i bottoni di napoleone
Moroni Gabriele
Created on July 8, 2024
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Transcript
Recensione
Il fenolo
I BOTTONI DI NAPOLEONE-TRAMA
Trama
I "Bottoni di Napoleone" di Penny le Coteur e Jay Burreson è un saggio scritto da due chimici, i quali ci raccontano come la prte più essenziale della materia possa portare a conseguenze enormi sul corso della storia.I due scienziati analizzano 17 molecole, come lo zucchero, il sale, l'acido ascorbico mostrando come queste abbiano influenzato eventi storici cruciali, guerre, esplorazioni e sviluppi economici e sociali. Il titolo del libro si riferisce a una teoria secondo cui i bottoni delle uniformi dell'esercito di Napoleone, fatti di stagno, potrebbero aver contribuito al suo fallimento durante la campagna di Russia a causa della fragilità del metallo in condizioni di freddo estremo.
Pages: 11
Language: Lorem ipsum
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I BOTTONI DI NAPOLEONE-RECENSIONE
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"I bottoni di Napoleone" è un'opera affascinante che combina chimica e storia in un modo che rende entrambe le discipline accessibili e intriganti anche per i lettori meno esperti. I due scienziati si servono infatti di immagini, nozioni e curiosità per districarsi all'interno della chimica così da spiegare come la sotria è cambiata a seguito delle varie scoperte. Ogni capitolo è dedicato a una molecola specifica, con narrazioni che spaziano dalle antiche civiltà fino all'età moderna, offrendo una prospettiva originale sugli eventi storici.Il titolo stesso è emblematico di questa connessione tra scienza e storia, l'idea che i bottoni dell'uniforme di Napoleone possano aver contribuito alla sua sconfitta in Russia è solo uno degli esempi di come una piccola differenza chimica possa influenzare il corso della storia. Naturalmete per spiegare alcuni concetti i due chimici si servono di alcune pagine dove spiegano i termini più tecnici sia in ambito della chimica sia in ambito della storia, nonostante ciò riescono a bilanciare la buona scorrevolezza del libro con la difficoltà dei due argomenti, garantendo al lettore un interessante lettura dall'inizio fino alla fine.
I BOTTONI DI NAPOLEONE-IL FENOLO
Trama
Post-intervento
Nel 1860 il tasso di mortalità delle persone che subivano un intervento chirurgico era altissimo, ciò era causato dalle scarse precauzioni igeniche a cui erano esposti i pazienti, e alla credenza che le infezioni causate dai batteri fossero in realtà causate dai maleodori provenienti dai gas di scarico.Intorno al 1860 però un medico inglese chiamato Joseph Lister credeva che la causa dell'infezione non potesse essere un gas velenoso ma da qualcosa di microscopico presente nell'aria.Non potendo bollire i pazienti Lister dovette trovare un modo per eliminare quei germi da tutte le superfici, puntando così sull'acido carbolico.
Il primo intervento dello scienziato fu l'amputazione di una gamba di un ragazzo, Lister si osccupò quindi dell'operazione trattando l'osso e l'incisione con impaccchi di acido carbolico.L'esito dell'operazione fu una completa guarigione del paziente, Lister quindi utilizzò l'acido carbolico sia come agente antisettico durante le operazioni sia per il trattamento post operazione.
IL FENOLO-POST INTERVENTO
Trama
Le "sale" oggi
Il fenolo è una molecola semplice, formata da un anello di benzene a cui viene unito un gruppo ossidrile.Il fenolo è il componente principale dell'acido carbolico, sostanza che Lister riuscì a ottenere grazie agli scarti del gas illuminante usato all'epoca per l'illuminazione delle lampade a gas.Le lampade producevano un liquido nero oleoso che bruciava la pelle, il così detto catrame di carbon fossile da cui Lister riuscì a ottenere il Fenolo
La solubilità del fenolo sia in acqua che in olio permisero a Lister di formare il così detto "impiastro di stucco carbolico", formato da fenolo, olio di semi di lino e gesso in polvere.L'impiastro veviva dunque posto sulla ferita e creava una sorta di barriera contro i batteri.Lister voleva però arrivare a condizioni anti settiche maggiori, quindi iniziò a irrorare le ferite, lavare strumenti e le mani dei chirurghi con una soluzione meno concentrata di fenolo in acqua, soluzione che veniva anche vaporizzata da una macchina e dispersa nella sala operatoria durante l'operazione.
molecola di fenolo
video riassuntivo su Lister
LE NORME ANTI SETTICHE DI OGGI
Trama
FONTI OMS
FARMACI
1) Sterilizzazione del personale
- Igiene delle mani
- Abbigliamento sterile
- Autoclave/gas/ossido di etilene
- Confezionamento sterile
- Disinfezione della pelle
- Copertura sterile
- Filtraggio dell’aria
- Pulizia delle superfici
- Soluzioni antisettiche
- Procedure di controllo delle infezioni post intervento con uso di antibiotici se necessario
Le norme anti settiche di Lister contribuirono allo sviluppo e alla ricerca di nuove tecniche per ridurre al minimo le infezioni durante le operazioni, poichè anche il metodo innovativo di Lister, basato sulla vaporizzazione dell'acido carbolico, causava seri rischi sulla salute dei chirurghi e del paziente stesso. Col tempo le norme anti settiche nelle sale operatorie si sono evolute per ridurre al minimo la possibilità di contrarre infezioni durante un intervento, e sono in costante evoluzione. Ad oggi esistono delle pratiche da svolgere per ogni intervento per garantire una buona salute al paziente e ai medici:
LE NORME ANTI SETTICHE DI OGGI
A partire dal fenolo di Lister nelle sale operatorie si sono sviluppati diversi farmaci capaci di portare al massimo il livello antisettico prima, durante e dopo un intervento, i principali composti che vengono utilizzati ancora oggi sono:l'Acqua ossigenata, usata per prevenire le infezioni cutanee a livello di piccole ferite, attenuare stati irritativi a carico della bocca, sterilizzare strumenti chirurgici e sale operatorie.A fianco "Amukine Med", simile come uso all'acqua ossigenata, indicato per la disinfezione della cute lesa per la disinfezione dei genitali esterni, non però per la disisnfettazione dell'ambiente.In basso a sinistra "LH Glucodex Red", una soluzione antisettica colorata a base di Clorexidina Digluconato 2%. Indicata per la preparazione del campo operatorio, preparazione della cute prima degli interventi invasivi e antisepsi della cute integra, utilizzato dunque prima dell'intervento.In alto a destra " CITROCLOREX 2%", è una soluzione antisettica pronta all’uso, ha un elevato livello di attività e di azione rapida, cumulativa e persistente, conferendo al prodotto un’efficace azione nei confronti della flora transitoria della cute, come di quella residente.In basso a destra il "Braunol 7.5%", utilizzato per la disinfezione della cute, anche lesa e antisepsi dell'area del campo operatorio.
Le fonti sono tutte repilibili tramite il link inserito nell'imagine
IL FENOLO NELLE PLASTICHE
Trama
Il fenolo e il sapore
Fonti
Contemporaneamente all'uso del fenolo nel campo della medicina, negli stati uniti stava crescendo la consapevolezza verso l'uccisione degli elefanti per l'approvvigionemento dell'avorio, usato in particolare per le palle da biliardo.Si cercò dunque una sostanza capace di sostituire l'avorio, tentando con la cellulosa, materiale infiammabile che finì con incendiare un cinema a Parigi, causando la morte di 120 persone, per colpa delle pellicole di cellulosa.
Nei primi del novecento un chimico belga immigrato negli USA, Leo Beakland riuscì a sviluppare la prima sintetizzazione di un materiale plastico, dando inizio a una nuova era.La sua invenzione trovò piede innanzi tutto nella fototgrafia, offrendo una nuova pellicola formata da un emulsione di cloruro di argento.L'emulsione evitava il lavaggio e il riscaldamento nello sviluppo delle immagini, e fu un invenzione che fin da subito ebbe molto successo, tanto che fu venduta a Eastman, fondatore di una società fotografica, risolvendo così i suoi problmi finanziari.Beakland non si fermò, riuscendo inoltre a riprodure sinteticamente la gommalacca, fece reagire lo stesso fenolo di Lister con la formaldeide, producendo un liquido simile alla gommalacca naturale, però anche termostabile, quindi resistente anche a a lte temperature.
UN FENOLO PER IL SAPORE
Trama
Contemporanemanete alla plastica si stava cercando il modod di replicare il sapore della vaniglia naturale, ricavata dall'orchidacea Vanilla planifolia,poichè la domanda aveva supertao di gran lunga l'offerta.Oggia abbiamo trovato un metodo per riprodurre il gusto della vaniglia, grazie agli scarti provenienti dal trattamento con solfito della polpa di legno nella produzione della carta: il liquido di scarto è formato soprattutto da lignina, un polimero formato da unità fenoliche. La molecola della lignina è fondamentale perchè quando viene rotta in condizioni controllate può prodursi della vanillina
Come vediamo dall'immegine la molecola a sinistra è la molecola di lignina, la cui parte cerchiata corrisponde alla molecola di vanillina, a destra.Dalla decomposizione della lignina o materiali simili si arriva alla formazione di carbone, carburante che se bruciato per un qualsiasi uso si ottiene proprio il catrame di carbon fossile, la sostanza anti settica scoperta da Lister.