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Approccio multidimensionale al Delirium nel paziente ospedalizzato: terapia farmacologica e metodi di trattamento alternativi

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Approccio multidimensionale al DELIRIUM nel paziente ospedalizzato: terapia farmacologica e metodi di trattamenti alternativi.

Tesi di Laurea Sperimentale in: Infermieristica in Igiene Mentale

Relatore: Dott.ssa D'Amato Anna Maria PiaLaureanda: Salerno Antonia A.A. 2023/2024

Le linee guida americane ed inglesi raccomandano l’utilizzo routinario della Confusion Assessment Method (CAM)La forma più breve della CAM è composta da quattro domande che valutano l’insorgenza acuta e l’andamento fluttuante, la presenza di deficit di attenzione, disorganizzazione del pensiero e l’ alterazione del livello di coscienza.

Manifestazioni cliniche

Il delirium compare solitamente entro le prime 24 ore dopo l’intervento chirurgico e generalmente, permane fino a 48 ore dopo

H2

Importanza del Team multidisciplinare

.La diagnosi di delirium è solamente clinica e si basa sul racconto della storia clinica, l’osservazione del comportamento e una valutazione cognitiva del paziente; questo spiega in parte perché è sottodiagnosticato in circa la metà dei pazienti

Strumenti diagnostici

H4

Strumenti di Screening

Esami di laboratorio, Esami strumentali

Definizione e classificazione

I pazienti che sviluppano delirium presentano tassi elevati di mortalità,Il delirium non è da confondere con il delirio che invece è un disturbo psicotico, una distorta interpretazione della realtà

E' ancora difficile delinearne una univoca e precisa linea eziologica, vi sono le diverse ipotesi proposte in letteratura:

  • Ipotesi invecchiamento neuronale
  • Ipotesi neuroinfiammatoria
  • Ipotesi dello stress ossidativo,
  • Ipotesi neuroendocrina
  • Ipotesi della disregolazione del sonno

il Delirium può essere definito come uno “stato di confusione mentale ad insorgenza acuta, con decorso fluttuante, di breve durata (da ore a giorni o mesi), dovuto a cause organiche, caratterizzato dalla contemporanea presenza di disturbi dell’attenzione e della coscienza, del pensiero e della memoria, con alterazioni del comportamento psico-motorio, delle emozioni, del ritmo sonno veglia, mai di durata superiore a sei mesi” (World Health Organization, 2019).

Trattamento non farmacologico L’intervento iniziale deve comprendere interventi ambientali, comportamentali e psicosociali che coinvolgono sia il paziente che i caregivers. L’educazione, il supporto ed il training comportamentale dei caregivers per minimizzare i disturbi comportamentali e rendere l’ambiente domiciliare meno stressante .musico-terapia, bright light therapy, aroma-terapia, pet-therapy, stimolazione multisensoriale (Snoezelen) e modifiche ambientali hanno mostrato ottenere dei benefici sui disturbi comportamentali

Prevenzione e gestione fattori di rischio

1. Mobilizzando precocemente i pazienti 2. Approcciare il paziente in maniera gentile e rassicurante. 3. Fornire una regolare analgesia 4. Incoraggiare le visite di familiari ed amici. 5. Spiegare ai familiari la causa dello stato confusionale ed incoraggiarli a portare oggetti e fotografie da casa 6. Favorire l’idratazione 7. Prevenire la stipsi. 8. Evitare l’utilizzo di cateteri vescicali. 9. Fornire un’adeguata ossigenazione 10. Mantenere un sonno regolare ( ridurre la rumorosità e le attività sanitarie nelle ore di sonno). 11. Evitare contenzioni fisiche.

l stimolare i sensi attraverso: • fonti luminose: tubo “a bolle”, proiettore di immagini, soffitto multicolore; superfici tattili e fibre ottiche che possono essere manipolate dal paziente; • poltrone basculanti (culla care); • musica: sia negli stati di apatia che in quelli di agitazione • diffusore di aromi:

Le azioni sviluppate nel percorso assistenziale e dedicato ai pazienti con BPSD e Delirium all’ interno dell’ U.O . si sviluppano su 4 fattori fondamentali: 1. La formazione del personale 2. la metodologia di lavoro in equipe multiprofessionale 3. l’ambiente di cura, metodo Snoezelen 4. il coinvolgimento del care giver

Il primo in Italia e, tra i più brillanti esempi di applicazione del percorso “Delirium Room” è stato creato all’interno del Policlinico Sant’Orsola Malpighi di Bologna

Il PROGETTO DELIRIUM ROOM

In letteratura le prime esperienze internazionali sono state rivolte alla prevenzione dell’insorgenza del delirium in ambito ospedaliero. A partire dagli anni ’90 il gruppo di Inouye ha sperimentato il primo intervento multidimensionale, nursing personalizzato, lavoro in équipe (meeting multidisciplinare giornaliero) rimozione di fattori ambientali disturbanti e dei mezzi di contenzione fisica

Spesso non è possibile fare diagnosi in tempi brevi l’obiettivo è gestire la fase acuta della sintomatologia. L’uso di sedativi e tranquillanti maggiori dovrebbe essere ridotto al minimo. Tutti i sedativi infatti possono causare delirium specialmente quelli con azione anticolinergica (Potter, 2006).

Attualmente non ci sono evidenze sufficienti che supportano l’uso di un intervento farmacologico per la prevenzione del Delirium (Jayna, 2010).

. TRATTAMENTO FARMACOLOGICO

Per il trattamento farmacologico si trovano in particolare due medicamenti tra i più utilizzati e studiati: La prima scelta, se non ci sono controindicazioni, è l’aloperidolo (Steiner, 2011). Neurolettico

Lo studio si propone di delineare le strategie infermieristiche non farmacologiche che possono essere adottate per prevenire, diagnosticare precocemente e gestire il delirium nei pazienti

esplorare e descrivere le strategie infermieristiche volte a prevenire, identificare precocemente e trattare il delirium durante il ricovero, al fine di migliorare l'esito complessivo dei pazienti affetti da questa condizione:

. Obiettivo

MATERIALI E METODI

In questo studio è stato somministrato un questionario rivolto agli infermieri conosciuti negli anni del mio percorso lavorativo in varie zone d’Italia (Veneto, Emilia Romagna, Lazio e Puglia)

E' stato domandato se gli infermieri fossero a conoscenza di nuovi percorsi non farmacologici per il trattamento del Delirium, il 53,7% - ha risposto di non esserne a conoscenza.

“Quali protocolli segue per gestire e monitorare episodi di Delirium nei pazienti?”

  • il 42,9% degli infermieri ha risposto “presenza di un familiare/care giver “
  • il 41% degli intervistati opta per il trattamento farmacologico,

la metà degli infermieri intervistati ha dichiarato che durante il ricovero non viene somministrato nulla ai pazienti a rischio di sviluppare episodi di Delirium.

Esistono delle scale di individuazione per il Delirium? il 68,2% ha risposto in modo affermativo, mentre il 31,8% dice che non esistono

Analisi dei risultati

“come definirebbe il Delirium?” l’ 84,9% ha dimostrato di conoscere la definizione corretta (stato di confusione acuta)

“ Ci sono procedure nell’Unità Operativa in cui presti servizio, per individuare all’ingresso i pazienti a rischio di sviluppare il Delirium”? il 51,4% degli intervistati ha risposto: “no”

“come definirebbe il Delirium?” l’ 84,9% ha dimostrato di conoscere la definizione corretta (stato di confusione acuta)

Carenza di risorse umane e di presidi per poter mettere in pratica l’approccio non farmacologico.

Scarsa conoscenza delle nuove pratiche non farmacologiche da parte degli infermieri a causa di programmi di formazione insufficiente

11. Conclusioni

Occorre accrescere la conoscenza

Gli studi presi in esame sostengono che l’infermiere ha un ruolo chiave nel riconoscimento e nella gestione dell’ICU-delirium.

Riorganizzazione dei servizi

E’ necessaria inoltre una riorganizzazione dei servizi nelle cure primarie con l’impiego di risorse in maniera più costante e per periodi relativamente lunghi.

Antonia Salerno

Mi piacerebbe concludere questo lavoro di tesi con questa frase del Dott. Rossetti Coordinatore Infermieristico del Policlinico Sant’ Orsola Malpighi: “ Il Delirium va curato, non va sedato”.

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