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CATTEDRALE DI SANTO STEFANO

Nello stesso luogo venne realizzata una chiesa romanica, mentre di una seconda struttura romanica rimangono il Portale dei Giganti e le due Torri dei Pagani. Nel XV sec. la chiesa assume una conformazione gotica. Ulteriori aggiunte (come l'edificazione della torre settentrionale dove si celebrarono il matrimonio e il funerale di Mozart) vennero effettuate dagli Asburgo. Nel 1515 venne celebrato il doppio matrimonio tra i nipoti di Massimiliano I d’Asburgo e i figli del re di Ungheria. Nel 1916 vi si tennero i funerali dell'imperatore Francesco Giuseppe I d’Austria. La cattedrale fu danneggiata dai bombardamenti degli Alleati della Seconda guerra mondiale e dall'incendio conseguente nel 1945. Tre anni dopo vennero completati i lavori di restauro della chiesa. I viennesi chiamano il duomo Steffl ("Stefanino") dal nome colloquiale della piccola statua di Santo Stefano in cima alla guglia della torre settentrionale in facciata.

Nome: cattedrale di Santo Stefano (in tedesco Stephansdom). Collocazione: Vienna, Stephansplatz. Datazione: 1147-XV secolo. Stile: gotico. Altezza: 136 metri.

La facciata principale è costituita dal portale "Porta dei giganti" (così nominato dopo il ritrovamento di un osso di mammut nelle fondazioni del sito) e dalle due torri gemelle "Torri dei Pagani", dove allora sorgeva un tempio pagano. Sul lato sinistro c'è la "Porta dei Cantori", ingresso un tempo riservato solo ai fedeli maschi. La torre campanaria a nord ospita nella cupola la Pummerin, la campana più grande di tutta l'Austria e la seconda più oscillante d'Europa, di oltre 20 tonnellate, ottenuta dalla fusione di cento palle di cannone sparate dai Turchi contro le mura viennesi. Fu realizzata nel 1711 ma nel 1945 crollò per i bombardamenti e fu ricostruita da quella precedente. Suona solo per le maggiori solennità dell'anno liturgico (Natale, Pasqua, il Corpus Domini, festa del santo titolare), per l'elezione del papa, per la morte e l'intronizzazione dell'arcivescovo di Vienna e per occasioni speciali (come servizio funebre per un defunto presidente o sindaco di Vienna). La torre nord è incompleta perché si ritiene che il suo architetto ruppe un patto col demonio e fu fatto precipitare giù dalla struttura. La più alta delle torri è il campanile a sud, cuspidato, di 137 metri, al lato del corpo principale. La guglia medievale venne demolita, ricostruita in neogotico e inaugurata il 18/8/1864 (compleanno dell'imperatore Francesco Giuseppe d'Asburgo). Sul lato nord-occidentale è posto il pulpito di san Giovanni da Capistrano, santo francescano che predicò contro l'invasione turca, portando la vittoria dell'esercito cristiano nel 1456 nell'assedio di Belgrado.

Sopra l'ingresso principale c'è l'organo, al posto di uno più grande distrutto nella guerra. Domina la navata centrale il pulpito di Pilgram, decorato con sculture di animali diabolici scacciati da un cane, che si affaccia da una finestrella più sotto, la Fenstergucker. Sul lato sinistro, sotto l'organo, c'è un autoritratto dell'architetto con compasso e squadra. L'altare maggiore barocco in marmo ospita al centro un dipinto con il Martirio di Santo Stefano, patrono della cattedrale; a lato dell'altare c'è la tomba in marmo rosso dell'imperatore Federico III. Dall'altro lato si trova l'altare di Wiener Neustadt, commissionato da Federico III, decorato da 72 dipinti di santi e pannelli scultorei con scene della vita di Maria e di Cristo. Numerose le icone di Cristo e della Madonna associate a leggende popolari: la statua di Cristo crocifisso sembra abbia una barba vera che continua a crescere; il Nostro Signore del mal di denti è solito punire i peccatori colpendoli col mal di denti; la statua della Madonna dei Servi soccorse una cameriera accusata di aver rubato al proprio padrone; l'icona della Madonna di Pécs è pregata dai fedeli con persone care malate e aiutò il principe Eugenio di Savoia nella vittoria sui turchi (nella Cappella Tirna, davanti al baldacchino con l'icona, c'è la tomba del principe Eugenio).

Le catacombe di Santo Stefano hanno due sezioni: una parte più antica risalente all'edificazione della chiesa gotica, soggetta a continui restauri poiché usata come luogo di sepoltura, ed una parte più recente. Nel primo vano vengono sepolti gli arcivescovi di Vienna. Nel secondo c'è la "Cripta ducale", dove vennero sepolti i primi arciduchi d'Asburgo. Al centro riposa il duca Rodolfo IV il Fondatore, che finanziò il duomo di Santo Stefano e fondò l'Università di Vienna; morì di peste, a ventisei anni, a Milano. In nicchie laterali ci sono delle urne di rame, dove si conservano le interiora degli Asburgo, imbalsamati ed eviscerati. I cuori erano riposti in urne d'argento, nella chiesa degli Agostiniani, e le salme nella Cripta Imperiale dei Cappuccini. In una sala delle catacombe c'è il museo lapideo della cattedrale (Lapidarium), dove sono conservate gargolle e pietre tombali. Dopo che bisognò chiudere gli spazi cimiteriali dentro le mura cittadine, per decreto dell'imperatore Carlo VI d'Asburgo fu allestito un cimitero sotterraneo sotto la piazza di Santo Stefano. È presente una fossa comune, realizzata nell'ultima epidemia di peste a Vienna nel 1713. Alla fine del percorso delle catacombe vi è un ossario, dove venivano condotti i carcerati, che dovevano svuotare i grandi vani, pulire le ossa e ammucchiarle in camere più piccole.

La piattaforma panoramica è raggiungibile dopo aver percorso una scala a chiocciola di 343 gradini. Dentro vi alloggiano le 11 campane, usate per le funzioni liturgiche e fuse dalla fonderia locale. Nella zona posteriore della cattedrale, il tetto maiolicato, detto Tetto delle Piastrelle, rivestito da 250.000 tegole smaltate che formano lo stemma dell'aquila bicefala degli Asburgo e gli stemmi della città di Vienna e dell'Austria, fu ristrutturato dopo la Seconda guerra mondiale. Da esso si affacciano i doccioni o gargolle (parti terminali dello scarico dei canali di gronda), ornati con figure animalesche e fantastiche. Il duomo ha acquisito grande fama grazie al dolce più famoso di Vienna: la sua immagine troneggia sopra la scritta del marchio sulla confezione rosa dei wafer Manner Schnitten.