Sara Balia
Πίνδαρος
•Morì ad Argo nel 438 a.C tra le braccia di Teosseno, il giovane ne amava
•era di origini nobili
•nacque a Cinocefale, in Beozia, nel 522 a.C.
Vita
•Ricevette da Tebe un multa da 1000 dracme per aver lodato Atene
•Si formò ad Atene, poco prima che essa diventasse il più importante centro culturale di tutta la Grecia
•fu ospite nelle corti di Ierone di Siracusa e Terone di Agrigento.
•Pindaro viaggiò in tutto il mondo greco per essere al servizio di committenti
Carriera da poeta
•commissionata da Ierone di Siracusa in occasione della sua vittoria alla corsa col cavallo
Olimpica 1
•Pindaro è il poeta lirico arcaico del quale sono stati rinvenuti maggiori frammenti
•i 17 libri comprendevano epinici, inni, peani, prosodi
• i suoi scritti furono riorganizzati in epoca medievale in 17 libri
Opere
•celebravano i vincitori delle 4 feste panelleniche: -agoni di Olimpia -agoni di Pito -giochi nell' Istmo di Corinto -Giochi di Zeus Nemeo
•Sono giunti a noi per intero tramite la tradizione manoscritta medievale
Gli epinici
Funzionale alla lode del vincitore tramite il paragone implicito con un eroe mitico
Introduzione della sezione mitica esplicitando i suoi insegnamenti e la morale
Mito
Γνώμη
Commemorazione dell' evento, elogio del vincitore e della sua città di provenienza
Καιρός
Struttura degli epinici
Inoltre il solista poteva esibirsi nell' occasione conviviale di festeggiamento della vittoria
Il canto povera essere intonato in un santuario, sul luogo della vittoria o nella terra natia del vincitore.
I canti erano destinati ai vincitori delle gare sportive.
Il pubblico
"Poche rapide frecceChe parlano a chi è espertoMa per la massa hanno bisogno di interpreti"
Egli sostiene la superiorità dell' arte poetica rispetto alla scultura
Lo stile è complesso e solenne, comprensibile a un pubblico elitario
Lo stile
Quasi tutte le odi sono articolate in triadi strofiche
•eolismi•elementi epici•dorico
Lingua della tradizione della lirica corale
La lingua e il metro
Ottima è l' acqua...
Ottima è l'acqua e l'oro come fuoco che avvamparifulge nella nottepiù di ogni superba ricchezza'.Se brami, mio cuore, cantare gli agoni,non cercare nel giornoaltro fulgido astropiù ardente del solenell'etere deserto?,né mai celebriamo un agone migliore di quello d'Olimpia';donde l'inno famosocinge le menti dei poetiper cantare il figlio di Crono,venuti all'opulentobeato focolare di Ierone,
Ἄριστον μὲν ὕδωρ, ὁ δὲ χρυσὸς αἰθόμενον πῦρἅτε διαπρέπει νυ κτὶ μεγάνορος ἔξοχα πλούτου·εἰ δ ̓ ἄεθλα γαρύενἔλδεαι, φίλον ἦτορ,μηκέτ ̓ ἀ ̧ελίου σκόπει ἄλλο θαλπνότερον ἐν ἁμέρᾳ φαεννὸν ἄστρον ἐρήμας δι ̓ αἰθέρος,μηδ ̓ Ὀλυμπίας ἀγῶνα φέρτερον αὐδάσομεν·ὅθεν ὁ πολύφατος ὕμνος ἀμφιβάλλεταισοφῶν μητίεσσι, κελαδεῖνΚρόνου παῖδ ̓ ἐς ἀφνεὰν ἱκομένους μάκαιραν Ἱέρωνος ἑστίαν,
che nella Siciliaricca di fruttitiene lo scettro legittimomietendo il vertice di ogni virtù, e anche gioisce dei canti, il fiore dell'arte delle Muse che spesso intoniamonoi uomini intorno alla tavola amica.Ora tu stacca dal chiodo la cetra doricase la gloria di Pisa e Ferenicoti pose la mentein pensieri dolcissimiquando scattò presso l'Alfeooffrendo senza sproneil corpo nella corsa e avvinse al successo il suo padrone,
θεμιστεῖον ὃς ἀμφέπει σκᾶπτον ἐν πολυμάλῳΣικελίᾳ δρέπων μὲν κορυφὰς ἀρετᾶν ἄπο πασᾶν,ἀγλαΐζεται δὲ καὶμουσικᾶς ἐν ἀώτῳ, οἷα παίζομεν φίλανἄνδρες ἀμφὶ θαμὰ τράπεζαν. ἀλλὰ ∆ωρίαν ἀ-πὸ φόρμιγγα πασσάλουλάμβαν ̓, εἴ τί τοι Πίσας τε καὶ Φερενίκου χάριςνόον ὑπὸ γλυκυτά-ταις ἔθηκε φροντίσιν,ὅτε παρ ̓ Ἀλφεῷ σύτο δέμας ἀκέντητον ἐν δρόμοισι παρέχων,κράτει δὲ προσέμειξε δεσπόταν,
Il re di Siracusache si diletta nell'arte equestre;brilla la sua famanella colonia d'uomini valentidi Pelope lidio;di lui s'invaghì Poseidonepossente che regge la terrapoiché dal puro calderone Cloto lo trasse fulgido l'omero dotato d'avorio".
Συρακόσιον ἱπποχάρ-μαν βασιλῆα· λάμπειδέ οἱ κλέος ἐν εὐάνορι Λυδοῦ Πέλοπος ἀποικίᾳ· τοῦ μεγασθενὴς ἐράσσατο Γαιάοχος Ποσειδάν, ἐπεί νιν καθαροῦ λέβητος ἔξε-λε Κλωθώ, ἐλέφαντι φαίδι-μον ὦμον κεκαδμένον.
Συν+ποσις= bere insieme
Sottotitolo
συμπόσιον
Οίνος
Δειπνόν
Κλιναι