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Progettazione didattica - Didattica progetti, EAS, traiettorie
Dario Lombardi
Created on July 28, 2024
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Transcript
Modelli di progettazione didattica
Dalla Didattica per Progetti alle nuove traiettorie dell'ID
Didattica per Progetti
La cornice pedagogica in cui si inserisce questo modello si rifà a Dewey, Kilpatrick, Freinet, data la rilevanza che assume l'interazione con l'ambiente del bambino e l'alunno che ne organizza l'esperienza di apprendimento. La nascita di questo modello può essere fatta risalire al 1918, quando Kilpatrick ne propone la teorizzazione. La progettazione parte dal proporre problemi sensati per gli allievi sia dal punto di vista cognitivo che sociale. Il problema da cui si parte, difatti, richiede oltre a capacità cognitive per essere risolto anche capacità di autonomia per trovare delle soluzioni. I progetti possono essere diversi, come realizzare un manufatto, un'indagine attorno a un fenomeno naturale o a oggetti artificiali, oppure la produzione di una comunicazione. Qualsiasi sia il risultato ogni progetto richiede una pianificazione, una strategia di lavoro e una modalità di verifica tramite attività predefinite. Il metodo prevede che il progetto sia parzialmente definito con gli allievi e che questi apprendano conoscenze funzionali al progetto, tramite un percorso mono o pluridisciplinare. Per Pujol, Mongay, Roca e Cunill, al centro della realizzazione del progetto c'è l'esperienza del bambino che comunica, struttura lo spazio. L'insegnante favorisce i collegamenti interdisciplinari. Le fasi del progetto sono: spontaneità; organizzazione delle azioni; strutturazione della spontaneità; costruzione del codice.
Didattica per Progetti
L'esperienza di apprendimento deve essere destrutturata e ristrutturata in maniera tale da divenire un linguaggio comune tra coloro che partecipano. Una particolare tipologia di didattica per progetti è il Problem Based Learning di Hemerson, Hmelo, (2000), utilizzato soprattutto in ambito medico. In questo metodo il discente è un elemento attivo, manipola gli eventi e le esperienze per arrivare a una soluzione ai problemi. Il problema difatti deve essere autentico e deve stimolare la curiosità degli studenti. Si propone una ricerca, una sfida, a cui devono trovare una soluzione, assumendo un atteggiamento di ricerca scientifica. Le fasi di questo processo sono: esplorazione del tema, definizione del problema; pianificazione della ricerca; pianificazione della ricerca; ricerca delle informazioni; analisi delle fonti; sintesi; valutazione del processo e della soluzione trovata. Risulta particolarmente importante la figura del docente, che mostra ai discenti come si procede nella risoluzione del problema, analizzando le ipotesi e verificandole empiricamente.
Ambienti di apprendimento, flipped classroom e EAS
Tutti i modelli costruttivisti propongono ambienti di apprendimento in cui gli studenti si aiutano reciprocamente, si avvalgono di diversi strumenti e risorse formative, guidati durante il problem solving. Il percorso non è predefinito, è ricorsivo, partecipato e flessibile. Gli obiettivi sono dettati dal contesto e la costruzione del significato avviene per cooperazione, distribuzione e alternanza dei ruoli. La valutazione non è una misurazione obiettiva, bensì intersoggettiva, e quindi tra più osservatori. Sono presenti in letteratura altri modelli di progettazione basati sulla valutazione autentica come gli Ambienti di Apprendimento Situato (EAS) di Rivoltella (2013). Nelle EAS non ci si concentra sui contenuti, ma sulle competenze e sulle modalità con cui si costruiscono gli scenari di apprendimento. L'insegnante diviene "costruttore di cultura, regista e facilitatore". Le fasi delle EAS sono: Preparatoria (l'insegnante assegna compiti e lo studente svolge gli stessi - Problem solving); Operatoria (l'insegnante definisce i tempi, gli studenti condividono un artefatto - Learning by doing); Ristrutturativa (l'insegnante valuta gli artefatti e gli studenti li valutano criticamente - Reflective Learning)
Flipped classroom
La progettazione di un'unità di apprendimento secondo la Flipped Classroom avviene in tre fasi: 1) Attivazione: Consiste nel lanciare una sfida agli studenti, stimolandone la curiosità, problematizzando un tema. Questa fase dovrebbe essere tenuta fuori dalla classe, ma si può anche ovviare a questa necessità ove mai fosse impossibile rispettarla; 2) Produzione: è la fase in cui gli studenti si confrontano con il problema, attraverso lo svolgimento di attività che consentono la scoperta, la costruzione di conoscenze, guidati dal docente che li supporta in base alle loro esigenze; 3) Elaborazione: in questa fase ci si dedica alla riflessione e alla condivisione di quanto prodotto da parte di tutti gli studenti. L'insegnante funge da moderatore.
La didattica enattiva e il modello FVP
L'enattivismo si afferma negli anni 90 a seguito della pubblicazione di Embodied mind di Varela, Thompson e Rosch. È un neologismo introdotto per tradurre il termine "enection", utilizzato dagli autori per evidenziare il rapporto tra "azione" e "agente" nel processo cognitivo, che si delinea tramite un'en-azione, in cui si assiste a una generazione di significati a seguito di un'interazione del soggetto con l'ecosistema. Nell'Enattivismo possiamo notare alcuni concetti principali, ovvero: l'emergenza, intesa come la formazione di nuovi processi a partire da quelli già esistenti; i trigger, ossia i "grilletti" che destabilizzano la situazione preesistente; l'embodiment, il ruolo fondamentale del corpo nel processo conoscitivo. I progetti didattici enattivi prendono forma dall'interazione tra i soggetti, permettendo la definizione di uno spazio definito da Damiano "noi-centrico" in cui emergono significati e conoscenze condivisi (2006).
Il modello finalità-variabili-percorso
Il modello finalità-variabili-percorso (FVB) si sottolinea come nella progettazione didattica sia importante ragionare su scale e tempi allargati. Nell'organizzazione esistono differenti livelli, a cominciare dal curricolo, poi le aree suddivisibili in moduli, suddivisi questi poi in episodi, che si articoleranno a loro volta in dispositivi(Bruner, 1966). I livelli sono articolati all'interno di un percorso definito "Sceneggiatura" (Rossi, Toppano, 2009), in contrapposizione alla pratica di rappresentare obiettivi e metodi in tabelle a doppia entrata che li ingabbiano in un rigido terminismo. Al contempo, nel modello FVP è circolare il rapporto che intercorre tra: le variabili, che rappresentano il ponte tra le finalità al percorso, includendo gli obiettivi, i nodi epistemici da sviluppare e le situazioni didattiche. Il termine obiettivo potrebbe sembrare di stampo comportamentista, in realtà è costruttivista, L'insegnante realizza una sceneggiatura, che viene rielaborata grazie alla riflessione. Interviene poi sul prodotto, documentando il tutto attraverso un diario o degli appunti e producendo una documentazione ex post, derivata dalla rielaborazione dell'artefatto iniziale e alla descrizione del percorso.
La progettazione come costruzione di traiettorie
La progettazione come costruzione di traiettorie ha forti affinità con l'approccio processuale al curricolo e si colloca nella prospettiva enattiva della didattica. La traiettoria descrive lo spazio percorso da un oggetto in movimento in relazione a un sistema di riferimento a partire dal centro del corpo. Questo spostamento non è uniforme, non è rettilineo, può assumere differenti forme: elicoidale, circolare, curva. La traiettoria segnala le diverse posizioni e direzioni occupate durante il mocimento. Il sistema di riferimento, all'interno di questo scenario, è quello scolastico. Il docente deve progettare il tutto per far acquisire conoscenze cognitive ed emotive agli studenti, riequilibrando continuamente gli obiettivi. Alcuni di questi possono essere più visibili, sulla base di tassonomie o progettazioni a ritroso, altri no. Dunque il progetto va continuamente ricalibrato. L'apprendimento trapassa i confini tra i contesti consentendo a ciascuno studente di appropriarsi del sapere della propria comunità attraverso le proprie esperienze di vita, arricchendosi continuamente, al fine di far parte di essa nella maniera più costruttiva e attiva possibile.