Ariosto e Boiardo
Alessandra Sforza
Created on September 23, 2024
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Transcript
start
Il poema epico-cavalleresco
Boiardo e ariosto
I personaggi del ciclo carolingio si FONDONO con l'atmosfera bretone
Venivano recitati nelle piazze dai giullari o dai canterini girovaghi per divertire ( pura avventura, magico, esotico, comico, amore)
Erano componimenti narrativi in versi ( di solito ottave di endecasillabi in rima) che trattavano la materia carolingia o bretone
Il racconto delle avventure dei cavalieri e dei paladini continuava ad essere molto popolare preso un pubblico incolto
I cantari cavallereschi
Il Comico
La forma
Conseguenze del carattere popolare dei cantari
Il giullare per intrattenere il suo pubblico trasforma gli eroi tradizionali in chiave buffonesca.
Essendo il pubblico non colto gli autori ricorrono a meccanismi elementari, basati sulla ripetizione e la serie infinita di avventure. Lo scopo è sbalordire. La metrica e lo stile sono rozzi e irregolari
Gli ideali cavallereschi feudali sembravano poter rivivere nella nuova civiltà della nobiltà aristocratica cortigiana
Venivano incontro alle esigenze di divertimento e svago di una società evoluta culturalmente
Nelle corti
Nella corte il poema cavalleresco veniva ripreso dagli autori colti con intenti artistici per due ragioni:
MATTEO MARIA BOIARDO
Dal 1476 inizia a lavorare al suo capolavoro, rimasto incompiuto alla morte del poeta, l'Orlando Innamorato
Nasce nel 1441 da una famiglia nobile emiliana. Nel 1476 si trasferisce a Ferrara dal duca Ercole. Muore nel 1494
MATTEO MARIA BOIARDO
ignori e cavallier che ve adunati Per odir cose dilettose e nove, Stati attenti e quïeti, ed ascoltati La bella istoria che ’l mio canto muove; E vedereti i gesti smisurati, L’alta fatica e le mirabil prove Che fece il franco Orlando per amore Nel tempo del re Carlo imperatore.
TRAMA
Entra così in gioco l'amore nel mondo austero dell'epica carolingia: Boiardo fa apparire alla corte di Carlo Magno la bellissima Angelica, figlia del re del Cataio (Cina) di cui tutti si innamorano. Orlando stesso perde la ragione fino a sfidare lo stesso Rinaldo. Dopo una serie di peripezie il libro di conclude con Carlo che promette la fanciulla al cavaliere che combatterà più valorosamente contro i Saraceni.
Si compie così la fusione dei due cicli cavalleresti: si intrecciano le armi e gli amori, insieme al meraviglioso fiabesco
L'ORLANDO INNAMORATO
Il titolo indica fin da subito la novità del poema, risultando quasi un OSSIMORO: Orlando, l'eroe difensore della fede nel ciclo carolingio, cade innamorato come gli eroi dei romanzi bretoni
Per questo motivo la cavalleria veniva attualizzata, riempita di valori moderni, uministico-rinascimentali
i valori cavallereschi
Per Boiardo erano valori profondamente sentiti, praticabili nel presente della società cortigiana
Angelica è l'incarnazione di questa visione: è psicologicamente complessa e segue i suoi desideri
Il cavaliere si caratterizza per essere ora un uomo raffinato, dalle grandi doti intellettuali e acculturato
L'amore diventa un'altra espressione dell'ideale di vita attivo ed energico rinascimentale. Amore e armi diventano due espressioni dello stesso ideale
La lealtà e la cortesia diventano il rispetto per gli altri e la tolleranza per le credenze altrui
Nell'ottica individualista rinascimentale, l'onore diventa quindi l'esigenza di primeggiare, come ricompensa della virtù
La prodezza non è più la forza guerriera, ma la capacità, la virtù, dell'individuo libero e attivo di imporre il suo dominio sulla Fortuna
Utilizza una lingua ibrida: sul fondo letterario toscano innesta elementi padani
Le vicende di un personaggio vengono seguite fino ad un certo punto, poi interrotte per quelle di un altro e poi riprese e mescolate. Questa tecnica si chiama ENTRELACEMENT
Lo stile è libero come la narrazione. Boiardo scive prima che si affermi la teoria linguistica di Bembo
Lo stile e la forma
La trama consiste in un proliferare inesauribile di fatti, personaggi e situazioni, che sembra poter continuare all'infinito
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Ludovico ariosto
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Muore a Ferrara
1533
Viene inviato in Garfagnana come governatore
1522-25
Rifiuta di seguire Ippolito in Ungheria e passa al servizio di Alfonso d'Este
1517
Muore il padre e deve farsi carico della famiglia. Entra al servizio del cardinale Ippolito d'Este
1500-1503
Prende gli ordini minori, ma in seguito inizia una relazione con Alessandra Benucci
1504
Nasce a Reggio Emilia da una nobile famiglia
1474
L'orlando furioso
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1532
Esce la terza edizione. Ariosto compie una grande revisione linguistica adottando la teoria di Bembo. Aggiunge anche molti nuovi episodi, elevando il numero dei canti a 46. Il clima si fa più cupo e pessimista.
1521
Esce la seconda edizione. Non ci sono cambiamenti di rilievo: qualche taglio e aggiustamento.
1516
Esce la prima edizione in 40 canti. La lingua usata da Ariosto è come quella di Boiardo: un fondo toscano letterario con numerose espressioni padane e latineggianti
Le fasi della composizione
Crisi dei valori feudali
L'amore cortese che nobilitava l'uomo ora è causa di pazzia
Abbassamento stilistico
invocazione
La guerra tra cristiani e saraceni sarà trattata in modo epico in tutto il poema
Abbassamento ironico: la sofferenza del grande eroe epico è assimilata a quella dell'autore
Solennità epica: tante subordinate, tante inversioni dell'ordine delle parole sul modello latino, tanti enjambements
Invocazione alla donna amata: non alle Muse o a Dio. Il poeta soffre di una pazzia simile a quella di Orlando
esposizione dell'argomento
Alto livello di elaborazione formale: la materia cavalleresca è trattata secondo i modi del classicismo rinascimentale
Doppia citazione
Doppio chiasmo
Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori,le cortesie, l’audaci imprese io canto,che furo al tempo che passaro i Morid’Africa il mare, e in Francia nocquer tanto,seguendo l’ire e i giovenil furorid’Agramante lor re, che si diè vantodi vendicar la morte di Troianosopra re Carlo imperator romano.Dirò d’Orlando in un medesmo trattocosa non detta in prosa mai né in rima:che per amor venne in furore e matto,d’uom che sì saggio era stimato prima;se da colei che tal quasi m’ha fatto, che ’l poco ingegno ad or ad or mi lima,me ne sarà però tanto concesso, che mi basti a finir quanto ho promesso.
Proemio
Antifrasi: dico una cosa ma intendo il contrario. Ariosto finge di condividere l'opinione di Ippolito
Nelle Satire Ariosto si era lamentato del fatto che a Ippolito non interessasse la poesia, ma volesse da lui prestazioni più prosaiche
IRONIA
Ruggiero personaggio encomiastico
Motivo encomiastico
Innalzamento stilistico
Il debito dell'intellettuale cortigiano
Piacciavi, generosa Erculea prole,ornamento e splendor del secol nostro,Ippolito, aggradir questo che vuolee darvi sol può l’umil servo vostro.Quel ch’io vi debbo, posso di parolepagare in parte e d’opera d’inchiostro;né che poco io vi dia da imputar sono,che quanto io posso dar, tutto vi dono.Voi sentirete fra i più degni eroi,che nominar con laude m’apparecchio,ricordar quel Ruggier, che fu di voie de’ vostri avi illustri il ceppo vecchio.L’alto valore e’ chiari gesti suoivi farò udir, se voi mi date orecchio,e vostri alti pensieri cedino un poco,sì che tra lor miei versi abbiano loco
Proemio
Il motivo encomiastico
Riprendendo il progetto encomiastico di Virgilio, Boiardo aveva esaltato la casata degli Este tramite il capostipite Ruggiero. Ariosto mantiene e prosegue questo progetto
La varietà dei temi
Anche Ariosto intreccia vicende di guerra e vicende d'amore
Il titolo
Ariosto prende spunto da Boiardo e radicalizzandolo e riflettendoci. Il titolo dell'opera ricalca l'Orlando Innamorato. Il titolo ricalca anche quello di una tragedia di Seneca, l'Hercules furens
Cosa riprende da boiardo
1) Orlando parte alla ricerca di Angelica. Aiuta e salva Olimpia. Resta vittima dell'incantesimo nel castello di Atlante. Dopo altre peripezie giunge in un bosco dove nota i segni dell'amore di Angelica e Medoro, un soldato saraceno. Impazzisce. Astolfo recupera il suo senno sulla Luna e lo fa tornare in sè. Riprende la guerra. 2) Ruggiero è inseguito da Bradamente, guerriera cristiana innamorata di lui. Bradamente lo salva dal castello di Atlante ma finisce nell'isola della fata Alcina, di cui si innamora. Dopo numerose peripezie si battezza e diventa cristiano, sposando poi Bradamante
Orlando, Rinaldo e altri cavalieri abbandonano il campo di battaglia per cercare Angelica in fuga o altri compagni. Nel fattempo i nemici hanno il sopravvento finchè non torna Rinaldo e li porta alla ritirata. Nel frattempo i Cristiani conquistano il regno di Agramante, il quale propone a Carlo di risolvere il conflitto con un duello fra tre cristiani e tre saraceni. I cristiani vincono.
LE VICENDE ROMANZESCHELe avventure dei singoli personaggi
LE VICENDE MILITARIlo scenario che riguarda tutti i personaggi
La struttura
Ariosto riprende la narrazione lasciata in sospeso da Boiardo. Come nell'Orlando Innamorato, non c'è un unico protagonista né un'unica storia, ma un intreccio sospeso e ripreso di vicende, che possiamo dividere in due filoni:
L'organizzazione del tempo
L'organizzazione dello spazio
IL motivo dell'inchiesta
Il carattere romanzesco
Ciò si traduce nell'uso di frequenti formule tipo di su, di giù/ di qua, di là, e nell'utilizzo della parola chiave del poema: ERRARE
La ricerca inconcludente si traduce in un movimento circolare, che non approda mai ad una meta, indicando il carattere ossessivo e ripetitivo della ricerca
La ricerca è sempre vana, gli eroi non riescono mai a raggiungere l'oggetto dei loro desideri
Nel Furioso non è una ricerca sacra, ma profana: un elmo, una donna, una spada ecc...
IL motivo dell'inchiesta
Ciò che muove gli eroi è la queste, ovvero la ricerca dell'oggetto del desiderio
L'ambiente più simbolico è per questo la selva, che diviene un simulacro di un mondo intricato, mobile e variabile, in cui gli uomini si muovono secondo il disegno della Fortuna
Lo spazio immenso si intreccia con il movimento circolare e vano dei personaggi diventando labirintico e frustrante
Il mondo non è che il teatro delle sole azioni umane : visione laica rinascimentale
Si tratta però di uno spazio sempre orizzontale, uno spazio cioè non trascendente, ma solamente terreno (anche la luna dove va Astolfo non è che un complemento della terra
Il movimento incessante dei personaggi influenza lo spazio dell'opera, il quale è vastissimo: dalla Francia all'Oriente, all'Africa...
Lo spazio orizzontale
La struttura formale segue i contenuti
Ariosto porta alle estreme conseguenze la tecnica dell'ENTRELACEMENT
La struttura narrativa è infatti divagante, fatta di attesa
Il tempo è labirintico come lo spazio: il poeta aggroviglia le storie tornando sempre indietro nel tempo per recuperare i fili narrativi interrotti
L'organizzazione del tempo
Angelica e Olimpia: esposte entrambe come preda all'orca marina dell'isola di Ebuda ed entrambe salvate in extremis da Ruggiero e da Orlando
Percorso di elevazione: dall'incostanza giovanile alla saggezza e al riconoscimento delle responsabilità
Percorso di degradazione: da guerriero pio si abbassa al livello delle bestie
Ruggiero
Orlando
Un esempio di questa organizzazione è rappresentato dalle simmetrie e le architetture presenti tra i vari episodi e personaggi
Ariosto è solo apparentemente caotico: l'entrelacement è in realtà rigorosamente organizzato in una struttura precisa e mai casuale
un Labirinto ordinato
L'opera di presenta come un poema nazionale, leggibile oltre il ducato di Ferrara
L'inchiesta diventa una ricerca intellettuale e alcuni personaggi, come Ruggiero, assumono le caratteristiche degli eroi epici
Nella seconda parte diventano lunghe e ininterrotte, mentre l'entrelacement diviene sempre più raro
Tutti i filoni narrativi nella seconda parte del poema arrivano ad una conclusione: la struttura è chiusa
- La STRUTTURA
- Le SEQUENZE
- i PERSONAGGI
- i VALORI
I caratteri epici
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MOTIVO FILOSOFICOUtilizza le avventure cavalleresche per riflettere sui temi centrali della civiltà rinascimentale
MOTIVO EDONISTICOOvvero perchè erano storie coinvolgenti e appassionanti, in grado di allietare e divertire
Decide dunque di narrare del mondo cavalleresco per due motivi:
Per Ariosto i valori cavallereschi non sono più attualizzabili, fanno parte di un mondo lontano da guardare solo con nostalgia
Ariosto vive in un periodo storico in cui la civiltà cortigiana, ultima erede della società cortese, è in piena crisi
I valori cavallereschi per ariosto
IRONIA
Imperfetta conoscenza dei fattiIl narratore onnisciente finge di non conoscere dettagli, per distaccarsi dalla materia narrata
Intervento della voce narranteSpesso il narratore giudica e commenta in modo malizioso, spezzando l'illusione
Deve mutare la prospettiva da cui è presentata la materia, per evitare la totale immedesimazione e costringere il lettore a guardare le vicende da lontano con occhio critico. Questo processo si chiama STRANIAMENTO e Ariosto utilizza varie tecniche per ottenerlo:
Per usare le storie come punto di partenza per una riflessione sulla realtà, Ariosto non può abbandonarsi semplicemente al piacere del racconto
lo straniamento e l'ironia
IRONIA
Tramite l'intervento del narratoreIl narratore utilizza paragoni e similitudini basse e prosaiche, in contrasto con la qualità dei personaggi
Tramite il montaggio della scenaIl montaggio mette in dubbio l'oggettività dei fatti raccontati
Dato che i valori cavallereschi non sono più praticabili per Ariosto, abbassa la dignità epica ed eroica dei personaggi rendendoli più prosaici e familiari, in modo far emergere dietro le apparenze epiche le donne e gli uomini comuni, con i loro limiti ed errori. Ciò avviene in più modi:
Un altro strumento per veicolare l'ironia è l'abbassamento
l'abbassamento e l'ironia
Il loro realismo è in contrasto con l'idealismo dei personaggi sublimi e ne diventa il controcanto ironico
Sono i personaggi più flessibili, che sanno accontentarsi di oggetti sostitutivi e più disponibili, come Mandricardo, il quale incontrata Doralice si scorda di Angelica e giace con lei
La loro virtù è destinata alla sconfitta perchè è rigida e unilaterale, non in grado di adattarsi alla mobilità della Fortuna. L'esito del loro idealismo è quindi la follia o la morte
I personaggi Pragmatici
I personaggi sublimi
I personaggi
Sono i personaggi eroicamente più fedeli ai loro ideali, come Orlando, fedele all'idealizzata Angelica fino alla fine
La varietà ariostesca è però perfettamente amalgamata: i diversi livelli non cozzano fra loro, ma risultano in un impasto unitario e perfettamente fluido
La lingua del Furioso è però più variegata e multiforme, molto meno selettiva: vi sono ad esempio termini aulici, ma anche più comuni e colloquiali
La lingua e lo stile
Ariosto si ispira al modello di BEMBO, con i suoi criteri di compostezza ed equilibrio
Chiasmo
Perifrasi per Angelica
Non dico ch'ella fosse, ma pareaAngelica gentil ch'egli tant'ama.Egli, che la sua donna e la sua deavede portar sì addolorata e grama,spinto da l'ira e da la furia rea,con voce orrenda il cavallier richiama;richiama il cavalliero e gli minaccia,e Brigliadoro a tutta briglia caccia.Non resta quel fellon, né gli risponde,all'alta preda, al gran guadagno intento,e sì ratto ne va per quelle fronde,che saria tardo a seguitarlo il vento.L'un fugge, e l'altro caccia; e le profondeselve s'odon sonar d'alto lamento.Correndo usciro in un gran prato; e quelloavea nel mezzo un grande e ricco ostello.
Brigliadoro è il cavallo di Orlando
Perifrasi per Orlando
Orlando alla ricerca di Angelica
Iperbole
L'ha cercata per Francia: or s'apparecchiaper Italia cercarla e per Lamagna,per la nuova Castiglia e per la vecchia,e poi passare in Libia il mar di Spagna.Mentre pensa così, sente all'orecchiauna voce venir, che par che piagna:si spinge inanzi; e sopra un gran destrierotrottar si vede innanzi un cavalliero,che porta in braccio e su l'arcion davanteper forza una mestissima donzella.Piange ella, e si dibatte, e fa sembiantedi gran dolore; ed in soccorso appellail valoroso principe d'Anglante;che come mira alla giovane bella,gli par colei, per cui la notte e il giornocercato Francia avea dentro e d'intorno.
Il castello di Atlante
Il castello
Di vari marmi con suttil lavoroedificato era il palazzo altiero.Corse dentro alla porta messa d'orocon la donzella in braccio il cavalliero.Dopo non molto giunse Brigliadoro,che porta Orlando disdegnoso e fiero.Orlando, come è dentro, gli occhi gira;né più il guerrier, né la donzella mira. Subito smonta, e fulminando passadove più dentro il bel tetto s'alloggia:corre di qua, corre di là, né lassache non vegga ogni camera, ogni loggia.Poi che i segreti d'ogni stanza bassaha cerco invan, su per le scale poggia;e non men perde anco a cercar di sopra,che perdessi di sotto, il tempo e l'opra.
D'oro e di seta i letti ornati vede:nulla de muri appar né de pareti;che quelle, e il suolo ove si mette il piede,son da cortine ascose e da tapeti.Di su di giù va il conte Orlando e riede;né per questo può far gli occhi mai lietiche riveggiano Angelica, o quel ladroche n'ha portato il bel viso leggiadro. E mentre or quinci or quindi invano il passomovea, pien di travaglio e di pensieri,Ferraù, Brandimarte e il re Gradasso,re Sacripante ed altri cavallierivi ritrovò, ch'andavano alto e basso,né men facean di lui vani sentieri;e si ramaricavan del malvagiinvisibil signor di quel palagio.
Atlante
Il castello blocca le avventure
L'immagine incantata serviva per attrarlo nel castello
Labirinto
Ovvero dove ci sono le stanze
Il castello di Atlante
Mentre circonda la casa silvestratenendo pur a terra il viso chino,per veder s'orma appare, o da man destrao da sinistra, di nuovo camino;si sente richiamar da una finestra:e leva gli occhi; e quel parlar divinogli pare udire, e par che miri il viso,che l'ha da quel che fu, tanto diviso.Pargli Angelica udir, che supplicandoe piangendo gli dica: «Aita, aita!la mia virginità ti raccomandopiù che l'anima mia, più che la vita.Dunque in presenza del mio caro Orlandoda questo ladro mi sarà rapita?più tosto di tua man dammi la morte,che venir lasci a sì infelice sorte.»
Motivo centrale: la vanità della ricerca e dunque la vanità dell'esistenza
L'amore ha cambiato Orlando in negativo
Ruggiero personaggio encomiastico
Generico numero iperbolico
Riflessione razionale che può liberarlo dall'incantesimo
Tutti cercando il van, tutti gli dànnocolpa di furto alcun che lor fatt'abbia:del destrier che gli ha tolto, altri è in affanno;ch'abbia perduta altri la donna, arrabbia;altri d'altro l'accusa: e così stanno,che non si san partir di quella gabbia;e vi son molti, a questo inganno presi,stati le settimane intiere e i mesi. Orlando, poi che quattro volte e seitutto cercato ebbe il palazzo strano,disse fra sé: "Qui dimorar potrei,gittare il tempo e la fatica invano:e potria il ladro aver tratta costeida un'altra uscita, e molto esser lontano".Con tal pensiero uscì nel verde prato,dal qual tutto il palazzo era aggirato.
Il castello di Atlante
Tosto che pon dentro alla soglia il piede,per la gran corte e per le logge mira;né più il gigante né la donna vede,e gli occhi indarno or quinci or quindi aggira.Di su di giù va molte volte e riede;né gli succede mai quel che desira:né si sa imaginar dove sì tostocon la donna il fellon si sia nascosto.Poi che revisto ha quattro volte e cinquedi su di giù camere e logge e sale,pur di nuovo ritorna, e non relinqueche non ne cerchi fin sotto le scale.Con speme al fin che sian ne le propinqueselve, si parte: ma una voce, qualerichiamò Orlando, lui chiamò non manco;e nel palazzo il fe' ritornar anco.
Esempio di ENTRELACEMENT
Esempio di STRANIAMENTO: l'autore finge di non essere sicuro
flashback: Ruggiero aveva visto rapire Bradamante da un gigante
Perde la ragione e l'incanto ricomincia: rientra nel palazzo
caos
Queste parole una ed un'altra voltafanno Orlando tornar per ogni stanza,con passione e con fatica molta,ma temperata pur d'alta speranza.Talor si ferma, ed una voce ascolta,che di quella d'Angelica ha sembianza(e s'egli è da una parte, suona altronde),che chieggia aiuto; e non sa trovar donde. Ma tornando a Ruggier, ch'io lasciai quandodissi che per sentiero ombroso e foscoil gigante e la donna seguitando,in un gran prato uscito era del bosco;io dico ch'arrivò qui dove Orlandodianzi arrivò, se 'l loco riconosco.Dentro la porta il gran gigante passa:Ruggier gli è appresso, e di seguir non lassa.
Il castello di Atlante
Non pur costui, ma tutti gli altri ancora,che di valore in Francia han maggior fama,acciò che di lor man Ruggier non mora,condurre Atlante in questo incanto trama.E mentre fa lor far quivi dimora,perché di cibo non patischin brama,sì ben fornito avea tutto il palagio,che donne e cavallier vi stanno ad agio.
Atlante, padre adottivo di Ruggiero, vuole solo impedire che si avveri la profezia che decreta la futura conversione e morte dell'eroe
Il principio del castello
Una voce medesma, una personache paruta era Angelica ad Orlando,parve a Ruggier la donna di Dordona,che lo tenea di sé medesmo in bando.Se con Gradasso o con alcun ragionadi quei ch'andavan nel palazzo errando,a tutti par che quella cosa sia,che più ciascun per sé brama e desia.Questo era un nuovo e disusato incantoch'avea composto Atlante di Carena,perché Ruggier fosse occupato tantoin quel travaglio, in quella dolce pena,che 'l mal'influsso n'andasse da canto,l'influsso ch'a morir giovene il mena.Dopo il castel d'acciar, che nulla giova,e dopo Alcina, Atlante ancor fa pruova.
Il castello di Atlante
Un valore ironico ha ad esempio la sproporzione tra la forza guerriera di Orlando e il fatto che sia diretta verso un cavaliere inesistente e ingannevole, di cui il prode guerriero è alla fin fine in balia: la dignità eroica viene così abbassata e ridicolizzata
L'episodio è un esempio di come Ariosto utilizza la materia fiabesco-romanzesca per creare una riflessione etico-filosofica tramite l'IRONIA
Nelle immagini create dal mago ogni personaggio vede ciò che desidera ed è così preso dall'apparenza ingannevole delle immagini da non riconoscere gli altri cavalieri
il castello di atlante
Il palazzo è un'immagine del mondo: gli uomini sono spinti dai loro desideri al vano inseguimento di oggetti deludenti, che sfuggono loro costantemente
Ben mi si potria dir: «Frate, tu vail'altrui mostrando, e non vedi il tuo fallo.»Io vi rispondo che comprendo assai,or che di mente ho lucido intervallo;ed ho gran cura (e spero farlo ormai)di riposarmi e d'uscir fuor di ballo:ma tosto far, come vorrei, nol posso;che 'l male è penetrato infin all'osso.Signor, ne l'altro canto io vi diceache 'l forsennato e furioso Orlandotrattesi l'arme e sparse al campo avea,squarciati i panni, via gittato il brando,svelte le piante, e risonar faceai cavi sassi e l'alte selve; quandoalcun' pastori al suon trasse in quel latolor stella, o qualche lor grave peccato.
flashback
Intervento del narratore
Intervento del narratore
Anche il poeta è vittima
Il narratore si paragona a Orlando: abbassamento
Selva come metafora di una condizione interiore
Chi mette il piè su l'amorosa pania,cerchi ritrarlo, e non v'inveschi l'ale;che non è in somma amor, se non insania,a giudizio de' savi universale:e se ben come Orlando ognun non smania,suo furor mostra a qualch'altro segnale.E quale è di pazzia segno più espressoche, per altri voler, perder se stesso?Vari gli effetti son, ma la pazziaè tutt'una però, che li fa uscire.Gli è come una gran selva, ove la viaconviene a forza, a chi vi va, fallire:chi su, chi giù, chi qua, chi là travia.Per concludere in somma, io vi vo' dire:a chi in amor s'invecchia, oltr'ogni pena,si convengono i ceppi e la catena.
La follia di orlando
Gli agricultori, accorti agli altru'esempli,lascian nei campi aratri e marre e falci:chi monta su le case e chi sui templi(poi che non son sicuri olmi né salci),onde l'orrenda furia si contempli,ch'a pugni, ad urti, a morsi, a graffi, a calci,cavalli e buoi rompe, fraccassa e strugge;e ben è corridor chi da lui fugge.Già potreste sentir come ribombel'alto rumor ne le propinque villed'urli e di corni, rusticane trombe,e più spesso che d'altro, il suon di squille;e con spuntoni ed archi e spiedi e frombeveder dai monti sdrucciolarne mille,ed altritanti andar da basso ad alto,per fare al pazzo un villanesco assalto.
Similitudine che abbassa la statura eroica dell'eroe: sdrammatizzazione
Nel giorno del giudizio
Perdita di identità
Ironia
enumerazione
enumerazione
Viste del pazzo l'incredibil provepoi più d'appresso e la possanza estrema,si voltan per fuggir, ma non sanno ove,sì come avviene in subitana tema.Il pazzo dietro lor ratto si muove:uno ne piglia, e del capo lo scemacon la facilità che torria alcunoda l'arbor pome, o vago fior dal pruno.Per una gamba il grave tronco prese,e quello usò per mazza adosso al resto:in terra un paio addormentato stese,ch'al novissimo dì forse fia desto.Gli altri sgombraro subito il paese,ch'ebbono il piede e il buono aviso presto.Non saria stato il pazzo al seguir lento,se non ch'era già volto al loro armento.
la follia di orlando
Era a periglio di morire Orlando,se fosse di morir stato capace.Potea imparar ch'era a gittare il brando,e poi voler senz'arme essere audace.La turba già s'andava ritirando,vedendo ogni suo colpo uscir fallace.Orlando, poi che più nessun l'attende,verso un borgo di case il camin prende.Dentro non vi trovò piccol né grande,che 'l borgo ognun per tema avea lasciato.V'erano in copia povere vivande,convenienti a un pastorale stato.Senza pane di scerner da le giande,dal digiuno e da l'impeto cacciato,le mani e il dente lasciò andar di bottoin quel che trovò prima, o crudo o cotto..
similitudine
Antitesi tra la grazia concessa da Dio al suo campione e la sua attuale condizione bestiale
Bestialità perde la sua umanità
Qual venir suol nel salso lito l'ondamossa da l'austro ch'a principio scherza,che maggior de la prima è la seconda,e con più forza poi segue la terza;ed ogni volta più l'umore abonda,e ne l'arena più stende la sferza:tal contra Orlando l'empia turba cresce,che giù da balze scende e di valli esce.Fece morir diece persone e diece,che senza ordine alcun gli andaro in mano:e questo chiaro esperimento fece,ch'era assai più sicur starne lontano.Trar sangue da quel corpo a nessun lece,che lo fere e percuote il ferro invano.Al conte il re del ciel tal grazia diede,per porlo a guardia di sua santa fede.
la follia di orlando
entrelacement
non cucina, nè scuoia le prede
Non c'è distinzione
E quindi errando per tutto il paese,dava la caccia e agli uomini e alle fere;e scorrendo pei boschi, talor presei capri isnelli e le damme leggiere.Spesso con orsi e con cingiai contese,e con man nude li pose a giacere:e di lor carne con tutta la spogliapiù volte il ventre empì con fiera voglia.Di qua, di là, di su, di giù discorreper tutta Francia; e un giorno a un ponte arriva,sotto cui largo e pieno d'acqua correun fiume d'alta e di scoscesa riva.Edificato accanto avea una torreche d'ogn'intorno e di lontan scopriva.Quel che fe' quivi, avete altrove a udire;che di Zerbin mi convien prima dire.
la follia di orlando
Insieme all'amor cortese anche i valori cavallereschi sono oggetto di critica: portati all'estremo diventano autodistruttivi (Orlando finisce per usare la sua forza contro i deboli , che dovrebbe difendere, o gli oggetti)
Ariosto rovescia in modo ironico la concezione cortese dell'amore: la donna non nobilita più l'uomo ma lo degrada fino ad una condizione bestiale
La follia di orlando
Orlando è il perfetto amante cortese: Angelica è sempre da lui idealizzata e ciò lo rende fragile di fronte alla realtà effettiva
Altri fiumi, altri laghi, altre campagnesono là su, che non son qui tra noi;altri piani, altre valli, altre montagne,c'han le cittadi, hanno i castelli suoi,con case de le quai mai le più magnenon vide il paladin prima né poi:e vi sono ample e solitarie selve,ove le ninfe ognor cacciano belve.Non stette il duca a ricercar il tutto;che là non era asceso a quello effetto.Da l'apostolo santo fu conduttoin un vallon fra due montagne istretto,ove mirabilmente era riduttociò che si perde o per nostro diffetto,o per colpa di tempo o di Fortuna:ciò che si perde qui, là si raguna.
La Luna è simile alla Terra: ne è una proiezione
Descrizione della luna
Realismo
Chiasmo
è accompagnato da San Giovanni
Tutta la sfera varcano del fuoco,ed indi vanno al regno de la luna.Veggon per la più parte esser quel lococome un acciar che non ha macchia alcuna;e lo trovano uguale, o minor pocodi ciò ch'in questo globo si raguna,in questo ultimo globo de la terra,mettendo il mar che la circonda e serra.Quivi ebbe Astolfo doppia meraviglia:che quel paese appresso era sì grande,il quale a un picciol tondo rassimigliaa noi che lo miriam da queste bande;e ch'aguzzar conviengli ambe le ciglia,s'indi la terra e 'l mar ch'intorno spande,discerner vuol; che non avendo luce,l'imagin lor poco alta si conduce.
Astolfo sulla luna
Passando il paladin per quelle biche,or di questo or di quel chiede alla guida.Vide un monte di tumide vesiche,che dentro parea aver tumulti e grida;e seppe ch'eran le corone antichee degli Assiri e de la terra lida,e de' Persi e de' Greci, che già furoincliti, ed or n'è quasi il nome oscuro.Ami d'oro e d'argento appresso vedein una massa, ch'erano quei doniche si fan con speranza di mercedeai re, agli avari principi, ai patroni.Vede in ghirlande ascosi lacci; e chiede,ed ode che son tutte adulazioni.Di cicale scoppiate imagine hannoversi ch'in laude dei signor si fanno.
Antitesi: vanità della gloria
Critica al sistema cortigiano
Enumerazione
La ruota della Fortuna
Dante
Vanità dei desideri umani
Non pur di regni o di ricchezze parlo,in che la ruota instabile lavora;ma di quel ch'in poter di tor, di darlonon ha Fortuna, intender voglio ancora.Molta fama è là su, che, come tarlo,il tempo al lungo andar qua giù divora:là su infiniti prieghi e voti stanno,che da noi peccatori a Dio si fanno.Le lacrime e i sospiri degli amanti,l'inutil tempo che si perde a giuoco,e l'ozio lungo d'uomini ignoranti,vani disegni che non han mai loco,i vani desideri sono tanti,che la più parte ingombran di quel loco:ciò che in somma qua giù perdesti mai,là su salendo ritrovar potrai.
Astolfo sulla luna
Di versate minestre una gran massavede, e domanda al suo dottor ch'importe.«L'elemosina è (dice) che si lassaalcun, che fatta sia dopo la morte.»Di vari fiori ad un gran monte passa,ch'ebbe già buono odore, or putia forte.Questo era il dono (se però dir lece)che Costantino al buon Silvestro fece.Vide gran copia di panie con visco,ch'erano, o donne, le bellezze vostre.Lungo sarà, se tutte in verso ordiscole cose che gli fur quivi dimostre;che dopo mille e mille io non finisco,e vi son tutte l'occurrenze nostre:sol la pazzia non v'è poca né assai;che sta qua giù, né se ne parte mai.
Unica cosa che gli uomini non perdono
Critica al sistema cortigiano
Donazione di Costantino: nonostante la buona intenzione (il profumo iniziale) ora puzza perchè è la causa della corruzione della Chiesa
Inutile come quei recipienti
antitesi
Ladri e falsari
Iperbole: le cose vane sono infinite
Antonomasia
Di nodi d'oro e di gemmati ceppivede c'han forma i mal seguiti amori.V'eran d'aquile artigli; e che fur, seppi,l'autorità ch'ai suoi danno i signori.I mantici ch'intorno han pieni i greppi,sono i fumi dei principi e i favoriche danno un tempo ai ganimedi suoi,che se ne van col fior degli anni poi.Ruine di cittadi e di castellastavan con gran tesor quivi sozzopra.Domanda, e sa che son trattati, e quellacongiura che sì mal par che si cuopra.Vide serpi con faccia di donzella,di monetieri e di ladroni l'opra:poi vide bocce rotte di più sorti,ch'era il servir de le misere corti.
Astolfo sulla luna
E così tutte l'altre avean scritto ancoil nome di color di chi fu il senno.Del suo gran parte vide il duca franco;ma molto più maravigliar lo fennomolti ch'egli credea che dramma manconon dovessero averne, e quivi dénnochiara notizia che ne tenean poco;che molta quantità n'era in quel loco.Altri in amar lo perde, altri in onori,altri in cercar, scorrendo il mar, ricchezze;altri ne le speranze de' signori,altri dietro alle magiche sciocchezze;altri in gemme, altri in opre di pittori,ed altri in altro che più d'altro aprezze.Di sofisti e d'astrologhi raccolto,e di poeti ancor ve n'era molto.
Motivo della vanità dei desideri: la loro inutile ricerca conduce alla follia
L'esperienze sprecate di Astolfo
Chi ha più chi meno senno
Stoltezza degli uomini
Quivi ad alcuni giorni e fatti sui,ch'egli già avea perduti, si converse;che se non era interprete con lui,non discernea le forme lor diverse.Poi giunse a quel che par sì averlo a nui,che mai per esso a Dio voti non ferse;io dico il senno: e n'era quivi un monte,solo assai più che l'altre cose conte.Era come un liquor suttile e molle,atto a esalar, se non si tien ben chiuso;e si vedea raccolto in varie ampolle,qual più, qual men capace, atte a quell'uso.Quella è maggior di tutte, in che del follesignor d'Anglante era il gran senno infuso;e fu da l'altre conosciuta, quandoavea scritto di fuor: Senno d'Orlando.
Astolfo sulla luna
Prolessi: Astolfo perderà di nuovo il senno
Turpino è la la fonte inventata da cui Ariosto dichiara di prendere le informazioni sulle avventure dei cavalieri
Perifrasi: San Giovanni
Astolfo tolse il suo; che gliel concesselo scrittor de l'oscura Apocalisse.L'ampolla in ch'era al naso sol si messe,e par che quello al luogo suo ne gisse:e che Turpin da indi in qua confessech'Astolfo lungo tempo saggio visse;ma ch'uno error che fece poi, fu quelloch'un'altra volta gli levò il cervello. La più capace e piena ampolla, ov'erail senno che solea far savio il conte,Astolfo tolle; e non è sì leggiera,come stimò, con l'altre essendo a monte. [...]
Astolfo sulla luna
La luna è infatti uno specchio della Terra e le immagini sono per questo rovesciate, permettendo al poeta di ragionarci
Gli errori umani vengono visti da lontano, secondo la tecnica dello straniamento che qui assume il valore di un rovesciamento
astolfo sulla luna
La riflessione e l'osservazione sulla follia umana avviene dalla prospettiva di un altro mondo
Viene facilmente sconfitto e Angelica è costretta ad aiutarlo a liberarsi dal cavallo. Si scopre poi che a sconfiggerlo è stata una donna guerriera, Bradamante
Esempio:
Canto I, Sacripante decanta la sicura vittoria che otterrà sul misterioso cavaliere che incontra insieme ad Angelica
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Procedimento rinascimentale dell'imitazione ovvero la ripresa di modelli illustri e consacrati
1) Dante Alighieri, Purgatorio: " le donne e' cavalier, li affanni e li agi/che ne 'nvogliava amore e cortesia"2) Virgilio, Eneide: "Arma virumque cano" ( Canto le armi e l'eroe)
Ariosto utilizza questo spunto per riflettere sul carattere ingannevole della realtà, che delude sempre i desideri degli uomini
Esempio:
Nel palazzo di Atlante tutti i cavalieri rimangono bloccati dall'incantesimo del mago che fa vedere loro l'oggetto dei loro desideri
Sono paragoni in contrasto con la statura eroica del personaggio: abbassando i personaggi epici è in grado di riflettere sulla natura della realtà e del comportamento degli uomini
Esempio:
Orlando, dopo aver avuto conferma dell'amore fra Angelica e Medoro, non riesce a dormire e il suo letto gli pare più duro ch'un sasso, e più pungente/che se fosse d'urtica
Varietà dei temi e degli eventi
Tema degli amoritradizione bretone
Tema delle armitradizione carolingia
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Questo elemento segna il passaggio definitivo al poema cavalleresco di impronta umanistico-cortigiana
L'introduzione di questo personaggio permette di sviluppare il motivo encomiastico, ovvero l'esaltazione del Signore/casata che sta proteggendo l'artista
Nel II libro appare il personaggio di RUGGERO, un cavaliere ritenuto il mitico fondatore della casata degli Este
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Si creò così un gusto cavalleresco cortigiano, dal carattere colto e raffinato
Si trattava di una precisa politica culturale: veniva esaltata in queste opere un'ideale di cortesia e nobiltà che serviva a favorire il rapporto fra il duca e i suoi nobili
La tradizione cavalleresca a Ferrara era particolarmente importante, tanto che gli Estensi avevano creato una biblioteca apposita
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Forse era ver, ma non però credibile/ a chi del senso suo fosse signore;/ ma parve facilmente a lui possibile,/ ch'era perduto in via più grave errore
Esempio:
Canto I, Angelica afferma davanti a Sacripante di essere ancora vergine, la voce narrante commenta così:
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L'esistenza per Ariosto è l'inseguimento vano di un sogno
La ricerca è inappagata e inutile, perchè l'oggetto del desiderio è un'illusione
sbagliare, compiere un errore morale/ intellettuale
ERRARE
vagare, allontanarsi fisicamente