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Cicerone

Stefano Tagliente

Created on September 19, 2024

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Transcript

Marco TullioCICERONE

inziamo

Un gigante della letteratura latina

INTRODUZIONE

Cicerone fu un grande scrittore, ma anche un importante uomo politico a Roma, riuscendo a conciliare otium e negotium. La sua produzione è molto vasta: - oltre 100 orazioni - un ricco epistolario - trattati retorici - opere filosofiche - opere poetiche

LA VITA

Nasce ad Arpino
106 a.C.

la ricca famiglia equestre gli permise di studiare retorica e filosofia a Roma, dove si preparò per diventare avvocato.

Incontra Attico
90 a.C. circa

un prezioso amico che sarà anche il suo editore

Debutta in tribunale
81 - 80 aC.

Dopo la sua prima causa, diventa famoso per aver difeso Roscio di Ameria, accusato di parricidio, opponendosi ad un liberto di Silla.

Viaggio all'estero
79 - 77 aC

In Gracia e in Asia Minore completa la sua formazione retorica, ma sfugge anche ad una possibile vendetta di Silla.

Ritorno a Roma
76 aC

Morto Silla, torna a Roma, si sposa (avrà due figli) e inizia la carriera politica come questore in Sicilia. E può entrare in senato.

Il processo contro Verre
70 aC

I siciliani si rivolgono a lui per accusare l'ex governatore Verre di concussione. Il processo è un successo: Cicerone raccoglie tante prove contro Verre che questo decide di andare volontariamente in esilio senza aspettare la fine del processo.

dal 69 aC
La carriera politica

Cicerone compie il cursus honorum: è edile, poi pretore (e appoggia Pompeo).

il Consolato
63 aC

a 43 anni, grazie alle sue capacità, diventa console e capo di un gruppo politico di ricchi conservatori, i boni cives o optimates, che devono secondo Cicerone collaborare per il benessere dello Stato.

La politica di Cicerone fu conservatrice e finalizzata a difendere gli interessi di quei ceti che lo avevano appoggiato.

La congiura di Catilina

Catilina, un nobile indebitato, della fazione opposta a quella di Cicerone, i populares, era stata sconfitto alle elezioni per il consolato. E decise di prendere con la forza quello che non aveva avuto seguendo la legge. Perciò organizzò un colpo di Stato e l'assassinio del console. Ma Cicerone riuscì a salvarsi e a fermare la congiura, ottenendo il titolo di padre della patria.

Il primo triumvirato
60 aC

Cesare, Crasso e Pompeo si accordarono per ottenere più potere. Cicerone, difensore della repubblica, guardò a questo evento con sospetto.

L'esilio
58 aC

Quando un nemico di Cicerone, Clodio, fu eletto tribuno della plebe, questo fece in modo da far esiliare Cicerone, colpevole di aver mandato a morte i congiurati, cittadini romani, senza permettergli di appellarsi al popolo. Cicerone fu accusato di abuso di potere.

Ritorno a Roma
57 aC

Milone ed altri amici lo aiutarono a tornare a Roma, dove il clima politico era sempre più violento. Lo stesso Milone fu accusato di omicidio per la morte di Clodio durante alcuni scontri tra bande politiche opposte. Cicerone provò a difenderlo, ma la sua orazione fu un fiasco.

La guerra civile
dal 51 al 48 aC

Cicerone è governatore della Cilicia mentre a Roma esplode la guerra civile tra Cesare e Pompeo. Anche se voleva tentare di trovare un accordo tra i due, alla fine si schierò dalla parte di Pompeo.

Il ritorno a Roma
47 aC

Cicerone ottenne il perdono di Cesare e potè tornare a Roma, ma era ormai stato estrromesso dalla politica e si ritirò a vita privata. Viene colpito dala morte della figlia e si dedica alla filosofia.

La morte di Cesare
44 aC

Dopo l'assassinio di Cesare, Cicerone tornò in politica per salvare la repubblica. Si schierò con Ottaviano attaccando pesantemente Antonio nei suoi discorsi.

La morte di Cicerone
43 aC

pagò con la vita il suo coraggio: Antonio, dopo l'accordo con Ottaviano, fece assassinare Cicerone.

'Ho difeso la repubblica da giovane, non l'abbandonerò da vecchio. Non ho avuto paura delle spade di Catilina, non temerò ora le tue!'

- Cicerone

LE OPERE

LE ORAZIONI

LE OPERE FILOSOFICHE

EPISTOLARIO

LE OPERE RETORICHE

Le finalità dell’oratore - Docere: dare informazioni al pubblico - Movere: commuovere il pubblico - Delectare: intrattenere in modo piacevole il pubblico

L'ORATORIA

'I generi dell’oratoria - Giudiziario: discorsi dell’avvocato in tribunale per sostenere la difesa o l’accusa - Deliberativo: discorsi politici tenuti nelle assemblee come il senato o i comizi - Celebrativo: discorsi di elogio ad esempio durante i funerali (come originariamente erano le laudationes funebres)

La preparazione dell’orazione consiste in 5 fasi - Inventio: raccolta delle idee - Dispositio: disposizione degli argomenti - Elocutio: stesura in forma curata - Memoria: memorizzazione del testo - Actio: declamazione

Non si può non sapere che Cicerone

INTRODUZIONE

- fu un fiero difensore della Repubblica proprio nella fase storica in cui essa entrava in crisi - grazie alle sue capacità riuscì ad ottenere il consenso necessario per arrivare ai vertici della carriera politica da homo novus - diede un enorme contributo alla cultura latina grazie alla sua vasta produzione, rappresentando la massima espressione dell’ideale dell’humanitas nato dall’incontro con la cultura greca.

LE ORAZIONI

Fu uno straordinario oratore, pronunciando un discorso in quasi tutti i processi più importanti e nelle sedute decisive del senato della sua epoca. Ci restano 58 orazioni (di cui 28 politiche), che furono pubblicate con l’aiuto del suo segretario Tirone e dell’amico Attico. Cicerone, infatti, scriveva solo l’esordio e la traccia del discorso e, dopo aver pronunciato il discorso, lo scriveva per esteso usando gli appunti. La sua produzione oratoria si suddivide in 5 fasi .

La causa più celebre di questa fase fu contro l’ex governatore della Sicilia, Verre accusato di concussione. Cicerone raccolse un’enorme mole di prove attraverso un’inchiesta minuziosa nell’isola e dopo aver rivendicato in tribunale il ruolo di difensore (divinatio in Caecilium), grazie solo al primo dei 7 discorsi preparati riuscì ad ottenere che Verre si dichiarasse colpevole accettando l’esilio.

L'ESORDIO

Cicerone esordisce in tribunale nell’80. Il primo processo importante è in difesa di Roscio Amerino, accusato di parricidio ingiustamente da un liberto di Silla. Cicerone ottenne l’assoluzione dimostrando che l’accusatore aveva commesso il delitto per denaro. In questa situazione dimostra il coraggio di opporsi ad un personaggio influente, sfidando le possibili conseguenze (anche se poi partì per la Grecia tutelandosi da eventuali vendette).

I discorsi più importanti pronunciati da console sono le Catilinarie, 4 orazioni politiche tenute 2 davanti al senato e 2 davanti al popolo per denunciare la congiura ordita da Catilina. Questo episodio portò Cicerone il titolo di padre della patria, ma anche il dolore di essere condannato all’esilio per aver abusato del proprio potere di console e di aver infranto la legge.

i discorsi del console

Cicerone ottiene, anche grazie alle orazioni, l'appoggio di importanti uomini politici che condividevano le sue idee. Ad esempio appoggia la proposta di affidare a Pompeo la guerra contro i pirati. Con le orazioni Cicerone dichiarava il suo progetto politico schierandosi a difesa degli interessi del optimates (la nobiltà più conservatrice).

LA CONGIURA

'Quo usque tandem, Catilina, abutere patientia nostra?'

- L’ inizio del discorso è sorprendente: contrariamente alle regole retoriche, Cicerone alza subito il tono e attacca Catilina con una serie di domande retoriche. - Il discorso è ricco di emotività per coinvolgere subito i senatori e portarli a condividere i suoi sentimenti. - Cicerone cerca di spaventare Catilina: insiste sul fatto che tutte le sue mosse sono controllate e che tutti quelli che hanno attentato allo Stato sono stati uccisi. - Consiglia Catilina di lasciare la città: tutti lo disprezzano e lo temono perché è un criminale. Nessuno, infatti, si è seduto vicino a lui in senato. - Cicerone usa la prosopopea, la personificazione di un’entità astratta: la Patria attraverso Cicerone, parla a Catilina e, come madre di tutti i cittadini, gli chiede di lasciare la città e di liberarla dalla paura che le ha provocato.

LE ORAZIONI DELLA MATURITà

La pro Milone è la più importante di questa fase. Cicerone difende l’amico Milone dall’accusa di aver assassinato Clodio. Cicerone sostiene che - Milone non ha cercato lo scontro, ma si è difeso da un’aggressione; - non solo si tratta di legittima difesa, ma di un atto in difesa dello Stato perchè Clodio era un criminale. In realtà Cicerone riscrisse il discorso dopo il processo. Infatti il discorso è molto efficace, ma nella realtà Cicerone venne spaventato dal clima ostile e pronunciò un discorso debole tanto che Milone fu condannato ed esiliato.

La Pro Archia in difesa del poeta greco accusato di godere della cittadinanza in modo illegale presenta una digressione sul valore della poesia e sull’importanza della cultura nella formazione a tutto tondo di un uomo

La de domo sua è il discorso con cui Cicerone si rivolge ai pontefici per ottenere la sconsacrazione del terreno su cui sorgeva la casa, che, in seguito all’esilio, era stata confiscata, abbattuta e sostituita da un tempio.

Le ultime orazioni sono le Philippiche, 14 orazioni contro Antonio. Dopo l’assassinio di Cesare, Cicerone sperò di poter avere di nuovo un ruolo politico. Si schierò con Ottaviano e accusò pubblicamente Antonio di essere un ubriacone, un corrotto, un tiranno. Quando Ottaviano e Antonio si allearono, Cicerone venne inserito nelle liste di proscrizione e ucciso. I discorsi prendono il nome dalle orazioni che un oratore greco scrisse contro il re Filippo di Macedonia, giudicato tiranno

Le ultime due fasi

Dopo la sconfitta di Pompeo, per il quale aveva parteggiato, e dopo il perdono di Cesare, Cicerone dovette difendere in tribunale alcuni cesariani. Nei discorsi perciò si incontrano lodi nei confronti del dittatore, che Cicerone sperava di guidare al rispetto della Repubblica.

Il titolo, dice Cicerone in una lettera a Bruto, vuole richiamare l’oratore greco Demostene, suo modello.Come Demostene anche Cicerone voleva difendere la libertà dello Stato con uno stile asciutto. Secondo alcuni studiosi in origine dovevano essere probabilmente 18, ma oggi ne sono giunte solo 14 (tra le orazioni perdute, una molto famosa era quella pronunciata dopo una vittoria di Ottaviano su Antonio). Le Filippiche sono un vero e proprio testamento morale che Cicerone lasciò al popolo romano.

LE FILIPPICHE

Flippica I

Cicerone parla degli eventi successivi all’uccisione di Cesare. Riconosce i meriti di Antonio che ha fatto una cosa straordinaria: abolisce la dittatura. Ma poi “tutto cambia”: il senato è debole, il popolo è manovrabile, i cesaricidi lasciano Roma perché si sentono in pericolo, Antonio modifica le leggi a suo favore. Cicerone lascia la città e con l’idea di tornare per la nuova seduta del senato, a cui non partecipa perché troppo stanco. In tale occasione Antonio lo attacca duramente. Nella seduta successiva Antonio è assente e Cicerone lo accusa di svolgere un'attività in contrasto con le disposizioni di Cesare. Cicerone, in conclusione, ringrazia di aver potuto parlare in Senato, ripromettendosi di esprimere sempre liberamente il proprio pensiero. Nella prima Filippica, Cicerone è molto diplomatico tanto che non attacca con violenza Antonio, ma anzi in alcuni passaggi ne loda l’operato. Tuttavia è chiara la opposizione alla politica di Antonio.

Flippica II

Dopo la prima Filippica, Antonio attaccò duramente Cicerone rimproverandolo di essere sleale e di aver pianificato la morte di Cesare, arrivando a leggere una lettera privata di Cicerone come prova.Cicerone risponde con un capolavoro: prima si difende dalle accuse, poi parte al contrattacco. Paragona Antonio a Catilina e Clodio, sconfitti da Cicerone e dalla Patria: "Non teme Antonio di fare la loro stessa fine?" si domanda ironico. Poi dice di essere addolorato per il gesto di Antonio: lui non aveva mai tradito la sua fiducia. Quindi dimostra che le accuse di Antonio sono bugie. Aver partecipato alla congiura contro Cesare è un elogio dato che la morte di Cesare è stata voluta da tutti i cittadini onesti di Roma. Lo stesso Antonio era stato benevolo con i cesaricidi, perciò cade in contraddizione con se stesso:“Se uccidere Cesare è stato un atto giusto, Cicerone non ha colpe; se invece è stato un turpe assassino perché Antonio ha premiato i suoi principali artefici? Antonio quindi non è un buon console perché ha dei dubbi su questioni importanti. Terminata l'autodifesa, Cicerone parte all'attacco mostrando i vizi e le malefatte di Antonio. Particolarmente grave è il fatto che Antonio abbia acquisito, in modo illegale, l'eredità di Pompeo (Antonio abita nella casa di Pompeo!). inoltre Antonio si era impadronito del tesoro che Cesare aveva raccolto per la guerra contro i Parti per estinguere i suoi debiti. E aveva falsificato a suo vantaggio le leggi di Cesare. Alla fine Cicerone spera che Antonio cambi il suo atteggiamento e diventi un vero difensore della repubblica.

I caratteri dell'oratoria ciceroniana

Cicerone era in grado di adattare lo stile alle circostanze. Costruiva periodi ampi, ma armoniosi; usava l’ipotassi ma disponeva le frasi in modo simmetrico; curava il ritmo; usava un lessico medio senza parole troppo ricercate né troppo comuni. La caratteristica principale si chiama concinnitas, che indica l’armonia che sapeva creare.

- Grande competenza nel diritto - Vasta preparazione culturale - Attenzione all’aspetto psicologico - Possesso delle tecniche retoriche - Cura della forma

l'oratoria politica moderna

Ancora oggi la retorica ha la sua importanza in particolare in politica, dove le parole possono essere usate per ottenere consensi. Una strategia efficace, infatti, è costruire un’immagine di sé affidabile e in sintonia con il pubblico, presentandosi come persone al servizio del popolo, pronti ad interpretare i bisogni dei cittadini e a farli propri.

LE OPERE RETORICHE

A Roma possedere l’arte retorica era fondamentale per un cittadino che praticava il negotium andando nel foro e alle assemblee politiche, dove chi davvero contava doveva saper parlare. Per questo erano diffusi trattati retorici su cui basare la propria preparazione. Anche Cicerone scrisse dei trattati retorici, dedicandosi ad essi negli anni in cui era escluso dalla politica e quindi aveva più tempo per lo studio e poteva trovare un diverso modo di dare un contributo alla società.

Avere talento, nell'oratoria, non basta

i trattati retorici

Nel 55 a.C. scrive il De Oratore in 3 libri in forma di dialogo tra gli avvocati più importanti della generazione precedente. La questione affrontata è il ritratto del bravo oratore. Crasso rappresenta la visione di Cicerone al talento devono essere uniti lo studio e l’esperienza. Il perfetto oratore deve possedere le tecniche retoriche, una vasta cultura, una buona memoria. La caratteristica più importante è la conoscenza della filosofia morale. Deve conoscere la natura umana e saper toccare le giuste corde dell’animo umano. Inoltre essa rende l’oratore onesto e gli impedisce di usare le sue capacità per manipolare le persone. Negli altri libri si spiega come costruire un'orazione in modo efficace. .

i trattati retorici

Nel 46 aC vengono scritti gli altri due trattati retorici. Il Brutus che contiene una storia dell’eloquenza romana in cui Cicerone viene indicato, insieme ad Ortensio Ortalo, come il vertice dell’oratoria romana. In questo testo Cicerone risponde alle critiche di chi gli rimproverava uno stile troppo enfatico, dichiarando di essere sempre diverso a seconda delle circostanze. L’Orator in particolare affronta lo stile delle orazioni: un bravo oratore deve adeguarsi alle situazioni invece che restare fedele ad un particolare stile. Difatti alla sua epoca esistevano due scuole di stile, quella atticista (che sosteneva uno stile limpido e semplice) e quella asiana (che sosteneva uno stile gonfio e pieno di enfasi). .

i trattati FILOSOFICI

Quando viene escluso dalla vita politica, in un momento difficile per lui anche per la morte della figlia, Cicerone si dedica alla stesura di trattati filosofici. La filosofia per lui è una medicina dell'anima, ma anche una disciplina utile a formare i cittadini. Perciò vuole diffondere la conoscenza delle scuole filosofiche greche presso il pubblico romano colto. .

i trattati FILOSOFICI

Nel 44 aC scrive il Cato Maior de senectute: elogia la vecchiaia quando la si vive con la serenità di Catone il Censore. La vecchiaia non impedisce all’uomo di vivere bene perché non sempre lo priva delle sue doti migliori. Inoltre non bisogna temere la morte perché essa è il passaggio per una vita immortale. Il de officiis è indirizzato al figlio che rappresenta i giovani a cui l’autore vuole dare un modello di comportamento utile allo Stato. Cicerone spiega due concetti: l’honestum, ciò che è bene fare (ciò che realizza 4 virtù magnanimità, saggezza, giustizia e temperanza) e l’utile, il vantaggio che si può ottenere con le proprie azioni. Tra i due concetti, per Cicerone non ci deve essere conflitto, ma bisogna agire praticando le virtù per ottenere dei vantaggi.

“in nessun modo può sembrare che qualcosa sia utile se non è onesta”

L'AMICIZIA

Il Lelius de amicitia è un dialogo dedicato all'amicizia, ambientato tra i membri del Circolo degli Scipioni che per Cicerone era una fase d’oro della storia di Roma. Il protagonista è Lelio che, poco dopo la morte dell’amico Scipione l’Emiliano, riflette sul rapporto che lo legava al defunto, parlando con i suoi generi. Nell'opera si alternano riflessioni ed aneddoti di vita quotidiana. Cicerone propone una diversa visione dell'amicizia, che è più di un’alleanza politica o di un rapporto fondato sui reciproci vantaggi.

L'AMICIZIA

L’amicizia nasce da un bisogno naturale dell’uomo di entrare in relazione con gli altri, a cui si aggiunge poi l’affetto. Essa “rende migliore la buona sorte, e alleggerisce le avversità, rendendole comuni”. Lega persone simili per ideali, valori ed educazione. Non è un sentimento per pochi, ma per tutti i boni, cioè coloro che hanno lealtà, onestà, generosità. L’amicizia si fonda sulla virtù, non sui vantaggi reciproci. L’unico guadagno è il reciproco affetto. La riflessione sull’amicizia si salda così al progetto politico: i boni sono gli stessi a cui Cicerone voleva affidare la difesa della Repubblica. L’amicizia diventa base della società. Anche perché esiste un solo limite all’amicizia: nessuno può chiedere ad un amico di commettere un’azione vergognosa, soprattutto se si tratta di commettere un crimine contro lo Stato.

L'EPISTOLARIO

Contiene 864 lettere scritte da Cicerone e pubblicate dopo la sua morte in 4 raccolte: Ad Attico; Ai familiari; Al fratello Quinto; A Marco Bruto.Servono per conoscere la personalità di Cicerone. Con un stile più semplice, vicino alla conversazione quotidiana Cicerone mostra i suoi dubbi e le sue incertezze, i suoi affetti, la sua passione per lo studio. Cicerone fu però un uomo al centro della vita politica di Roma, in una fase storica molto delicata. Perciò le sue lettere forniscono anche preziose informazioni sulle vicende dell’epoca.

ALCUNI TESTI

In una lettera ad Attico, l’amico più caro, annuncia la nascita del figlio Marco, ma rivela anche le sue ambizioni politiche, sapendo di poter contare sul suo appoggio. C’è anche un particolare curioso: Cicerone sta pensando di difendere un nobile accusato di estorsione, Catilina. Il legame con Attico emerge anche in un’altra lettera, dove Cicerone appare preoccupato per la situazione politica di Roma, dove uomini forti aspirano a prendere il potere. Si sente solo senza Attico, che non è solo il suo confidente, ma anche un alleato politico. Quando è a Brindisi, costretto a partire per l’esilio, scrive alla moglie e ai figli, addolorato del fatto che la sua situazione abbia pesanti conseguenze anche su di loro.