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Transcript

Bologna Medievale

Alice Stefanelli, 2H

Basilica di San Francesco

Pinacoteca Nazionale di Bologna

Basilica di San Domenico

Basilica di San Francesco

La Basilica di San Francesco è stata costruita tra il 1236 e il 1263 e consacrata nel 1251. E' dedicata a san Francesco d'Assisi. Lo stile architettonico della basilica è quello gotico.

La facciata della Basilica è di forme romanico-gotiche.

La Basilica sorge su un terreno donato dal Comune, situato fuori dal lato orientale delle mura dei Torresotti, cioè l'attuale Porta Nova. Nel 1236 furono i Frati Minori ad iniziare la costruzione della basilica. Nel 1251 papa Innocenzo IV consacrò l’altar maggiore e nel 1263 il tempio era ultimato. Sono, però, incerte le notizie sull’architetto; le fonti menzionano un tale Marco da Brescia, forse confuso con Giovanni da Brescia, ingegnere ed architetto attivo a Bologna in quell’epoca.

ph: Alice Stefanelli

ph: Alice Stefanelli

ph: Alice Stefanelli

L’interno della Basilica è diviso in tre navate da possenti pilastri ottagonali in laterizio e sopra di esse è ricoperta da volte ogivali. Sono, inoltre presenti, archi a sesto acuto. Le navate laterali sono a pianta quadrata e sono coperte da volte a crociera costolonate. La Basilica presenta un transetto che ha la stessa altezza della navata, ma che non sporge dai muri perimetrali della pianta. La parte absidale è costituita da un deambulatorio con nove cappelle radiali che prolungano le navate laterali e che coronano un abside poligonale la cui elevazione è bilanciata da pesanti contrafforti ad arco rampante.

Architettura

ph: Alice Stefanelli

ph: Alice Stefanelli

Sul fianco settentrionale si apre un portale gotico con protiro marmoreo.

La possente facciata a capanna, che è stata in gran parte ricostruita, è divisa in tre parti da alte lesene ed è aperta da numerose monofore e rosoni.

ph: Alice Stefanelli

Al centro del presbitero è collocata sull’altare la trecentesca pala marmorea eseguita dai veneziani Jacopello e Pier Paolo Dalle Masegne tra il 1388 e il 1393, è ornata con rilievi relativi ad episodi della vita di san Francesco e con statuette di Santi e Angeli musicanti.

Le cappelle absidali, restaurate o rifatte in tempi moderni, ospitano opere di vario genere. Nella cappella centrale, ornata da un Crocefisso, ai piedi dell’altare riposa Alfonso Rubbiani. Le pareti delle navate conservano monumenti e lapidi sepolcrali di personaggi illustri, sepolti in passato nella chiesa.

Approfondimenti

Tra XIII e XIV sec. fu eretto sul fianco sud della chiesa il Chiostro dei Morti, così detto per la sua funzione cimiteriale, che conserva sotto il porticato i resti di cappelle funerarie nobiliari e lastre tombali.

ph: Alice Stefanelli

Arca di San Domenico

Autori: Nicola Pisano, Niccolò dell'Arca, Michelangelo, fra' Guglielmo, Arnolfo di Cambio, Alfonso LombardiDatazione: XIII-XVIII secoloMateriale: marmoCollocazione: Basilica di San Domenico, Bologna

L'arca rappresenta la teologia. Essa va letta dall'alto verso il basso e riporta sia la disposizione gerarchica della Chiesa che la successione cronologica degli eventi. Alla sommità si trova Dio, dominatore del mondo. Più sotto c'è tutto il suo creato, ovvero la terra, l'aria e il mare, rappresentati rispettivamente dalle ghirlande di fiori e frutti, dagli angeli e dai delfini. Ad un livello ancora più basso si colloca l'opera della Chiesa, rappresentata dagli 8 santi patroni di Bologna. L'arca celebra e custodisce i resti del capostipite dei Frati Predicatori: Domenico di Guzman, a cui è dedicata la Chiesa.

Gli interventi

Dell’Arca, la parte da assegnare a Nicola Pisano è il sarcofago, scolpito su tutti i lati. È questa l’unica parte originale del monumento che oggi vediamo in San Domenico. La narrazione si svolge lungo tutti i quattro lati della cassa: le scene sono separate da quattro figure ad alto rilievo, quelle di sant’Agostino, sant’Ambrogio, san Girolamo e san Gregorio. Inoltre sono presenti altre due figure ad alto rilievo, la Madonna col Bambino e il Cristo redentore.

La cimasa venne commissionata ad un altro grande scultore pugliese: Niccolò dell’Arca, la cui fama fu associata all’impresa di San Domenico al punto che l’artista ricevette il soprannome proprio a quest’opera. Niccolò fu impegnato nella realizzazione della cimasa tra il 1469 e il 1473. Sopra al sarcofago dispose una copertura a scaglie, sormontata da un fregio con cherubini che regge due eleganti volute decorate con elementi vegetali che si uniscono in alto. Tutta la cimasa è decorata con statue: in alto, è presente il globo con la figura del Padreterno che a sua volta in mano regge la sfera che simboleggia il suo dominio sul mondo.

Niccolò dell’Arca non completò le ventuno statue previste; infatti le statue rimanenti, il san Procolo, il san Petronio e l’angelo reggi candelabro di destra, si devono a Michelangelo Buonarroti, che le scolpì tra il 1494 e il 1495. Egli ottenne l’incarico grazie alla mediazione di un nobile bolognese, che lo aveva accolto.L’artista sviluppa il suo senso plastico scolpendo un angelo dalle forme possenti, inscritto entro uno schema cubico. Michelangelo realizzò un'ottima struttura architettonica della scultura, messa ulteriormente in evidenza dal cubo in cui la figura è costretta.

Tavola di San Giorgio e il Drago di Vitale

Autore: Vitale da BolognaTitolo: Tavola di San Giorgio il DragoDatazione: 1330 / 1335Tecnica: tempera su tavolaDimensioni: 86x70,5 cmCollocazione: Pinacoteca Nazionale di Bologna

Nel momento in cui Vitale, uno dei maggiori protagonisti della scuola pittorica Bolognese, dipense la Tavola era solo agli inizi della sua carriera.Sebbene Vitale fosse in generale un artista di grande vivacità, questa tavola va al di là di tali caratteristiche per rappresentare piuttosto un unicum.

Il soggetto del dipinto è quello di san Giorgio che sconfigge il drago e libera la principessa.L'opera è firmata in modo criptico attraverso un monogramma e iscrivendo l’una dentro l’altra le lettere del nome VITALIS. La firma appare nella marchiatura del cavallo (in latino equus) in modo da alludere al cognome del pittore: Degli Equi. Vitale elabora un proprio linguaggio, in cui si mescolano ricerca di espressività e attenzione ai particolari. Inoltre cerca di rappresentare il dinamismo anche se i movimenti risultano quasi innaturali.Qui il movimento è accentuato dalla posa del cavaliere, che si getta sul drago. Le decorazioni dorate, lavorate a punzone, che sono presenti nelle ginocchiere dell’armatura, nelle scarpe e nell'aureola del santo, accentuano l’effetto di tridimensionalità. Probabilmente il fondo blu e non dorato, com'era consuetudine, era stato realizzato con lo scopo di mimetizzarsi su una parete affrescata.

monogramma

Descrizione e Stile

Polittico di Giotto

Autore: GiottoTitolo: Polittico di Santa Maria degli AngeliDatazione: 1330Tecnica: tempera su tavolaDimensioni: 147 x 217 cmCollocazione: Pinacoteca Nazionale di Bologna

Il Polittico è un'opera religiosa ed è stato dipinto da Giotto e dalla sua bottega probabilmente a Firenze per l’altare maggiore di Santa Maria degli Angeli. Il polittico fu trasferito nel 1782 in una cappella privata del Collegio Montalto. Smembrato nel 1808, al tempo delle confische napoleoniche, fu ricomposto nel 1894. Rappresenta l’unica testimonianza dell’arte di Giotto a Bologna. Si tratta in larga parte di un’opera di bottega, anche se nel chiaroscuro dei panneggi e nella plasticità di alcune figure sono ravvisabili tracce dello stile più tardo e maturo del pittore fiorentino.

Descrizione e Stile

Quest'opera è una delle tre firmate dall'artista: la firma in lettere dorate appare visibile sul gradino del trono.Giotto mostra, tutto il suo talento nella resa dei particolari, nell’eleganza degli ornati e nel gioco di alternanza dei colori, creando un’opera destinata a onorare l’autorità del Papa.I santi sono identificati dalle scritte sottostanti e occupano le singole tavole. Dei cinque scomparti con fondo d’oro, il soggetto di quello centrale è la Vergine col Bambino, imponente e massiccia, è seduta su un trono di marmi chiari strutturato in modo da suggerire l’idea di una profondità spaziale; mentre quelli degli scomparti laterali (da sinistra a destra) sono: San Pietro, l’Arcangelo Gabriele (raffigurato di profilo) l’Arcangelo Michele (in veste guerriera) e San Paolo.Nella cuspide sopra il trono è raffigurato Dio padre che sorregge il globo stellato e le chiavi. In basso, dagli oculi perfettamente circolari della predella, si affacciano, a mezzo busto, i personaggi che affiancano il Cristo della Passione posto al centro: da sinistra, San Giovanni Battista, la Madonna, san Giovanni Evangelista e Maria Maddalena.

Datazione: 1228-1240, rimaneggiata tra il 1728 e il 1910Stile architettonico: romanico, rinascimentale, baroccoCollocazione: BolognaContesto attuale: è il santuario che custodisce le spoglie mortali dell'omonimo santo, fondatore dell'Ordine dei frati predicatori. All'interno sono conservate inestimabili opere d'arte di autori come Guercino, Filippino Lippi e Ludovico CarracciContesto originale: sorge sul luogo precedentemente occupato dalla chiesa di San Nicolò delle Vigne. Il nome dell'antico edificio ricorda il fatto che il complesso, contrariamente ad oggi, non sorgesse in un contesto urbano, per quanto vicino alle mura della città.

La Pinacoteca Nazionale di Bologna si trova in via Belle Arti n°56 ed è il principale museo dove scoprire la storia dell'arte bolognese dal Trecento all'Ottocento.Nasce nel 1808 come quadreria dell’Accademia di Belle Arti. Fu in seguito arricchito dalla straordinaria raccolta di quasi mille dipinti frutto delle soppressioni di chiese e conventi compiute dopo l’ingresso delle truppe napoleoniche a Bologna.