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INSIEME È POSSIBILE

Attività di Educazione Civica

Alunno

Attività pregressa

Inclusione

Attività

Obiettivi

Classe

Caratteristiche

Disabilità visiva

Il gruppo

Criticità

Attività di accoglienza

Classe

Alunno

Scatola Misteriosa

Quattro parole

Elementi

Progetto di vita

Legislazione

L’alunno non presenta disabilità cognitiva, ma solo sensoriale. E’ cieco dalla nascita e, sin dall’inizio della scuola primaria ha iniziato l’uso del Braille con l’assistente alla comunicazione. E’ un ragazzo timido e introverso, che fatica a instaurare rapporti con i compagni e ad introdursi nelle situazioni di gioco e di relazione. Cerca più spesso il contatto con le figure adulte che ha attorno, con le quali si sente più sicuro e che comunicano con lui in maniera più efficace, verbalizzando ciò che stanno facendo, a differenza dei compagni che agiscono senza tener conto che lui non possa vedere gesti e mimica facciale. Si muove in autonomia, utilizzando il bastone bianco, nello spazio scolastico nei percorsi a lui necessari, questo grazie ad un lavoro di conoscenza dello spazio - scuola svolto con il tiflologo. Il gruppo classe, a metà del primo anno scolastico, non risulta molto amalgamato e i compagni sono poco attenti alle necessità dell’alunno con disabilità.

Cosa è utile per un alunno a scuola? Avere il tempo di esplorare l’ambiente con la guida di un tiflologo ; l’esplorazione degli ambienti deve essere sistematica e ripetuta più volte affinché il ragazzo memorizzi le sue caratteristiche e riesca poi a muoversi in autonomia. Chi lavora con lui deve descrivere ciò che sta facendo, deve usare un linguaggio anticipatorio in modo che il ragazzo capisca cosa fare e dove andare. I gesti devono sempre essere accompagnati dalle parole, e non si deve mai usare il linguaggio verbale in contrapposizione a quello gestuale per non creare confusione e smarrimento. Il percorso di crescita di chi non vede deve essere attivo e partecipativo, e non addestrativo, deve portare all’autonomia, altrimenti la disabilità viene aggravata. I ciechi non imparano dall’emulazione ma dalla prassi.

La classe è composta da 20 alunni, 12 femmine e 8 maschi, provenienti da sezioni diverse della scuola primaria. Visto il contesto migratorio, nella classe sono presenti alunni di diverse nazionalità: oltre ad alunni italiani, sono presenti ragazzi provenienti dalla Tunisia, dal Kosovo, dall’Albania e dal Pakistan. E’ presente un alunno con disabilità sensoriale (cecità), un alunno NAI, arrivato dal Kosovo che segue un percorso di alfabetizzazione avendo frequentato in Italia solo l’ultimo anno della scuola primaria. Sono presenti due alunni con BES (svantaggio socio-economico).

Dopo pochi mesi dall’inizio dell’anno scolastico, gli insegnanti si sono resi conto che il gruppo classe si dimostrava poco coeso, che gli alunni faticavano a stringere nuove relazioni con compagni che non fossero già conosciuti in precedenza. Questo clima amplificava le difficoltà relazionali degli alunni più fragili e, certamente, dell’alunno cieco che si chiudeva ancor più su se stesso. Per questo i docenti hanno pensato ad un’attività di educazione civica, sia per andare incontro alle difficoltà del gruppo che hai problemi relazionali dell'alunno con disabilità.

Essendo una classe di nuova formazione, all’inizio dell’anno scolastico i docenti del cdc hanno proposto agli alunni alcune attività e giochi di conoscenza, al fine di poter creare le basi di un gruppo classe. Il territorio in cui si trova l’istituto ha una forte componente migratoria, da diversi paesi dell’est Europa, dell’Africa e del subcontinente indiano. Molto spesso i ragazzi di origine straniera sono restii a raccontare delle loro origini, del luogo da cui provengono i loro genitori e che loro stessi, a volte, frequentano durante le vacanze estive; per questo, una delle attività proposte prevedeva che ognuno portasse a scuola un oggetto che rappresentasse le sue origini intese come luogo di provenienza oppure, se si preferiva, come famiglia di provenienza (es. un oggetto che potesse rappresentare qualcosa di bello per loro che svolgevano con i loro familiari.)

Obiettivi per la classe: -favorire la maggiore conoscenza tra tutti alunni. -far conoscere caratteristiche peculiari che solitamente vengono taciute, ma che in realtà creano interesse e curiosità nei compagni. -far avvicinare la classe all’alunno con disabilità senza porre l’accento sulle sue difficoltà, ma in maniera indiretta, cercando di incuriosirla

Obiettivi per l’alunno con disabilità: -raccontare di sé agli altri, senza la mediazione di un adulto -mettere a disposizione del gruppo le sue competenze tiflodidattiche, rendendolo consapevole che lui sa fare cose che i compagni non sanno fare.

Prima parte: Blindbox Gli oggetti portati all’inizio dell’anno vengono messi tutti in una scatola chiusa sulla quale vengono ricavati due fori per le mani. Uno alla volta gli alunni dovranno mettere le mani nella scatola e cercare di indovinare con il tatto che oggetto sia e raccontarne la storia. Ogni oggetto avrà un cartellino in braille che recherà una caratteristica dell'oggetto, in questo modo l’alunno cieco sarà protagonista grazie ad una competenza che altri non hanno e potrà mostrare di cogliere i dettagli anche senza vederli. Durata: 1 ora Scansione dei tempi. 10 minuti per la presentazione dell’attività. L’aula è già stata predisposta spostando i banchi e posizionando le sedie attorno alla cattedra su cui si trova la scatola con gli oggetti. 40 minuti per dare la possibilità a tutti di “pescare” l’oggetto e raccontarne la storia. 10 minuti per le considerazioni finali; saranno i docenti a tirare le fila del discorso.

Seconda parte: Quattro parole Nella seconda parte del lavoro la classe verrà divisa in 5 gruppi da 4 persone. Ogni gruppo avrà a disposizione 4 parole che sono i nomi degli oggetti presentati, con cui dovrà creare un brevissimo racconto sull'argomento “Insieme è possibile”. E’ possibile stare insieme come classe, ognuno con le proprie necessità e caratteristiche, è possibile stare insieme come persone provenienti da mondi molto diversi tra loro

La Scatola Misteriosa fa lavorare tutti con la medesima modalità dell’alunno non vedente che quindi non vede messo l’accento sulla sua diversità. Il fatto stesso di mettere in risalto, attraverso le storie degli oggetti, le diversità di ognuno toglie ogni pretesto all’alunno per chiudersi ai compagni non sentendosi capito. L’inclusione è realizzata offrendo alla classe un lavoro necessario a tutti per creare un ambiente più accogliente , nel quale è possibile lavorare con gli altri perchè si è imparato a conoscerli.

Sono apprendimenti indispensabili alla sua autonomia di alunno oggi e di adulto domani, che deve essere consapevole di avere esigenze particolari, ma che non è automatico che tutti le colgano: a volte c’è bisogno di spiegare come siamo e come possiamo essere aiutati. E’ un facilitatore per chi necessita ma anche per chi gli si trova di fronte, che a volte evita la relazione perchè non sa come comportarsi.

Legge 104/92 legge quadro. Dall’art. 12 al 17 si parla di integrazione scolastica. Legge 53/2003 Prevede percorsi personalizzati e flessibili e che si rispettino le modalità di apprendimento Legge 170/2010 Tutela gli alunni con DSA. Legge 107/2015 “La Buona Scuola”. Decreto 66/2017 Si introduce la diagnosi funzionale su base ICF. Legge 328/2000 Parla dei servizi integrati specificando le funzioni degli enti locali e di progetto individuale.

Griglia di valutazione per la classe livello iniziale livello base livello avanzato Impegno Si impegna a portare a termine il proprio lavoro e a volte ha bisogno di essere incoraggiato Si impegna con continuità durante tutte le fasi del proprio lavoro Si impegna con costanza, continuità e concentrazione durante tutte le fasi del lavoro Collaborazione Collabora con il gruppo, partecipando al processo di realizzazione ed eseguendo quanto gli viene assegnato Collabora partecipando al processo di realizzazione Collabora attivamente offrendo il proprio contributo partecipando attivamente

Griglia di valutazione per l'alunno con disabilità Livello iniziale Livello base Livello avanzato Raccontare di sè agli altri l’alunno racconta solo se stimolato dall’insegnante l’alunno racconta di sé spontaneamente utilizzando poche frasi essenziali l’alunno racconta di sé spontaneamente cercando di arricchire il racconto di particolari Mettere a disposizione del gruppo le sue competenze tiflodidattiche. l’alunno mostra ritrosia a condividere le sue competenze con il gruppo l’alunno manifesta voglia di mostrare ai compagni l’abilità nell’utilizzo della sua strumentazione l’alunno manifesta voglia di mostrare ai compagni l’abilità nell’utilizzo della sua strumentazione, insegnandone l’utilizzo

Obiettivi per l’alunno con disabilità in raccordo al PEI: -raccontare di sé agli altri, senza la mediazione di un adulto -mettere a disposizione del gruppo le sue competenze tiflodidattiche, rendendolo consapevole che lui sa fare cose che i compagni non sanno fare.

L’alunno con disabilità visiva spesso va incontro a varie difficoltà: -isolamento e chiusura riguardo all’argomento cecità -problemi di postura e di movimento, stereotipie -verbalismi e ciechismi -assenza di capacità di iniziativa e manifestazioni di inadeguatezza Ci sono poi effetti secondari della disabilità visiva come la povertà percettiva e la povertà immaginativa causata da poca ricchezza esperienziale

Durata: 2 ore 20 minuti per la divisione in gruppi (già predisposti dai docenti) e la spiegazione dell’attività. 40 minuti perchè i gruppi formulino il breve racconto 25/30 minuti perchè ogni gruppo legga il proprio racconto. 30 minuti di considerazioni finali attraverso un’attività di brainstorming guidata dall’insegnante. La domanda chiave sarà "cosa serve perchè insieme sia possibile?”

Griglia di valutazione per la classe livello iniziale livello base livello avanzato Come il lavoro di conoscenza ha migliorato la collaborazione L’alunno si dimostra scontento del gruppo nel quale è stato inserito L’alunno ha accettato di lavorare con gli alunni indicati dall’insegnante L’alunno ha richiesto di essere messo in gruppo con un compagno con il quale di solito non lavora Aderenza alle richieste del prodotto finale La frase elaborata non è attinente all’argomento richiesto. la frase elaborata risponde in pieno alle richieste dell’insegnante per quanto riguarda l’argomento La frase elaborata è ben costruita e risponde in pieno alle richieste dell’insegnante per quanto riguarda l’argomento

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