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Naturalismo, Verismo e Verga

Paolo Rapini

Created on August 27, 2024

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L'età del Positivismo: il Naturalismo e il Verismo

Insieme alle formulazioni teoriche del Positivismo , si affermarono nella letteratura europea della seconda metà dell’Ottocento le poetiche del Naturalismo che può essere considerato la prosecuzione e lo sviluppo del Realismo. Il precursore del Naturalismo, fu il francese Gustave Flaubert. Nella sua opera più importante, Madame Bovary, l’autore introdusse due importanti elementi: la focalizzazione interna ai personaggi e l’impersonalità della narrazione. Il narratore non è più hn personaggio della storia e la racconta ponendosene al di fuori, non conosce i pensieri dei personaggi, non sa cosa succederà a loro e non interviene con commenti. Dai principali scrittori naturalisti, questi e altri procedimenti furono considerati funzionali alla resa oggettiva della realtà

Corrente di pensiero basata sulla conoscenza scientifica della realtà, sull’osservazione dei fenomeni reali e sulla verifica della teoria con la prova dei fatti. Lo sviluppo del pensiero positivista era strettamente collegata alla percezione di vivere in un’epoca di progresso. Positivismo significava fiducia nella ragione nella scienza, nella tecnica e nel progresso umano, l’applicazione del metodo scientifico alla società e all’uomo e la nascita di nuove scienze

Il Naturalismo in Francia

Corrente letteraria che si proponeva di rappresentare la realtà in maniera realistica e oggettiva, i capiscuola furono Stendhal e Balzac. Le loro opere sono caratterizzate da una rappresentazione della realtà sociale attenta alla classe borghese e da una tecnica descrittiva che consente di ritrarre ambienti e comportamenti umani con estrema precisione.

Il Naturalismo fu un movimento che si proponeva di dare dignità, anche letteraria, alle classi meno agiate che divennero spesso protagoniste delle opere narrative. I naturalisti adottarono una visione della vita e della natura legata alle moderne dottrine fisiologiche: ogni uomo è prima di tutto materia e istinto, la coscienza e l’intelletto non sono altro che il prodotto di quella macchina organica che è il corpo. La letteratura ha il compito di rivelare la vera natura umana e far capire a un ampio pubblico come essa sia determinata da una serie di fattori, come ad esempio l’ambiente in cui un individuo è nato e cresciuto Lo sviluppo industriale viene giudicato responsabili di squilibri sociali, sfruttamento, povertà e abbruttimento del proletariato La battaglia del naturalismo era animata dalla fiducia di risvegliare le coscienze e creare le premesse per un miglioramento delle condizioni sociali dei ceti più umili

Fra il 1868 e il 1870 e Emile Zola, teorico del Naturalismo, progettò il ciclo dei Rougon-Macquart, una raccolta di 20 romanzi nei quali lo scrittore si propose di rappresentare la storia naturale e sociale di una famiglia sotto il secondo impero. Nel 1880 Zola pubblicò Il romanzo sperimentale, una raccolta di scritti teorici sul Naturalismo, nei quali egli espone il proprio programma letterario, secondo il quale il romanziere deve: -Far proprio il metodo sperimentale delle scienze fisiche e applicarlo ai fenomeni morali e spirituali -Osservare i caratteri e i comportamenti di personaggi comuni e di umili origini, specialmente il proletariato urbano, calandoli in precisi contesti ambientali in modo che il romanzo diventi il “verbale di un esperimento” -Essere impersonale, in modo da non far trasparire le proprie opinioni e i propri sentimenti -Denunciare le ingiustizie e le sofferenze dei più deboli e lottare per il rinnovamento della società, identificando nella letteratura un’importante funzione sociale

Il Verismo si distingue dal Naturalismo per alcuni aspetti: -Il romanzo verista non è animato dall’intento di contribuire alla formazione di una coscienza sociale; il suo scopo principale è rappresentare la realtà così com’è -La concezione della vita è pessimistica e l’arte e la letteratura non hanno una funzione sociale -Il determinismo positivista viene interpretato in modo meno rigoroso e lo apre all’influenza di altri fattori, specialmente culturali e psicologici -Il romanzo verista rappresenta il contesto di povertà e degrado dei ceti sociali più umili del Meridione

In Italia le idee positiviste e la poetica del Naturalismo ebbero grande risonanza. Dalle suggestioni dei romanzi Zoliani nacque il movimento del Verismo, attivo a partire dagli anni 70 dell’Ottocento principalmente a Milano. I maggiori esponenti del verismo furono tuttavia meridionali, giacché era nel Sud che si riscontravano in maniera più importante quelle condizioni di arretratezza e di degrado di cui i veristi intendevano fare oggetto della loro narrazione.

Il Verismo in Italia

Il teorico del Verismo fu Luigi Capuana che, nei due volumi di Studi sulla letteratura contemporanea e nel saggio Per l’arte, espone i principi fondamentali della sua poetica per cui lo scrittore deve: Abbandonare il romanzo storico-politico in favore del "romanzo di costumi contemporanei" Scegliere la realtà italiana e ritrarla "dal vero" Seguire il canone dell’impersonalità Non trascurare la fantasia e l’immaginazione

Giovanni Verga

La vita

Il pensiero e la poetica

Nelle opere di Verga è possibile cogliere una concezione dell’uomo e della storia influenzata: -dal Positivismo, secondo il quale la realtà può essere descritta solo con un approccio scientifico, fondato sull’analisi e sullo studio dei fenomeni; -dal materialismo che assimila il comportamento umano a quello delle altre specie animali e l’individuo all’origine nei suoi bisogni materiali primari; -dal determinismo secondo il quale l’uomo subisce l’influsso del periodo storico, dell’ambiente circostante e del condizionamento ereditario .dalle teorie di Darwin, da cui Verga riprende il concetto di lotta per la vita e di legge del più forte

Questi elementi inducono Verga a respingere la fiducia del Positivismo nel progresso umano e mostrano la visione cupa e pessimistica del destino dell’uomo Per Verga l’arte non è in grado di intervenire per cambiare la società e non contribuisce a risolverne i problemi. L’uomo è calato all’interno di una realtà immutabile i cui unici valori sono quelli della famiglia e degli affetti domestici

Dopo gli esordi letterari, a partire dal 1874, Verga si dedicò alla lettura degli scrittori realisti e naturalisti francesi, l’influsso esercitato da questi ultimi è all’origine della novella Nedda, in cui Verga, descrivendo per la prima volta la Sicilia contadina povera e arretrata, dimostra l’esigenza di indagare l’uomo e la sua realtà sociale e ambientale mediante la rappresentazione del "vero". All’interno di questa novella però abbiamo ancora la figura del narratore esterno che giudica e commenta. È il racconto Rosso Malpelo a inaugurare la stagione verista: anche il protagonista di queste novelle appartiene al mondo popolare della Sicilia e vive in condizioni di miseria e sofferenza, ma cambiare è la voce narrante, interna al mondo rappresentato. I principi della nuova poetica sono enunciati da Verga in tre testi programmatici che costituiscono i manifesti del verismo verghiano

L’eclissi dell’autore

La tecnica narrativa

La regressione

Lo straniamento

Il discorso indiretto libero

Le fasi della produzione verghiana

La produzione preverista

Le raccolte di novelle

I romanzi: il “ciclo dei Vinti”

Vita dei Campi:

Questa raccolta fu pubblicata nel 1880 e comprende nove novelle. La raccolta segna la svolta verista dell’opera verghiana ma lascia anche intravedere la complessa e lenta genesi della nuova concezione della letteratura che si sta affermando Il tema di fondo della raccolta è quella dell’impossibilità, da parte dei miseri, di risollevarsi dalla loro condizione, ma non mancano il tema passionale e, accennati in qualche novella quello della “roba“. In questa raccolta vi è la rappresentazione di un mondo primitivo, dominato dalle passioni elementari e governato dalla legge dell’egoismo e della violenza Le tecniche narrative utilizzate sono quelle tipiche del Verga verista che utilizza anche un linguaggio popolare, utilizzando la parlata siciliana

I Malavoglia

Il romanzo I Malavoglia fu pubblicato nel 1881 I 15 capitoli da cui è composto il romanzo possono essere suddivisi in tre part: -I capitoli che vanno dal primo al quattro, vedono come protagonista padron 'Ntoni e le numerose sventure che si abbattono sulla sua famiglia che si indebita e vive il lutto per la morte del figlio maggiore; il racconto è dilatato rispetto al tempo delle vicende; -Dal capitolo cinque al dieci continuano i lutti e le sciagure per i Malavoglia, ma i tempi del racconto si fanno più ridotti -Dal capitolo undici al quindici, in cui il protagonista è 'Ntoni che si allontana definitivamente dalla famiglia

lo spazio

il tempo

la visione della vita

lo scontro tra il vecchio e il nuovo

Le tecniche narrative, il lessico e lo stile

Le 12 novelle che compongono la raccolta Novelle rusticane, pubblicata nel 1883, sono ambientate nel mondo rurale della Sicilia: in esse, alle storie di singoli personaggi, si accompagnano spesso quelle legate alle vicende della collettività. All’interno troviamo l’analisi di alcuni specifici ruoli sociali e politici, cioè quelli dei benestanti e dei nuovi ricchi, accanto all’esistenza degli umili lavoratori delle campagne I personaggi sono ora più soggetti alla logica del profitto e dell’arrivismo che però finiscono per essere sconfitti dalle leggi della natura

Novelle rusticane

I temi dominanti delle novelle sono quelli del conflitto tra classi, della roba e dell’ascesa socialeLa realtà è dominata dalla legge del più forte e dalla logica dell’interesse economico inteso adesso come avidità di ricchezza Significativo è anche il tema degli scontri sociali e politici legati all’unificazione nazionale che non ha risolto i problemi del sud

Unit 01

Mastro-don Gesualdo

L’ultimo romanzo del ciclo dei vinti si fonda su due grandi momenti narrativi: Nel primo viene descritta l’ascesa economica e sociale di Gesualdo che, dovendo affrontare e superare i difficili prove, appare quasi quasi un eroe; Nel secondo vengono tratteggiati il suo declino e la sua sconfitta sul piano affettivo ed esistenziale

Il romanzo quindi può essere definito sia come il romanzo della morale eroica e dell’individualismo, poiché il protagonista è pronto a dare l’"anima al diavolo" pur di arricchirsi di procurarsi e accumulare ricchezze, arrivando perfino ad escludersi dalla vita e a rinunciare agli affetti per essa, e fallimento di ogni tentativo di riscatto sociale; la continua ricerca di ricchezze infatti porta Gesualdo a una totale sconfitta sul piano esistenziale e affettivo: egli muore consapevole di essere odiato da tutti, dai nobili, dai borghesi, dai popolani e anche dai propri familiari

In una prima fase Verga si dedica a romanzi di ambientazione aristocratico borghese. Composti tra il 1866 e il 1874, Una peccatrice, Storia di una capinera, Eva, Tigre reale ed Eros, sono opere che riscuotono un grande successo, sia di pubblico che di critica, per lo scavo psicologico e per la coraggiosa analisi sociale e la polemica antiborghese. Le trame di questi romanzi ruotano attorno a storie d’amore passionali e infelici o impossibili

Nella prefazione al suo romanzo Verga afferma il proposito: -Di indagare le cause materiali ed economiche che sono alla base dell’agire umano -Di prendere come soggetto della sua opera i "vinti", cioè coloro che rimangono sconfitti nel tentativo di conquistare una posizione sociale migliore -Di osservare i fatti narrati senza intervenire con commenti e giudizi

Una struttura sintattica frequentemente usata da Verga è il discorso indiretto libero, attraverso il quale gli avvenimenti sono presentati direttamente dal punto di vista del personaggio. Gli elementi grammaticali che permettono di individuare questo tipo di discorso sono: L’assenza di verbi dichiarativi, come "dire" e "pensare" L’assenza della congiunzione "che", per rendere il ritmo del periodo più vivace La presenza di punti interrogativi ed esclamativi e dei puntini di sospensione L’uso della terza persona per chi parla o potenza

La narrazione viene condotta in modo oggettivo e distaccato senza la partecipazione critica di un narratore esterno che filtri e giudichi. Il lessico è semplice, riproduce la parlata dei personaggi e del mondo rappresentato, di cui recupera termini, proverbi e modi di dire popolari attraverso anche l’utilizzo del discorso diretto e il discorso indiretto libero

La narrazione deve escludere ogni intervento diretto dell’autore, il quale deve eclissarsi dal racconto per far emergere una visione oggettiva della realtà che susciti nel lettore l’impressione di essere presente all’avvenimento. A raccontare i fatti sono gli stessi personaggi, che esprimono idee, sentimenti e passioni secondo il loro punto di vista Il narratore è popolare e assume il punto di vista dei personaggi, senza che l’autore intervenga per manifestare la propria opinione e il proprio punto di vista

Lettera-prefazione all’Amante di GramignaIn questo testo Verga afferma che: -Il racconto deve avere la caratteristica di un fatto realmente accaduto, di un "documento umano" -La ricostruzione dei processi psicologici deve essere scientifica -Alla base di questa nuova arte deve esserci il canone dell’impersonalità

Alla fase verista appartengono i romanzi del cosiddetto "ciclo dei Vinti"Verga voleva realizzare un grande affresco sociale, incentrato sulla lotta per la vita che investe tutte le classi Egli aveva in mente il progetto di un ciclo narrativo, intitolato in origine marea e successivamente i vinti, sul modello della commedia umana di Balzac e del ciclo di romanzi di Zola. Il ciclo doveva comprendere cinque romanzi, in cui fossero rappresentati, secondo una concezione pessimistica della vita, i movimenti che guidano le azioni umane

Verga tuttavia scrisse solo i primi due romanzi del ciclo, i Malavoglia e Mastro-Don Gesualdo I protagonisti di questi romanzi sono dei vinti nella lotta per la vita: i Malavoglia sono dei vinti nella lotta per i bisogni materiali, Mastro-Don Gesualdo nel desiderio di elevazione sociale. La loro sconfitta e l’emblema della sfiducia di Verga nel progresso.

La visione della vita che emerge dal romanzo è decisamente pessimistica e vede la vita come una perenne lotta per la sopravvivenza. L’unica scelta possibile è quella di una rassegnazione e accettazione del proprio destino. Ogni tentativo di migliorare le proprie condizione va incontro ad una inevitabile sconfitta: il nonno nel suo tentativo di cercare migliori condizioni di vita con il commercio, il nipote vinto dal desiderio di fuga da quel mondo arcaico-rurale in cui era nato e cresciuto

La seconda fase della produzione verghiana è caratterizzata dall’adesione al Verismo e comprende numerose novelle, pubblicato in quattro raccolte, il progetto di un ciclo di romanzi e la realizzazione di due di essi La fase verista si apre con la novella Rosso Malpelo del 1878 che successivamente venne inclusa nella raccolta vita dei campi. Tra il 1878 e il 1887 Verga pubblica quattro raccolte di novelle: Vita dei campi; Novelle rusticane; Per le vie e Vagabondaggio

Lo spazio entro cui si svolge l’azione del romanzo è quello di Acitrezza.Una particolare connotazione affettiva ha la casa dei Malavoglia, la casa del nespolo, che rappresenta una sorta di nido, in cui consolidare i legami familiari perduto il quale anche la famiglia si disgrega In opposizione a questo spazio privato c’è lo spazio esterno, in particolare la città, visto come insidioso

La storia della famiglia Malavoglia attraversa tre generazioni e il racconto si sviluppa in 15 anni Il tempo vissuto dai protagonisti non è lineare ma circolare, basato sull’alternarsi ciclico delle stagioni, della pesca, del lavoro dei campi e scandito dalle ricorrenze religiose Fanno da sfondo gli eventi storici che stravolgono l’esistenza dei protagonisti, come la battaglia navale di Lissa del 1866

In questa novella Verga annuncia di voler rappresentare il mondo dei poveri pescatori di Acitrezza e di voler indagare le cause che spingono questa gente a sopravvivere in un ambiente duro e ostile, cercando di osservare le cose dal loro punto di vista Viene delineato il concetto di “religione della famiglia“ che si realizza attraverso l’"ideale dell’ostrica" che spinge la povera gente a rimanere attaccata al proprio luogo natale, al proprio nucleo familiare a un sistema di valori che sono l’unica difesa dalla travolgente potenza degli eventi naturali e dei meccanismi sociali; Chi si allontana da esso è destinato a fallire e a perdersi.

Lo scontro tra due mondi, quello arcaico rurale e quello basato sulle leggi del profitto attraversa l’intero paese di Acitrezza. A coloro che sono fedeli alle tradizioni, depositari di valori si contrappongono l’interesse personale e il progresso economico perseguito come unico valore

L’artificio dello straniamento consiste nel rappresentare come strano ciò che in realtà non lo è o viceversa, così da evidenziare il divario tra la visione del mondo del narratore e quella dell’autore

A raccontare i fatti è un anonimo narratore interno che si pone allo stesso livello dei personaggi, ne assume il punto di vista, ne condivide la visione della vita e usa lo stesso modo di esprimersi. Questo permette di ricostruire la mentalità, il sistema di valori di quel mondo attraverso le parole e i pensieri degli stessi personaggi. Per farlo Verga usa un’anonima voce narrante e popolare come se il racconto fosse fatto da uno di loro