Sofocle
Giorgio Guglielmi
Created on September 18, 2024
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Transcript
Sofocle (497 a.C. – 406 a.C.) è considerato, insieme ad Eschilo ed Euripide, uno dei maggiori poeti tragici dell'antica Grecia.
Eroe dal destino inesorabile e simbolico Edipo è il simbolo dell'uomo che lotta invano contro un destino tragico e ineluttabile. Esposto su un monte alla nascita e creduto morto, Edipo, ignaro della sua vera identità, uccide il padre e sposa la madre. Quando scopre la verità, si acceca e si allontana esule da Tebe. Gli dei gli riservano una morte misteriosa.
SofocleEdipo re
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Poeta tragico greco, di Atene (forse 497-406); benché non fosse per temperamento un uomo politico, partecipò alla vita pubblica. Su di lui sono tramandati molti aneddoti, dai quali emerge come uomo di carattere sereno e di spirito amabile. Dopo la morte, gli fu tributato culto eroico, come Dexione ("l'accoglitore"), poiché nel 420 aveva ricevuto nella sua casa la statua di Asclepio proveniente da Epidauro. Il suo ritratto ci è stato tramandato in molte copie risalenti a varî originali: uno del 380 a. C. circa, idealizzato; uno riferibile alla statua bronzea innalzata a Licurgo nel teatro di Dioniso ad Atene, riprodotta fra l'altro in quella celebre marmorea del Laterano; uno noto come tipo Farnese; uno del I sec. a. C., in cui appare più vecchio. La filologia ellenistica conosceva 130 drammi attribuiti a Sofocle, dei quali sette considerava spuri. Di tanti, ce ne restano sette, frutto di una scelta scolastica della tarda grecità: Aiace, Antigone, Edipo re, Elettra, Trachinie, Filottete, Edipo a Colono. La cronologia dei drammi di Sofocle è incerta; continuò a comporre fino all'estrema vecchiaia (il Filottete fu rappresentato nel 409, quando Sofocle aveva 88 anni; l'Edipo a Colono, postumo, nel 401). Nella tecnica drammatica, l'antichità attribuisce a Sofocle tre innovazioni importanti: l'aumento del numero dei coreuti da 12 a 15; l'aggiunta del terzo attore; la composizione di drammi indipendenti, liberi dal legame della trilogia (ma solo la prima di queste innovazioni è certamente sua). La poesia di Sofocle fu considerata già dagli antichi come il vertice raggiunto dal genere drammatico. La perfezione formale si accompagna in lui all'impeto gigantesco della passione, che contiene in misura di sublime equilibrio. La trama dei suoi drammi non ha molta importanza, ai fini della costruzione poetica; il peso di tutta la tragedia sta sulle spalle del protagonista, mirabile creatura di complessità psicologica e, al tempo stesso, di coerente essenzialità umana. In Sofocle il pathos tragico (che ispira allo spettatore pietà, ansia e terrore per le sventure del protagonista) raggiunge l'espressione perfetta. Nel protagonista soprattutto è concentrato tutto l'animo di Sofocle, pieno di profonda religione, ma anche dolorosamente pensoso dinanzi alle sofferenze umane provocate dalla misteriosa potenza del fato: mai però crudamente amaro, anzi alla fine sempre capace di ritrovare nell'impeto dei cori o, come nell'Edipo a Colono, nella pace di un finale carico di mistero, l'equilibrio e la rassegnazione. I personaggi secondarî, con la loro più limitata umanità, servono per mettere in risalto i protagonisti e, in sé stessi considerati, vivono anch'essi della piena vita della poesia sofoclea, lirica, pensosa e dolente.