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Presentazione lavagna

Rachele Spingola

Created on July 8, 2024

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Transcript

L'Illuminismo tedesco

Immanuel kant

Il cielo stellato sopra di me La legge morale dentro di me Königsberg 22 aprile 1724 - 12 febbraio 1804

I tre periodi dell'attività kantiana

1 Fino al 1760

2 1760-1781

Segna il decisivo orientamento filosofico di Kant> temi che confluiranno nel criticismo 1762. La falsa sottigliezza delle quattro figure sillogistiche > la logica aristotelica ha "la testa nelle nuvole dell'antichità e i cui piedi sono d'argilla" 1763: Unico argomento possibile per una dimostrazione dell'esistenza di Dio: LA METAFISICA E' UN ABISSO SENZA FONDO 1764: Ricerca sulla chiarezza dei principi della teologia naturale e della morale : applicabilità del metodo matematico alla filosofia, si sofferma sul concetto di obbligazione e identifica il bene con la NECESSITÀ MORALE (rivelata dal sentimento morale) Si avvicina all'empirismo inglese: Notizia sull'indirizzo delle lezioni (semestre invernale 1765), Sogni di un visionario chiariti con i sogni della metafisica (1765) > LA METAFISICA E' LA SCIENZA DEI LIMITI DELLA RAGIONE UMANA LA DISSERTAZIONE DE 1770: inaugurale, in occasione della nomina a professore ordinario di logica e metafisica presso l'Università di Königsberg, segna la soluzione critica del problema dello spazio e del tempo > APRE LA STRADA AL CRITICISMO VERO E PROPRIO

Interesse per le scienze naturali 1755: storia naturale universale e teoria del cielo (parte da una nebulosa primitiva coerentemente alla teoria newtoniana) 1759: Alcune considerazioni sull'ottimismo: ottimismo radicale: Dio non avrebbe potuto scegliere un mondo migliore. Ripudierà questo scritto.

1781-1804

Critica della Ragion Pura (1781/1787) 1783: Prolegomeni a ogni metafisica futura che voglia presentarsi come scienza 1785: Fondazione della metafisica dei costumi 1788: Critica della Ragion Pratica 1790: Critica del Giudizio 1793: La religione entro i limiti ti della ragione 1797: La metafisica dei costumi 1798: Antropologia dal punto di vista pragmatico 1784: saggio "Che cos'è l'Illuminismo" 1795: Per la pace perpetua

La critica della ragion pura

LE DOMANDE FONDAMENTALI

  • Analisi critica dei fondamenti del sapere, a partire dalla distinzione tra scienza (matematica e fisica) e metafisica (lontana dal cammino scientifico).
  • L'indagine è rivolta sia alla scienza sia alla metafisica
  1. È possibile fare della matematica una scienza?
  2. È possibile fare della fisica una scienza?
  3. Come è possibile la metafisica in quanto disposizione naturale?
  4. È possibile fare della metafisica una scienza?

‘La ragione umana, anche senza il pungolo della semplice vanità dell''onniscienza, è perpetuamente sospinta da un proprio bisogno verso quei problemi che non possono in nessun modo essere risolti da un uso empirico della ragione o in base ai principi su cui esso riposa' [...]

-Critica della ragion pura, B 21

I giudizi

> anche se la nostra conoscenza comincia con l'esperienza, non è detta che tutto derivi dall'esperienza. Questa ipotesi è convalidata dall'esistenza dei giudizi, in particolare dei giudizi sintetici a priori. Vediamo le tipologie di giudizi: 1) GIUDIZI ANALITICI A PRIORI: enunciati senza ricorrere all'esperienza (il triangolo ha tre lati); UNIVERSALI E NECESSARI, non ampliano la nostra conoscenza; 2) GIUDIZI SINTETICI A POSTERIORI: enunciati in cui il predicato dice qualcosa di nuovo rispetto al soggetto, in virtù dell'esperienza (l'erba è verde); PARTICOLARI E NON NECESSARI, ma aggiungono conoscenza al soggetto. 3) GIUDIZI SINTETICI A PRIORI: 7+5=12; è un giudizio perchè connette un predicato con un soggetto, è sintetico perchè dice qualcosa di nuovo e in più rispetto al soggetto, A PRIORI perchè c'è qualcosa che non può derivare dall'esperienza

Il progetto filosofico

L'orizzonte storico del pensiero kantiano

Il criticismo come filosofia del limite

Le basi del criticismo

- rivoluzione scientifica - crisi progressiva delle metafisiche tradizionali

κρίνω> separare, discernere, setacciare Fa della critica lo strumento per eccellenza della filosofia

La dissertazione del 1770

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Kant comincia a stabilire la distinzione tra conoscenza sensibile e conoscenza intelligibile: -CONOSCENZA SENSIBILE > PASSIVITÀ DEL SOGGETTO > FENOMENO (DISTINZIONE TRA MATERIA E FORMA) -CONOSCENZA INTELLIGIBILE> ATTIVITÀ DEL SOGGETTO> LA COSA IN SE'> NOUMENO

Kant si interroga su: - le possibilità dell'esperienza - la validità delle esperienze - i limiti, i confini entro cui si muovono le esperienze umane

Il kantismo è una naturale prosecuzione dell'empirismo inglese, sostenuto dall'Illuminismo >portare davanti al tribunale della ragione la ragione stessa. Per Kant i limiti della ragione coincidono con i limiti dell'uomo

La rivoluzione copernicana

Da dove derivano i giudizi sintetici a priori, se non dall’esperienza? NUOVA TEORIA DELLA CONOSCENZA: SINTESI DI MATERIA + FORMA - MATERIA: impressioni sensibili che derivano dall’esperienza (elemento empirico a posteriori); - FORMA: insieme delle modalità fisse attraverso cui la mente umana ordina le impressioni sensibili (elemento razionale a priori) >LE FORME SONO INNATE E STRUTTURALI AL SOGGETTO CHE CONOSCE - RIVOLUZIONE COPERNICANA: ribaltamento del rapporto tra soggetto e oggetto: non è il soggetto che si modella sulla realtà ma LA REALTÀ SI MODELLA SUL SOGGETTO E SULLE SUE FORME A PRIORI. - Occorre allora effettuare una distinzione tra: A) FENOMENO: φαίνω, la realtà che ci appare tramite le forme a priori B) NOUMENO (COSA IN SE’): νοεῖν, la realtà indipendentemente da noi e dalle forme a priori; è una x sconosciuta

La partizione della c. D. R. Pura

Sensibilità > estetica > αἰσθάνομαι, oggetti intuiti dai sensi (spazio e tempo) Intelletto > facoltà con cui pensiamo i dati sensibili ( CATERGORIE) Ragione > la facoltà che vuole procedere oltre l’esperienza (IDEE: DIO, MONDO, ANIMA)

Le facolta’ conoscitive

Estetica trascendentale

Studio della sensibilità e delle sue forme a priori> sensibilità "ricettiva" perchè non genera i propri contenuti ma li accoglie per intuizione dalla realtà esterna o dall'esperienza interna

L'esposizione trascendentale: spazio e tempo trovano giustificazione nella geometria e nell'aritmetica (=MATEMATICA)

L'esposizione metafisica: spazio e tempo non possono derivare dall'esperienza

SPAZIO E TEMPO HANNO NATURA INTUITIVA E NON DISCORSIVA

PERCHÉ LA MATEMATICA VALE ANCHE PER LA NATURA?

Il concetto di "trascendentale"

Nel Medioevo: trascendentali erano le proprietà universali comuni a tutte le cose, le categorie in senso aristotelico.

Kant si collega a questo significato aggiungendo il concetto di forma a priori, che non esprime una PROPRIETÀ ONTOLOGICA ma una CONDIZIONE GNOSEOLOGICA che rende possibile la conoscenza della realtà fenomenica.

Ora possiamo comprendere il titolo del suo capolavoro, "CRITICA DELLA RAGION PURA": è quindi un esame critico generale della validità e dei limiti che la ragione umana possiede in virtù dei suoi elementi puri a priori.

La grande rivoluzione copernicana di Kant > anzichè cercare negli oggetti o in Dio la garanzia ultima della conoscenza, la scopre nella mente stessa dell'uomo. FONDA LE ISTANZE DELL'OGGETTIVITA' NEL CUORE STESSO DELLA SOGGETTIVITÀ. Significa ragionare sui limiti e sulle possibilità umane, tenendo in considerazione quell'ente pensante che è l'uomo. > distinzione tra pensare e conoscere, tra noumeno e fenomeno Il noumeno è l'oggetto di un'intuizione non sensibile, un'intuizione intellettuale. Il noumeno rimane per Kant un concetto-limite, che circoscrive le pretese della sensibilità, moderando l'arroganza dell'intelletto. IL NOUMENO È PENSABILE MA NON CONOSCIBILE

Logica trascendentale > analitica trascendentale

Oggetto specifico di indagine

Perchè le cose devono obbedire alle categorie?

Deduzione trascendentale

Non nel senso logico matematico ma nel senso giuridico-forense> DIMOSTRAZIONE DELLA LEGITTIMITA' DI DIRITTO DI UNA PRETESA DI FATTO

L'origine, l'estensione e la validità oggettiva delle conoscenze a priori proprie dell'inteletto

I principi dell'intelletto puro e l'io legislatore della natura

Logica trascendentale> dialettica trascendentale

LA METAFISICA è UN PARTO DELLA RAGIONE. Le tre idee trascendentali della ragione sono:

Il problema: è possibile fare della metafisica una scienza?

  1. Dio: idea della totalità assoluta e fondamento di tutto ciò che esiste
  2. Mondo: idea della totalità assoluta dei fenomeni esterni
  3. Anima: idea della totalità assoluta dei fenomeni interni
L'ERRORE è TRASFORMARE QUESTE ESIGENZE IN REALTÀ': esse sono illusioni strutturali della ragione

Cosa significa dialettica per Kant: ha un significato negativo, similmente ad Aristotele. DIALETTICA TRASCENDENTALE significa allora analizzare e smascherare gli errori dei ragionamenti della metafisica, che pretende di essere scienza in maniera infondata. TUTTAVIA RIMANE UN'ESIGENZA NATURALE DELLA MENTE UMANA, SECONDO KANT

Critica alle tre pretese scienze

Psicologia razionale

Teologia razionale

Cosmologia razionale

La pretesa di conoscere la totalità assoluta dei fenomeni cosmici è destinata a fallire. LA TOTALITÀ DELL'ESPERIENZA NON è MAI UN'ESPERIENZA

Supremo modello personificato di ogni realtà e perfezione, che però ci lascia nella totale ignoranza circa la sua esistenza.

Ragionamento errato in cui si applica la categoria di sostanza all' io penso, trasformandolo in una realtà permanente chiamata "anima".

Kant distingue tra una ragion "pura" pratica e una ragion "empirica" pratica (questa opera sulla base dell'esperienza e della sensibilità).Nella parte "pura" la ragione NON VA CRITICATA PERCHÉ OPERA IN MANIERA LEGITTIMA, verranno quindi illustrati il suo funzionamento e i suoi limiti

La morale è profondamente segnata dalla finitudine dell'uomo e necessita di essere salvaguardata dal fanatismo, ossia dalla presunzione di identificarsi con l'attività di un essere infinito.

La Critica della ragion pratica

Articolazione dell'opera

Imperativi categorici

Imperativi ipotetici

Dottrina del metodo

Dottrina degli elementi

Massime

Valore oggettivo, Mezzi in vista di determinati fini

Elementi della morale: -analitica (etica) -dialettica (antinomie)

Prescrizione di valore puramente soggettivo

Modo in cui la legge morale agisce sull'animo umano

Valore oggettivo Dovere in modo incondizionato

Le tre formule dell'imperativo categorico

PRIMA FORMULA

TERZA FORMULA

SECONDA FORMULA

Agisci in modo che la massima della tua volontà possa sempre valere nello stesso tempo come principio di una legislazione universale (C. D. R. Pratica A 54)

La volontà, in base alla massima, possa considerare contemporaneamente se stessa come universalmente legislatrice (Fondazione della metafisica dei costumi, BA 76)

Agisci in modo da trattare l'umanità, sia nella tua persona sia in quella di ogni altro, sempre anche come fine e mai come semplice mezzo (Fondazione della metafisica dei costumi, BA 67)

INNO AL DOVERE Dovere! nome sublime e grande, che non contieni niente di piacevole che implichi lusinga, ma chiedi la sottomissione; che, tuttavia, non minacci niente da cui nasca nell’animo naturale ripugnanza e spavento che muova la volontà, ma esponi soltanto una legge che da sé trova accesso nell’animo, e anche contro la volontà si acquista venerazione (se non sempre osservanza); innanzi alla quale tutte le inclinazioni ammutoliscono, benché di nascosto reagiscano ad essa; – qual è l’origine degna di te, e dove si trova la radice della tua nobile stirpe, che rifiuta fieramente ogni parentela con le inclinazioni? Radice da cui deve di necessità derivare quel valore, che è il solo che gli uomini si possono dare da se stessi. Non può essere niente di meno di quel che innalza l’uomo sopra se stesso (come parte del mondo sensibile), di ciò che lo lega a un ordine delle cose che soltanto l’intelletto può pensare, e che contemporaneamente ha sotto di sé tutto il mondo sensibile e, con esso, l’esistenza empiricamente determinabile dell’uomo nel tempo e l’insieme di tutti i fini […]. Non è altro che la personalità, cioè la libertà e l’indipendenza nei confronti del meccanismo di tutta la natura, considerata però nello stesso tempo come facoltà di un essere soggetto a leggi speciali, e cioè a leggi pure pratiche, date dalla sua propria ragione; e quindi la persona, come appartenente al mondo sensibile, è sottoposta alla sua propria personalità, perché appartiene nello stesso tempo al mondo intelligibile. Non bisogna dunque meravigliarsi se l’uomo, come appartenente a due mondi, debba considerare il proprio essere, in relazione alla sua seconda e suprema determinazione, con venerazione, e le leggi di essa col più grande rispetto. Critica della ragion pratica, A154-155

L'autonomia della morale

La libertà

La morale è autonoma perchè sa autodeterminarsi. Rivoluzione copernicana della morale: l'uomo ha il suo significato etico in se stesso.

In senso negativo: liberarsi dalle inclinazioni sensibili;In senso positivo: capacità di autodeterminarsi > prerogativa autolegislatrice della volontà > l'umanità è norma a se stessa. Contro le morali eteronome: se i motivi della morale risiedessero nell'educazione, nella società, nel piacere fisico etc, l'azione non sarebbe più libera e universale,ma soggetta al perenne cambiamento. Se i motivi volessimo trovarli esternamente al mondo, ad es. in Dio, cadremmo negli stessi errori.

Il paradosso della ragion pratica: non sono i concetti di bene e male a fondare la legge morale ma è la legge morale a fondare i concetti di bene e male> L'UOMO È LEGISLATORE DEL PROPRIO COMPORTAMENTO.

LA TEORIA DEI POSTULATI PRATICI E LA FEDE MORALE

I postulati etici

L'unica via di uscita dall'antinomia etica: "postulare" l'aldilà

IL SOMMO BENE

Il "dualismo della dottrina kantiana

Rovesciamento del rapporto morale/religione

Il postulato della libertà

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La critica del giudizio

Parte dalla consapevolezza del "dualismo" lasciato aperto dalle altre due critiche: - R. Pura: visione della realtà in termini meccanicistici, la natura ha una struttura causale determinata, in cui non c'è spazio per la libertà; .- R. Pratica: visione della realtà in termini finalistici, in cui abbiamo postulati importanti alla base della morale, tra cui la libertà In questa Critica si analizza IL SENTIMENTO, una peculiare facoltà in cui l'uomo fa esperienza di quella finalità del reale che la prima Critica escludeva e la seconda postulava a livello noumenico.

I giudizi

Giudizi determinanti

Sono i giudizi conoscitivi della C. D. R. Pura, che determinano gli oggetti fenomenici mediante le forme a priori universali (spazio, tempo, 12 categorie)

Giudizi riflettenti

Si limitano a "riflettere" su una natura già costituita mediante i giudizi determinanti e ad apprenderla attraverso le nostre esigenze universali di finalità ed armonia. I giudizi riflettenti esprimono il bisogno dell'infinito rispetto alla finitudine dell'uomo, è un'esigenza dell'uomo, già affrontata nella C. D. R. Pratica

Giudizio estetico

Significa vivere immediatamente o intuitivamente la finalità della natura (es. bel paesaggio>spiritualità) Il giudizio estetico si rapporta alla finalità della natura in modo soggettivo, perchè esprime il rapporto tra le forme dell'oggetto e le nostre facoltà

Giudizio teleologico

Pensiamo concettualmente tale spiritualità mediante la nozione di fine. Il giudizio teleologico si rapporta alla finalità in modo oggettivo, perchè osserva il mondo a partire dalla nozione di fine

L'analisi del bello e i caratteri specifici del giudizio estetico

Estetica > si rimanda al significato tradizionale di "dottrina dell'arte e della bellezza". Bello non è ciò che piace ma ciò che piace nel giudizio estetico > Kant chiarisce la natura del giudizio estetico analizzandolo attraverso la tavola delle categorie e propone quattro definizioni di bellezza: 1) qualità> bello è l'oggetto di un piacere "senza alcun interesse", un giudizio contemplativo e disinteressato che non ha scopo nè interesse morale, biologico o utilitaristico (es. un campo di grano); 2) quantità> bello è "ciò che piace universalmente senza concetto": il giudizio estetico risulta essere sentimentale ed extra-logico, diciamo che le cose siano belle senza un ragionamento o una serie di concetti; 3) relazione> bello è visto come una finalità senza scopo, la bellezza è un libero gioco di armonie formali che non rimanda a concetti precisi e non è imprigionabile in schemi conoscitivi; 4) modalità> bello è "ciò che, senza concetto, è riconosciuto come oggetto di un piacere necessario". Il bello è qualcosa su cui tutti devono essere d'accordo senza, però, fornire spiegazioni scientifiche, è qualcosa che ognuno percepisce intuitivamente ma che nessuno riesce a "spiegare" intellettualmente.

Educare al bello

L'educazione alla bellezza non può risiedere in un "manuale tecnico" sull'argomento, ma solo nella ripetuta contemplazione delle cose belle, elevate al grado di "esemplari" di bellezza

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L'universalita' del giudizio di gusto

La tesi dell'universalità del giudizio di gusto sembra piuttosto paradossale: Kant intende dire che, nel giudizio estetico, la bellezza è vissuta come un qualcosa che deve essere condiviso da tutti. - Kant distingue tra il campo del piacevole e il campo del piacere estetico, che è il sentimento provocato dall'immagine o dalla "forma" della cosa che diciamo bella. Il piacevole dà luogo a "giudizi estetici empirici" > sensi e inclinazioni individuali (privi di universalità) Il piacere estetico è invece qualcosa di puro > si concretizza in "giudizi estetici puri", derivanti dalla contemplazione della "forma" dell'oggetto. Solo giudizi di questo tipo hanno la pretesa dell'universalità, perchè non sono soggetti ad alcun genere di condizionamento. Kant distingue anche tra bellezza libera e bellezza aderente: la prima viene apprezzata senza alcun concetto (es. una musica senza testo), la seconda implica un riferimento a un determinato modello o concetto di perfezione dell'oggetto che viene definito bello (es. un edificio). Ovviamente solo i giudizi che riguardano la bellezza libera sono giudizi estetici puri e perciò universali.

Il sublime

Il genio

Il bello nell'arte

L'arte è un tipo di agire umano che produce opere

La spontaneità dell'"arte bella" proviene dal genio

Burke: aveva legato il sublime alla dismisura, sproporzione, alla cupezza.

Il giudizio riflettente riflette su un oggetto già determinato applicando il principio non conoscitivo della finalità.

Es. Se vuoi possedere una buona cultura, devi studiare. Regole dell'abilità (es. tecniche per diventare un buon atleta) Regole della prudenza (es. per la felicità)

DOVERE PER IL DOVERE

La legge morale è formale: non ci dice cosa dobbiamo fare ma come dobbiamo agire. QUANDO AGISCI TIENI PRESENTI GLI ALTRI E RISPETTA LA DIGNITA' UMANA CHE E' IN TE E NEL PROSSIMO. Questa formalità non è vuota, ma si adatta alle circostanze e alle epoche storiche, è un abito che si indossa a seconda della situazione, è una sorta di abito perenne della moralità.

7+5= 12 La geometria è la scienza che dimostra sinteticamente a priori le proprietà delle figure mediante l'intuizione pura di SPAZIO L'aritmetica è la scienza che determina sinteticamente a priori la proprietà delle serie numeriche, basandosi sull'intuizione pura di tempo e di successione. LA MATEMATICA, ESSENDO A PRIORI, E' UNIVERSALE E NECESSARIA E VALIDA PER TUTTE LE MENTI UMANE

La teoria di tali termini si riferisce, cioè, in generale, alla concezione aristotelica delle categorie come predicati generalissimi delle cose; e anzi si può dire che ne costituisca una specie di reduplicazione, perché come i predicabili aristotelici trascendono, nella loro universalità, ogni realtà singola, così questi "termini trascendentali" trascendono quei predicabili, ed appariscono in questo modo come categorie delle categorie. L'enumerazione di questi "trascendentali" non è naturalmente concorde negli scolastici, ma più spesso (secondo la formulazione a cui si accosta anche San Tommaso), essi si riducono a sei: res, ens, verum, bonum, aliquid, unum. Comunque, quel che importa non è qui tanto la particolare loro enunciazione, quanto l'aspetto generale che essi vengono assumendo a paragone delle categorie aristoteliche. (Termine "trascendentale" in Treccani)
Per Kant è la condizione gnoseologica che rende possibile la conoscenza della realtà fenomenica. È ciò che il soggetto mette in atto nell'atto stesso di conoscere.

Conoscenza sensibile > fenomeno Materia Forma: spazio + tempo > intuizioni pure, condizioni soggettive e necessarie alla mente umana per ordinare i dati sensibili Apparenza> esperienza> conoscenza riflessa grazie alla partecipazione dell'esperienza

Questa critica non è da intendersi come un superamento delle altre due, perchè, sebbene il sentimento tenda a figurarsi il mondo fisico in termini di finalità e di libertà, per Kant rimane solo un'esigenza umana che, in quanto tale, non ha alcun valore di tipo conoscitivo o teoretico. Il sentimento permette l'incontro dei due mondi ma non la loro conciliazione.

Il bipolarismo della soggetto

Vi sarà sempre l'eterno conflitto tra ragione e sensibilità, l'agire morale è perennemente in lotta tra la ragione e gli impulsi egoistici.Kant è consapevole di questo: la sua etica è prescrittiva e deontologica e non descrittiva (come gli uomini dovrebbero comportarsi). Kant fa un esempio: può anche darsi che nessun uomo sia sincero, ma nulla toglie alla sincerità di essere un valore morale che gli uomini devono perseguire.

Ad esempio, riflettendo sullo scheletro, diciamo che esso è prodotto al fine di reggere il corpo dell'animale

Nella Dissertazione emerge la distinzione tra FENOMENO E NOUMENO

≠ Galileo (che riteneva fosse stato Dio a geometrizzare la natura) Kant ritiene che l'esperienza fenomenica possiede in sè una configurazione aritmetica e geometrica.

Alla base di questa critica c'è la persuasione che nell'uomo possa esistere una legge morale a priori, valida del tutti e per sempre, una legge etica assoluta. Il carattere a priori della moralità è strettamente collegato alla libertà, all'universalità e alla necessità della legge etica.

Spazio e tempo non sono dei contenitori in cui si trovano gli oggetti, non sono recipienti vuoti, bensì QUADRI MENTALI A PRIORI ENTRO CUI CONNETTIAMO I DATI FENOMENICI

- SPAZIO: forma del senso esterno (disporre le cose l'una accanto all'altra)TEMPO: forma del senso interno (disporre i nostri stati interni l'uno dopo l'altro, secondo un ordine di successione)

Avvicinandosi a Newton, li considera COORDINATE ASSOLUTE DEI FENOMENI, SPAZIO E TEMPO SONO LE CONDIZIONI A PRIORI DEL CONOSCERE

La filosofia kantiana non sfocia nello scetticismo ma NELL'ACCETTAZIONE DEL LIMITE: Il limite getta le basi per la validità della conoscenza Abbagnano, nel corso di storia della filosofia dell'anno accademico 1943-44 , ha definito il criticismo come "ermeneutica della finitudine".

Comando che vale per tutte le persone DEVI PERCHÉ DEVI

Le categorie

≠intuizioni, i concetti sono operazioni attive

I concetti possono essere EMPIRICI (costruiti con materiali ricavati dall'esperienza) o PURI (contenuti a priori nell'intelletto). I CONCETTI PURI SONO LE CATEGORIE (cfr Aristotele), hanno la funzione unificatrice dell'intelletto.

≠ Aristotele, le categorie kantiane hanno funzione ESCLUSIVAMENTE GNOSEOLOGICA-TRASCENDENTALE, valgono soltanto per il fenomeno. 12 categorie in 4 branche: quantità, qualità, relazione, modalità.

Es. questo è un libro Un oggetto dato dall'esperienza viene determinato dalle forme pure dell'intelletto, permettendo così al soggetto di conoscerlo.

Da qui l'esigenza di una metafisica che si costituisca in base agli stessi criteri limitativi e che si avvalga del metodo della ragione fondante

SAPERE AUDE!

Es. occhio per occhio, dente per dente Vale esclusivamente per l'individuo che la fa propria