BOLOGNA MEDIEVALE
Margherita Rubini
Created on September 11, 2024
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Transcript
IL POLITTICO DI GIOTTO
Stile: Il “Polittico di Giotto” si tratta in larga parte di un’opera di bottega, anche se nel chiaroscuro dei panneggi e nella plasticità di alcune figure sono ravvisabili tracce dello stile più tardo e maturo del pittore fiorentino. Le pose dei due Santi Pietro e Paolo accennano ad un movimento che forse non è tale ma che rende le due figure dinamiche.
Il movimento dei due Arcangeli Gabriele e Michele è invece più evidente e spiccato. In tutte e quattro le figure però il movimento non è casuale ma ricercato. Emergono l’equilibrio e il bilanciamento delle masse corporee. Sembra che Giotto abbia combinato in questo polittico il suo vivo dinamismo e la raffinatezza cortese che convergono nello stile maturo di Giotto caratterizzato da un linguaggio essenziale attinente alla realtà senza però sacrificare la nobiltà figurativa dei soggetti rappresentati.
Il polittico viene descritto per la prima volta nel 1732 da Giampietro Zanotti che lo rinviene nella chiesetta di Santa Maria degli Angeli a Bologna. Zanotti ipotizzò inoltre che il committente fosse Gerra Pepoli, anche se questa informazione non ha fondamento storico. è invece stato dimostrato nel 2015 che il richiedente sia stato il legato pontificio Bertrando del Poggetto, che avrebbe commissionato a Giotto la pala per la cappella privata del Papa Giovanni XXII entro il Palazzo-Castello di Porta Galliera a Bologna.
In quest’opera Giotto mostra tutto il suo talento nella resa dei particolari, nell’eleganza degli ornati e nel gioco di alternanza dei colori. La Vergine è seduta su un trono di marmi chiari che rendono evidenti una profondità spaziale.
Nel pannello centrale è presente la Maestà, seduta su un trono di marmi chiari, insieme a lei è presente il Bambino, che cerca la sua attenzione sfiorandole il mento, aggrappandosi allo scollo e scalciando con i piedi
Sul gradino del trono è presente la firma in lettere dorate dell'artista
Nella cuspide sopra il trono è raffigurato Dio Padre che sorregge il globo stellato le chiavi
Quando il castello fu demolito dai bolognesi in rivolta contro il legato pontificio nel 1334 la tavola di Giotto fu trasferita fuori-mura nella chiesetta di Santa Maria degli Angeli, probabilmente perché la loro iconografia si addiceva al titolo della chiesetta. Il polittico venne smembrato nel 1808 e ricostruito solo 90 anni dopo circa (1894) e da quell'anno il polittico è esposto nella Pinacoteca Nazionale di Bologna in uno stato di conservazione generalmente buono.
San Pietro è raffigurato con il bastone pastorale e le chiavi del Paradiso in mano
L'Arcangelo Gabriele, girato verso la Madonna come nell'annunciazione, tiene in mano il cartiglio con le prime parole del suo messaggio ed un bastone che potrebbe rappresentare o il tradizionale attributo del giglio bianco o il bastone dell'araldo
La tavola è firmata da Giotto, ma non è datata, né esistono documenti scritti che permettano di tracciarne la data. Da un punto di vista stilistico, la postura sciolta e l'equilibrio dinamico dei personaggi collocano la tavola distante dal linearismo del Polittico Baroncelli, datato al 1328 circa, escludendo che il polittico bolognese possa essere stato dipinto in quella data o precedentemente.
L'Arcangelo Michele, il guerriero dalle ali rosse, combatte il demonio, rappresentato come una figura mostruosa a più teste
Riguardo alla data precisa, gli studiosi hanno formulato tre ipotesi. 1 - La tavola fu dipinta nel 1330 circa, come hanno scritto alcuni studiosi fra il 1967 e il 2009. Questa ipotesi è suggerita dai documenti e suffragata dai dati storici. 2 - La tavola fu dipinta tra la partenza da Napoli, nel 1332, e il ritorno definitivo a Firenze, nel 1334. Questa ipotesi si basa unicamente sul fatto che l'artista non poteva essere a Bologna nei cinque anni precedenti, in quanto la documentazione lo vuole a Napoli. 3 - La tavola fu dipinta oltre il 12 aprile 1334, e si basa sul fatto che la firma di Giotto reca il titolo di "magister", titolo che Giotto ricevette a Firenze solo in quella data. Tuttavia tutti i documenti regi napoletani del 1328-1332 fanno precedere il nome di Giotto dall'appellativo "magistro", facendo cadere tale ipotesi.
San Paolo è raffigurato con la barba scura, il libro e la spada
San Giovanni Battista
La Madonna
Il Cristo della Passione
San Giovanni Evangelista
Maria Maddalena