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Starship

Guidi Gregorio

Created on August 27, 2024

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Transcript

ABITEREMO LA LUNA ?

Gregorio Guidi 3A

INDice

2-Nuovi progetti per la Luna

1-Tornare tutti interi dallo spazio con starship

Introduzione

SpaceX

Artemis

Starship e SuperHeavy

Non solo la Nasa

Prossimi appuntamenti

Lunar Gateway

Moduli abitativi lunari

1. TORNARE TUTTI INTERI DALLO SPAZIO CON STARSHIP

Ci vuole una scienza 14/06/2024

A Boca Chica nel sud del Texas negli Stati Uniti, la società spaziale privata SpaceX di Elon Musk ha costruito una base di lancio per Starship, un’astronave enorme che un giorno dovrà portare i primi astronauti sulla Luna per conto della NASA. SpaceX è una delle prime organizzazioni a programmare sbarchi sulla Luna. Starship fa parte del sistema di lancio più grande e potente che sia mai stato costruito nella storia delle esplorazioni spaziali e potrebbe cambiare molte cose in futuro, interessa quindi per questo, al di là degli annunci altisonanti di Elon Musk, il quale continua a sostenere che un giorno grazie alla sua astronave potremo colonizzare perfino Marte.

SpaceX

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STARSHIP E SUPERHEAVY

Dal 6 giugno scorso quando la grande astronave ha effettuato un atteso test e, a differenza delle tre volte precedenti in cui si era distrutta rovinosamente nel tentativo, ha tenuto duro rientrando più o meno Intera sulla terra, dopo una breve escursione oltre l'atmosfera terrestre. Questo era il quarto lancio sperimentale, uno dei tanti che Spacex intende effettuare prima di arrivare ad avere un sistema affidabile e sicuro per gli astronauti e per questo ovviamente i test sono così importanti. Il lancio è imressionante, un oggetto alto come palazzo di 40 piani e osservandolo mentre si stacca da terra e vola sempre più su, fino a quando diventa un minuscolo punto nel cielo. Questo palazzo di 40 piani è appunto la Starship e il suo super Heavy, questo razzo che la spinge fin oltre l'atmosfera. Starship è alta 50 m, mentre Super Heavy è alto 70 m, il diametro di entrambi è di 9 m .

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DAL SITO SPACEX

Alle 14:50 di giovedì 6 giugno quindi Super Heavy ha acceso i suoi 33 motori alimentati con ossigeno liquido e metano liquido che dopo pochi istanti hanno fatto sollevare il razzo e Starship che le stava sopra. 33 motori sono tantissimi rispetto agli altri razzi che vengono usati per i lanci spaziali però SpaceX ha optato per questa configurazione per avere qualche margine in più se qualche motore magari avesse fatto le bizze, questa volta per esempio due motori non si sono accesi ,ma gli altri 31 sono stati più che sufficienti per portare Starshipnello spazio. Quando SuperHeavy ha consumato tutto l'ossigeno liquido e il metano liquido Starship si è separato dal razzo, perché ormai sarebbe stato un peso inutile, e ha iniziato la sua discesa verso la Terra e, immaginatevi un silo assai grande alto 70 m in caduta libera nel cielo guidato poi da quattro alettoni ,per meglio dire spin, che lo aiutano a mantenere un certo assetto. Dopo circa 7 minuti e mezzo da quando era partito da Boca Chica SuperHeavy ha riacceso brevemente i motori effettuando un ammaraggio controllato nel golfo del Messico. Non è una cosa da poco: è la prima volta in cui SpaceX è riuscita a fare in modo che SuperHeavy non si distruggesse prima di arrivare in acqua, è un progresso importante verso l'obiettivo finale di realizzare un sistema che sia riutilizzabile, in cui questo SuperHeavy dopo aver lanciato Starship torna sulla terra e quindi può essere impiegato per altri lanci.

VIDEO DEL LANCIO
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SpaceX fa già la stessa cosa con i Falcon 9 i razzi che usa abitualmente per portare i satelliti in orbita e anche gli astronauti sulla Stazione Spaziale Internazionale, offrendo un servizio che costa molto meno rispetto alla concorrenza proprio perché può usare più volte i suoi sistemi di lancio, mentre i concorrenti non lo fanno e quindi devono costruire dei razzi nuovi ogni volta e questo ovviamente fa aumentare tantissimo i costi. Masc ha detto che nel prossimo test SpaceX potrebbe provare a recuperare SuperHeavy facendolo tornare a Boca Chica acchiappandolo con due giganteschi bracci meccanici che sono montati su una rampa. Sarà comunque molto importante in prospettiva, sempre per questioni logistiche e di gestione di più lanci legati alla riutilizzabilità di cui si parlava poco fa.

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Ricapitolando: SuperHeavy, il razzo, è partito con Starship, l'astronave, montata sulla sua sommità e l'ha portata a 72 km di altitudine prima di separarsi per tornare sulla Terra, lasciando poi che l'astronave proseguisse da sola il viaggio: a quel punto Starship ha acceso i suoi sei motori e ha raggiunto un'altitudine massima di 2113 km.Il test non prevedeva di portare l'astronave in orbita e quindi di farle fare almeno un giro completo della Terra ,però prevedeva di farle compiere una larga parabola per poi farla ricascare sulla Terra: Starship è rimasta nello spazio per 47 minuti e poi ha iniziato la sua ricaduta sulla Terra.

La sua superficie è ricoperta dai 18.000 piastrelle di ceramica esagonali più o meno grandi quanto un piatto da cucina, per proteggerla dalle alte temperature che si sviluppano a causa dell'alta velocità di caduta dell'astronave e anche dell'interazione con gli strati che diventano via via più densi dell'atmosfera, che in alcuni momenti raggiungono i 1400° C , di conseguenza è importante che ci sia uno strato che sia sacrificabile per proteggere il resto della struttura dell'astronave e le piastrelle servono proprio a questo. Starship è costruita con una particolare lega di acciaio inossidabile più pesante dell'alluminio o della fibra di carbonio con cui si costruiscono spesso parti dei veicoli spaziali , però al tempo stesso più resistente agli sbalzi termici, è importante non solo per il rientro turbolento, ma anche durante il lancio, visto che per avere ossigeno e metano in forma liquida , che alimentano i motori, è necessario portare queste due sostanze a svariati gradi sotto zero. Starship ha superato il rientro senza disintegrarsi, anche se poi ha perso diversi pezzi ed è arrivata malconcia sulla Terra, pochi istanti prima di tuffarsi nell'Oceano Indiano ha riacceso i motori e si è messa in assetto verticale per simulare gli atterraggi che in futuro effettuerà, insomma si spera che effettuerà sulla terraferma proprio al suo ritorno alla base di lancio, oppure sulla luna o forse chissà su Marte, come vorrebbe Elon Musk.

VIDEO DEL RIENTRO

Starship ha fatto un atterraggio relativamente morbido. dimostrando di poter iniziare un tuffo lungo 142 km di pancia e finirlo però entrando di piedi nell'acqua con una certa eleganza e l'ultimo test è finito quindi letteralmente con due buchi nell'acqua però è stato un successo, per certi versi perfino inatteso da parte di SpaceX, che non programmava o sperava di avere sia SuperHeavy sia Starship ancora interi dopo il loro rientro. Nè razzo nè astronave saranno recuperati, si inabisseranno nell'oceano come relitti del XXI secolo e il loro impatto ambientale è valutato come marginale ,considerato che buona parte dei loro materiali sono inerti e che utilizzano metano e ossigeno come combustibile. Poi naturalmente nel caso di un forte aumento della frequenza dei lanci ,non solo da parte di Spacex , l'impatto cambierebbe, magari anche di non poco ed è un aspetto su cui si inizia a discutere nell'ambito del confronto più ampio sulla necessità di ridurre le emissioni di gas serra ,che è sempre una cosa buona da fare se non vogliamo trasferire tutta l'umanità su Marte.

Anche perché poi c'è la Cina che spinge per fare altrettanto e a proposito di ritardi spaziali, il 5 giugno è anche partita la capsula da trasporto Starliner di Boeing, molto più piccola di Starship e progettata per trasportare gli equipaggi verso la SSI stazione spaziale internazionale, il lancio era previsto per il 7 maggio poi era stato rinviato al 1 giugno a causa di alcuni problemi tecnici e poi ancora rinviato al 5 giugno. Questo era il primo test con persone a bordo, due astronauti della NASA che hanno raggiunto la stazione spaziale internazionale e che torneranno sulla terra non prima del 18 giugno, sperimentando quindi anche i sistemi di rientro di Starliner. Boeing possiamo dire che in questo è stata campione di ritardi, il primo test con esseri umani era stato programmato per il 2017 ma si erano poi accumulati molti imprevisti, lentezze proprio nello sviluppo della capsula che da ora in poi sarà usata come alternativa a Crew Dragon che è un sistema di trasporto simile sviluppato da SpaceX e che è già in servizio da 4 anni per il trasporto degli Astronauti.

PROSSIMI APPUNTAMENTI

A proposito di frequenza visto il successo dell'ultimo test Spacex ha in programma di effettuare un nuovo lancio di Starship entro un paio di mesi, sfruttando questo periodo di tempo per perfezionare i propri sistemi soprattutto sulla base della grande quantità di dati che ha raccolto proprio con l'ultimo lancio. La società ha una certa fretta perché ha ricevuto dalla NASA un appalto miliardario per usare Starship per il primo allunaggio del nuovo programma lunare Artemis, la NASA ha rinviato buona parte dei propri piani perché si era data delle scadenze un po' troppo ambiziose, e in realtà poi gliele aveva date la politica statunitense alla NASA, comunque in realtà ,anche se poi sono state rimandate ,non c'è tempo da perdere, per raggiungere l'obiettivo entro il 2030.

Insomma da quello che abbiamo intuito c'è un grande fermento nelle iniziative spaziali, ogni tanto piace raccontare le ultime novità, non solo perché sembrano cose un po' dell'altro mondo, forse un po' anche di fantascienza, ma anche perché riguardano ambiti che sono sempre più centrali nelle nostre esistenze.

2 . NUOVI PROGETTI PER LA LUNA

Quest'estate ho avuto l'occasione di vedere in TV alcune puntate di Noos, il programma di Alberto Angela dove l'astronauta Samantha Cristoforetti illustrava i prossimi progetti per il ritorno sulla Luna.Torniamo sulla Luna per rimanerci, imparando a vivere su un altro corpo celeste sfruttando le risorse del luogo. L’obiettivo è di insediare una colonia nel Polo Sud dove si può utilizzare il ghiaccio d’acqua presente nel fondo dei crateri, portato anticamente dalle comete e dove non arriva mai la luce solare. Dal ghiaccio ricavare ossigeno e idrogeno necessari alla base e ai razzi.

https://magazine.impactscool.com/flash-news/sulla-luna-ce-piu-acqua-del-previsto/

Nel suolo lunare sono presenti altri minerali e metalli come l’alluminio, utili da adoperare per le attività locali. Inoltre c’è anche qualcosa di prezioso da riportare sulla Terra;soprattutto l’elio-3 con il quale si alimenteranno le prossime centrali a fusione nucleare per generare elettricità, senza il gravoso problema delle scorie radioattive. L’elio-3 è scarsissimo sulla Terra, si trova solo nei mari e invece molto diffuso sulla Luna e quindi l’interessea recuperarlo in questa prospettiva è notevole. Al programma Artemis della NASA, sia in ambito europeo con Esa che direttamente con le industrie americane, partecipa in modo significativo l’Italia attraverso l’agenzia spaziale Asi. Intorno alla Luna si costruirà la stazione orbitale Gateway per facilitare le operazioni in superficie.

https://www.lescienze.it/news/2023/08/30/news/polo_sud_luna_acqua_ghiaccio_origine_sfruttamento-13234641/

I moduli di abitazione della nuova base sono già in produzione negli stabilimenti di ThalesAleniaSpace a Torino. Saremo coinvolti anche nel campo delle telecomunicazioni e della navigazione con Telespazio per garantire il più possibile l’autonomia delle attività svolte intorno e sulla superficie lunare. Nell’autunno 2025 è in programma la prima circumnavigazione della Luna con la missione Artemis-II e quattro astronauti a bordo dell’astronave Orion (tra cui l’astronauta Christina Hammock Koch). Se tutto andrà bene nel 2026 si immagina il primo sbarco con Artemis-III.

ARTEMIS

Il programma Artemis trae le sue origini da Artemide, dea della caccia e della Luna, che nella mitologia è gemella di Apollo – il programma che portò l'uomo sul nostro satellite naturale negli anni '60. Il progetto è portato avanti principalmente dalla NASA, con la collaborazione di alcune aziende statunitensi (Boeing, Lockheed Martin e SpaceX) e di partner internazionali come l'ESA (Agenzia Spaziale Europea), la JAXA (Agenzia Spaziale Giapponese) e la CSA (Agenzia Spaziale Canadese). Il programma, in fase di studio fin dal 2011, porterà sul nostro satellite la prima donna astronauta e vi istallerà entro la fine degli anni '20 una stazione permanente. Nel 2017, sotto l'amministrazione Trump, la NASA ha avuto i finanziamenti necessari per perseguire questo obbiettivo. Per questo nuovo programma sono stati studiati sia un nuovo sistema di lancio, lo Space Launch System, che una nuova navicella, l'Orion.

Lo scopo del programma Artemis è quello di esplorare parti della Luna non indagate dal programma Apollo. Inizialmente erano previste quattro missioni: Artemis 1: novembre 2022, missione senza equipaggio con lo scopo di testare tutti gli apparati; Artemis 2: partenza pianificata per il 2024 posticipata al 2025, missione con equipaggio. Il piano della missione prevede un sorvolo lunare con ritorno sulla Terra; Artemis 3: 2026, missione con equipaggio. Il piano della missione prevede l'allunaggio, la prima con una donna astronauta e la prima dopo Apollo 17 del 1972; Artemis 4: partenza pianificata per il 2028. Il piano della missione ancora non è stato ufficializzato.

10 GENNAIO 2024: la Nasa rinvia al settembre 2025 la missione lunare Artemis 2

"La sicurezza è sempre la priorità della Nasa - ha spiegato l'amministratore dell'agenzia spaziale americana, Bill Nelson - ecco perché la NASA sta modificando i propri programmi per puntare a settembre 2025 per Artemis 2 e a settembre 2026 per Artemis 3". Rimane in programma per il 2028, invece, Artemis 4, la prima missione verso la stazione spaziale Lunar Gateway in orbita cislunare che ha anche un'importante partecipazione europea e italiana . Tra le cause del rinvio, la necessità di approfondire alcune ricerche tecniche relative alla capsula Orion, in particolare alle batterie e al sistema di ventilazione e temperatura che si aggiungono ai problemi riscontrati in precedenza nello scudo termico della navetta e ai ritardi di Space X nello sviluppo della Starship, scelta come lander lunare. Ritardi che hanno spinto la Nasa ad affidare anche alla Blue Origin il compito di realizzare un altro modulo di allunaggio.

Occorrerà attendere un altro anno prima di poter tornare sulla Luna o, almeno, intorno alla Luna. La Nasa, infatti, ha fatto sapere di aver rimandato al settembre 2025 la missione Artemis 2. I quattro astronauti dell'equipaggio: il comandante Reid Wiseman, il pilota Victor Glover e gli specialisti di missione Christina Koch, della Nasa e Jeremy Hansen, dell'Agenzia spaziale canadese (Csa) non dovranno scendere sul nostro satellite ma orbitarci intorno per testare tutte le procedure in vista dell'allunaggio vero e proprio del primo equipaggio umano della missione Artemis 3 che, a questo punto, come spiega la stessa Nasa, non avverrà prima del settembre 2026.

NON SOLO LA NASA...

CINA-CHANG'E 4

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INDIA-CHANDRAYAAN 2

JEFF BEZOS e ELON MUSK

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https://english.news.cn/20240625/87ea8f114e164d9cadcb3bc6311f90fd/c.html

https://www.thehindu.com/sci-tech/science/how-will-chandrayaan-2-study-the-moon/article61595735.ece

LUNAR GATEWAY

https://spacenews.com/op-ed-lunar-gateway-or-moon-direct/

LA PRIMA BASE SPAZIALE OLTRE L'ORBITA TERRESTRE

A marzo 2019 è stato annunciato dal Multilateral Coordination Board, che finora ha supervisionato le attività della Stazione Spaziale Internazionale, il progetto del Lunar Gateway (LOP-G), una stazione orbitante attorno alla Luna.Nello sviluppo di questa nuova base sono coinvolte insieme le 5 principali agenzie: la NASA (Stati Uniti), Roscosmos (Russia), ESA (Unione europea), JAXA (Giappone) e CSA (Canada). L’aspettativa è che più potenze possano entrare a far parte di questo progetto, così da ottimizzare gli enormi costi di realizzazione: la NASA che punta molto sul Lunar Gateway, ha ottenuto un aumento del budget dall’amministrazione Trump.

La riuscita del progetto comporterà grossi miglioramenti per tutte le parti coinvolte, infatti avere un avamposto oltre l’orbita terrestre, dove si trova l’ISS, così vicino alla Luna permetterà più missioni con o senza equipaggio sul satellite, ma anche la possibilità di prepararsi fisicamente per le future operazioni su Marte.

Il Lunar Gateway disterebbe 5 giorni di viaggio, a circa 380 mila km di distanza dalla Terra: sarà costituito da 7 moduli e l’intera costruzione non dovrebbe pesare più di 40 tonnellate, quindi molto distante dalle 420 della Stazione Spaziale Internazionale. • Il primo modulo, Power and Propulsion Element (PPE), fornirà propulsione ionica ed energia elettrica, tramite pannelli fotovoltaici: dovrebbe essere lanciato nello spazio a partire dal 2028, ma tutto dipenderà da eventuali ritardi nello sviluppo del razzo Orion da parte della NASA. • Il secondo modulo, l’European System Providing Refuelling, Infrastructure and Telecommunications (ESPRIT) contribuirà all’immagazzinamento di xenon e idrazina, oltre a costituire un punto di attracco per eventuali carichi. • Il terzo sarà l’Utilization Module, di produzione statunitense, e fornirà spazio aggiuntivo e costituirà l’iniziale modulo abitativo. • Il quarto, l’International Habitation Module (I-HAB) farà parte del modulo abitativo durante le missioni con equipaggio. Quest’ultimo, al suo interno, avrà spazi notte, di cucina e di esercizio e infine fornirà un punto di attracco per altri moduli. • L’U.S. Habitation Module sarà il quinto modulo dove si troveranno gli spazi abitativi degli astronauti statunitensi, mentre a chiudere ci saranno i Gateway Logistics Modules, usati come moduli di rifornimento, e il Gateway Airlock Module, che servirà da camera d’equilibrio per eventuali passeggiate spaziali e sarà fornito dalla Russia. All’interno della nuovo avamposto è stato ipotizzato un numero massimo di 4 persone per uno spazio abitabile di 125 metri cubi. L’ambizioso progetto sta particolarmente a cuore alla NASA che ha inserito il Lunar Gateway all’interno delle sue missioni Artemis, ovvero Artemide, la gemella di Apollo il cui nome era stato scelto per i primi lanci spaziali sulla Luna.

Lunar Gateway

https://www.russianspaceweb.com/imp.html

MODULI ABITATIVI LUNARI

Si configura sempre più chiaramente la struttura al programma Artemis e del possibile contributo italiano al ritorno umano sulla Luna. Si è appena conclusa in Agenzia Spaziale Italiana (ASI) la Mission Definition Review del progetto MPH (Multi Purpose Habitation module), il modulo abitativo di superficie lunare, a guida italiana, elemento della collaborazione bilaterale ASI / NASA per Artemis. Il modulo MPH ha l’obiettivo principale di diventare la ‘casa’ degli astronauti sul suolo del nostro satellite ed è un progetto coordinato da ASI, sviluppato da Thales Alenia Space nei laboratori di Torino, che vede anche il contributo di Altec a cui saranno affidate le operazioni di controllo da Terra quando il modulo sarà operativo sulla Luna.

Con il programma Artemis la NASA sta guidando l’esplorazione umana della Luna. L’Italia è stata tra i primi otto firmatari degli Artemis Accords nel 2020, proponendosi per la realizzazione del primo elemento destinato a costituire il nucleo di un insediamento permanente sulla superficie lunare. MPH sarà, quindi, il primo modulo del programma Artemis che arriverà sulla Luna e permetterà il soggiorno in sicurezza degli astronauti.

Il progetto MPH (Multi Purpose Habitation module)

Con il programma Artemis, la NASA farà sbarcare la prima donna e il prossimo uomo sulla Luna e stabiliremo la prima presenza a lungo termine sul nostro satellite, utilizzando tecnologie innovative sviluppate attraverso una collaborazione internazionale. Servirà come trampolino di lancio per le missioni con equipaggio su Marte.

Il Multi-Purpose Habitat è un modulo pressurizzato abitativo lunare pensato per ospitare gli astronauti sulla superficie del nostro satellite durante il programma Artemis guidato dalla NASA. Fornirà un habitat sicuro e confortevole per gli astronauti durante le spedizioni al polo sud lunare, permettendo loro di trovare riparo ed effettuare esperimenti scientifici direttamente dalla superficie.

fonte ASI

BIBLIOGRAFIA

https://www.hdblog.it/scienza/articoli/n579216/blue-origin-punta-lancio-primo-lander- lunare-2025/ https://www.passioneastronomia.it/blue-origin-e-pronta-ad-atterrare-sulla-luna/ https://www.astrospace.it/2024/07/15/confermato-per-lautunno-2024-il-lancio-della- missione-escapade-a-bordo-del-new-glenn/ https://it.m.wikipedia.org/wiki/New_Glenn https://it.m.wikipedia.org/wiki/New_Shepard https://it.m.wikipedia.org/wiki/Chandrayaan-2 https://it.m.wikipedia.org/wiki/SpaceX_Crew-4 https://www.wired.it/scienza/spazio/2020/05/25/primo-volo-equipaggio-space-x/ https://it.m.wikipedia.org/wiki/Lunar_Gateway https://www.wired.it/article/luna-nasa-rinvio-missioni-artemis/

https://www.geopop.it/artemis-luomo-ritorna-sulla-luna-con-la-prima-missione-del-programma-della-nasa/

https://stream24.ilsole24ore.com/video/tecnologia/spazio-nasa-rinvia-settembre-2025-missione-lunare-artemis-2/AFzBwrIC

https://www.asi.it/2024/07/programma-artemis-una-casa-sulla-luna-made-in-italy/

https://www.astecenter.it/modulo-lunare-italiano

Thanks!

Elon Musk - SpaceX

Elon Musk nel 2002, ha fondato SpaceX, la sua azienda aerospaziale ad Hawthorne, in California. Creazioni di quest’ultima sono i razzi Falcon 9 e Falcon Heavy, e il veicolo Dragon. Il primo è un vettore orbitale a due stadi in grado di essere riutilizzato per più missioni. Nel 2012, il Falcon 9 è entrato nella Elon Musk - SpaceXstoria quando Dragon, la capsula orbitale da trasporto, ha raggiunto la Stazione Spaziale Internazionale (ISS) per portare rifornimenti. Questo importante evento ha reso SpaceX la prima compagnia commerciale ad attraccare in un luogo accessibile per pochi. Vista l’alta affidabilità dimostrata, l’azienda ha quindi iniziato a sviluppare una versione per il trasporto di persone, così da permettere alla NASA di inviare i propri astronauti sulla ISS. Il 3 marzo 2019 il test della Crew Dragon, o Dragon 2, si è concluso positivamente: si tratta di un risultato storico, perché è stata la prima navicella spaziale americana ad attraccare autonomamente alla Stazione Spaziale Internazionale. A bordo era presente un manichino, chiamato Ripley, per capire quali fossero le condizioni a cui un essere umano poteva essere sottoposto. La Crew Dragon, nelle intenzioni dell’azienda, dovrebbe consentire il trasporto fino a 7 persone e così come il razzo Falcon 9 è prevista una certa riusabilità del veicolo per un massimo di 10 missioni. Il debutto del volo operativo, con a bordo 4 astronauti diretti sulla Stazione Spaziale Internazionale, è avvenuto nel 2020. SpaceX Crew-4 è stato il quarto volo operativo con equipaggio di una navicella spaziale Crew Dragon, il volo inaugurale della Crew Dragon Freedom e il quinto volo orbitale con equipaggio. Il lancio verso la Stazione spaziale internazionale inizialmente previsto per il 15 aprile 2022, è avvenuto il 27 aprile alle ore 9:52.Dopo 170 giorni, la navetta è rientrata sulla Terra, ammarando il 14 ottobre 2022. Dell’equipaggio ha fatto parte Samantha Cristoforetti. SpaceX Crew-5 è l'ottavo volo orbitale con equipaggio di una navicella spaziale Crew Dragon. Il lancio verso la Stazione spaziale internazionale è avvenuto il 5 ottobre 2022.La missione si è conclusa il 12 marzo 2023 con l'ammaraggio della navetta nel Golfo del Messico. I voli di Crew con equipaggio continuano con successo, l’ultimo a marzo 2024. Per quanto riguarda la Luna, SpaceX, con il suo Falcon 9, è stata la prima azienda privata a tentare una missione sul satellite: ad aprile 2019, infatti, ha lanciato la sonda israeliana Beresheet. Si può definire un successo a metà, da una parte il vettore ha compiuto a pieno il suo dovere permettendo al lander di raggiungere il punto desiderato, ma dall’altra la discesa del velivolo si è risolta con uno schianto sul suolo lunare. Un vero peccato se si considera che la missione è costata circa 100 milioni di dollari, un prezzo basso rispetto a quelli spesi normalmente dalle agenzie. In futuro, SpaceX sarà coinvolta in un progetto con obiettivo Luna, L ’impresa sarà possibile grazie allo sviluppo di Starship, un veicolo spaziale completamente riutilizzabile e destinato al trasporto di merci e persone in viaggi di lunga durata. Per questo tipo di uso, bisognerà aspettare ancora, ma in ogni caso nei piani dell’azienda è considerato il successore del Falcon 9 e della capsula Dragon. Starship è stato lanciato in orbita con successo nel giugno 2024, ancora senza equipaggio.

Jeff Bezos - Blue Origin

Molte aziende private, guidate da leader visionari, hanno iniziato a entrare sulla scena. Una di queste è Blue Origin, la società fondata nel 2000 da Jeff Bezos. «Stiamo costruendo una strada per lo spazio, così che i nostri figli possano costruire una strada per il futuro». È questa la mission di Blue Origin e a maggio 2019, Jeff Bezos ha sottolineato la necessità di creare una vasta economia spaziale. Date le risorse non infinite del nostro pianeta, il leader di Amazon ritiene fondamentale questo passaggio per la sopravvivenza futura dell’umanità. Per riuscire in questo intento Blue Origin ha iniziato quindi a sviluppare il New Shepard, un lanciatore suborbitale, il cui nome deriva dall’astronauta statunitense Alan Shepard. Si tratta di un vettore, composto da una camera pressurizzata per l’equipaggio e un modulo di propulsione, in grado di decollare e atterrare verticalmente, una caratteristica che lo rende completamente riutilizzabile. Finora il vettore è stato in grado di superare senza problemi 11 voli di test, senza equipaggio a bordo: l’ultimo è recente visto che è stato completato a inizio maggio 2019. Durante queste prove il New Shepard viene lanciato verticalmente dal West Texas e i motori del BE-3 restano accesi per circa 150 secondi: il razzo poi si stacca dalla capsula dell’equipaggio e comincia la sua discesa. La capsula, invece, che potrebbe trasportare fino a 6 persone, dopo il distacco resta per pochi minuti in una condizione di microgravità salvo poi scendere a terra in sicurezza, grazie all’azione di 3 paracaduti e dei retrorazzi. Tutte queste operazioni avvengono senza alcun supporto dal centro di controllo, infatti il New Shepard integra al suo interno un computer di bordo. Il New Shepard 4, con quattro passeggeri compreso Jeff Bezos, è stato lanciato il 20 luglio 2021. Al 5 ottobre 2021, New Shepard 4 ha volato solo tre volte, con un quarto volo programmato per il 13 ottobre 2021, portando 4 passeggeri. Sono stati effettuati voli con equipaggio riusciti nel 2022, 2023 e 2024. L’azienda sta anche sviluppando il New Glenn, su cui ripone molte speranze per i voli orbitali, ma che potrebbe non essere sufficientemente potente per raggiungere la Luna: è un veicolo di lancio che, secondo i piani di Blue Origin, riuscirà già a trasportare carichi utili. È previsto un lancio entrò il 2024, non conferm Si arriva infine all’annuncio del lander Blue Moon, che dovrebbe vedere la luce nel 2021 ed essere attivo per la prima missione lunare a partire dal 2025: come gli altri veicoli dell’azienda sarà in grado di atterrare verticalmente su qualsiasi punto della Luna. Potrà trasportare carico utile fino a 4500 kg e per questo si ipotizza che attraverso più spedizioni e discese sul satellite possa quindi portare con sé gli elementi per costruire una base. I recenti sviluppi, portati avanti dall’azienda di Bezos, hanno suscitato un certo interesse anche da parte della NASA: non è quindi escluso che le due parti possano avviare una collaborazione per riportare l’uomo sulla Luna.

CHANG'E 4

La missione cinese con vista sul futuro Nel 50° anniversario dello sbarco dell’uomo sulla Luna, la Cina realizza un’altra impresa. Il 3 gennaio 2019 riesce a far atterrare un lander e il rover Yutu 2 sul lato nascosto del satellite, quello che dalla Terra non è possibile osservare e che finora nessuno aveva mai raggiunto. La missione Chang’e 4, il cui nome si riferisce alla dea cinese della Luna, ha mostrato al mondo gli evidenti passi in avanti in termini di tecnologia. Nel 2018 l’agenzia spaziale cinese aveva lanciato in orbita Quequio, un satellite artificiale che fa da ponte radio tra lo Yutu 2 e la terra, senza il quale non avrebbero potuto inviare le informazioni raccolte sul lato non visibile della Luna. Queqiao è posizionato a circa 65 mila chilometri dalla Luna, in modo tale da avere una visuale chiara sia sul lato nascosto del satellite sia sulla Terra. Il ciclo di vita del satellite Queqiao dovrebbe essere di almeno 5 anni. Come per altre missioni spaziali cinesi, tuttavia, i dettagli relativi ai veicoli utilizzati sono limitati: Per raggiungere l’obiettivo è raccogliere informazioni sul suolo lunare, è dotato di due strumenti: il primo è un radar in grado di vedere il sottosuolo fino a oltre 100 metri e oltre lo spessore della regolite; il secondo, invece, uno spettrometro a infrarossi, è utilizzato per studiare la composizione minerale della superficie che è vicina al rover. Durante la precedente spedizione, Chang’e 3, la prima versione dello Yutu resistette 3 mesi prima di cessare le comunicazioni con la Terra: gli ingegneri cinesi, in questo caso, sono fiduciosi affinché il ciclo di vita dello Yutu 2 possa arrivare anche a pochi anni. I progetti del Paese sono ambiziosi: la Cina, infatti, al momento per budget è seconda solo alla NASA, ma intende essere la prima nel giro di poco tempo. Tra dieci anni, questi i tempi stimati da Pechino, l’obiettivo è costruire una base al Polo Sud della Luna: questo permetterà di ospitare inizialmente robot e infine anche astronauti.

Chandrayaan-2

Anche l’India in corsa Tra le nuove potenze, che intendono lasciare il segno sulla Luna, c’è anche l’India con la sua agenzia spaziale, la Indian Space Research Organisation. Domenica 14 luglio 2019 la sonda Chandrayaan-2 avrebbe dovuto cominciare il suo viaggio, ma per problemi tecnici è stato interrotto quando al lancio mancavano 56 minuti. La missione è partita il 22 luglio: l’obiettivo è quello di diventare la quarta nazione in grado di eseguire il cosiddetto atterraggio soft sul suolo lunare dopo Russia, Stati Uniti e Cina. Il 7 settembre il Chandrayaan-2 avrebbe raggiunto il punto stabilito e cominciato quindi la discesa del lander, Vikram, il cui nome fa riferimento a Vikram Sarabhai, considerato il padre del programma spaziale indiano, e del rover Pragyaan. Le comunicazioni con la Terra e il centro di controllo dell’Indian Deep Space Network (IDSN) a Byalalu erano previste grazie alla presenza di un orbiter, in volo nello stesso lancio e posizionato a 100 km di distanza dalla Luna: quest’ultimo dotato di una telecamera ad alta risoluzione per osservare il sito di atterraggio. Il lander è progettato per resistere un giorno lunare, pari a 14 giorni terrestri. La stesso ciclo di vita riguarda anche il rover Pragyaan, anche se c’è la possibilità che possa durare più a lungo. Sarà dotato di 6 ruote, ognuna delle quali azionata da motori elettrici, montate su un tipo di sospensione, chiamata rocker-bogie, in grado di consentire lo spostamento fino a 500 metri, alla velocità di 1 cm al secondo. Per muoversi ed essere agevolato nel suo obiettivo - analizzare chimicamente il luogo - ha anche una telecamera stereoscopica in 3D che può fornire al centro di controllo sulla Terra una visione dell’ambiente circostante. La missione però si è conclusa con lo schianto del lander sulla superficie lunare a causa di problemi software.

MISSIONE DI CHANG 6 DELL’AGENZIA SPAZIALE CINESE Da: Ci vuole una scienza del 28/06/2024 Alle 8,00 del mattino del 25 giugno è arrivata una delle notizie di spazio più importanti dell’anno, la missione lunare senza equipaggio Chiang’e 6 dell'agenzia spaziale cinese è tornata sulla terra con un carico prezioso, infatti trasportava campioni di suolo provenienti dalla faccia nascosta della Luna. La Cina è la prima nazione ad avere portato su il nostro pianeta frammenti da quella particolare zona della luna che è ancora poco esplorata e la missione è stata un successo in tutti i sensi e dimostra soprattutto poi i grandi progressi che la Cina ha fatto negli ultimi anni nell'esplorazione dello spazio. Nel 2020 con la missione Chang’e 5 erano stati portati i primi campioni lunari sulla Terra però da una posizione osservabile qui dalla Terra.