Presentazione interattiva basica
giada
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Transcript
Pietro Da Cortona e Guido Reni
Start
Indice
Pietro da Cortona
il trionfo della divina provvidenza
Guido Reni
Atalanta e Ippomene
Dipingeil Ratto delle Sabine la Trinità per la cappella del Sacramento in San Pietro
Dipingegli affreschi per la chiesa di Santa Bibiana, commissionati da Urbano VIII
Dipinge gli affreschi a villa Arrigoni-Muti a Frascati.
Accompagna il maestro Andrea Commodi a Roma
Nasce a Cortona.
Step 10
Step 8
Step 6
Step 4
Step 2
1596
1628-1631
1624
1616
1612-1614
Pietro da Cortona
Il trionfo della Divina Provvidenza
Il Trionfo del Papato e della Chiesa: un altro tema importante è l’esaltazione del papato e della Chiesa cattolica. L’intera opera è pensata per glorficare il potere della Chiesa, e in particolare della famiglia Barberini, a cui apparteneva papa Urbano VIII
3. Le Virtù e i Personaggi Mitologici
2. L’Ape Barberini
1. la Divina Provvidenza
L'affresco è ricco di simboli e personaggi allegorici, disposti a sottolineare le virtù e il potere della famiglia Barberini:
Pietro da Cortona impiega la tecnica del trompe-l'œil per creare una struttura architettonica immaginaria che si apre verso il cielo. L'opera è suddivisa in diverse aree simboliche, dove al centro domina la figura della Provvidenza divina, raffigurata come una figura femminile che rappresenta la volontà di Dio. Intorno a lei, si sviluppa un complesso intreccio di personaggi, simboli e allegorie.
un affresco realizzato per commissione del papa da Pietro da Cortona tra il 1632 e il 1639 sulla volta del Salone Grande di Palazzo Barberini a Roma, dedicato al Trionfo della Divina Provvidenza. L'affresco celebra la famiglia Barberini e simboleggia il trionfo della Provvidenza divina e della Chiesa cattolica.
Il trionfo della Divina Provvidenza
Guido reni nacque nel 1575 a Bologna . Fu uno dei più grandi pittori del ‘600, figlio del musicista Daniele. Reni iniziò la sua formazione artistica molto giovane presso l'Accademia dei Carracci, questa esperienza influenzò profondamente il suo stile, spingendolo verso un classicismo luminoso e armonioso.Nel 1598 realizzò l’Incoronazione della Vergine e santi per la chiesa di San Bernardo.Nel 1601 giunse a Roma, dove imparò a coniugare il classicismo emiliano con le nuove idee caravaggesche, dipingendo diversi capolavori. Dal 1610 continuò ad alternare soggiorni a Bologna, Roma e Napoli, dipingendo opere di grande importanza per la storia dell’arte come la Strage degli innocenti e il Sansone a Bologna; l’affresco dell’Aurora per il Casino Rospigliosi Pallavicini, al tempo di proprietà di Scipione Borghese a Roma; l’Atalanta e Ippomene a Napoli. Negli anni successivi, Reni affrontò gravi problemi finanziari e una crescente ossessione per il gioco d’azzardo, che influenzò negativamente la sua produzione. Tuttavia, continuò a lavorare fino alla morte, nel 1642, producendo opere più semplici e introspettive.
Guido Reni
Atalanta e Ippomene
Atalanta e Ippomene
Altre rappresentazioni del mito di Atalanta e Ippomene
Nel libro X delle sue Metamorfosi Ovidio narra la storia di amore e inganno che lega Atalanta, principessa dell’Arcadia, a Ippomene, giovane e non corrisposto innamorato. Decisa a conservare le sue abilità di cacciatrice, che un oracolo vaticinava avrebbe perduto insieme alla verginità, Atalanta sfida i suoi molti pretendenti a superarla in una gara di corsa: il vincitore l’avrebbe avuta in sposa, gli altri sarebbero stati uccisi. Ippomene vinse grazie alla complicità di Afrodite che gli donò tre pomi d’oro da lei raccolti nel giardino delle Esperidi e da usare per distrarre la fanciulla.
Il mito di Atalanta e Ipppomene
Ippomene
Atalanta
Atalanta e Ippomene
L’esemplare napoletano esibisce infatti una attenzione al dinamismo cromatico e chiaroscurale che Guido intensifica dopo i primi anni romani di studio sugli originali caravaggeschi .La scena si svolge in un paesaggio scurissimo e desolato. Infine, a destra e a sinistra, in prossimità del centro, si intravedono due gruppi di personaggi.
I due giovani sono rappresentati completamente nudi, coperti, solamente da veli che ondeggiano e coprono il loro pube. I loro piedi si incrociano al centro del dipinto, nell’imitazione di figure antiche tratte da un rilievo romano con storie bacchiche. I corpi sono delineati con grazia, nonostante la potenza atletica richiesta dal soggetto.
Il dipinto realizzato tra il 1618 e il 1619 è realizzato con su tela. E' conservato nel Museo Nazionale di Capodimonte a Napoli.
Simbologia e Iconografia
L'affresco è ricco di simboli e personaggi allegorici, disposti a sottolineare le virtù e il potere della famiglia Barberini: 1.La Divina Provvidenza: è al centro della composizione, sovrastando l'intera scena. Con il suo gesto di comando, suggerisce che il destino dell'umanità è guidato dalla volontà divina, una visione che vuole evidenziare il ruolo della Chiesa come guida spirituale. L’Ape Barberini: il simbolo della famiglia Barberini è l’ape, e in quest’opera appare frequentemente, soprattutto nelle ghirlande e negli elementi decorativi, come un richiamo esplicito alla famiglia del committente. Le Virtù e i Personaggi Mitologici: intorno alla Provvidenza sono presenti personaggi allegorici che rappresentano le virtù cardinali e teologali, come la Fede, la Carità e la Speranza, insieme a figure mitologiche, come Venere e Marte. Questi personaggi sono posti a rappresentare le qualità morali e i valori che si ritenevano tipici della famiglia Barberini. Il Trionfo del Papato e della Chiesa: un altro tema importante è l’esaltazione del papato e della Chiesa cattolica. L’intera opera è pensata per glorificare il potere della Chiesa, e in particolare della famiglia Barberini, a cui apparteneva papa Urbano VIII.
La Divina Provvidenza
Simbologia e Iconografia
La Divina Provvidenza: è al centro della composizione, sovrastando l'intera scena. Con il suo gesto di comando, suggerisce che il destino dell'umanità è guidato dalla volontà divina, una visione che vuole evidenziare il ruolo della Chiesa come guida spirituale.
L’Ape Barberini
Simbologia e iconografia
il simbolo della famiglia Barberini è l’ape, e in quest’opera appare frequentemente, soprattutto nelle ghirlande e negli elementi decorativi, come un richiamo esplicito alla famiglia del committente.
Le Virtù e i Personaggi Mitologici
Simbologia e iconografia
intorno alla Provvidenza sono presenti personaggi allegorici che rappresentano le virtù cardinali e teologali, come la Fede, la Carità e la Speranza, insieme a figure mitologiche, come Venere e Marte. Questi personaggi sono posti a rappresentare le qualità morali e i valori che si ritenevano tipici della famiglia Barberini.
Atalanta è ritratta chinata nell’atto di raccogliere una seconda mela che Ippomene ha gettato per distrarla, oltre quella che si intravede nella sua mano sinistra. È rappresentata con una grazia eterea, un abito leggero che lascia intravedere la sua figura atletica, incarnando la bellezza ideale tipica del classicismo.
Atalanta
Ippomene è raffigurato mentre corre con un gesto deciso, ma con il volto leggermente rivolto verso Atalanta, in un gesto che mostra sia l’attrazione che il desiderio di vincerla non solo nella corsa ma anche nel cuore.