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Napoleone
Chiara Girardi
Created on September 7, 2024
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History Timeline
Transcript
NAPOLEONE BONAPARTE (1769-1821)
1769
1804
1807-1808
1796
1798
1813
1810
1821
morte a Sant'Elena
IDopo il divorzio, sposa Maria Luisa d'Asburgo Lorena
Invasione di Spagna e Portogallo
Campagnad'Egitto
Autoincoronazionecome Imperatore e della moglie
Matrimonio con Giuseppina
Sconfitta a Lipsia
Nascita a Ajaccio(Corsica)
Esilio all'isola d'Elba
1793
1797
1796
1799
1805-1806
1815
1812
Ascesa militare
Campagne in Italia
Trattato di Campoformio
Colpo di Stato= autoproclamazione Primo Console
Cottoria a - Austerlitz - Jena - Aierstadt
Campagna di Russia e vittoria del Generale Inverno
100 giorni maSconfitta a Waterloo
Esilio sull'isola di Sant'Elena
Nel 1802 Napoleone, monarca ancora senza corona, era stato nominato console a vita. Infine il Senato, con un atto poi sancito da un nuovo plebiscito, il 18 maggio 1804 proclamò Napoleone imperatore dei Francesi. La Francia venne retta dalla Costituzione dell’anno XII (dodici anni, infatti, erano trascorsi dal settembre 1792, quando i rivoluzionari francesi avevano abolito la monarchia e proclamato la repubblica). In dicembre, con la benedizione di Pio VII, Napoleone cinse la corona imperiale, alla quale seguì nel maggio 1805 quella del Regno d’Italia. La trasformazione della Francia da repubblica in impero era dovuta alla sua convinzione che la rivoluzione avesse fatto il suo corso, che occorresse tornare alla normalità e che questa sarebbe stata servita al meglio da una nuova dinastia, che sancisse le conquiste sociali ed economiche della rivoluzione in un quadro politico conservatore. Napoleone divenne una sorta di Cesare moderno. Ma l’impero non portò la pace, che trovò un ostacolo insormontabile nei contrasti anzitutto con la Gran Bretagna, ferita nei suoi interessi dalla politica economica francese.
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Convinto di essere imbattibile, Napoleone prese la decisione di aggredire la Russia, piegata la quale la Gran Bretagna sarebbe rimasta isolata e ridotta all’impotenza. Raccolta a Dresda una Grande armata di oltre 600.000 uomini, Napoleone attaccò nel maggio 1812 l’impero degli zar. Vinta la battaglia di Borodino a duro prezzo, in settembre entrò a Mosca, abbandonata dai Russi e data alle fiamme. Le truppe russe, comandate dal generale Michail I. Kutuzov, avevano fatto terra bruciata, lasciando l’armata napoleonica priva di risorse alimentari. Ebbe allora inizio in ottobre, di fronte alla volontà dei Russi di non venire a patti, una ritirata presto trasformatasi in rotta e tragedia, soprattutto per le sofferenze causate dall’inverno. Perduta la partita, Napoleone fece un precipitoso ritorno a Parigi, anche per far fronte alle cospirazioni. Nel 1813 Russia, Austria, Prussia, Svezia si unirono per dare il colpo definitivo alla Francia. Dopo alcune vittorie, Napoleone in ottobre venne sconfitto a Lipsia in quella che è stata definita la battaglia delle nazioni. Fu l’inizio della rivolta degli Stati satelliti, che coinvolse persino il re di Napoli, Murat. Nel marzo 1814 gli eserciti alleati occuparono Parigi e Napoleone fu dichiarato decaduto dal Senato, preparando così le condizioni del ritorno sul trono di Luigi XVIII, fratello di Luigi XVI. Firmata in aprile l’abdicazione, Napoleone, abbandonato anche dalla moglie, venne confinato nell’isola d’Elba.
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Abbandonate le iniziali simpatie per Pasquale Paoli, che vagheggiava l’indipendenza della Corsica dalla Francia, nel 1793 in piena Rivoluzione francese il capitano Bonaparte, schieratosi decisamente a favore del governo giacobino (giacobinismo), ebbe un ruolo decisivo nella riconquista di Tolone, occupata dagli Inglesi. Fu premiato con la nomina a generale di brigata.
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Proprio quando Napoleone pareva conoscere il massimo trionfo, in un quadro che vedeva la società francese stabile, la grande proprietà terriera e la borghesia dell’industria e degli affari protette nei loro interessi, gli alti quadri militari (in cima ai quali stavano i marescialli di Francia) carichi di onori e di prebende, la rete burocratica e quella poliziesca, guidata da Joseph Fouché, in grado di controllare con efficacia il paese, gli Stati vassalli proni al volere dell’imperatore, si delinearono le prime serie crepe. La deposizione nel 1808 dei Borbone dal trono di Spagna aveva dato vita a una sollevazione armata, largamente appoggiata dalle masse popolari; nonostante Napoleone avesse riconquistato Madrid nel dicembre di quell’anno, la Spagna, aiutata dagli Inglesi, non fu mai realmente sottomessa. Gli enormi sforzi militari per assoggettarla non ebbero successo, sicché la piaga spagnola rimase aperta. Inoltre l’alleanza con la Russia, la cui economia soffriva gravemente per gli effetti del blocco continentale, rivelò presto la sua precarietà. Nei paesi soggiogati, a partire dalla Germania, l’oppressione francese alimentava movimenti nazionalistici.
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Napoleone nacque nel 1769 ad Ajaccio, in Corsica, da una famiglia della piccola nobiltà. Dedicatosi fin da ragazzo alla carriera delle armi, terminò la sua formazione nella scuola militare di Parigi. Nel 1785 fu nominato sottotenente di artiglieria.
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Ridotto a piccolo sovrano dell’isola d’Elba, Napoleone, sollecitato dai suoi fedeli a tentare l’avventura del ritorno in Francia, riuscì il 1° marzo 1815, sfuggendo alle navi inglesi, a sbarcare a Golfe-Juan. Il maresciallo Michel Ney, già suo generale, inviato per arrestarlo, passò con i soldati entusiasti dalla parte di Napoleone, che entrò a Parigi appoggiato da quanti, avversi al governo regio o delusi da esso, speravano in una svolta liberale. Ma, raccolto un esercito, Napoleone venne definitivamente sconfitto il 18 giugno a Waterloo. Così finì l’avventura dei Cento giorni. Dopo aver tentato invano di imbarcarsi per l’America, si consegnò agli Inglesi, i quali lo deportarono a Sant’Elena, un’isoletta nell’Atlantico meridionale. Qui morì il 5 maggio 1821.
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Dopo la fine del governo di Robespierre (1794), cadde in disgrazia, ma si risollevò quando Paul Barras gli affidò nel 1795 l’incarico di reprimere i gruppi realisti che miravano alla restaurazione della monarchia. Ottenne i gradi di generale di divisione e comandante d’armata. Nel 1796, dopo che il governo francese del Direttorio lo aveva scelto, a poco più di ventisei anni, come comandante dell’armata d’Italia, Napoleone sposò un’amica di Barras, la bella e intrigante Giuseppina Beauharnais, in grado di favorire la sua carriera. Era l’inizio di un folgorante destino.
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Nel 1796, mandato a operare su un fronte ritenuto secondario, quale quello italiano, con un esercito di 38.000 uomini quanto mai male in arnese, contro tutte le aspettative mise rapidamente in rotta gli eserciti austro-piemontesi, inducendo Vittorio Amedeo III a firmare in aprile l’armistizio di Cherasco. Il 15 maggio entrò in Milano, abbandonata dagli Austriaci. Occupò quindi le legazioni pontificie e sottomise i ducati di Modena e Parma. Nel 1797, dopo aver sconfitto nuovamente gli Austriaci, imposto al papa Pio VI la pace di Tolentino, indotto l’arciduca d’Austria Carlo a firmare i preliminari di pace di Loeben e piegato la Repubblica di Venezia, Napoleone si trovò a essere il padrone assoluto dell’Italia settentrionale e centrale. Mentre da un lato fece saccheggiare senza scrupolo alcuno i territori conquistati a vantaggio della Francia, dall’altro li riorganizzò, sostenendo gli elementi moderati contro la sinistra, costituita dai giacobini italiani, con la creazione della Repubblica Cisalpina e la Repubblica Ligure. Il nuovo ordine venne sancito il 17 ottobre 1797 dalla pace di Campoformio con l’Austria, la quale ottenne Venezia, l’Istria e la Dalmazia.
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Napoleone fece, poi, accettare dal Direttorio un piano di invasione dell’Egitto rivolto a tagliare le vie del commercio inglese con l’Oriente. Nel luglio 1798, sbarcato ad Alessandria, vinse nella battaglia delle Piramidi i Mamelucchi (le milizie turche che governavano l’Egitto), ma in agosto la flotta francese venne completamente distrutta dall’ammiraglio inglese Horatio Nelson. Agli inizi del 1799 Napoleone penetrò in Siria. Intanto però in Europa e in Italia la guerra stava avendo un esito sempre più negativo per gli eserciti della Francia, dove era in corso una grave crisi politica. Allora egli decise di tornarvi e vi approdò in ottobre dopo un viaggio fortunoso. Con il determinante aiuto del fratello Luciano, presidente del Consiglio dei Cinquecento, mediante il colpo di Stato del 18 brumaio (9 novembre), pose fine al governo del Direttorio e assunse il potere con la formazione di un triumvirato formato da tre consoli.
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Nel febbraio 1800 un plebiscito approvò una nuova costituzione che di fatto conferiva tutti i poteri al primo dei tre consoli, cioè a Napoleone, che ottenne l’appoggio della borghesia e anche degli strati popolari, desiderosi di un governo retto da un uomo forte. Assunto il potere, Napoleone si volse ad affrontare la gravissima situazione militare, il che fece con mosse fulminee. In giugno, penetrato in Lombardia, sconfisse gli Austriaci presso Marengo. La pace di Lunéville del febbraio 1801 assegnò alla Francia la riva sinistra del Reno e pose sul trono di Toscana, con il titolo di re dell’Etruria, Ludovico di Borbone. Nel 1802 la Repubblica Cisalpina fu ricostituita come Repubblica Italiana e il Piemonte venne annesso alla Francia. Napoleone, dominatore dell’Europa continentale, ormai mostrava inclinazioni apertamente monarchiche e tendenze politiche e sociali conservatrici. Col concordato del 1801 cercò l’intesa con la Chiesa, accordando una serie di privilegi al cattolicesimo.
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