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Caparezza - Argenti Vive - Analisi del testo
Angelica Zanini
Created on July 29, 2024
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Transcript
Argenti vive
Caparezza, Museica (2014)
Ascoltiamo la canzone
Mentre solcavamo l'immobile palude, mi si parò davanti uno spirito coperto di fango. Allungò verso la barca entrambe le mani, ma Virgilio, pronto, lo respinse, dicendogli: "Via di qui, vattene a stare con gli altri maledetti!" E io: "Maestro, sarei molto desideroso, prima di uscire dalla palude, di vederlo immergere in questa melma." Poco dopo vidi gli iracondi fare di lui un tale scempio che per esso ancora glorifico e rendo grazie a Dio. Tutti insieme gridavano: "A Filippo Argenti A Filippo Argenti"
Info
Ciao Dante, ti ricordi di me? Sono Filippo Argenti Il vicino di casa che nella Commedia ponesti tra questi violenti Sono quello che annega nel fango, pestato dai demoni intorno Cos'è, vuoi provocarmi, sommo? Puoi solo provocarmi sonno! Alighieri, vedi, tremi Mi temi come gli eritemi, eri te che mi deridevi Devi combattere, ma te la dai a gambe levate Ma quale vate? Vattene! Ehi, quando quando vuoi, dimmi dimmi dove Sono dannato, ma te le do di santa ragione Così impari a rimare male di me Io non ti maledirei, ti farei male, Alighieri Non sei divino, individuo Se t'individuo, ti divido Inutile che decanti l'amante, Dante Provochi solo cali di libido Il mondo non è dei poeti (No) Il mondo è di noi prepotenti Vai rimando alla genti che mi getti nel fango Ma io rimango l'Argenti
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[Ritornello] Argenti vive, vive e vivrà Sono ancora il più temuto della città Sono ancora il più rispettato, quindi cosa t'inventi? Se questo mondo è l'Inferno, allora sappi che appartiene A Filippo Argenti Poeta, tu mostri lo sdegno A Filippo Argenti Ma tutti consacrano questo regno A Filippo Argenti Le tue terzine sono carta straccia Le mie cinquine sulla tua faccia lasciano il segno Poeta, tu mostri lo sdegno A Filippo Argenti Ma tutti consacrano questo regno A Filippo Argenti Le tue terzine sono carta straccia Le mie cinquine sulla tua faccia lasciano il segno
Non è vero che la lingua ferisce più della spada, è una cazzata Cosa pensi tenga più a bada: rima baciata o mazza chiodata? Non c'è dittatore che abdichi perché persuaso Pare che più nessuno sappia nemmeno che significhi "abdicare", ma di che parliamo? Attaccare me non ti redime (No) Eri tu che davi direttive (Oh) Per annichilire ogni ghibellino Cerchio 7, Giro primo "Fatti non foste per vivere come bruti" Ben detta, ma sputi vendetta Dalla barchetta di Flegìas Complimenti per la regia Argenti vive, vive e vivrà Alla gente piace la mia ferocità Persino tu che mi anneghi a furia di calci sui denti Ti chiami Dante Alighieri, ma somigli negli atteggiamenti [Ritornello 2]
Info
Stai lontano dalle fiamme perché ti bruciGuardati le spalle, caro Dante, è pieno di Bruti Tutti i grandi oratori sono stati fatti fuori Da signori, violenti e nerboruti Anche gli alberi sgomitano per un po' di sole Il resto sono solo inutili, belle parole Sono sicuro che in futuro le giovani menti Saranno come l'Argenti e l'arte porterà il mio nomeFilippo Argenti Filippo Argenti Filippo Argenti Filippo Argenti "Lo lasciammo là, nella palude e non racconto altro."
Due acerrimi nemici
Filippo Argenti sfida Dante in uno scontro fisico e lo definisce come un codardo, poiché il poeta lo ha inserito nella palude, in una posizione di assoluto svantaggio: lo scontro è impari e Dante si è dimostrato scorretto.I due vivevano a Firenze e Filippo si era guadagnato parecchi problemi giudiziari; chiese quindi a Dante di testimoniare in sua difesa, ma quest'ultimo si rifiutò e, anzi, andò in Tribunate e aggiunse altri capi d'accusa!
Filippo nel Decameron
Filippo Argenti continua a confermare l'idea che ci siamo fatti: rissoso, violento, arrogante, temuto da tutti. Questo è il personaggio immaginato da Caparezza, eppure ci sono altre rappresentazioni di Filippo Argenti che si avvicinano a questa descrizione, in cui la forza fisica ha un ruolo centrale: "uomo grande e nerboruto, e (...) iracundo e bizzarro più che altro, e dotato di pugna (...) che parevan di ferro" (Boccaccio, Decamerone, ottava novella del nono giorno).
Argenti cita dei versi molto famosi, contenuti nel così detto Canto di Ulisse: "Fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza – Inferno, Canto XXVI, vv. 119-120 Questa frase vuole incoraggiare l'uomo ad agire sempre secondo ragione e mai seguendo l'istinto della violenza. Argenti sottolinea come Dante si comporti proprio come i violenti che condanna, dimostrandosi dunque un ipocrita che "predica bene e razzola male".
ll tema della canzone
"Il mondo non è dei poetiIl mondo è di noi prepotenti"
Caparezza con questi versi introduce di cosa parla davvero la canzone: chi avrà la meglio? Chi userà le parole e l'arte, come Dante, o chi preferisce la violenza e la prepotenza, come Filippo Argenti? Secondo voi?
La canzone inizia con la parafrasi dei versi 31-63 del Canto VIII dell'Inferno. Dante e Virgilio attraversano lo Stige grazie a Flegiàs, quando a un tratto l'anima di Filippo Argenti attacca la barca cercando di rovesciarla. Dante supplica la guida di vederlo soffrire e immergersi nella melma della palude. Le anime attorno gridarono il nome di Filippo Argenti e si avventano su di lui. In questo Canto Dante si mostra molto arrabiato nei confronti di questo personaggio: il suo atteggiamento non risulta migliore di quello dei dannati che condanna.
Un riassunto del Canto VIII