati e amori sfortunati. L'entusiasmo per Ossian in Italia è testimoniato dalla traduzione di Melchiorre Cesarotti, che contribuisce a consolidare il legame tra il Preromanticismo e l'ideale di una bellezza selvaggia e naturale.
Il Preromanticismo
Problematicità del concetto di Preromanticismo
Il concetto di Preromanticismo si riferisce a manifestazioni culturali della fine del Settecento che anticipano aspetti del Romanticismo, ma è oggetto di contestazione. Alcuni critici sostengono che questo termine impoverisca la complessità del Romanticismo stesso, vedendo queste espressioni come ancora legate alla cultura dell'Illuminismo. Tuttavia, le tendenze preromantiche non possono essere limitate a tali confini, poiché riflettono una nuova visione del mondo e una sensibilità emergente. A fine Settecento, si percepiscono i segni di un cambiamento epocale, con l'avvicinarsi di due grandi rivoluzioni: quella politica francese e quella economica industriale, che avrebbero trasformato profondamente l'assetto europeo. Il Romanticismo può essere considerato il prodotto culturale di questi sconvolgimenti. Di conseguenza, il Preromanticismo ha una sua validità storiografica, in quanto rappresenta indizi e sintomi che preannunciano le evoluzioni successive, rendendo evidente il passaggio verso una nuova era.
3. Ugo Foscolo
- La vita
- La cultura e le idee
- Gli scritti
La vita di Ugo Foscolo
Niccolò Foscolo, nato nel 1778 a Zante, apparteneva a una famiglia di origini greche e si sentì profondamente legato alla civiltà classica. Trasferitosi a Spalato e poi a Venezia, affrontò difficoltà economiche dopo la morte del padre. A Venezia, iniziò a scrivere e sviluppò una notevole cultura, abbracciando ideali libertari e repubblicani. Dopo vari spostamenti, tra cui un breve rifugio sui colli Euganei, scrisse la tragedia Tieste nel 1797.Durante l'occupazione napoleonica, si arruolò nella Repubblica cispadana e scrisse l’ode Bonaparte liberatore. Tuttavia, il tradimento di Napoleone, che cedette Venezia all'Austria, lo deluse profondamente. A Milano, conobbe figure come Parini e Monti, cercando di affermarsi socialmente. Dopo esperienze varie nell'esercito, ottenne una cattedra all'Università di Pavia, ma fu poi licenziato per le sue critiche al regime. Nei primi anni del 1800, scrisse Aiace, che suscitò polemiche per le sue allusioni a Napoleone. Seguirono anni di serenità a Firenze, dove lavorò alle Grazie. Dopo la sconfitta di Napoleone a Lipsia, tornò a Milano ma, rifiutando una proposta del nuovo regime, fuggì in esilio in Svizzera e poi a Londra. Qui, nonostante il riconoscimento iniziale, affrontò gravi difficoltà economiche e incomprensioni con gli esuli italiani.Negli ultimi anni, impoverito e malato, visse nei sobborghi di Londra, continuando la traduzione dell'Iliade. Morì nel 1827 a Turnham Green e, nel 1871, i suoi resti furono trasferiti in Italia, sepolti a Santa Croce accanto a grandi figure del passato.
La cultura e le idee di Ugo Foscolo
La formazione di Niccolò Foscolo è influenzata da diverse componenti culturali: la tradizione classica, le sollecitazioni preromantiche e l'Illuminismo. Inizialmente, il suo approccio letterario si colloca nel gusto arcadico, ma si evolve attraverso l'ammirazione per i grandi classici e figure come Parini e Alfieri, integrando anche il sentimentalismo di Rousseau e l’influenza di opere come Werther di Goethe.In gioventù, Foscolo assorbe le idee di Rousseau, abbracciando concezioni democratiche e posizioni giacobine. Tuttavia, con il tempo, si distacca da questi ideali, adottando un pessimismo che si avvicina a Machiavelli e Hobbes, percependo la società come un conflitto perpetuo tra gli uomini. Questo pessimismo si alimenta anche dal materialismo, in cui Foscolo riconosce la realtà come interamente materiale e priva di trascendenza, portando a una visione della vita come un ciclo di aggregazione e disgregazione di materia.Nonostante ciò, Foscolo non si rassegna al fatalismo e cerca alternative. Propone la bellezza delle arti e della letteratura come mezzi per purificare l'animo umano dai conflitti e dalle sofferenze, insegnando rispetto e compassione. Queste discipline hanno anche una funzione civilizzatrice, tramandando le memorie di un popolo e contribuendo alla coesione nazionale, fondamentale per trasformare un'Italia divisa in una nazione moderna.
3.1 Gli scritti di Ugo Foscolo
- Le Ultime Lettere di Jacopo Ortis
- Le Odi e i Sonetti
- Dei Sepolcri
- Le Grazie
- Altri scritti letterari
Le Ultime Lettere di Jacopo Ortis
Le Ultime lettere di Jacopo Ortis è il primo romanzo significativo di Foscolo, scritto in forma epistolare e pubblicato in diverse edizioni tra il 1798 e il 1817. Ispirato principalmente da I dolori del giovane Werther di Goethe, il romanzo narra le lettere del protagonista Jacopo Ortis all’amico Lorenzo, affrontando tematiche di amore e conflitto esistenziale.A differenza del Werther, che riflette la crisi di un giovane intellettuale nell'Europa pre-rivoluzionaria, l'Ortis si colloca in un contesto italiano post-rivoluzionario, dove il protagonista vive la frustrazione di una mancanza di patria e di un contesto sociale opprimente. La disperazione di Ortis deriva dalla delusione delle speranze democratiche e patriottiche tradite, portandolo a considerare la morte come unica via d’uscita.Tuttavia, l'opera non è puramente nichilistica. In essa emerge una ricerca di valori positivi come la famiglia, l'affetto, e la tradizione culturale italiana. Sebbene non inauguri il genere del romanzo in Italia, l'Ortis introduce un modello moderno, privilegiando la liricità e la riflessione filosofica su una trama narrativa tradizionale. L'opera si distingue per la sua prosa aulica e retorica, caratterizzata da complessità sintattica e una forte tensione al sublime.In parallelo, Foscolo abbozza un altro progetto narrativo, il Sesto tomo dell'io, che presenta un tono umoristico e distaccato, segnando una differente direzione rispetto al pathos di Ortis. Questo suggerisce l’influenza di letture come quella di Laurence Sterne, da cui emergerà la figura di Didimo Chierico, opposta a Jacopo Ortis.
Le Odi e i Sonetti
Le Odi e i Sonetti rappresentano una fase significativa nell'evoluzione poetica di Foscolo, che inizia a scrivere fin da giovane componendo odi, sonetti e altre forme poetiche, influenzato dalle tendenze letterarie del suo tempo, come l'arcadismo, il neoclassicismo, l'ossianismo e l'impegno politico. Le OdiFoscolo pubblicò due odi nel 1803: A Luigia Pallavicini caduta da cavallo e All'amica risanata, scritte durante il periodo di Jacopo Ortis. Queste odi riflettono tendenze neoclassiche, centrando l'attenzione sulla bellezza femminile attraverso immagini di divinità greche e riferimenti mitologici. - A Luigia Pallavicini è più un omaggio galante, mentre All'amica risanata aspira a una riflessione filosofica sulla bellezza ideale, sostenendo la funzione purificatrice della poesia e la sua capacità di eternare la bellezza. - Il neoclassicismo di Foscolo si distingue da quello più superficiale e decorativo, esprimendo un desiderio profondo di contrapporre valori superiori a un contesto storico complesso e violento.I SonettiI sonetti di Foscolo tendono a un'espressione più autobiografica e soggettiva, ispirandosi a modelli come Petrarca e a poeti latini. Tra i sonetti, tre emergono come vertici della sua poetica: Alla sera, A Zacinto, e In morte del fratello Giovanni, in cui la forma classica è reinterpretata con originalità. - Questi sonetti trattano temi già presenti in Ortis, come il conflitto con il tempo, l'esilio, l'impossibilità di trovare una stabilità, e il valore della poesia come strumento di eternità.- Si ripresentano quindi il nichilismo e la ricerca di valori positivi, elementi che si chiariranno ulteriormente nei Sepolcri, evidenziando una continua meditazione sulla vita e la morte.
Dei Sepolcri
Dei sepolcri è un poemetto di Ugo Foscolo, composto in endecasillabi sciolti e strutturato come un’epistola poetica indirizzata all'amico Ippolito Pindemonte. Scritto nel 1806, il carme nasce da una discussione a Venezia sull'editto napoleonico di Saint-Cloud, che regolamentava le sepolture, suscitando dibattiti sul significato delle tombe nella società. Argomento: Foscolo inizia sostenendo una visione materialistica della morte, rifiutando l’importanza delle tombe poiché per lui la morte porta alla totale dissoluzione dell'essere. Tuttavia, nel corso del poema, rivaluta il significato delle tombe, proponendo che esse rappresentano un modo per mantenere viva la memoria dei defunti e dei valori civili. Le tombe non solo custodiscono i ricordi, ma
sono anche centri di affetti familiari e tradizioni, stimolando l’emulazione dei grandi uomini del passato.Il carme esprime una meditazione filosofica e politica, contrapponendo la possibilità di un’azione politica e di un riscatto dell'Italia attraverso il culto della memoria, rispetto all’impasse esistenziale del protagonista di Ortis, che si concludeva con il suicidio. Qui, Foscolo propone che il ricordo dei grandi del passato possa ispirare la società contemporanea.Tematiche e struttura: pur essendo legato alla tradizione della poesia sepolcrale, Foscolo chiarisce che il suo lavoro è essenzialmente una poesia civile, mirata a stimolare l’emulazione politica degli italiani. La meditazione sulla morte e la sopravvivenza è espressa attraverso immagini e miti piuttosto che argomentazioni logiche. Il carme è caratterizzato da:- Struttura rigorosa: i passaggi tra concetti e figurazioni avvengono in modo ellittico, dando un afflato lirico ma rendendo la lettura complessa.- Tonalità varia: dal tono problematico a celebrazioni appassionate e rievocazioni mitiche.- Prospettiva spaziale e temporale: si alternano spazi ristretti (come le tombe) a vastità (terra e mare), creando una suggestione di grande ampiezza.- Linguaggio elevato e aulico: il lessico è denso di echi e suggestioni, e la sintassi spazia da frasi concise a periodi complessi.Dei sepolcri rappresenta una profonda riflessione sul significato della morte, della memoria e della tradizione, integrando elementi filosofici, politici e lirici in un’unica struttura armonica.
Le Grazie
Foscolo lavorò al progetto de Le Grazie per molti anni senza completarlo. Già nel 1803, inserì frammenti del poema in un commento alla traduzione di Catullo della Chioma di Berenice. Nel 1809, in una lettera a Monti, annunciò un inno alle Grazie, dedicato a "tutte le idee metafisiche sul bello". L’opera iniziò a prendere forma durante il soggiorno a Bellosguardo nel 1812-13 e continuò a essere rivisitata fino alla morte. Alcuni brani furono pubblicati nel 1822, ma rimase incompiuta e si presenta come una serie di frammenti con varianti.
Il progetto si articolò in tre inni: 1. Venere: rappresenta la "bella natura" e la nascita di Venere e delle Grazie, incantando gli uomini e introducendoli all’armonia universale.2. Vesta: celebra un rito in onore delle Grazie, eseguito da tre donne simboliche della musica, poesia e danza.3. Pallade: si ambienta nell'isola mitica di Atlantide, dove Pallade si rifugia per difendersi dalle passioni umane.Le Grazie, dee intermedie tra cielo e terra, hanno il compito di purificare e incivilire gli uomini attraverso la bellezza. Questo tema riflette la cultura neoclassica e l’idea che la bellezza e le arti possano elevarsi sopra la brutalità umana.Stile e struttura: il poema si propone come una meditazione sulla bellezza e l’armonia, sviluppando temi già presenti nelle odi di Foscolo. Il linguaggio cerca un'armonia musicale e visiva, evocando immagini vivide che rivalutano l'allegoria come strumento per rendere le idee astratte più concrete e potenti.Poesia civile: nonostante l’apparente contemplazione della bellezza, Le Grazie mantiene un forte impegno civile. Foscolo critica implicitamente le guerre napoleoniche e gli istinti aggressivi umani, sostenendo la necessità di un ordine più umano. La sua visione della poesia e delle arti è quella di strumenti di miglioramento sociale.Tendenze romantiche e neoclassiche Foscolo fonde tendenze romantiche e neoclassiche, entrambe influenzate dal tumulto storico dell'epoca. Le tendenze romantiche riflettono delusioni e conflitti, mentre le neoclassiche offrono un'alternativa di equilibrio e bellezza. Queste correnti non si escludono, ma si completano, rendendo la poesia di Foscolo ricca e complessa, in grado di affrontare le sfide del suo tempo.
Altri scritti
Traduzione del Viaggio sentimentale di Laurence SterneUn passaggio significativo nel percorso di Foscolo dalla passionalità de L'Ortis alla serenità de Le Grazie è rappresentato dalla traduzione del Viaggio sentimentale di Laurence Sterne, accompagnata dalla Notizia intorno a Didimo Chierico. Foscolo, influenzato da Sterne sin dalla gioventù, lavorò alla traduzione tra la primavera e l'estate del 1805, riprendendola nel 1812 e pubblicandola nel 1813. Didimo Chierico, personaggio fittizio a cui Foscolo attribuisce la traduzione, funge da alter ego dell'autore, ma a differenza di Jacopo Ortis, Didimo è distaccato, ironico e disincantato, esprimendo il desiderio di dominare le passioni e di filtrare la tumultuosa realtà con serenità.Tematica di fondo e tragedieLa tematica centrale delle Grazie è anticipata dalla tragedia Aiace (1810-11), che contrappone la violenza della politica all’aspirazione di una società educata alla gentilezza e alla pietà, espressa dalla moglie di Aiace, Temessa. Foscolo scrisse anche altre due tragedie: Tieste (1797), che affronta il tema della morte e dell'esilio, e Ricciarda (1811-13), ambientata nel medioevo.Ipercalisse e satira letterariaNel 1815, la Notizia fu ripubblicata con l'Ipercalisse, sotto il titolo completo Didimi Clerici prophetae minimi Hypercalypseos liber singularis. In quest'opera, Foscolo lancia una satira contro i letterati milanesi, scrivendo in un latino biblico oscuro e cifrato. Nel 1817, in Inghilterra, iniziò a scrivere il Gazzettino del bel mondo, una serie di lettere sui costumi e sulla letteratura inglese e italiana, rimasta però incompiuta.
Riflessioni
Ivana Di Masi
5^Bs
Studiare Foscolo mi ha portato a riflettere su come la ricerca della bellezza, che permea le sue opere, possa essere interpretata in modi diversi a seconda del contesto storico e culturale. In Brasile, la bellezza è spesso celebrata nella musica, nella danza e nell’arte di strada, mostrando che, nonostante le differenze, l’arte rimane un linguaggio universale. La bellezza, per Foscolo, non è solo un fine estetico, ma un mezzo per elevare l’animo umano e promuovere una società migliore. Questo parallelo con la cultura brasiliana mi ha fatto capire che la bellezza ha un potere trasformativo, capace di unire le persone al di là delle barriere.
Nel corso della mia permanenza in Brasile, ho assistito a dinamiche sociali complesse, segnate da sfide politiche ed economiche. Questo mi ha fatto pensare alle riflessioni di Foscolo sulla crisi dei valori nel suo tempo. L’Illuminismo e il Neoclassicismo, mentre cercavano di promuovere ideali di razionalità e ordine, non potevano ignorare la realtà di un mondo in tumulto. Allo stesso modo, la società brasiliana si confronta con le sue contraddizioni, dove il desiderio di progresso e bellezza si scontra con le ingiustizie sociali. Questo parallelo mi ha fatto vedere Foscolo non solo come un poeta, ma come un pensatore critico che cercava risposte in un’epoca di crisi.
Il valore della bellezza
La crisi dei valori
Le radici comuni
Neoclassicismo e Preromanticismo, pur apparendo antitetici e inconciliabili, coesistono negli stessi anni e talvolta all'interno della stessa opera di autori come Alfieri, Monti e Foscolo. Quest'ultimo, ad esempio, scrive sia un romanzo "wertheriano" come Ortis, caratterizzato da una intensa passionalità e dall'ossessione per la morte, sia il capolavoro neoclassico Le Grazie. Entrambi i movimenti derivano da una comune crisi culturale, manifestandosi in due fasi storiche: la crisi dell'ancien régime negli anni Settanta-Ottanta del Settecento e la delusione delle illusioni rivoluzionarie durante l'epoca napoleonica. In queste fasi, si notano parallelismi tra i percorsi spirituali degli scrittori, come il distacco dall'impegno civile, il rifiuto della storia e la ricerca di una realtà più autentica. Le due tendenze rappresentano quindi tentativi di trovare alternative a un presente deludente: il Neoclassicismo cerca un ideale di bellezza e armonia, mentre il Preromanticismo esplora le profondità dell'io e una connessione più autentica con la natura. La differenza non sta tanto nella direzione di questa fuga, quanto nel bisogno condiviso di evadere da una realtà insoddisfacente.