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Vita e opere

ANDREA PALLADIO

Clementi Sara

La chiesa del Redentore

Il teatro Olimpico di Vicenza

Villa Almerico Capra: la Rotonda

Villa Barbaro a Maser

La Basilica Palladiana

Vita

Indice

Nel 1538 conosce Gian Giorgio Trissino, suo grande mecenate, che gli attribuisce il soprannome "Palladio".Inoltre Trissino, gli consiglia di approfondire gli studi a Roma.

La vita

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Gian Giorgio Trissino

Andrea di Pietro della Gondola nasce a Padova il 30 novembre 1508, in una famiglia umile e inizia il suo percorso a 13 anni, come scalpellino alla bottega di Bartolomeo Cavazza da Sossano. Dopo 18 mesi di apprendistato si trasferisce a Vicenza, dove, nel 1524, inizia a lavorare.

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Colosseo
Pantheon
Villa Madama

Palladio parte per roma nel 1541 e lì studia monumenti dell'architettura classica, tra cui il Pantheon, il Colosseo e Villa Madama, a cui si ispirerà per i suoi futuri lavori.

Nel 1549 vince il concorso per il palazzo del Comune di Vicenza; conquista le famiglie vicentine con la sua architettura e gli vengono commissionate diverse ville di campagna (la più famosa: Villa di Maser).

I quattro libri dell'architettura

San Giorgio a Venezia

Nel 1570 circa, scrive "I quattro libri dell'architettura"(probabilmente rimasta incompiuta secondo le intenzioni dell'artista), si tratta di un trattato dove vengono messi in luce dei progetti basati sulla bellezza dell'età classica.

Intorno agli anni 1560-1570, Palladio si trova a lavorare a Venezia, occupandosi del monastero di San Giorgio e della chiesa del Redentore.

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I quattro libri dell'architettura

Monumento funebre di Andrea Palladio

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Nel 1534 palladio si sposa con Allegra Donna, con cui ha 5 figli, forse 6(di cui uno che seguirà le orme del padre).Muore nel 1580 per cause ancora sconosciute, e solamente nel 1844 viene costruito il suo monumento funebre a Vicenza, da Bartolomeo Malacane.

Torre del Tormento

Vecchio Palazzo della Ragione

La Basilica Palladiana

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In origine si trattava del Palazzo della Ragione, realizzato al tempo della dominazione veneziana, unendo due edifici pubblici medievali in piazza dei Signori: il palazzo Vecchio e il palazzo del Comune.Era un edificio che fungeva come luogo di pubblica amministrazione e come tribunale, perciò collegato alle sue spalle con la Torre del Tormento, sul lato nord invece era presente il palazzo del Podestà vicino alla torre civica.

Copertura a carena di nave

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L'edificio era riconoscibile grazie alla sua copertura a carena di nave rovesciata.Intorno al 1480 venne realizzato dall'architetto Tommaso Formenton un doppio loggiato lungo tre lati della struttura, poco tempo dopo il lato sud-ovest crollò e circa 70 anni più tardi venne indetto un bando per la ricostruzione delle logge: "vinto" nel 1549 da Andrea Palladio.

Basilica Palladiana

Schema a Serliana

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Il nome "basilica" è stata attribuito dallo stesso Palladio, perchè l'edificio svolgeva le funzioni delle basiliche romane.L'idea di Palladio era quella di avvolgere la struttura, rispettando sia gli assi visivi preesistenti, che i principi vitruviani di solidità, funzionalità e bellezza.Per la costruzione del loggiato utilizzò della pietra bianca di Piovene.La struttura era composta da pilastri (che si collocavano tra due aperture) e da coppie di colonne che reggevano degli archi a tutto sesto, sovrastati da un'architrave: Palladio aveva utilizzato lo schema della Serliana (apportando ovviamente le dovute modifiche), riprendendo così anche gli schemi architettonici della classicità romana.

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Villa Barbaro a Maser

Venne progettata da Palladio per i fratelli Barbaro, legati con l'artista da una profonda stima, nata dalla conoscenza di Giorgio Trissino.La villa venne costruita intorno al 1555 e il 1559, basandosi, ovviamente, sui modelli classici romani.Si sviluppa in lunghezza ed è composta da: due ampi corpi porticati disposti simmetricamente, da un nucleo residenziale centrale e da due barchesse alle estremità (che indicano lo scopo agricolo della villa), chiuse da delle colombare.La facciata del complesso centrale presenta ampie colonne che culminano sul frontone a timpano, spezzato dalla grande finestra ad arco sopra l'ingresso; mentre ai lati sono presenti quattro finestre minori.I magazzini invece sono caratterizzati da diverse aperture ad arco.

Ninfeo a esedra

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La villa, essendo costruita sul pendio di un colle, ha il giardino ad un'altezza superiore rispetto a quella dell'ingresso.Palladio, facendo scavare la collina sul restro del giardino, realizza un ninfeo a esedra(ispirandosi sempre a dei modelli romani).Il ninfeo presenta un'apertura ad arco che termina in un elegante timpano, per richiamare all'ingresso principale.

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Trompe l’oeil con paggio alla porta

L'interno del corpo residenziale è composto da un'ampio salone a croce (crociera) che dispone 4 stanze simmetriche: 2 verso la facciata (la Stanza di Bacco e il Tribunale d'Amore), e due spazi di servizio verso il retro.La sala a crociera è collegata agli appartamenti dei signori Barbaro, tramite la Sala dell'Olimpo.A partire dal 1561 Paolo Veronese inizia ad abbellire le pareti interne della villa con degli affreschi.Negli affreschi di tipo paesaggistico, sono presenti diversi riferimenti all'architettura romana all'intenrno di finti arconi e balaustre; mentre per quanto riguarda le figure, vengono ritratti: personaggi mitologici, esponenti della famiglia dei committenti e divinità (di solito rappresentate suonando degli strumenti musicali, mentre, con un effetto a trompe-l'oeil, alcuni servitori affrescati sembrano aprire le porte per gli ospiti).

Giustiniana Giustiniani

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Affreschi della volta

Nella Sala dell'Olimpo la scena della volta presenta la figura femminile della Sapienza trionfante, circondata da una serie di altre divinità classiche; mentre ai lati troviamo le raffigurazioni di Amore, Fedeltà, Abbondanza e Fortuna (con la ruota spezzata), divinità che regolano la vita dell'uomo, ad un livello però inferiore rispetto alla Sapienza che regna sui mutamenti della vita.Viene anche ritratta sul cornicione della volta, la moglie di Marcantonio Barbaro: Giustiniana Giustiniani, insieme alla nutrice

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Le statue della villa e del giardino vengono affidate allo scultore Alessandro Vittoria, facendo assumere alla statue quasi un effetto pittorico: prestando particolare attenzione ai chiaroscuri.Ricorda Michelangelo nelle figure possenti e invece si rifà alla classicità per le decorazioni, libere e fantasiose.Realizza all'interno delle finte colonne, balaustre e cornicioni che si fondono perfettamente con l'architettura illusionistica di Palladio e con gli affreschi decorativi del Veronese.Un elemento importante creato da Vittoria è lo stemma della famiglia Barbaro, sorretto da un'aquila bicefala, unita a figure di nudi femminili, putti e mostri marini.

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Pur trovandosi in una posizione isolata, ma vicina alla città, la Rotonda non assomiglia ad una comune villa di campagna, poichè non era legata all'agricoltura (in quanto il proprietario non possedeva ampi terreni). La Rotonda era bensì un luogo per gli intellettuali in cui ritrovarsi a discutere di temi umanistici.Il soprannome della villa edificata per Paolo Almerico deriva quasi probabilmente dalla sala centrale che è, appunto, circolare.

Villa Almerico Capra: La Rotonda

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La villa venne progettata ed edificata tra il 1566 e il 1605.Palladio la realizzò seguendo una precisa idea geometrica: un cerchio iscritto in un quadrato, le cui divisioni delle sale interne sottostanno a regole proporzionali, formando il volume cubico che stringe e nasconde il grande vuoto circolare della sala centrale.Palladio progetta questa villa secondo un modello romano, come possiamo vedere infatti, in ognuno dei quattro lati è presente un pronao con colonne ioniche ed un timpano e ovviamente anche la cupola centrale segue il modello romano.La pianta dell'edificio richiama simbolicamente ad una croce greca e, ogni angolo della villa-templio, inoltre, è orientato verso i quattro punti cardinali.

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Essendo la costruzione geometricamente perfetta si potrebbe pensare che Palladio volesse realizzare un modello ideale della propria architettura.La Rotonda che noi però oggi vediamo, non rispecchia probabilmente per intero le idee di Palladio, poichè dopo la sua morte, il progetto passò ai fratelli Scamozzi.

Facciata della chiesa del Redentore

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La chiesa di San Giorgio Maggiore è posta sull'isola di San Giorgio, a Venezia.Nel 1565 venne commissionato il restauro ad Andrea Palladio, dopo aver terminato la costruzione di un nuovo refertorio.Nella facciata della chiesa, Palladio mantiene sempre uno stile classico, progettandola come un'entrata di un vecchio tempio romano: con delle colonne poste su pedistalli che sorreggono il frontone centrale (più in alto) e i frontoni laterali (più in basso).All'esterno è presente una scalinata che trasmette un senso di profondità, mentre il portale centrale è ispirato ai classici archi di trionfo.

La chiesa del Redentore

Pianta della chiesa del Redentore

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La tripartizione della facciata rispecchia la divisione interna, composto da cellule spaziali distinte: un'ampia navata (coperta da volte a botte), alla quale vengono affiancate lateralmente delle cappelle, è presente anche una cupola al centro delle navate.Sono presenti grandi finestre termali, divise in tre parti, che permettono l'illuminazione delle navate interne.Nel fondo è presente un grande presbiterio quadrangolare (coperto da una cupola) con un altare un po' isolato rispetto all'insieme e dietro (nascosto da un'interculumnia) è situato il coro.

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Il teatro Olimpico venne commissionato nel 1580 dall' Accademia Olimpica (congregazione di importanti personalità in ambito delle scienze, delle arti e delle lettere, a cui si era unito lo stesso Palladio) e fu l'ultima opera di Palladio.Quando l'artista morì il suo ultimo figlio continuò l'opera insieme a Vincenzo Scamorzi, inaugurando il teatro il 3 Marzo 1585;è ancora presente oggi la scenografia in legno(che rappresenta le sette vie che conducevano alla città di Tebe) dello spettacolo di inaugurazione.

Il teatro Olimpico di Vicenza

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Anche in quest'architettura vediamo come Palladio si rifaccia all'arte classica romana: la cavea del teatro Olimpico richiama infatti allo spazio aperto dei teatri antichi.Nella scena sono presenti le statue dei committenti, vestiti con abiti classici.

FINE

  • Il libro primo presenta un breve trattato dei cinque ordini con annessi materiali e tecniche di cui servirsi;
  • Il libro secondo contiene magnifiche ville e palazzi, che influenzeranno lo sviluppo dell'architettura occidentale;
  • Nel libro terzo Palladio sfoggia la sua competenza di esperto costruttore, per la progettazione di palazzi, ponti e strade;
  • Nel quarto, ed ultimo, libro l'autore parla di vecchi edifici e templi di Roma.

mentre il terzo e il quarto, sono dedicati al principe Emanuele Filiberto (duca di Savoia).

Cosa si trova nei "I quattro libri dell'architettura":

A chi sono dedicati?

I primi due libri sono dedicati al conte vicentino Giacomo Ungarano (amico e committente di Palladio);

Chiamato anche Giovanni Giorgio Trissino dal Vello d'Oro, nacque a Vicenza l'8 Luglio 1478 e morì a Roma l'8 Dicembre 1550.Fu un umanista, poeta e drammaturgo dell'epoca rinascimentale. Studiò la lingua greca e latina, ma si appassionò anche alla poesia, alla filosofia e all'architettura (progettò, ad esempio, la ristrutturazione della villa Trissino a Cricoli).Conobbe Raffaello presso il circolo della corte papale di Leone X Medici, e fu il benefattore di Andrea Palladio, accompagnandolo negli studi a Roma e lavorando con lui.Si dice che la stima verso Palladio naque quando quest'ultimo riuscì nella progettazione di una scala, problema al quale molti maestri non erano riusciti a trovare soluzione.

Gian Gorgio Trissino

Gian Giorgio Trissino

Statue dei committenti

Somiglianza con teatri antichi